Euro o non euro that is the question.
Se poi nemmeno i responsabili delle più importanti istituzioni europee dimostrano di non conoscere a fondo i meccanismi che, teoricamente, dovrebbero regolare la moneta unica.
Il dilemma sussiste eccome.
-Il governatore della BCE, Mario Draghi, afferma che l’ingresso di un paese nella moneta unica sarebbe un atto irreversibile.
-Il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, di contro lo definisce invece tecnicamente possibile.
-La Commissione europea, che definisce irrevocabile l’euro, citando (a sproposito) l’articolo 140, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Dimenticando che il suddetto articolo si riferisca solo alla «fissazione irrevocabile del tasso al quale l’euro subentra alla moneta di uno Stato membro».
Ciò significa semplicemente che un euro varrà sempre 1.936,27 lire, tasso di cambio definito all'ingresso del nostro paese nella moneta unica, non cita minimamente che sia vietato abbandonarla.
Di fatto,della decisione di un paese di uscire o no dall’euro per tornare al vecchio conio, non v'è citazione in nessun trattato,in nessun accordo se poi ci sono stati accordi verbali come si dice "Verba volant, scripta manent"
Alla luce di ciò,l’UE dovrebbe responsabilmente ammettere che l’attuale crisi economica è figlia dei fallimentari trattati, che fanno acqua da tutte le parti.(Anche il Titanic era definito L'inaffondabile).
Vi è un vuoto normativo di portata abnorme .
La confusione regni sovrana quando si parla di euro.
Ad aprile Morganti (Deputato europeo) fa un'interrogazione alla Commissione Europea "come mai dice l’ipotesi di uscita dall’euro di uno stato non è contemplata nei trattati di adesione?".
"I trattati europei prevedono che gli Stati membri possano uscire dall’Unione, ma non specificano nulla in merito alla possibilità che un paese UE abbandoni la moneta unica".
Dopo mesi,arriva finalmente la risposta.
Delirante, spocchiosa e sopratutto non consona
"L’irrevocabilità dell’adesione alla zona euro è parte integrante del trattato e la Commissione, in qualità di custode dei trattati dell’UE, intende rispettare pienamente questo principio".
L’europarlamentare del Carroccio Morganti rimane basito (questa risposta non chiarisce la domanda) e presenta un’altra interrogazione urgente alla Commissione, chiedendo
"dove si faccia riferimento a tale irrevocabilità, e inoltre cosa accadrebbe se uno dei paesi dell’Eurozona decidesse di uscire dall’Ue, secondo l’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea?
Sarebbe comunque costretto a mantenere l’euro, pur non facendo più parte dell’Unione?".
Risposta del vicepresidente della Commissione Europea, Olli Rehn: "L’irrevocabilità della partecipazione all’area dell’euro è parte integrante dei trattati ed è sancita dall’articolo 140, paragrafo 3, del Tfue.
I trattati non indicano alcuna procedura di abbandono dell’euro.
Viste queste premesse, l’adozione della moneta unica va intesa come una decisione irrevocabile.
Nella sua veste di custode dei trattati, la Commissione rispetta appieno tale principio e non ipotizza pertanto scenari in cui è messa in dubbio l’adesione all’area dell’euro.
Se uno Stato membro dell’area dell’euro decidesse di uscire dall’Unione europea in virtù delle disposizioni dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea - prosegue Rehn - porrebbe termine anche alla partecipazione alla moneta unica».
Parrebbe una risposta esaustiva e chiarificatrice .
E invece no. perché il vicepresidente della Commissione europea o non sa leggere o non capisce ciò che legge.
Il famoso articolo 140/3, repetita juvant, dice semplicemente che "...il Consiglio, deliberando all’unanimità degli Stati membri la cui moneta è l’euro e dello Stato membro in questione, su proposta della Commissione e previa consultazione della Banca centrale europea, fissa irrevocabilmente il tasso al quale l’euro subentra alla moneta dello Stato membro in questione e prende le altre misure necessarie per l’introduzione dell’euro come moneta unica nello Stato membro interessato».
Insomma, l’unica cosa irrevocabile, come ripetuto più volte, è il tasso di cambio tra l’euro e la moneta originaria dello stato aderente.
(TASSO DI CAMBIO Sig Rehn non euro)
Mario Draghi interpellato non ha citato articoli dei trattati (che tra l'altro non hanno alcuna attinenza con l’irreversibilità della moneta unica) ma si è limitato a dichiarare che “i trattati non dicono quello che uno Stato può o non può fare”, e che a lui “non interessa speculare su ciò che essi dicono o non dicono”».
Dalle affermazioni di Rehn si deduce invece che, se uno Stato membro decidesse di uscire dall’Eurozona, dovrebbe recedere necessariamente anche dall’Unione.
La non chiarezza dei trattati europei, interpretabili (a seconda dei casi)l'inadeguatezza di certi articoli a rappresentare i bisogni dei singoli stati la scarsa democraticità di questa zavorra chiamata Europa porterà tutti
alla deriva.
Conclusione
Come funziona questo meccanismo dell’euro? quelli che lo hanno inventato non lo sanno.
A tal proposito nel 2011 l'inglese Simon Wolfson, barone di Aspley Guise,(da notare che l'Inghilterra è fuori dall’Eurozona) ha messo in palio 250mila sterline a chi avesse scovato opzioni praticabili per mollare la moneta unica.(ha ancora i suoi soldi in tasca)
Uscire si può, ma parrebbe non convenire. Perché l’euro è una specie di contratto capestro.
Questo è quanto affermano alcuni economisti (collusi?)
Altri dicono esattamente il contrario (ottimisti?)
Posteris iudicabo ai posteri l'ardua sentenza
Hanno fatto dei trattati da interpretare
RispondiEliminaL'Europa come un palcoscenico di cartapesta
Gli europei come tragiche comparse
E loro??? gli attori ........non conoscono nemmeno la parte