mercoledì 21 novembre 2018
Sull'Isola di Man sono apparse in una notte decine di minuscole case delle fate
Apparse magicamente in una sola notte.
L'isola delle fate ora ha delle case su misura per accoglierle: su tutta la costa dell'Isle of Man sono spuntate decine di residenze in miniatura.
Misurano in media 30 centimetri e sono super accessoriate, con tanto di mobilio, quadri e tappeti su misura, tutto fatto a mano.
Opere d'arte in grado di incantare, «rivendicate» dal collettivo di street artist Anonymouse Mmx.
E i bizzarri rifugi creati appositamente per il Piccolo Popolo - il regno segreto formato da fate e folletti, gnomi ed elfi - hanno stupito tutti, spopolando sui social e attirando in pochi giorni l'interesse dei residenti e soprattutto dei turisti.
Si perdono nella notte dei tempi le origini del Piccolo Popolo collegati all'Isola di Man, situata proprio fra Irlanda e Gran Bretagna.
Leggenda vuole che sia stata formata dal gigante irlandese Fionn mac Cumhail durante una battaglia a distanza col suo rivale scozzese, scagliando nel Mar d'Irlanda un'enorme porzione di terreno, creando a sua volta anche il lago Lough Neagh.
Un'origine mitologica per un'isola incantata, dai paesaggi che sembrano essere usciti proprio da un libro di favole.
Ed è proprio a queste scenografie che gli artisti si sono ispirati per creare le case delle fate: il rifugio di Bradda Head, ad esempio, assomigliare alla retrostante torre del XIX secolo e al suo interno ha anche un tavolo da banchetto con alte sedie regali.
«Ci siamo ispirati alle storie di Astrid Lindgren e ai film di Walt Disney e Don Bluth», spiega uno degli artisti del collettivo svedese, celebre per le sue scenografiche case per topi.
«Amiamo immaginare che ci sia un mondo parallelo in cui i piccoli - animali o creature mitologiche che siano - vivano proprio come noi».
Le case ora rimarranno esposte per almeno quattro mesi. E per permettere a tutti di ammirarle, l'ufficio del turismo dell'isola sta creando una mappa con i sentieri da seguire per localizzarle più facilmente.
Fonte: lastampa.it
Nel nord della Spagna, c’è una bellissima opera di Gaudi che i turisti ignorano
Quando si sente il nome di Antoni Gaudi, il pensiero corre subito a Barcellona: Casa Battlò, Casa Milà, il Parco Güell. E, soprattutto, quell’incredibile capolavoro che è la Sagrada Familia.
Tuttavia, nel nord della Spagna, c’è un’altra (spettacolare) opera firmata dal famosissimo scultore, pittore e designer spagnolo: è Villa Quijano e si trova in Cantabria, località Comillas.
Soprannominata “El Capricho” (Il Capriccio), fu progettata nel 1883 da Gaudi e costruita sotto la direzione dell’architetto Cristobal Cascante.
Perché questo soprannome? Perché, il termine “capriccio”, in ambito musicale indica una composizione libera. Il committente della villa, tale Máximo Díaz de Quijano, era un grandissimo appassionato di musica: così, ecco spiegato il nome di “El Capricho”.
Originale e splendida da vedere, come ogni altra opera firmata da Antoni Gaudi, Villa Quijano ha colori sgargianti, forme estroverse, e fu studiata in modo che le attività quotidiane potessero seguire gli spostamenti del sole: stanze per le attività mattutine rivolte a sud, stanze per le attività pomeridiane a ponente.
Un po’ come fosse un girasole, ma in formato casa (peraltro, i girasoli fanno largamente parte dei motivi decorativi della villa).
Concepita per ospitare la famiglia, i domestici e persino le carrozze, El Capricho si caratterizza per quella torre cilindrica che somiglia ad un albero e per le colonne dei portici.
L’architettura è vagamente arabeggiante, come in tutte le prime opere di Gaudi: qui la pietra incontra la ceramica, i mattoni si sposano coi coppi e con il ferro.
La facciata è coloratissima, eclettica, dinamica. Ci sono strisce di piastrelle orizzontali, che si contrappongono alla verticalità della torre e delle mensole della cornice.
E poi, come decorazione, elementi rubati alla musica.
Fonte: siviaggia.it
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