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giovedì 7 marzo 2013

Chantilly - Il gran palazzo del maresciallo



Nel 1528 il maresciallo di Francia Anne de Montmorency tornò da una campagna in Italia. A soli 35 anni era già uno degli uomini più famosi e potenti del paese. E lo fece sapere a tutti: trasformò il vecchio castello del suo borgo natale di Chantilly in uno splendido palazzo rinascimentale, che sarebbe diventato uno dei luoghi più celebri di tutta la Francia.

Il castello di Chantilly era stato eretto nel secolo XIV al posto di una precedente fortificazione. Montmorency lo trasformò in un sontuoso complesso, composto di due parti: il più antico ‘Petit Chateau’, praticamente inalterato dai tempi del maresciallo, e il ‘Grand Chateau’, aggiunto in un secondo momento, distrutto durante la Rivoluzione francese e ricostruito alla fine dell’Ottocento. Il suo proprietario, come maresciallo di Francia nominato da Francesi I, aveva un ruolo di primo piano nelle decisioni di natura militare e diplomatica del regno. Ma la politica di pace sostenuta nei confronti dell’imperatore Carlo V gli fece togliere l’incarico nel 1541. Solo sei anni più tardi fu richiamato a corte dal nuovo re Enrico II, ottenendo anche il titolo di duca.

Nel Seicento divenne castellano di Chantilly uno dei principi del sangue (cioè degli stretti familiari del re), Luigi di Condé, detto il ‘Gran Condé’.
 Il nuovo proprietario fece rinnovare e ampliare l’edificio, incaricando il celebre architetto paesaggista André Le Nòtre di progettare un parco di pari splendore. Il complesso cosi rinnovato divenne celeberrimo per lo sfarzo delle sue feste,spesso superiore a quello di Versailles. Pare infatti che lo stesso Luigi XIV ne provasse invidia, ma sopportasse per la grandezza delle imprese militari del Condé, il quale aveva guidato le armate del re alla conquista della Francia Contea. Anche il suo discendente Luigi Enrico di Borbone-Condé fu un personaggio di grande rilievo, ricoprendo addirittura per un certo periodo il ruolo del primo ministro di Luigi XV.
 Grande appassionato di cavalli, tra il 1721 e il 1736 fece costruire le ‘Grandes Ecuries’, le grandi scuderie, in cui venivano alloggiati fino a 240 cavalli e qualche centinaio di cani da caccia. Tali costosi sperperi irritarono la popolazione, esasperata da condizioni di vita assai precarie. Non deve quindi sorprendere che, durante la Rivoluzione francese, gli insorti abbiano praticamente distrutto il castello di Chantilly. Tuttavia il castello risorse nella seconda metà del XIX secolo, grazie al duca d’Aumale, figlio del re Luigi Filippo, che lo fece restaurare e vi fece installare le sue numerose collezioni artistiche.

La famiglia Condé era un ramo collaterale dei Borbone: il nonno del Grand Condé – l’esponente più famoso della dinastia, grande generale di Luigi XIV – era cugino del re Enrico IV 
. I suoi discendenti potevano quindi, almeno in teoria, essere nella lista dei possibili pretendenti al trono. Luigi di Condé intraprese comunque la carriera militare, fino a diventare il generale più celebre di Francia, soprattutto dopo la splendida vittoria ottenuta nel 1643 a Rocroi contro gli spagnoli, nel corso della guerra dei Trent’Anni.
 In quello stesso anno però la corona di Francia passò in eredità a Luigi XIV, che aveva solo cinque anni. La reggenza del paese venne affidata alla madre Anna d’Austria con l’assistenza del primo ministro Giulio Mazzarino, abilissimo politico, inviso ai francesi per via della sua origine italiana. Il loro incerto potere, e il crescente peso delle imposte necessarie per finanziare la guerra, suscitano nell’aristocrazia e nella città di Parigi una rivolta nota con il nome di Fronda. Nel 1648 la popolazione della capitale innalzò persino le barricate per le vie di Parigi e costrinse la corte alla fuga, finché l’esercito reale, guidato dal Gran Condé, non ebbe ragione dei ribelli. Tuttavia poco dopo lo stesso Condé fu preso dal dubbio sulla legittimità della politica reale e cambiò fronte. Messo agli arresti, ma presto liberato, cacciò Mazzarino e il re dalla capitale, occupando per qualche tempo Parigi. Infine si rifugiò in Spagna, da dove proseguì la lotta finché, nel 1658, venne battuto presso Dunkerque dal maresciallo Enrico di Turenne (che, curiosamente, aveva una storia esattamente speculare, essendo stato nel 1648-1649 dalla parte degli insorti prima di schierarsi con il re). Solo nel 1659 il Gran Condé venne graziato da Luigi XIV, entrando di nuovo al suo servizio e ottenendo persino, nel 1675, la carica di comandante in capo dell’esercito francese.

 ARCHITETTURA… CULINARIA – Non sono molti i castelli che hanno legato il proprio nome a un piatto. Questa sorte invece toccò a Chantilly, che diede il nome a una delicata crema particolarmente apprezzata, ancora oggi, in pasticceria. E’ un meritato omaggio alla fama che il castello ebbe sotto il Gran Condé, quando la vita che si svolgeva tra le sue mura raggiunse i vertici del fasto e della raffinatezza, anche culinaria. Anche questo sfarzo portato all’esasperazione era, all’epoca, un modo per dimostrare il proprio rango.

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