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giovedì 7 febbraio 2013

Un pezzo di ingranaggio di 300 milioni di anni fa




Un oggetto che non dovrebbe proprio trovarsi dove invece è, fuori contesto, anacronistico o semplicemente inspiegabile. Questo è ciò che un acronimo anglosassone definisce OOPart, ovvero "Out Of Place artifact". L'ultimo caso è stato segnalato pochi tempo fa da un quotidiano russo e lascia davvero stupefatti.  
La Voce di Russia riferisce infatti che un uomo ha trovato un meccanismo in alluminio all'interno di un blocco di carbone. Il signore - rimasto anonimo - stava alimentando il fuoco nella sua casa di Vladivostok, nella punta estrema della Siberia, quando si è accorto che spuntava qualcosa che - spiega il giornale -  "ricorda una parte di una moderna rotella dentata". Lo strano reperto è stato consegnato ad un team di studiosi della regione di Primorye, allo scopo di accertarne la natura.
Gli esperti hanno dovuto ammettere che non è naturale, ma risulta essere un manufatto, come gli intervalli regolari e precisi da un dente all'altro fanno pensare. E per il fatto di trovarsi inglobato all'interno di un pezzo di combustibile fossile estratto in Khakasia non può che risalire all'epoca nella quale il carbone si è formato: ovvero 300 milioni di anni fa!
Ovviamente in quei tempi remoti non solo non esisteva la metallurgia, ma neppure gli esseri umani in grado di inventarla. Almeno secondo la storia ufficiale dell'evoluzione della vita sulla Terra... Nell' era paleozoica le forme viventi più evolute - dicono i nostri libri - erano insetti giganti ed anfibi mostruosi, improbabili nelle vesti di artigiani del metallo. Ecco perché la notizia del ritrovamento di questo oggetto del tutto imprevisto è sconvolgente.
Per il sito Beforeitnews.com, il frammento metallico è stato sottoposto anche ad un'analisi diffrattiva ai raggi X per studiarne le componenti chimiche. Il risultato: è formato da puro alluminio con microimpurità di magnesio pari al 2-4 per cento. Un esito confermato anche da Igor Okunev, ricercatore presso l'istituto di Fisica nucleare di San Pietroburgo.
È stato lui ad azzardare quella datazione incredibile - 300 milioni di anni - e a dare una descrizione del reperto al giornale russo. "Non è più lungo di 7 centimetri ed è composto per il 98 per cento da alluminio e per il rimanente 2 per cento da magnesio". Allo stato attuale, questo è l'elemento che più lascia interdetti gli scienziati, perché l'alluminio allo stato puro è estremamente raro in natura.
Nello stesso tempo, però, si spiega perché il frammento possa esser rimasto pressoché inalterato nel tempo: grazie a quella minima percentuale di magnesio non si ossida, può sopportare alte temperature e resiste anche a forti pressioni. Insomma, diventa quasi indistruttibile - proprio come questo straordinario reperto. Ancora da stabilire l'origine di questa lega. Si sa infatti, dallo studio delle meteoriti, che esiste l'alluminio-26 (di provenienza extraterrestre) che decade in magnesio-26. Quindi potrebbe trattarsi di metallo di origine aliena.
Gli scienziati, al momento, preferiscono non sbilanciarsi su come possa essere finito là dentro ed hanno comunicato l'intenzione di sottoporre l'oggetto metallico ad ulteriori esami per tentare di risolvere il rompicapo. Ma tra i non addetti ai lavori si diffondono già le ipotesi alternative. La più quotata sostiene che quella rotella era parte di un qualche strumento di precisione a bordo divelivolo alieno arrivato sul nostro pianeta in quell'epoche remote. Oppure, a dimenticare sul suolo terrestre quell'ingranaggio potrebbero essere stati dei viaggiatori del tempo. Insomma, uomini del futuro.Spiegazioni fantasiose se non fantascientifiche, ma anche quel ritrovamento lo è, tanto da apparire praticamente impossibile.
Eppure non è un unicum, un caso isolato, anzi: sono ormai decine i reperti a dir poco anomali di cui si sente parlare da decenni. Solo per citare due esempi: alla fine del 1800, in Illinois, una signora avrebbe trovato una catenina d'oro all'interno di un blocco di carbone, mentre nel 1912 si racconta che in Oklahoma un minatore avrebbe estratto una tazza di ferro da una vena carbonifera.
Scoperte giudicate dalla scienza ufficiale del tutto infondate, perché frutto di pura immaginazione, manipolazione, propaganda e spesso non più verificabili. Molti di questi OOPart , infatti, sono andati perduti: non restano altro che ritagli di giornali sbiaditi o foto sgualcite che- in effetti- non costituiscono una prova. Ma il caso di Vladivostok è diverso: qui si possono effettuare tutti i test più approfonditi ed accurati. Da questo oggetto fuori dal tempo e fuori luogo potrebbero arrivare risposte sorprendenti che potrebbero anche riscrivere la nozioni fondamentali della nostra storia.

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