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martedì 13 gennaio 2015

Studiosi cercano di risolvere il mistero delle monete coniate nel sud Italia nel 6° sec. a.C.

Per più di un secolo, a partire dal 540 a.C., le città greche dell’Italia del sud, cominciarono a coniare delle monete molto particolari, le quali mostravano la stessa immagine sul fronte e sul retro, in modo che una appariva come il negativo dell’altra.
 I ricercatori non hanno mai compreso fino in fondo il modo in cui furono prodotte le monete, soprattutto a causa della carenza di fonti scritte in proposito e la quasi assenza di stampi.
 La misteriosa tecnica di fabbricazione, la quale sembra molto difficile da riprodurre, ha acceso un dibattito che non è mai giunto ad una conclusione soddisfacente. Tuttavia, alcune risposte potrebbero arrivare dalla collaborazione tra gli scienziati dell’Australian Nuclear Science and Technology Organisation (ANSTO) e quelli del Centro Australiano per la Numismatica Antica (ACAN), la quale prevede l’utilizzo di strumenti per l’analisi della struttura dei neutroni. 

 “Il nostro obiettivo è quello di capire la tecnologia che sta alla base della produzione di uno dei primi conii del mondo”, spiega il dottor Vladmir Luzin dell’ANSTO. 
“L’utilizzo di misurazioni a neutroni forniranno la comprensione dei processi meccanici utilizzati per la creazione delle monete”. 

Sebbene le tecniche di misurazione per l’analisi della struttura neutronica delle monete non sia mai stata utilizzata in precedenza, i ricercatori sono convinti che questo studio possa porre le basi per nuove indagini future. 
 Oltre a fornire una soluzione ad un mistero antico di 25 secoli, i ricercatori prevedono che questa collaborazione beneficerà altri settori nel campo dei beni culturali.
 In Australia, come nel resto del mondo, si registra un crescente interesse per il mondo antico e per la cultura materiale dell’antichità. 
 “Questa collaborazione può contribuire a favorire la comprensione delle civiltà antiche, il che ci permetterà di comprendere meglio il modo in cui la specie umana interagisce con il mondo circostante”, conclude lo scienziato Scott Olsen.

FONTE: http://www.ilnavigatorecurioso.it/

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