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lunedì 8 ottobre 2012

Ksiaz – Il maggior castello della Slesia


Dal 1509 al 1939, il castello di Ksiaz o, in tedesco, Furstenstein presso Walbrzych, appartenne agli Hochberg, aristocratica famiglia originaria dalla Sassonia. La sua veste attuale deriva dagli interventi settecenteschi di Corrado Massimiliano di Hochberg.

DA ROCCA MEDIEVALE A FASTOSA RESIDENZA BAROCCA 
– Il maschio del castello di Ksiaz, la costruzione più antica tuttora riconoscibile nel complesso, risale alla rocca medievale eretta nel 1292 da Bolko di Schweidnitz (oggi Swidnica). L’iniziale fortificazione subì una prima sostanziale ristrutturazione nel Quattrocento, quando la Slesia faceva parte del regno boemo – ungherese di Mattia I Corvino. Nel secolo successivo la famiglia Hochberg, entratane in possesso, promosse una serie di lavori per trasformare definitivamente l’antico edificio in un vero e proprio castello.

PUNTO D’INCONTRO DELL’ALTA NOBILTA’ ARISTOCRATICA –
 Con le trasformazioni realizzate nella prima metà del Settecento dall’architetto Felix Anton Hammerschmidt, per conto di Corrado Massimiliano di Hochberg, l’edificio divenne una fastosa dimora che impressionava chiunque la vedesse: una gigantesca residenza di cinque piani e 400 stanze. Il viaggiatore Hermann Furst von Puckler – Muskau scrisse nell’Ottocento che il castello era quanto di più bello avesse mai visto nel corso dei suoi “vagabondaggi”: “Come ammaliato da spiriti misteriosi, il castello reale aleggia su uno sperone roccioso, proietando le sue torri nel cielo azzurro”. Il principe Hans Heinrich XV di Hochberg – Pless, ultimo proprietario, apri il castello all’aristocrazia di tutt’Europa. La brutalità della dittatura nazista costrinse tuttavia a emigrare in Gran Bretagna. Ksiaz venne perciò confiscato dallo Stato e sottoposto a opere di adattamento come possibile quartier generale del Fuhrer. Hitler preferì tuttavia un altro rifugio, meno appariscente (la celebre “Wolfsschanze”, o Tana del Lupo, di Rastenburg, nella Prussia Orientale).

LA TORMENTATA STORIA DELLA SLESIA –
 Poche regioni come la Slesia hanno avuto una storia così tormentata. Il nome Slesia (in polacco Slqsk, in tedesco Schlesien) va ricondotto alla stirpe dei Silingi, qui insediata in epoca romana, poi dispersa nel periodo delle grandi migrazioni barbariche e sostituita da tribù slave. Wratislawia (in seguito trasformato in Breslau dai tedeschi e Wroclaw dai polacchi). Fino al 1335 la Slesia fu contesa da Polonia e Boemia, finché fu quest’ultima a inglobarla. Nel 1526 in regno di Boemia, compresa dunque la Slesia, passò agli Asburgo austriaci, ma nel 1740 il re di Prussia Federico il Grande invase la regione, col risultato che la Slesia divenne prussiana. Nel 1813 proprio in questa terra di frontiera cominciarono le guerre di liberazione antinapoleoniche della Germania, dopo il famoso appello “Al mio popolo” di Federico Guglielmo III di Prussia. E sempre in Slesia, con la rivolta dei lavoratori tessili nel 1844, ebbe l’inizio il movimento operaio tedesco.

Nel 1871 la Slesia entrò, come regione prussiana, nel Reich tedesco e, durante la seconda guerra mondiale, fu una delle culle dell’opposizione a Hitler. Nei dintorni di Ksiaz operava un gruppo della resistenza tedesca noto come “Kreisauer Kreis” (Circolo di Kreisau), che faceva capo al conte H. J. Von Molte. Al termine del conflitto la Slesia venne assegnata alla Polonia, e i tedeschi dovettero lasciare le terre dove erano installati da secoli. Forse solo in futuro quella pagina di storia sarà superata. 
 FUSIONE DI SUGGESTIONI – Secondo i critici nordici, Ksiaz è una costruzione barocca. Per il gusto italiano si tratta di un barocco molto particolare, che non solo ingloba strutture medievali, ma anche suggestioni orientali, e persino l’architettura popolare (come l’ultimo piano con struttura in traliccio di legno e incannicciato), che certamente nessun architetto italiano avrebbe inserito.

IMPONENTE DIMORA –
 Il gigantesco palazzo poggia su uno sperone roccioso sito a ridosso di un’ansa del fiume Pelcznica, che qui scava nel tereno una profonda gola. Dall’imponente complesso, raccolto attorno a due cortili interni, svettano tra gli alberi il maschio e due grandi torri laterali. Il castello ospita attualmente un albergo a quattro stelle, con ristorante e sale per varie iniziative. Nell’ala aggiunta da Corrado Massimiliano di Hochberg nel Settecento si apre l’elegante “sala di Massimiliano”, decorata da preziosi stucchi di Ramelli e oggi sede periodica di seguitissimi concerti. L’ampio parco di 15 ettari, sistemato nel Settecento, si compone soprattutto di querce e macchie di rododendri. Al suo interno si trovano anche le rovine artificiali di un vecchio castello, che risale in realtà al 1794. A est di Ksiaz si estende un noto allevamento di stalloni che vengono fatti gareggiare frequentemente nel vicino ippodromo

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