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domenica 20 ottobre 2013

Amianto killer, chiesti 20 milioni a Fincantieri



Ben 12 cause civili per malattie professionali causate dall'amianto alla Fincantieri di Ancona.
Sono state avviate dall'avvocato Ludovico Berti, per conto di altrettante famiglie di lavoratori: undici deceduti per mesotelioma pleurico e uno vivo, ma affetto da asbestosi.
Nel complesso, la richiesta di risarcimento danni supera i venti milioni di euro.
Questo per le lavorazioni senza adeguate misure di sicurezza in porto fino al 1986.
Lo stesso studio Berti aveva ottenuto un risarcimento da 3,5 milioni per le famiglie di quattro saldatori stroncati da un mesotelioma a causa dell'amianto. Una sentenza apri-pista, a cui si aggiunge la condanna penale delle scorse ore nel processo per i morti di Monfalcone. Secondo la linea dell'avvocato Ludovico Berti, già accolta nel primo procedimento civile, Fincantieri non poteva non sapere che l'amianto, utilizzato per decenni nello stabilimento anconetano, e soprattutto le sue polveri, avrebbero decretato la morte dei lavoratori.
Secondo il legale, la fibra killer era ovunque e ovunque si diffondeva.
Nella fonderia, ma anche tra i saldatori, i falegnami, gli elettricisti e persino gli impiegati.
Fincantieri si era difesa affermando che, prima che entrasse in vigore il divieto d'utilizzo dell'amianto, nel'92, in commercio non esistevano mezzi di protezione idonei.
Ma l'avvocato Berti ha ribattuto come le maschere di protezione, di cui gli operai non erano dotati, rappresentavano un ottimo schermo contro la polvere pericolosa.

tratto da Il gazzettino .it

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