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venerdì 6 giugno 2014

Ecco come è nata la luna


Qual è l’origine della Luna?
L’interrogativo è tra i più affascinanti che l’uomo moderno si è posto da quando ha alzato gli occhi al cielo per contemplare lo splendore del nostro satellite.
 L’intrigante domanda non ha però mai trovato una risposta esaustiva, finora.
 Un gruppo di scienziati tedeschi ha forse finalmente scovato la soluzione dell’atavico mistero che avvolge la genesi del nostro satellite naturale: sarebbe nato dall’aggregazione, nel corso di milioni di anni, dei detriti scaturiti dallo scontro tra la Terra e un pianeta grande quanto Marte, battezzato Teia (come la dea madre della Luna nella antica mitologia greca) e disintegratosi totalmente nell’impatto, circa quattro miliardi di anni fa. 
L’ipotesi del “grande impatto” è infatti tra quelle più accreditate formulate negli ultimi decenni per spiegare la nascita del nostro satellite. 
Secondo i modelli sviluppati a supporto di tale teoria, almeno il settanta per cento della Luna dovrebbe essere composto da materiale proveniente dall’estinto Teia: ogni pianeta infatti contiene differenti elementi a seconda della zona del Sistema Solare dove si è originato. Insomma, se Teia è uno dei “genitori” naturali della Luna, il suo “Dna” dovrebbe essere contenuto anche nella crosta superficiale del nostro satellite, dalla quale provengono i meteoriti precipitati sul suolo terrestre.
 Ma le analisi dei meteoriti lunari hanno sempre mostrato una composizione chimica e geologica quasi identica a quella terrestre. Questi dati raccontano quindi una storia diversa: la Luna si sarebbe formata assieme alla Terra dallo stesso disco di accrescimento (l’agglomerato cioè del materiale che vagava nel giovane sistema solare in formazione) oppure sarebbe una costola del nostro pianeta, staccatasi a causa della forza centrifuga.
 I ricercatori tedeschi invece, come illustrano nel numero del 6 giugno di Science, sono riusciti a dimostrare il legame tra Teia, la Terra e la Luna. 
Grazie a nuove tecniche più raffinate e accurate, hanno eseguito analisi con spettrometri di massa su rocce lunari prelevate dalle missioni Apollo 11, 12 e 16 (dall'epico sbarco del 1969 fino alla penultima missione del 1972).
 Scoprendo che contengono livelli più alti di due isotopi dell’ossigeno (il sedici e il diciassette) rispetto a quelli rilevati nelle rocce terrestri.
 Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento che hanno però un numero diverso di neutroni nel nucleo: l’isotopo diciassette dell’ossigeno ne contiene nove, il sedici otto. La differenza di concentrazione di questi due isotopi, seppur minima (è intorno allo 0,0012 percento), attesta che le rocce dei due corpi celesti hanno avuto una genesi differente. 
“Ciò vuol dire due cose” afferma Daniel Herwartz, uno dei ricercatori che ha condotto le analisi. “Primo, che la teoria dell’impatto può ragionevolmente essere avallata, e in secondo luogo che ora siamo in grado di predire le caratteristiche geochimiche della Luna, poiché è il risultato della fusione di Teia e di parte della Terra primordiale”. 
Gli studiosi tedeschi sono giunti a questo risultato perché hanno impiegato nella loro ricerca campioni di minerali raccolti direttamente dagli astronauti sulla superficie della Luna: anche se hanno più di quarant’anni, non sono però stati “contaminati” dall’ambiente terrestre come i meteoriti lunari, presenti sul nostro pianeta da molto più tempo e che quindi hanno pian piano raggiunto la stessa concentrazione isotopica.

 Angelo Piemontese 
http://scienza.panorama.it/

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