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venerdì 14 settembre 2012

Gli animali non ci appartengono,sono solo razze diverse da noi, razza umana


Niente panico, sono solo animali Ancora una volta sotto il tendone, popcorn e zucchero filato, musiche e spettacolo, alla ricerca – come se fosse necessario – di un altro momento di spensieratezza. Seduti irresponsabili e passivi. Loro sono lì, ad un passo da noi. Da lontano non si vede, ma potessimo avvicinarci ci invaderebbe l’odore della tristezza del loro sguardo, della loro vita innaturale, carica di paura, fatica e sottomissione. I domatori lo sanno bene, per loro è un lavoro. Lo spettacolo finisce e le maschere si sciolgono per il caldo dei riflettori. All’uscita, oltre alla glicemia alta e le orecchie impastate dal frastuono, rimane addosso solamente quell’ombra di tristezza. Ma il bambino ha sonno e piange. Dopo qualche minuto arriva il pensiero della cena e del week-end finito in sordina. Domani è lunedì e la ruota continua il suo stanco morto

Siamo così abituati all’idea degli animali nel circo che abbiamo smesso di riflettere sulla sua origine colonialista, imperialista e specista. Gli animali esotici portati oggi a Fiume Veneto dal circo di Moira sono nientemeno che il frutto del secolare dominio dei forti verso i deboli, dei ricchi verso i poveri, del nord verso il sud, dell’uomo verso la natura. Qualcuno ne ha preso coscienza, sono quelli che cercano il modo per gravare il meno possibile su un bilancio energetico (ed etico) in perenne deficit. Altri approfittano per consumare la parte risparmiata dai primi, continuando, tra l’altro, a finanziare (anche e soprattutto con soldi pubblici) i circhi equestri. Tutto ciò per tenere in vita usanze pruriginose ed artificiali, che al pari della caccia e della vivisezione, fanno bella mostra della faccia più scura della nostra superficialità. Un miliardo di persone al mondo soffre la fame. Niente panico, sono solo esseri umani. Nel frattempo ci teniamo stretti i “nostri” cari animali, i nuovi schiavi del XX secolo. Di ogni razza e dimensione e colore. Dalle gabbie al piatto, dagli allevamenti/lager ai tavoli di tortura dei laboratori, dai roghi delle foreste alle carneficine negli oceani. Fino a che punto riusciamo a chiudere gli occhi? Evidentemente è troppo presto per aprirli: dopo aver distrutto il loro habitat, dopo averli deportati, ammassati, dopo averne fatto pellicce e cibo scadente, dopo avergli iniettato nicotina e cancerogeni, vogliamo finalmente che ci facciano divertire un po’! Tutti al circo di Moira, a vedere la tigre bianca che salta nel cerchio e l’orso che balla! Niente panico, sono solo animali.

1 commento:

  1. Quando finalmente l'umano avrà capito che lo specismo è distruttivo;
    che distruggere l' habitat,
    uccidere i nostri coinquilini (gli animali)lo porterà alla fine
    Forse allora e solo allora si potrà salvare
    Speriamo solo che lo capisca prima della fase di
    NON RITORNO!

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