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martedì 27 maggio 2014

Attenzione alle truffe....e una buona notizia " I Pneumatici smessi si possono riciclare "



Forse non tutti sanno che quando acquistiamo una gomma nuova (a meno che non sia rubata) nel suo prezzo è già incluso il costo di smaltimento della vecchia; non date quindi retta a giochi di parole di sconti e sconticini, tutte balle che qualche gommista disonesto si inventa x guadagnare di più.
Il risultato della disinformazione è quello che vedete nella foto e in tutte le campagne limitrofe al paese.
N.b. la bonifica di quei campi da parte della provincia, è a spese di tutti i contribuenti onesti!
Lo smaltimento dei pneumatici si paga anticipatamente, contestualmente all’acquisto dei pneumatici. E’ obbligatorio per legge (come stabilito dal Decreto Ministeriale Nr.82 dell’11 Aprile 2011), ed e’ obbligatorio per chi vende i pneumatici farlo pagare. Copre lo smaltimento futuro (quando verranno sostituiti) dei pneumatici che vengono acquistati oggi. Se il gommista ti chiede di pagare lo smaltimento per dei pneumatici che non hai acquistato da lui, chiedigli a che titolo!
Le case fornitrici hanno versato il contributo PFU ai consorzi di smaltimento che ritirano i pneumatici dai gommisti senza alcun costo aggiuntivo per loro.
Queste notizie si reperiscono solo in rete .....ci fosse un giornale o una TV o un politico (costantemente nei talk show a blaterare del niente), a informare magari qualcuno potrebbe iniziare questa attività e creare posti di lavoro.
Se lo stato sovvenzionasse almeno in parte queste iniziative ci sarebbero meno rifiuti,più ecosistema, più risparmio.... anzi guadagno per tutti



La Provincia di Bolzano, ma anche altri enti locali in tutta Italia, sta sperimentando con successo l’asphalt rubber, il bitume integrato con le gomme usate. I risultati? Rumore abbattuto, più sicurezza e meno costi per le casse pubbliche

Meno rumore e più efficienza per strade e autostrade tricolori. Come?

Grazie alla gomma ricavata dal riciclo degli pneumatici usati, integrata nel bitume utilizzato per realizzare l’asfalto. Ci sta provando ormai da un paio d’anni la Provincia autonoma di Bolzano, che ha avviato dal 2011 una sperimentazione di successo. I dati più recenti, presentati all’ultima fiera Viatec proprio nel capoluogo altoatesino, dimostrano infatti che l’ asphalt rubber – questa l’etichetta con cui la tecnologia è nota in tutto il mondo – funziona.
D’altronde, le 240mila tonnellate di gomme esauste raccolte solo l’anno scorso dal consorzio Ecopneus, che si occupa del corretto smaltimento e mette insieme i grandi marchi del settore, meritano una nuova vita.
Soprattutto in virtù delle qualità che il polverino di gommacontinua a sfoggiare anche dopo il pensionamento. 
Non solo meno rumore ma anche più sicurezza (se l’asfalto drena bene si riducono gli incidenti fino al 20 per cento) e coperture più durature, dunque più economiche per le casse pubbliche, grazie albitume 2.0:
“ I risultati ottenuti quest’anno dimostrano l’efficacia e l’efficienza del sistema – ha dettoGiovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus – l’obiettivo ora è di arrivare in tempi brevi a un recupero totale dei pneumatici fuori uso contribuendo, al contempo, con attività di ricerca e di sperimentazione, a creare le condizioni idonee allo sviluppo in Italia di un moderno comparto industriale del riciclo di questi materiali.
Crediamo fermamente che proprio l’utilizzo di materie prime seconde recuperate dal trattamento dei Pfu in prodotti destinati ai settori sicurezza, strade e sport potrebbe essere il volano per lo sviluppo di un mercato green e la nascita di una reale società del riciclo in Italia”.
In particolare, tutti i test della provincia bolzanina hanno fatto segnare una riduzione del rumore causato dai veicoli in transito fino a 5 decibel.
Vi pare poco? Pensate solo che 3 decibel in meno corrispondono al dimezzamento della pressione acustica. 
L’ecobitume utilizzato per la sperimentazione trentina – ma anche, in misura minore, in altre città dello Stivale, da Livorno a Empoli e Torino passando per le apripista Pistoia, Firenze e Imola fino a Caserta - si chiama Rubbit ed è prodotto dalla Asphalt Rubber Italia, rappresentante italiano della Rubber Pavements Association (Rpa), un’associazione no profit che riunisce produttori ed enti che usanopolverino di gomma allo scopo di una maggiore diffusione proprio della tecnologia Asphalt Rubber, sostenibile per l’ambiente e l’economia. Un’esperienza che, se in Italia è sbarcata solo da pochi anni, nel mondo è ormai una mezza realtà: il conglomerato Asphalt Rubber è conosciuto da decenni e da almeno quindici anni viene utilizzato con un certo successo sia negli Stati Uniti (2.800 km solo in Arizona poi California, Texas e Florida) che in Australia, Sud Africa, Canada e Cina. Non siamo tuttavia gli unici ad averne sottovalutato le potenzialità: anche in Europa non sembrano essersene accorti in molti. Solo 300 i chilometri di rete stradale fra Portogallo, Spagna, Germania e Austria.
Per ora.

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