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giovedì 20 settembre 2018

La leggenda di Aloisa del borgo medievale di Grazzano Visconti


Il suggestivo borgo di Grazzano Visconti, città d'arte dal 1986, sembra uscito da un libro di fiabe. 

Costruito agli inizi del 1900 dal duca Giuseppe Visconti di Modrone, papà di Luchino, noto regista cinematografico e teatrale, è stato realizzato ‘con gusto scenografico’, come se appunto dovesse diventare il set da grande schermo.




Come si legge sul sito del comune, antichi documenti testimoniano l’esistenza di un centro abitato nel 1300 ed infatti il nome Grazzano deriverebbe da un tale “Graccus Graccianum”, proprietario di terre in questa località. 

 Verso la fine del 1400, Gian Galeazzo Visconti, con un editto a Pavia, concesse alla figlia naturale Beatrice, già sposa del nobile piacentino Giovanni Anguissola, il permesso di costruire un castello, che nei secoli seguenti fu teatro di diversi fatti d’armi, in quanto feudo dei nobili Anguissola.


Questa importante famiglia piacentina mantenne il possesso del maniero sin al 1884, quando la contessa Fanny perse il marito e l’unico figlio lasciando i beni al fratello Guido Visconti. 
Ma è per opera del duca Giuseppe che il villaggio diventa medievale e il castello una fortezza con graffiti e decorazioni.


Proprio attorno al castello si sviluppa un parco e il villaggio ex novo caratterizzato da fontanelle, balconi, statue, stemmi e iscrizioni, per questo sembra che qui il tempo si sia fermato.




 Il grande parco è di circa 150mila metri quadrati e ospita la chiesetta, lo studio del duca, il belvedere, il labirinto, il giardino all'italiana e diversi esemplari di alberi secolari. 
Proprio qui, ogni anno, tra le botteghe artigiane il borgo viene animato da rievocazioni storiche e feste in costume.


 Ma ciò che sicuramente rende ancora più suggestivo questo luogo è la leggenda del fantasma Aloisa che vaga tra il parco e il castello. La storia è stata tramandata dai racconti della gente. 

Aloisa, sposa di un capitano di milizia, fu tradita dal marito e morì di gelosia e di dolore.
 Da allora il suo spirito vaga in questi luoghi. 
Secondo la leggenda, un giorno lo spirito di Aloisa si era manifestato a un medium indicandogli la sua forma che oggi ritroviamo nelle statue sparse nel borgo.


Bassina, in carne e con le braccia conserte, così viene raffigurata la dama. Col tempo Aloisa è diventata la protettrice degli innamorati e molti visitatori le offrono fiori e piccoli omaggi, per consolare lei,che nell'amore non ebbe fortuna.


 Dominella Trunfio

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