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giovedì 5 ottobre 2017

Le isole degli dei


Quante persone entrano nel paradiso? 2.200. È il numero giornaliero dei visitatori permessi nelle Cíes, un arcipelago formato da tre isole, “quelle degli dei” secondo i romani. 
Non avevano torto, ma si sbagliavano in una cosa: le divinità sono proprio loro.

 Quando salpa l’ultima barca, intorno alle otto di sera, si verifica un fenomeno strano.
 Mentre il sole si nasconde, la nebbia inizia a circondare l’isola galiziana di O Faro, situata nel nord della Spagna. 
È allora che loro prendono il controllo: poco a poco, i gabbiani invadono la sabbia bianca e soffice delle spiagge delle isole Cíes. Incluso quella di Rodas, diventata famosa grazie a una di quelle liste che girano su Internet con le “migliori spiagge del mondo”.


Qui comandano i gabbiani e la natura gli obbedisce.

 Le nove spiagge, quasi vergini, non conoscono lidi. Sono circondate da boschi di pino ed eucalipto, oltre ad altre specie endemiche, come l’Armeria marittima. 
Anticamente questa pianta veniva utilizzata per realizzare pozioni magiche che avevano a che fare con l’amore e la fertilità. L’incantesimo delle “meigas”, le streghe, ha funzionato, almeno sui visitatori che si arrendono dinanzi alla bellezza di questi mini-Caraibi galiziani.
 L’unica differenza? 
La temperatura dell’acqua, che a malapena raggiunge i 20º in estate.
 Nonostante il freddo, la trasparenza invita a immergersi in cerca di polpi, anemoni di mare e pesci colorati. Ovviamente con la muta. Fuori dall’acqua il territorio è degli uccelli.
 Oltre ai gabbiani, è possibile vedere marangoni dal ciuffo, falchi pellegrini e astori, che si possono riconoscere dai diversi osservatori ornitologici che si trovano nelle isole.
 Vi si accede attraverso sentieri che fanno parte delle rotte per il trekking.


La più conosciuta è la Rotta Monte Faro, che passa per l’osservatorio di uccelli e procede a zig zag attraverso la montagna rocciosa, per terminare nel faro, con una vista privilegiata delle tre isole: Monte Agudo, O Faro e San Martiño.
 Durante il percorso, di appena 7,5 chilometri, tra andata e ritorno, si costeggiano scogliere e si attraversano dune e boschi. Intorno al faro il vento soffia forte e i gabbiani si mimetizzano tra i visitatori in cerca di un sandwich o un po’ di frutta.
 Passeggiano e dissimulano, ogni volta sempre più sfacciati, come se sapessero che in un paio d’ore il territorio sarà di nuovo completamente loro.


Solo pochi fortunati possono assistere al rituale delle isole al tramonto.

 Quando compri il biglietto devi comprare anche quello di ritorno, per lo stesso giorno, a meno che tu non abbia prenotato il campeggio. 
È l’unico luogo in cui è permesso pernottare e in estate è sempre pieno.
 Per arrivarci bisogna percorrere una passerella di roccia e fare una salita.
 Finita questa appaiono, finalmente, le tende dei campeggiatori. Con il calar del sole iniziano le ronde di “Estrella Galicia”, la birra locale, nell’unico bar aperto.
 Tra i campeggiatori si crea una specie di complicità silenziosa, come se condividessero un segreto.

 Nessuno osa avventurarsi in spiaggia, è il momento dei gabbiani.



Fonte: passenger6a

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