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mercoledì 29 gennaio 2014

L'assessore nero che demolisce la Kyenge



Il nigeriano, leghista dal '93, contesta il ministro all'Integrazione:
"Il suo ministero è inutile e lo ius soli è una follia"
Leghista e «négher».
«Macché offesa, è la parola bergamasca per definire uno di colore, è un dialetto sacrosanto di un popolo, di cosa mi dovrei scandalizzare, non è vero che sono nero?» chiede ridendo Toni Iwobi, nigeriano di 58 anni, cittadino italiano da una trentina, leghista della prima ora dal '93.
Il segretario Salvini ha proposto che il ministro Kyenge («la Lega è razzista, democrazia in pericolo») si confronti in un faccia a faccia con Iwabi, assessore a Spirano (Bergamo), non eletto per un soffio alle ultime regionali in Lombardia con 2mila preferenze.
In effetti il «leghista-neghèr» («mi sono anche autodefinito “la pecora nera” della Lega» scherza) è lontano anni luce dalla retorica terzomondista.
Con una semplicità disarmante Iwobi ti spiega che «il ministero dell'Integrazione è una sciocchezza, non serve a niente se non a spendere soldi che si potrebbero usare per cose più serie, come il lavoro.
Dovevano diminuirli i ministeri, non crearne di inutili come quello della Kyenge. Non ho nulla contro la persona, ma sono contro la sua idea politica.
L'integrazione è un percorso individuale.
Se io vengo a casa tua sono io che mi devo integrare, mica sei tu che lo devi fare, lo capisce anche un bambino.
La cittadinanza è un diritto che si conquista con il lavoro, non è un regalo da fare a chiunque».
Il percorso individuale di integrazione Iwobi lo conosce bene, senza un ministero che l'abbia promosso al posto suo.
«Quando sono arrivato nel '77 di neri, specie da queste parti, ce n'erano pochissimi. È stata dura trovare spazio, rispettando il mondo che mi stava ospitando.
Ho fatto fatica». Il primo lavoro da stalliere in un maneggio, poi manovale in un cantiere.
«Ho fatto carriera, guadagnavo un po' di più e lavoravo molto di più.
Il manovale l'ho fatto per 11 anni».
Quindi una nuova opportunità: spazzino all'Amsa di Milano.
Nel frattempo sposa una bergamasca, diventa cittadino italiano e viene promosso tecnico informatico, settore in cui ha una laurea. Ora di tecnici informatici ne ha 13 sotto di sé, come dipendenti della sua azienda.
Da modesto manovale immigrato a imprenditore italiano.
Oltre che politico, da vent'anni consigliere comunale della Lega a Spirano, attualmente assessore ai Servizi sociali.
«Mi sono fatto da solo, col sudore della fronte.
L'integrazione è fatta di doveri, non solo di diritti.
Il ministro Kyenge parla di ius soli?
Una follia.
Intanto un bambino italiano con due genitori stranieri sarebbe già un problema secondo me.
Ma soprattutto ci sarebbe l'invasione di immigrate che verrebbero a partorire qui, solo per avere la cittadinanza automatica.
Sarebbe un caos incontrollabile.
E poi chi pagherebbe i servizi sociali per tutti questi nuovi concittadini, visto che non ci sono più soldi neppure per le famiglie italiane?
Chi li manterrebbe, chi garantirebbe un futuro qui a tutti questi nuovi italiani?
Qualcuno se l'è chiesto?».
Peggio ancora l'abolizione del reato di clandestinità:
«Penso sia una delle più grandi idiozie che abbia mai fatto il governo italiano.
Mi viene una profonda delusione.
Sfido qualunque italiano a recarsi nel mio Paese d'origine senza il passaporto: viene rispedito indietro subito, ma subito!
In un Paese del cosiddetto Terzo mondo!».
Ma poco democratica gli sembra anche l'Italia, «dove non si può nemmeno criticare un ministro della Repubblica italiana (la Kyenge, ndr) che subito si viene demonizzati.
Nessuno ce l'ha con la signora Kyenge, ma molti non sono d'accordo con le sue idee.
Non si può dire?
Allora questo non è un paese democratico».
Iwobi da anni ha un'associazione che aiuta gli immigrati.
«Prima cercavo di dare una mano agli immigrati qui a Bergamo. Ora la mia associazione “Pax Mondo” si occupa di formazione, collaboriamo con i governi africani.
Abbiamo formato nove medici, 36 infermieri e due clinici in loco, tutti dal Ghana e dalla Sierra Leone, per poi permettergli di lavorare nei loro Paesi.
E sono contenti.
È stato possibile grazie all'aiuto della Regione Lombardia e dell'assessorato di Daniele Belotti (assessore della Lega al territorio, ndr), secondo il modello “aiutiamoli a casa loro”.
Questo per chi dice “la Lega è razzista” senza informarsi».
Parola di leghista-nègher. Tony Iwoi

 

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