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sabato 16 novembre 2013

Il drago di Komodo



Il drago di Komodo (Varanus komodoensis Ouwens),è una grossa specie di lucertola diffusa nelle isole indonesiane di Komodo, Rinca, Flores, Gili Motang e Gili Dasami.
Appartenente alla famiglia dei Varanidi, è la più grossa specie di lucertola vivente, potendo raggiungere in rari casi 3 m di lunghezza e 70 kg circa di peso.



Le sue dimensioni inconsuete sono state attribuite al gigantismo insulare, dal momento che nelle isole in cui vive non vi è nessun altro carnivoro a occupare la sua nicchia.
Tuttavia, ricerche recenti più accurate suggeriscono che il drago di Komodo sia l'ultimo rappresentante di una popolazione di Varanidi molto grandi che un tempo erano diffusi tra l'Indonesia e l'Australia, la maggior parte dei quali, insieme ad altri rappresentanti della megafauna, si estinse al termine del Pleistocene.
Fossili molto simili al V. komodoensis, risalenti a più di 3,8 milioni di anni fa, sono stati rinvenuti in Australia; invece su Flores, una delle poche isole indonesiane in cui sopravvive tuttora, le dimensioni del varano di Komodo sono rimaste invariate negli ultimi 900.000 anni, «un periodo segnato da importanti turnover faunistici, dall'estinzione della megafauna dell'isola e dall'arrivo dei primi ominidi 880.000 anni fa».
Cattura le sue prede, invertebrati, uccelli e mammiferi, sia inseguendole che tendendo loro imboscate.
Le sue tattiche di caccia di gruppo costituiscono un'eccezione nel mondo dei rettili.
La dieta degli esemplari più grandi è costituita essenzialmente da cervi, sebbene consumino anche considerevoli quantità di carogne. L'accoppiamento avviene tra maggio e agosto e le uova vengono deposte in settembre.

 

Quest'ultime, circa una ventina, vengono deposte in nidi abbandonati di megapodio, uccelli che costruiscono grossi nidi con mucchi di vegetazione marcescente, o in cavità scavate appositamente.
Rimangono in incubazione per sette od otto mesi e si schiudono in aprile, quando gli insetti sono più numerosi (nutrimento dei piccoli varani).
I giovani draghi di Komodo sono molto vulnerabili e per questo motivo trascorrono gran parte del tempo sugli alberi, fino a circa l'età di tre anni, al sicuro dai predatori e dagli adulti cannibali. Divengono maturi all'età di otto o nove anni e si stima che possano vivere fino a 30 anni.
Gli scienziati occidentali avvistarono per la prima volta il drago di Komodo nel 1910.
In natura il suo areale si è però ridotto a causa delle attività umane e per questo motivo viene inserito dalla IUCN tra le specie vulnerabili.
Gode però della completa protezione da parte della legge indonesiana e per garantirne la sopravvivenza è stato istituito un apposito parco nazionale, il Parco Nazionale di Komodo.

Storia evolutiva
La storia evolutiva del drago di Komodo ebbe inizio con la comparsa del genere Varanus, avvenuta circa 40 milioni di anni fa in Asia; da lì alcune specie si sono successivamente spostate fino a raggiungere l'Australia.
Circa 15 milioni di anni fa, una collisione tra Australia e Sud-est asiatico permise ai Varanidi di raggiungere quello che oggi è l'arcipelago indonesiano, estendendo il loro areale verso est, fino all'isola di Timor.
Si ritiene che il drago di Komodo si sia differenziato dai suoi antenati australiani 4 milioni di anni fa.
Tuttavia, recenti resti fossili ritrovati in Queensland suggeriscono che si sia evoluto in Australia, prima di diffondersi in Indonesia.
Il drammatico abbassamento del livello dei mari durante l'ultimo periodo glaciale mise allo scoperto estese aree di piattaforma continentale che il drago di Komodo colonizzò, rimanendo isolato nel suo attuale areale insulare non appena il livello dei mari salì di nuovo.

Descrizione

Il drago di Komodo ha una coda lunga quanto il corpo e circa 60 denti serrati tra loro, rimpiazzati frequentemente, che possono misurare fino a 2,5 cm di lunghezza.
La sua saliva è spesso sporca di sangue, poiché i suoi denti sono quasi completamente ricoperti da tessuto gengivale che si lacera da sé quando l'animale mangia.
Ciò crea un ideale terreno di coltura per i batteri patogeni che vivono nella sua bocca.
Ha inoltre una lunga lingua gialla profondamente biforcuta.

Sensi
Malgrado le aperture auricolari ben visibili, il drago di Komodo non è dotato di buon udito ed è in grado di udire solamente suoni compresi tra i 400 e i 2000 hertz.
Il suo sguardo può spingersi fino a 300 m di distanza, ma, poiché le sue retine contengono solamente coni, si ritiene che abbia una visione notturna molto scarsa.
È in grado di vedere i colori, ma visualizza molto male gli oggetti immobili.
Come molti altri rettili, il drago di Komodo usa la lingua per localizzare, assaporare e annusare gli stimoli esterni con il senso vomeronasale dell'organo di Jacobson.
Con l'aiuto del vento favorevole e la sua abitudine di spostare, mentre cammina, la testa da un lato all'altro, il drago di Komodo è in grado di individuare una carogna a 4-9,5 km di distanza.
Le narici non sono di grande aiuto all'olfatto, dal momento che l'animale non è dotato di diaframma.
Ha solamente poche papille gustative, situate sul retro della gola.
Le sue squame, alcune delle quali rinforzate con tessuto osseo, hanno placche sensorie collegate a nervi che facilitano il senso del tatto.
Quelle attorno a orecchie, labbra, mento e piante dei piedi possono avere tre o più placche sensorie
In passato si riteneva che il drago di Komodo fosse sordo, poiché nel corso di uno studio effettuato in natura gli esemplari osservati non davano alcun segno di risposta a fischi, voci alte o grida. Questa ipotesi venne messa in discussione quando Joan Proctor, una dipendente del Giardino Zoologico di Londra, insegnò ad un esemplare in cattività di uscire allo scoperto al suono della sua voce, perfino quando non poteva essere vista.

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