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venerdì 22 febbraio 2019

In Svizzera c’è una città devota al numero 11


Undici chiese, undici fontane, undici torri.
 E poi ancora undici musei, undici pozzi e un orologio con undici numeri. 

In Svizzera c’è una città devota al numero 11: si tratta di Soletta, città romana dalle fattezze barocche, l’undicesimo stato della Confederazione nella lista dei cantoni.

 La storia della città di Soletta è inestricabilmente legata al numero undici, a partire dalla cattedrale di Sant’Orso e San Vittore (o St. Ursenkathedrale) costruita tra il 1762 e 1783 (in 11 anni!) dall’architetto di Ascona Gaetano Matteo Pisoni.


Il campanile misura 6 metri per 11. 
Sulla torre sono appese undici campane mentre all'interno ci sono undici altari, visibili tutti insieme solo da un posto : dall’undicesima pietra nera della navata. 
Le scale sono formate da 11 gradini e il numero delle pipe dell’organo sono multiplo di 11.


Gli abitanti di Soletta chiamano persino la loro birra Oufi, che nel dialetto regionale significa appunto undici. 
Il «numero magico» compare poi in molti nomi e viene celebrato in modo speciale nelle ricorrenze famigliari, per i compleanni e gli anniversari. Vietato qui non celebrare gli 11 anni, i 22, 33, 44 e così via. 

 Fra le cose da non perdere in città c’è senz’altro la torre dell’orologio con il suo quadrante astronomico e l’antico carosello con un cavaliere, uno scheletro e un re con un berretto da giullare che ad ogni rintocco - tutti i giorni dal 1545 - rovesciano la clessidra.






Ma il «vero» orologio di Soletta non si trova nella piazza principale, bensì sulla facciata di una banca, in piazza Amthauspl: un'opera di 3 metri creata dall’artista Paul Gugelmann Gretzenbach con un quadrante a undici ore, che suona la canzone di Soletta alle 11 e a mezzogiorno, poi nuovamente alle 17 e alle 18.



Fonte: lastampa.it

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