mercoledì 19 dicembre 2012
Antipasti sfiziosi
Prepara i baci di dama. Tosta le mandorle e frullale bene con 1 cucchiaio di parmigiano. Impastale con farina, il parmigiano rimasto, burro freddo a pezzetti, brandy, sale e pepe. Forma tante palline e appiattisci un'estremità, in modo da ottenerne semisfere. Disponile sulla placca foderata con carta da forno, cuoci nel forno già caldo a 150°C per 15 minuti e fai raffreddare. Insaporisci la robiola con il pepe, spalmala sulla parte piatta delle semisfere, avvicinane 2 e fai aderire
Baci di dama |
1) Preparate la pasta: diluite con 1,5 dl di acqua la farina setacciata e amalgamate con l'olio e il sale lavorando delicatamente. Lasciate riposare 30 minuti, quindi passatela nel tira pasta allo spessore minimo.
2) Lavate e pulite i peperoni ed eliminate i semi e le coste interne A, quindi tagliateli a fettine e fateli rosolare per 5 minuti con l'olio e l'aglio. Unite il vino e il prezzemolo tritato e fate cuocere per 20 minuti; salate e pepate, quindi frullatene solo meta per dare densità alla salsa.3) Sgusciate i gamberi, lasciando intatta la coda, eliminate il filamento scuro B e apriteli a libro; passate al mixer il basilico e il cumino e spalmate il composto su meta dei crostacei, quindi sistemate 2 fettine di zenzero su ognuno.
4) Chiudete con gli altri 8 gamberi C, salate, pepate e fasciate i sandwich con le fette di pancetta. Ritagliate la pasta fillo a quadrati della dimensione sufficiente per racchiuderli e sigillate i bordi premendoli. Infornate per 15 minuti a 200 C e serviteli accompagnati con la salsa al peperone.
Palline di caprino |
Montate 500 g di caprino con sale. Tagliate 5 falde di peperone abbrustolite (gialle e rosse) a dadini e insaporiteli con paprika e sale. Mettete 1 pallina di caprino per volta su una garzina, create un incavo e farcite con i peperoni. Richiudete e compattate con la garza. Disponete le palline su foglie di insalata o basilico. Decorate con uvetta e pezzetti di peperone e di basilico e servite.
Aspic di verdure |
1) Tagliate a dadini i fagiolini, le carote e le zucchine. Portate a ebollizione 1 l di acqua, salate e scottate separatamente piselli, fagiolini e zucchine per 2 minuti, sgocciolandoli, man mano, con un mestolo forato in una ciotola d'acqua ghiacciata. Lessate le carote per 3 minuti, sgocciolatele e fatele raffreddare. Mescolate tutti gli ortaggi asciugati con 4-5 steli di erba cipollina tagliuzzati. 2) Portate a ebollizione 2,5 dl del brodo di cottura degli ortaggi e scioglietevi il dado di gelatina. Aggiungete 2,5 dl di brodo a temperatura ambiente e 2 cucchiai di sherry o Marsala 2 di succo di limone. Fate raffreddare, in modo che acquisti una consistenza oleosa.
3) Versate poca gelatina in uno stampo di 1 l di capacita e ruotate, in modo da farla aderire a fondo e pareti. Disponete in freezer per 10 minuti e unite parte degli ortaggi. Coprite con poca gelatina e rimettete in freezer per 15 minuti. Proseguite con lo stesso procedimento, fino a esaurire gli ingredienti e terminate con la gelatina.
Disponete l'aspich in frigorifero per 3 ore e sformate.
Rotolo goloso |
Mescolate a 150 g di ricotta 200 g di spinaci (cotti in padella con il coperchio, strizzati e tritati), 30 g di grana grattugiato, 1 uovo, sale e pepe. Spalmate il tutto su 1 confezione di pasta sfoglia gia stesa rettangolare. Arrotolate, spennellate con 1 tuorlo e spolverizzate con semi di sesamo. Tagliate il rotolo a fette e cuocetele in forno gia caldo a 180? per 25 minuti.
Barchette di formaggio |
2) Eliminate la crosta del gorgonzola e lavoratelo per qualche minuto con un cucchiaio per renderlo cremoso, quindi amalgamatelo con il mascarpone. Tritate finemente il sedano, spezzettate meta delle noci e incorporate entrambi alla crema
3) Ungete con il burro tanti stampi ovali, stendete la pasta dello spessore di 1/2 cm e foderatevi il fondo e le pareti. Riempiteli con fagioli secchi e infornate per 20 minuti a 180 ?C; svuotate le barchette e, quando sono fredde, estraetele dalle forme.
4) Farcite con la crema di formaggi e guarnite le barchette con i restanti gherigli di noce divisi a meta e con qualche foglia di sedano.
Il Natale a San Gregorio Armeno
Come ogni anno, Via San Gregorio Armeno del quartiere Spaccanapoli del capoluogo campano, attira turisti da ogni parte d’Italia (e non solo) alla ricerca del nuovo personaggio da aggiungere nel proprio presepe.
Nota anche come “la via dei presepi”, questa strada è caratteristica per le numerosissime botteghe specializzate nella produzione e nella vendita di tutto ciò che può servire alla preparazione di un presepe: case, mulini elettrici, pastorelli, lavandaie, magi e naturalmente la Sacra Famiglia completa di bue ed asinello. Insomma, i classici personaggi che non possono mancare in ogni presepe che si rispetti. Ciascuno in diversi formati e materiali.
Ciò che rende ancor più unica Via San Gregorio Armeno, sono i negozietti che realizzano ed espongono statuette-caricatura di personaggi del presente e del passato, appartenenti al mondo dello spettacolo, dello sport e della politica.
Richiestissime le statuine di Totò e Maradona, personaggi tanto amati dai napoletani.
Ogni anno i mercatini si arricchiscono di personaggi nuovi, a seconda di chi ha fatto parlare maggiormente di sé in TV e sui giornali. Numerosi i riferimenti al mondo della politica italiana ed estera: riproduzioni in miniatura di Monti, Berlusconi, Beppe Grillo, Bersani vs Renzi (avversari delle scorse primarie), ma anche Obama vs Romney (protagonisti della sfida all’elezione del nuovo Presidente degli USA), Sarkosy in compagnia della sua Carlà. Tutti in chiave fortemente ironica.
Beppe Grillo
Bersani e Renzi
Mario Balotelli
Belen Rodriguez e StefanoDeMartino
Marco Simoncelli
Qualora, tra pranzi e cene luculliane in famiglia, e la corsa all’acquisto dell’ultimo regalo, non riusciate a fare un salto a Napoli durante le feste, non disperate. I laboratori artigiani di San Gregorio Armeno sono aperti durante tutto l’anno. Certo, l’aria di festa che si respira in questo periodo rende tutto più magico, ma “nei mesi di bassa stagione” potete ammirare con più tranquillità l’arte dei maestri artigiani all’opera nella realizzazione delle statuette.
Ogni anno i mercatini si arricchiscono di personaggi nuovi, a seconda di chi ha fatto parlare maggiormente di sé in TV e sui giornali. Numerosi i riferimenti al mondo della politica italiana ed estera: riproduzioni in miniatura di Monti, Berlusconi, Beppe Grillo, Bersani vs Renzi (avversari delle scorse primarie), ma anche Obama vs Romney (protagonisti della sfida all’elezione del nuovo Presidente degli USA), Sarkosy in compagnia della sua Carlà. Tutti in chiave fortemente ironica.
Beppe Grillo
Bersani e Renzi
Mario Balotelli
Belen Rodriguez e StefanoDeMartino
Marco Simoncelli
Qualora, tra pranzi e cene luculliane in famiglia, e la corsa all’acquisto dell’ultimo regalo, non riusciate a fare un salto a Napoli durante le feste, non disperate. I laboratori artigiani di San Gregorio Armeno sono aperti durante tutto l’anno. Certo, l’aria di festa che si respira in questo periodo rende tutto più magico, ma “nei mesi di bassa stagione” potete ammirare con più tranquillità l’arte dei maestri artigiani all’opera nella realizzazione delle statuette.
L'amore prezioso
E sono qui, vicino a te, a guardare il tuo viso,
stretto tra le tue braccia, aspettando un tuo sorriso.
mi stringo a te, essenza della mia esistenza,
perché non debba mai privarti della mia presenza.
Sono qui, sempre con te, che dai forza ai miei giorni
in quegli abbracci eloquenti che aspetto con ansia quando ritorni.
Mai ti lascerò, insostituibile amico, prezioso,
compagno della mia vita, a cui ho giurato fedeltà infinita.
di Roberto Pino Covelli
I figli sono come gli aquiloni
I figli sono come gli aquiloni. Arriva il giorno in cui si innalzano e tu devi insegnare loro a volare tenendoli con quel filo esile che si dipana dalle tue mani. Possono cadere a terra più volte e dovrai ripararli e innalzarli ancora nel vento.
Ti chiederanno sempre piu' spago e per ogni metro che si dipanera' dalle tue mani il cuore si riempira' di gioia e di tristezza.
Via via che l'aquilone si allontanera', avvertirai che il filo che ti unisce a lui prima o poi si spezzera' e lo vedrai volare libero e solo nel cielo della vita. In quel momento ti renderai conto di aver assolto il tuo compito di genitore e ti augurerai che il vento sia sempre propizio
Romano Battaglia
Gli origami
Si definisce Origami l’arte di piegare la carta creando figure varie e fantasiose, secondo tecniche precise che consistono principalmente in tipologie di piegature e di basi. L’origami tradizionale non utilizza colla e ritagli, ma crea figure unicamente basandosi sull’arte della piegatura.
L’origami ha una lunga storia, a cominciare dal termine stesso con il quale se ne identifica l’arte.
In giapponese, ori sta per piegare, kami fa invece riferimento alla carta.
Origami è dunque l’arte di piegare la carta, e piegarla sfruttando particolari tecniche ed accorgimenti, con finalità artistiche ma non solo.
Le origini dell’arte dell’origami pare siano cinesi, anche se ritroviamo testimonianze notevoli tra gli arabi.
L’origami giapponese nasce probabilmente nel contesto della religiosità shintoista, come supporto a doni religiosi, poi divenuto autonomo per le particolari qualità estetiche che avrebbe espresso. E’ al periodo Heian (714-1185 d.c.) che si fanno risalire le prime testimonianze di origami.
Allora la carta era materiale prezioso, perché spesso realizzata a mano, e le figure ottenute sovente si collocavano nei templi durante le cerimonie religiose.
Nei periodi Kamakura e Muromachi, che giungono fino al 1573, l’arte dell’origami raggiunse una notevole popolarità, diffondendosi a corte. Prese piede, ad esempio, l’usanza di creare pittoreschi biglietti per il sovrano o per le persone care.
Nel periodo Azuchi-Momoyama, come in quello Edo, l’origami si diffonde definitivamente tra il popolo, aprendosi anche all’occidente con nuovi modelli.
Gli occidentali hanno, recentemente, imparato ad apprezzare con ottimi risultati questa mirabile arte, ovviamente arricchita da numerosi contributi e varianti contemporanee.
E’ dalla fine del ‘700 che conosciamo l’origami orientale, seppure tecniche di piegature della carta sian sempre esistite anche in Europa. In Spagna, ad esempio, attorno al XVI secolo si diffuse un’arte particolare di piegare i tessuti, tuttavia non paragonabile alle evoluzioni dell’origami orientale. Figure molto note come quelle della barchetta, che tanti di noi amavano realizzare da bambini, sono opera di Friedrich Froebel, che seppe utilizzare l’origami a fini pedagogici.
Dopo la II guerra mondiale l’origami conosce una nuova affermazione, anche con il successo guadagnato dalle figure di tipo modulare. Oggi “origami” è sulla bocca di tutti, numerosi appassionati vi si cimentano ma altrettanto numerosi sono gli innovatori ed i “virtuosi” di questa particolare arte.
Un origami molto semplice da realizzare: la barchetta
L’origami ha una lunga storia, a cominciare dal termine stesso con il quale se ne identifica l’arte.
In giapponese, ori sta per piegare, kami fa invece riferimento alla carta.
Origami è dunque l’arte di piegare la carta, e piegarla sfruttando particolari tecniche ed accorgimenti, con finalità artistiche ma non solo.
Le origini dell’arte dell’origami pare siano cinesi, anche se ritroviamo testimonianze notevoli tra gli arabi.
L’origami giapponese nasce probabilmente nel contesto della religiosità shintoista, come supporto a doni religiosi, poi divenuto autonomo per le particolari qualità estetiche che avrebbe espresso. E’ al periodo Heian (714-1185 d.c.) che si fanno risalire le prime testimonianze di origami.
Allora la carta era materiale prezioso, perché spesso realizzata a mano, e le figure ottenute sovente si collocavano nei templi durante le cerimonie religiose.
Nei periodi Kamakura e Muromachi, che giungono fino al 1573, l’arte dell’origami raggiunse una notevole popolarità, diffondendosi a corte. Prese piede, ad esempio, l’usanza di creare pittoreschi biglietti per il sovrano o per le persone care.
Nel periodo Azuchi-Momoyama, come in quello Edo, l’origami si diffonde definitivamente tra il popolo, aprendosi anche all’occidente con nuovi modelli.
Gli occidentali hanno, recentemente, imparato ad apprezzare con ottimi risultati questa mirabile arte, ovviamente arricchita da numerosi contributi e varianti contemporanee.
E’ dalla fine del ‘700 che conosciamo l’origami orientale, seppure tecniche di piegature della carta sian sempre esistite anche in Europa. In Spagna, ad esempio, attorno al XVI secolo si diffuse un’arte particolare di piegare i tessuti, tuttavia non paragonabile alle evoluzioni dell’origami orientale. Figure molto note come quelle della barchetta, che tanti di noi amavano realizzare da bambini, sono opera di Friedrich Froebel, che seppe utilizzare l’origami a fini pedagogici.
Dopo la II guerra mondiale l’origami conosce una nuova affermazione, anche con il successo guadagnato dalle figure di tipo modulare. Oggi “origami” è sulla bocca di tutti, numerosi appassionati vi si cimentano ma altrettanto numerosi sono gli innovatori ed i “virtuosi” di questa particolare arte.
Un origami molto semplice da realizzare: la barchetta
Il Natale in Inghilterra
I druidi, antichi sacerdoti celtici, avevano attribuito ad arbusti come il vischio e l’agrifoglio caratteristiche di immortalità che ancora oggi molti popoli riconoscono loro...
I riti druidici, dunque, non furono “soppiantati “ dall’avvento del Natale, ma si sono fusi con le tradizioni cristiane…in Inghilterra, per esempio, si ha l’abitudine di incontrarsi con gli amici per cantare canzoni augurali (le Christmas Carols) e, in queste occasioni, si scambiano ramoscelli sempreverdi di agrifoglio e di vischio.
I gruppi di cantori che si formavano così per le strade, un tempo vedevano protagonisti solo gli uomini, come in tutta Europa, del resto..
Per trovare delle donne tra di loro, bisognerà aspettare fino alla fine del settecento, quando queste ultime andavano di casa in casa bussando alle porte offrendo a tutti dei ramoscelli verdi in cambio di soldi o cibo (going to gooding).
Oggi sono i bambini a passare di casa in casa offrendo ramoscelli in cambio di dolciumi o caramelle.
In Inghilterra, per i bambini, il Natale inizia già in novembre, quando si cominciano a scrivere le lettere a Babbo Natale con le liste dei doni che vorrebbero ricevere e i negozi cominciano a colorarsi con gli addobbi natalizi… Se i bambini scrivono le letterine per Babbo Natale, gli adulti sono impegnati nell’accurata scelta delle cartoline di Natale, le Christmas cards, da spedire ai parenti e agli amici più cari.
In dicembre si inizia ad aprire il Calendario dell’avvento, mentre due settimane prima del Natale si inizia a decorare la casa con l’albero, che viene abbellito con luci e fiocchi.
La sera della vigilia si va tutti insieme in chiesa per la Messa di mezzanotte, e, tornando da questa, i bambini prima di andare a dormire appendono delle calze sul caminetto in attesa dei regali di Father Christmas e, per ringraziarlo, gli lasciano sul tavolo un bicchiere di latte e un dolce (mince pie) e per la renna Rudolph lasciano una carota.
Il giorno di Natale, poi è il più bello, soprattutto per i bambini, che finalmente aprono i regali che Babbo Natale ha lasciato per loro dentro un sacco sotto l’albero.
La tradizione di decorare l’albero di Natale, in Inghilterra nasce nel 1841, anno in cui il principe Alberto fece sistemare dentro il palazzo reale un abete decorato per sua moglie, la regina Vittoria. L’albero è maestoso, solitamente decorato con luci, nastri d’argento e palline di vetro, che ogni casa deve avere…la tradizione vuole, poi, che l’albero non stia in casa addobbato per più di 12 giorni, per motivi superstiziosi; l’albero viene quindi spogliato degli addobbi il giorno della dodicesima notte (il 5 gennaio), una tradizione inglese poco pubblicizzata , ma molto sentita in Inghilterra, anche se ha origini del tutto pagane.
Oltre alla tradizione dell’albero di Natale, in Inghilterra, vige anche la tradizione del ceppo di Natale, che viene acceso la sera della vigilia, e che si cerca di farlo durare il più a lungo possibile, conservandone un ciocco col quale si riaccenderà il ceppo l’anno seguente.
Il giorno di Natale è dedicato alla famiglia e all’abbondante pranzo, formato, tradizionalmente dal tacchino ripieno accompagnato da mirtilli, diventato un po' il simbolo del convivio natalizio inglese, dal purè di patate e, come dolce, si prepara il Christmas Pudding al cui interno si nasconde una monetina di cioccolato che porterà fortuna a chi la trova nella propria fetta.
Durante il pranzo natalizio vengono scoppiati i tradizionali Christmas crackers, dei piccoli petardi a forma di caramella allungata, del tutto innocui, che contengono al loro interno una barzelletta, una freddura o un quiz da sottoporre a tutti i presenti; ogni commensale ha il suo cracker e lo scoppia grazie all’aiuto del vicino: ognuno tira un’estremità per farlo esplodere e vedere cosa contiene.
Alla fine del pranzo, alle 3 del pomeriggio ci si riunisce tutti davanti alla televisione ad assistere al tradizionale discorso di Natale della Regina.
Il giorno dopo Natale, il 26 dicembre, è un giorno particolare, chiamato Boxing Day, in cui la gente dà dei piccoli regali (contenuti in “scatole” –da cui il nome Boxing-) al lattaio, al postino e a tutti coloro che si incontrano “per lavoro” durante l’anno.
MES ecco quanto ci costa salvarci ......L'ultimo pasto sarà gratis??
Tanti sono i punti di domanda sul MES (il Meccanismo europeo che obbligherà l’Italia a versare oltre 125 miliardi di Euro nei prossimi cinque anni).
E certamente l’atteggiamento del governo Monti non aiuta a dissimularli: nonostante infatti fosse stato deciso che le nomine per il consiglio dei governatori e per il CdA del MES sarebbero state condivise con il Parlamento, alla fine Monti & Co. hanno deciso per una scelta d’imperio e arbitraria.
Senza coinvolgere minimamente Camera e Senato, senza “attivare un procedimento di verifica parlamentare sui criteri di scelta e sui curriculum dei membri”, è stato nominato – peraltro per entrambi gli incarichi -
Vincenzo La Via, attuale direttore generale del tesoro (incarico che fu di Grilli), ex Banca Intesa (la ex banca di Passera) ed ex direttore finanziario della Banca Mondiale.
Il Parlamento non esiste.
IL “MOSTRO GIURIDICO” DEL MES -
Si legge sul sito del Consiglio Europeo: “Il meccanismo costituirà globalmente la maggiore istituzione finanziaria internazionale, dotata di una forte base di capitale pari a 700 miliardi di EUR, di cui 80 miliardi saranno versati all'inizio del 2014 e, di questi 80, 33 miliardi di EUR entro il 12 ottobre 2012”. Insomma, un super fondo che venga in soccorso ai Paesi che ne avranno bisogno.
Qualcosa, però, non torna.
Prendiamo il caso dell’Italia.
Stando a quanto emerge leggendo lo statuto, l’Italia dovrà versare oltre 125 miliardi nei prossimi cinque anni (circa 25 miliardi ogni anno). Domanda: come farà il nostro Paese, già distinto da un pesante indebitamento, a versare questi soldi? Come denunciato da diversi economisti, il rischio è che si crei un sistema paradossale nel quale i Paesi saranno costretti ad indebitarsi per versare soldi ad un ente che nasce proprio per risolvere il problema del debito. Un cortocircuito bello e buono, insomma.
Non solo.
Come denunciato in più occasioni dal parlamentare Idv Elio Lannutti, quello del MES sarebbe un vero e proprio “mostro giuridico”, dato che “tecnocrati, oligarchi, cleptocrati possono agire senza rispondere ad alcuno del proprio operato” e, dunque, “decideranno se e a quali condizioni, e anche a quali tassi di interesse, prestare i soldi”.
Il motivo è presto detto: come scritto nero su bianco sullo statuto del MES, i membri e i loro conseguenti atti sono coperti dall’immunità da ogni forma di giurisdizione.
“Non vogliono avere rivalse, non vogliono finire sotto processo, è questa la ragione”, chiosa Lannutti.
IL PARLAMENTO CHIEDE TRASPARENZA SULLE NOMINE -
I dubbi, dunque, sono forti e assolutamente legittimi (considerando anche il fatto – non secondario – che un’altra norma prevede l’impossibilità di veto dei Parlamenti nazionali sulle decisioni del MES per i Paesi sottoscriventi).
E certamente il comportamento del governo guidato da Mario Monti non aiuta. Per poter rendercene conto bisogna tornare al 19 luglio, data di approvazione dello statuto del MES da parte del Parlamento italiano.
In quella data venne accolto dal Governo l’ordine del giorno n. 9/05359/001 a firma degli onorevoli Marco Marsilio e Fabio Rampelli con il quale si impegnava l’esecutivo, tra le altre cose, a “prevedere che il membro supplente del consiglio dei governatori” - in luogo del titolare ministro delle Finanze - fosse “un vice ministro o un sottosegretario dello stesso” e “ad attivare un procedimento di verifica parlamentare sui criteri di scelta e sui curriculum dei membri effettivo e supplente nell’ambito del consiglio d'amministrazione”.
In altre parole, si chiedeva trasparenza sulle nomine del membro supplente nel consiglio dei governatori (il titolare, da statuto, è il ministro dell’Economia in carica) e su quelle dei membri – effettivi e supplenti – del consiglio di amministrazione del MES.
RE MONTI PRIMA APPROVA, POI DECIDE DA SOLO -
Nonostante il governo stesso avesse espresso parere favorevole all’ordine del giorno dei due parlamentari, nulla di tutto questo è stato fatto.
A renderlo noto ancora l’onorevole Marco Marsilio in un’interrogazione di pochi giorni fa. “Dal sito internet ufficiale del Meccanismo europeo di stabilità –scrive il parlamentare - nella pagina relativa alla governance dello stesso, si apprende che sono già state effettuate le nomine spettanti all’Italia relative al membro supplente del consiglio dei governatori, nonché al titolare e al supplente del consiglio d'amministrazione”.
Tutto deciso d’imperio, insomma.
Senza che il Parlamento sia stato messo al corrente o consultato dall’esecutivo.
La gravità di quanto accaduto è peraltro duplice: non solo infatti la scelta del governo è avvenuta su una questione tanto delicata quanto è il Meccanismo Europeo di Stabilità ma, peraltro, senza nemmeno rispettare quanto approvato in Aula Parlamentare.
Scrive infatti Marsilio, “a dispetto di quanto previsto nell’ordine del giorno di cui sopra, non solo il membro supplente del consiglio dei governatori non risulta essere un membro del Governo italiano; ma nemmeno alcuna procedura parlamentare di verifica è stata attivata per la nomina dei membri del consiglio d’amministrazione”.
Come detto, una scelta d’imperio.
IL “PRESCELTO” VINCENZO LA VIA: DALLA BANCA MONDIALE A INTESA -
A questo, punto, però andiamo a vedere chi è stato il “prescelto” del governo Monti.
Le stranezze, infatti, non finiscono qui. Anzi, se possibile qui si addensano.
Il membro supplente del consiglio dei governatori (il vice di Grilli, in pratica) non sarà né – come richiesto – un vice ministro né un sottosegretario.
Sarà invece Vincenzo La Via, attuale direttore generale del tesoro. Proprio l’incarico che fu di Vittorio Grilli. Un caso, certamente.
Così come sarà un caso il fatto che in passato La Via è stato Chief Financial Officer per Banca Intesa, la stessa banca per cui hanno lavorato tanti ministri montiani (da Passera alla Fornero).
Così come sarà un caso che per anni (dal 2005 al 2011) La Via è stato anche ex direttore finanziario della Banca Mondiale.
Finita qui? Certo che no.
Leggendo i vari consigli interni al MES si nota un’altra stranezza non di poco conto:
La Via, infatti, non sarà solo membro supplente di Grilli, ma sarà anche membro effettivo del consiglio di amministrazione del Meccanismo.
Anche questa – ovviamente – decisione presa senza sentire alcun parere parlamentare.
Il che è tutt’altro di poco conto dato che, come si legge sul sito del Consiglio Europeo, il cda sarà responsabile della “gestione corrente” del MES.
In altre parole, di come nei fatti verranno gestiti i soldi.
Tutto deciso da Re Monti e la sua corte, dunque.
Con buona pace di Parlamento, Democrazia E cittadini.
di Carmine Gazzanni
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