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mercoledì 4 novembre 2015

L’incantevole isola vulcanica di Procida


Procida è un’isola vulcanica di 10.800 abitanti, situata all’imbocco del Golfo di Napoli, fra Ischia e Capo Misero. Le origini del suo nome si perdono tra realtà e leggenda.
 Secondo alcuni potrebbe derivare dal greco “prochetai” (“giace”), in quanto l’isola sembra giacere coricata e sdraiata sul mare ,mentre altri lo attribuiscono ad una nutrice di Enea di nome Procida, sepolta sull’isola. 

Le prime notizie di Procida risalgono all’VIII secolo a.C., quando i coloni Calcidesi, provenienti dall’isola di Eubea, vi approdarono, portandovi il loro bagaglio culturale e artistico.
 I Greci ci hanno lasciato numerose tracce tra cui le tombe a tetto spiovente di Callia e Corricella, ancora oggi pittoreschi borghi di rara bellezza architettonica con case color pastello e scale rampicanti. 
Fu poi la volta dei Romani, che vi costruirono stupendi edifici abitativi, prescelti come luoghi di villeggiatura (a riguardo, troviamo testimonianze nell’opera letteraria “Satire”del poeta latino Decimo Giunio Giovenale). 

 Nella storia dell’isola è stata decisivo l’introduzione del sistema feudale ad opera dei Normanni, conquistatori del territorio per mano della famiglia dei Da Procida, di origine salernitana, di cui un membro, Giovanni Da Procida, fu consigliere di Federico II di Svevia.
 Dal 1286 al 1299, Procida fu terra del re aragonese di Sicilia, cui seguirono gli Angioini di Napoli, la famiglia Cossa, alla quale subentrò la dinastia degli Aragonesi.
 L’Alto Medioevo fu caratterizzato da numerose incursioni dei corsari musulmani barbareschi, capeggiati da Barbarossa. 

Nel 1563 la famiglia dei d’Avalos d’Aquino d’Aragona costruì il famoso castello d’Avalos, diverse torri di avvistamento e la cinta muraria.
 Le tipiche case rurali sparse nell’entroterra e quelle costiere dei pescatori vennero allora abbandonate per il più sicuro promontorio della Terra Murata, dove i procidani ricavarono, dal tufo, le loro abitazioni, innalzando argini, scavando fossati e trasformando, per esigenze difensive, la loro economia da marittima a rurale.

 Nel 1734 l’isola fu conquistata dai Borboni, con cui essa ritornò agli antichi splendori, scongiurando definitivamente il pericolo rappresentato dai pirati barbareschi.

 Dopo l’Unità d’Italia ha inizio per Procida un periodo di splendore, tanto da essere soprannominata “la capitale dei traffici marittimi”.












Cosa visitare a Procida? La fortezza di Terra Murata, nucleo abitativo più antico dell’isola, con l’antico Palazzo d’Avalos, da cui si ammira un panorama da togliere il fiato, con vista mozzafiato su Capri e sul Golfo di Napoli; La Corricella di Procida, con corridoi, archi, passaggi scoperti, abitazioni color rosa, turchese e giallo pastello… luoghi in cui Massimo Troisi ha girato diverse scene de “Il postino”.
 Imperdibili Marina Grande, porto principale di Procida e le visite guidate presso l’Isolotto di Vivara, dal 2002 Riserva Naturale Statale. 
Tante le spiagge spettacolari: quelle di Silurenza, della Lingua, della Chiaia, del Pozzo Vecchio, di Ciraccio. 

Visitare Procida è come immergersi in un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato tra barche, colori e profumi che rapiscono l’anima… 

 Fonte:.meteoweb.eu

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