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venerdì 24 gennaio 2014

Il nepotismo domina nelle università italiane. I dati di una ricerca scientifica

Uno studio rileva che il nepotismo nell'università italiana è più alto di quanto ci si potrebbe immaginare.
Ci sono ben 9 discipline con un elevato grado di nepotismo.
Le peggiori? Ingegneria, legge e medicina.
Dove le parentele sono più diffuse?
Al sud.
Ma esistono anche settori virtuosi e istituti dove i figli di papà non contano nulla.


Il malcostume di far assumere parenti e amici, senza tenere in minimo conto le capacità e il merito, è una delle piaghe del sistema Italia, e la ricerca non ne è – purtroppo – immune.
Lo conferma uno studio pubblicato su Plos One e condotto da Stefano Allesina, cervello in fuga all'Università di Chicago (Usa), che per fare le pulci al suo Paese d'origine è partito dal database del Ministero dell'Istruzione, che raccoglie nomi e cognomi di tutti i 61.342 professori universitari italiani.

Le aree critiche
Le 9 discipline con più elevato grado di nepotismo
1. Ingegneria industriale
2. Legge 
3. Medicina
4. Geografia
5. Pedagogia
6. Agricoltura
7. Ingegneria civile
8. Matematica
9. Chimica

Figli di papà Allesina ha preso in esame i 28 macrosettori in cui sono suddivisi gli insegnamenti in Italia, e i relativi 370 settori minori, per capire quanto il nepotismo è diffuso all'interno di ciascuna disciplina.
In realtà, poiché lo studio si basa sulla frequenza dei cognomi uguali all'interno di ciascuna area, i risultati sono probabilmente sottostimati, perché non è stato possibile tenere conto di “figli di mammà” (che hanno il cognome del papà), né di eventuali amanti, cugini, generi e parenti alla lontana.
Eppure, il dato è ugualmente preoccupante: sono infatti ben nove gli ambiti di ricerca nei quali la frequenza delle omonimie è sensibilmente più elevata di quanto accadrebbe se gli accoppiamenti fossero casuali.
E il peggio è che in questi nove settori sono attivi ben 32.000 ricercatori, ovvero il 52,17 per cento della nostra forza lavoro universitaria.
Per di più, alcune di queste discipline sono davvero importanti, perché hanno un impatto notevole sul benessere e sullo sviluppo dell'intera società: ai primi tre posti ci sono ingegneria industriale, legge e medicina.
«Sebbene la presenza del nepotismo nell'accademia italiana non sia affatto una sorpresa, l'entità della sua diffusione, messa in luce dal questa analisi, va ben oltre le aspettative» osserva Allesina.

Le aree virtuose
1. Demografia ed etnologia
2. Linguistica
3. Psicologia
4. Orientalistica del Vicino Oriente
5. Archeologia
Meno al nord
I risultati permettono di individuare abbastanza chiaramente anche un gradiente geografico, dal quale risulta che il nepotismo è più diffuso al sud che al nord.
Mentre l'analisi delle singole istituzioni, basata sulla frequenza delle omonimie al loro interno, permette di individuarne poco più di una decina (su 84) certamente virtuose
Come intervenire?
Secondo Allesina, studi come questo possono essere utili per orientare la politica della ricerca in Italia:
«Alcune delle trappole legislative che hanno portato a questa situazione sono: il fatto che troppi incarichi siano a tempo indeterminato, l'eccessiva frammentazione degli insegnamenti e la presenza di microsettori, facilmente “colonizzabili” da pochi docenti, e la totale assenza di incentivi per i professori che assumono in base al merito, e di conseguenze per chi, invece, manda avanti parenti e conoscenti».
Certo, osserva Allesina, in passato ci sono stati esempi di famiglie particolarmente talentuose in specifiche discipline: Marie Curie, per esempio, vinse due premi Nobel, suo marito uno e sua figlia un altro.
Ma si tratta, ovviamente, di eccezioni.

di: Margherita Fronte
Tratto da Focus. it

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