giovedì 20 giugno 2013
Sydney Harbour Bridge: un ponte da attraversare e da scalare
Inaugurato nel 1932, l’ Harbour Bridge è una delle icone dell’Australia e un must delle visite a Sydney. Per il suo 75° compleanno 200.000 persone lo hanno attraversato a piedi.
Ma a piedi l’Harbour Bridge si può sia attraversare che scalare: già 1,5 milioni di persone si sono arrampicate sull’arcata di acciaio provando emozioni mozzafiato.
Salendo i gradini che portano al Pylon Lookout si arriva ad un’altezza di 87 metri da cui si può ammirare il Porto di Sydney e l’Opera House. Ma si può salire ancora più in su e raggiungere il punto più alto del ponte con il Bridge Climb: un giro guidato di 3 ore e mezza con vista sulla magnifica baia della città di Sydney. Arrivati in cima, lo sguardo sulla città è a 360°.
Chi desidera cimentarsi in una scalata più avventurosa può sperimentare la Discovery Climb: una scalata guidata di 3 ore e mezza che permette di vedere da vicino le lavorazioni interne della struttura e di sentire storie su quello che è definito un “trionfo dell’ingegneria” Per coloro che invece hanno poco tempo ma non vogliono rinunciare alla scalata sull’Harbour Bridge c’è l’Express Climb, che dura 2 ore e 15 minuti.
Per la scalata sono d’obbligo gli scarponcini da montagna e un abbigliamento adatto e volendo si può indossare la tuta Bridge Suit, appositamente disegnata. Dopo aver dimostrato un’età superiore ai 10 anni e superato il test del palloncino (agli amatori degli aperitivi si ricorda che il limite è 0,05!), lo scalatore verrà munito di radiotrasmittente e cuffie comode per sentire il commento della guida durante l’avventura. Terminata la scalata, una bella foto di gruppo e un certificato ricordo commemorativo.
Per scoprire la storia dell’ Harbour Bridge si può visitare il museo Pylon Lookout, dove sono visionabili gli oggetti utilizzati per la costruzione del ponte e alcuni attrezzi di JJC Bradfild, l’ingegnere incaricato della sua costruzione. Attraversando le sale del museo si può osservare un plastico del ponte, una mostra sulla sua costruzione e scoprire tante piccole curiosità (per esempio quante persone hanno attraversato il ponte prima della sua inaugurazione e quanti rivetti sono accorsi per la sua costruzione).
Se la sua imponenza lo rende visibile da lontano, il museo, l’avventura delle scalate e la meraviglia del panorama che si gode da lassù invitano a vederlo da vicino.
Salendo i gradini che portano al Pylon Lookout si arriva ad un’altezza di 87 metri da cui si può ammirare il Porto di Sydney e l’Opera House. Ma si può salire ancora più in su e raggiungere il punto più alto del ponte con il Bridge Climb: un giro guidato di 3 ore e mezza con vista sulla magnifica baia della città di Sydney. Arrivati in cima, lo sguardo sulla città è a 360°.
Chi desidera cimentarsi in una scalata più avventurosa può sperimentare la Discovery Climb: una scalata guidata di 3 ore e mezza che permette di vedere da vicino le lavorazioni interne della struttura e di sentire storie su quello che è definito un “trionfo dell’ingegneria” Per coloro che invece hanno poco tempo ma non vogliono rinunciare alla scalata sull’Harbour Bridge c’è l’Express Climb, che dura 2 ore e 15 minuti.
Per la scalata sono d’obbligo gli scarponcini da montagna e un abbigliamento adatto e volendo si può indossare la tuta Bridge Suit, appositamente disegnata. Dopo aver dimostrato un’età superiore ai 10 anni e superato il test del palloncino (agli amatori degli aperitivi si ricorda che il limite è 0,05!), lo scalatore verrà munito di radiotrasmittente e cuffie comode per sentire il commento della guida durante l’avventura. Terminata la scalata, una bella foto di gruppo e un certificato ricordo commemorativo.
Per scoprire la storia dell’ Harbour Bridge si può visitare il museo Pylon Lookout, dove sono visionabili gli oggetti utilizzati per la costruzione del ponte e alcuni attrezzi di JJC Bradfild, l’ingegnere incaricato della sua costruzione. Attraversando le sale del museo si può osservare un plastico del ponte, una mostra sulla sua costruzione e scoprire tante piccole curiosità (per esempio quante persone hanno attraversato il ponte prima della sua inaugurazione e quanti rivetti sono accorsi per la sua costruzione).
Se la sua imponenza lo rende visibile da lontano, il museo, l’avventura delle scalate e la meraviglia del panorama che si gode da lassù invitano a vederlo da vicino.
La città sotterranea di Derinkuyu
Da secoli si raccontano storie di grotte e tunnel nelle profondità della terra, passaggi sotterranei che conducono a regni di demoni e mostri.
È possibile che queste leggende nascondano una sorprendente verità?
Forse ci sono davvero luoghi misteriosi e inspiegabili sotto i nostri piedi, luoghi le cui origini potrebbero non essere di questo mondo.
La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del Tauro. Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di Derinkuyu porta ad una scoperta straordinaria. L'apertura della parete di una grotta, rivela un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di anni, ad oltre 85 metri di profondità.
Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l'aria anche ai livelli più profondi.
Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20.000 persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame. Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri.
La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un'impresa per chiunque, anche in tempi moderni e con attrezzature moderne. Pensare che un'opera del genere sia stata realizzata in un'epoca così remota è semplicemte stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d'Egitto.
A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra, bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci sarebbero stati crolli catastrofici. Invece, è sorprendente l'assenza di qualsiasi traccia di collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto bene il materiale roccioso.
Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un'opera del genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà?
Ma chi ha costruito questa enorme città sotteranea? E quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perchè qualcuno vorrebbe vivere nella profondità di queste strane caverne? Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante le invasioni e che sia stata costruita intorno all'800 a.C. dai Frigi, un popolo dell'Età del Bronzo imparentato con i Troiani.
Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima.
Ma è possibile che la città sotterranea sia ancora più antica?
Secondo i teorici degli "Antichi Astronauti" lo è, e forse di varie migliaia di anni. La Cappadocia faceva parte dell'impero di Zoroastro, di origine persiana, con una delle più antiche tradizioni religiose dell'umanità. Si ritiene che la religione di Zoroastro, una fede antica basata sulle forze opposte del bene e del male, abbia fortemente influenzato sia l'Induismo che il Giudaismo e il Cristianesimo.
Fondata intorno al VI secolo a.C., il suo dio principale è il creatore Ahura Mazdā. Nel secondo capitolo del testo sacro zorastriano "Avestā", Ahura Mazdā salva l'intero genere umano da un distrato ambientale globale, un po' come la storia di Noè nella Bibbia ebraica: il grande profeta Yima fu incaricato dal creatore di costruire il palazzo "Vara di Yima" al fine di proteggere tutte le creature dall'imminente disastro.
Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, questo palazzo sarebbe da indentificare con l'opera realizzata a Derinkuyu.
Secondo i testi sacri, Yima costruì una città sotterranea a più piani per proteggere un gruppo scelto di persone e animali non dall'alluvione, ma da un'era glaciale globale.
Nella "Vendidad" viene denominato come il "malvagio inverno". Secondo molti climatologi classici, l'ultima era glaciale si è verificata circa 18.000 anni fa, terminando intorno al 10.000 a.C. È possibile che Derinkuyu sia stata costruita come rifugio da un devastante inverno globale? Non potendo datare la pietra al carbonio, chiunque può fare ipotesi su quanto sia antica Derinkuyu.
Ma se Derinkuyu dovesse essere la città sotterranea che Ahura Mazdā ha ordinato di costruire, forse c'è un sorprendente nucleo storico dietro la leggenda. Se è così, chi o cosa era il dio Ahura Mazdā? Dai testi sacri zoroastriani, Ahura Mazdā sembra essere il responsabile della gestione di tutto quello che succede sulla Terra. Lo si può leggere in vari modi: potrebbe rappresentare una sorta di forma di coscienza universale che sovraindente alla vita dell'universo e dell'umanità, oppure, molto più concretamente, potrebbe rappresentare un'intelligenza extraterrestre che vigila sul pianeta.
Quasi tutti i testi sacri antichi parlano della conoscenza data al genere umano da "divinità" discese dal cielo. È possibile che Ahura Mazdā sia stato un essere intelligente proveniente da un altro mondo e che sia stato riconosciuto come un dio dalle antiche popolazioni terrestri? E se sì, ha fornito la tecnologia necessaria ai suoi seguaci per costruire questo complesso labirinto di protezione contro un disastro ambientale?
Ma ci potrebbe essere un'altra inquietante ragione dietro la costruzione di Derinkuyu. Secondo alcuni studiosi, un indizio sarebbe l'insolito sistema di sicurezza della città sotterranea, realizzato con porte da 500 chili posizionate su rotelle e che possono essere spostate da una sola persona. Queste porte sono state realizzate con grande ingegno. In pratica, si possono aprire facendo leva solo dall'interno.
Ciò lascia supporre che chiunque abitasse a Derinkuyu si nascondesse da qualcosa o da qualcuno. Secondo i testi antichi zoroastriani, Ahura Mazdā si alza in cielo in un carro divino e muove guerra contro il suo eterno nemico Angra Mainyu, il demone della distruzione.
È possibile che si tratti, come sostengono molti teorici degli Antichi Astronauti, della raffigurazione di due forze extraterrestri che si scontrano per il controllo della Terra e delle sue risorse?
Solo delle intelligenze evolute avrebbero potuto avere la capacità di alzarsi in volo con dei veicoli aerei (carri divini).
Queste entità erano in possesso di quel genere di macchine di cui si legge in ogni cultura antica del mondo! Basta pensare alle "Vimana" della tradizione Indù o al "Carro di Fuoco" nella Bibbia ebraica che rapisce il profeta Elia portandolo in cielo.
Se prendiamo in considerazione la tradizione zoroastriana, ci sono chiari accenni ad una sorta di battaglia aerea tra fazioni in guerra. Perciò, è molto probabile che le grotte di Derinkuyu siano state usate come riparo contro i bombardamenti aerei degli extraterrestri che si combattevano tra loro.
Se un veicolo aereo sorvola Derinkuyu ad alta velocità, non potrà mai vedere le bocchette di areazione della città sotterranea. Derinkuyu è il rifugio antiaereo per eccellenza!
Fonte : ilnavigatorecurioso
La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del Tauro. Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di Derinkuyu porta ad una scoperta straordinaria. L'apertura della parete di una grotta, rivela un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di anni, ad oltre 85 metri di profondità.
Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l'aria anche ai livelli più profondi.
Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20.000 persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame. Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri.
La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un'impresa per chiunque, anche in tempi moderni e con attrezzature moderne. Pensare che un'opera del genere sia stata realizzata in un'epoca così remota è semplicemte stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d'Egitto.
A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra, bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci sarebbero stati crolli catastrofici. Invece, è sorprendente l'assenza di qualsiasi traccia di collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto bene il materiale roccioso.
Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un'opera del genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà?
Ma chi ha costruito questa enorme città sotteranea? E quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perchè qualcuno vorrebbe vivere nella profondità di queste strane caverne? Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante le invasioni e che sia stata costruita intorno all'800 a.C. dai Frigi, un popolo dell'Età del Bronzo imparentato con i Troiani.
Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima.
Ma è possibile che la città sotterranea sia ancora più antica?
Secondo i teorici degli "Antichi Astronauti" lo è, e forse di varie migliaia di anni. La Cappadocia faceva parte dell'impero di Zoroastro, di origine persiana, con una delle più antiche tradizioni religiose dell'umanità. Si ritiene che la religione di Zoroastro, una fede antica basata sulle forze opposte del bene e del male, abbia fortemente influenzato sia l'Induismo che il Giudaismo e il Cristianesimo.
Fondata intorno al VI secolo a.C., il suo dio principale è il creatore Ahura Mazdā. Nel secondo capitolo del testo sacro zorastriano "Avestā", Ahura Mazdā salva l'intero genere umano da un distrato ambientale globale, un po' come la storia di Noè nella Bibbia ebraica: il grande profeta Yima fu incaricato dal creatore di costruire il palazzo "Vara di Yima" al fine di proteggere tutte le creature dall'imminente disastro.
Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, questo palazzo sarebbe da indentificare con l'opera realizzata a Derinkuyu.
Secondo i testi sacri, Yima costruì una città sotterranea a più piani per proteggere un gruppo scelto di persone e animali non dall'alluvione, ma da un'era glaciale globale.
Nella "Vendidad" viene denominato come il "malvagio inverno". Secondo molti climatologi classici, l'ultima era glaciale si è verificata circa 18.000 anni fa, terminando intorno al 10.000 a.C. È possibile che Derinkuyu sia stata costruita come rifugio da un devastante inverno globale? Non potendo datare la pietra al carbonio, chiunque può fare ipotesi su quanto sia antica Derinkuyu.
Ma se Derinkuyu dovesse essere la città sotterranea che Ahura Mazdā ha ordinato di costruire, forse c'è un sorprendente nucleo storico dietro la leggenda. Se è così, chi o cosa era il dio Ahura Mazdā? Dai testi sacri zoroastriani, Ahura Mazdā sembra essere il responsabile della gestione di tutto quello che succede sulla Terra. Lo si può leggere in vari modi: potrebbe rappresentare una sorta di forma di coscienza universale che sovraindente alla vita dell'universo e dell'umanità, oppure, molto più concretamente, potrebbe rappresentare un'intelligenza extraterrestre che vigila sul pianeta.
Quasi tutti i testi sacri antichi parlano della conoscenza data al genere umano da "divinità" discese dal cielo. È possibile che Ahura Mazdā sia stato un essere intelligente proveniente da un altro mondo e che sia stato riconosciuto come un dio dalle antiche popolazioni terrestri? E se sì, ha fornito la tecnologia necessaria ai suoi seguaci per costruire questo complesso labirinto di protezione contro un disastro ambientale?
Ma ci potrebbe essere un'altra inquietante ragione dietro la costruzione di Derinkuyu. Secondo alcuni studiosi, un indizio sarebbe l'insolito sistema di sicurezza della città sotterranea, realizzato con porte da 500 chili posizionate su rotelle e che possono essere spostate da una sola persona. Queste porte sono state realizzate con grande ingegno. In pratica, si possono aprire facendo leva solo dall'interno.
Ciò lascia supporre che chiunque abitasse a Derinkuyu si nascondesse da qualcosa o da qualcuno. Secondo i testi antichi zoroastriani, Ahura Mazdā si alza in cielo in un carro divino e muove guerra contro il suo eterno nemico Angra Mainyu, il demone della distruzione.
È possibile che si tratti, come sostengono molti teorici degli Antichi Astronauti, della raffigurazione di due forze extraterrestri che si scontrano per il controllo della Terra e delle sue risorse?
Solo delle intelligenze evolute avrebbero potuto avere la capacità di alzarsi in volo con dei veicoli aerei (carri divini).
Queste entità erano in possesso di quel genere di macchine di cui si legge in ogni cultura antica del mondo! Basta pensare alle "Vimana" della tradizione Indù o al "Carro di Fuoco" nella Bibbia ebraica che rapisce il profeta Elia portandolo in cielo.
Se prendiamo in considerazione la tradizione zoroastriana, ci sono chiari accenni ad una sorta di battaglia aerea tra fazioni in guerra. Perciò, è molto probabile che le grotte di Derinkuyu siano state usate come riparo contro i bombardamenti aerei degli extraterrestri che si combattevano tra loro.
Se un veicolo aereo sorvola Derinkuyu ad alta velocità, non potrà mai vedere le bocchette di areazione della città sotterranea. Derinkuyu è il rifugio antiaereo per eccellenza!
Fonte : ilnavigatorecurioso
I capolavori dell’Ermitage a San Pietroburgo
San Pietroburgo, la città degli zar o Leningrado, la città della Seconda Guerra Mondiale? Due nomi per una sola metropoli, per le due anime di un luogo così fortemente evocativo.
Oggi, nessun dubbio su cosa sia davvero diventata San Pietroburgo. Il mondo intero la riconosce patria dell’arte, dell’eleganza e della raffinatezza. La seconda città della Russia per fama, la più bella per testimonianze artistiche, è di nuovo il paese di Dostoevsky e Nureyev, di Stravinsky come di Pushkin.
La magia dell’inverno del Nord rende San Pietroburgo un luogo affascinante e proibito, dall’insolita luce riflessa sulla neve e sulle acque del fiume Neva; romantico luogo di passeggiate, come quella sulla Prospettiva Nievskii.
Ma San Pietroburgo vuol dire, prima di tutto, Ermitage ed Ermitage è una parola legata indissolubilmente alla figura della grande zarina Caterina II.
Tedesca di nascita, dalle idee progressiste e moderne, divenne imperatrice dopo aver contribuito alla caduta dell’uomo che aveva sposato, l’imperatore Pietro III.
La storia trascinerà via l’illuminismo temperato di Caterina, ma consegnerà ai posteri quel capolavoro ancora oggi invidiato dal mondo intero: uno fra i più importanti musei del mondo, l’Ermitage. Qui, il visitatore potrà ammirare le più remote espressioni artistiche dell’uomo così come i capolavori della più recente arte, in un susseguirsi fantastico di emozioni e meraviglie. Tra i pezzi più pregiati custoditi nell’imponente Palazzo, ricordiamo la “Madonna Benois” di Leonardo,
la celeberrima “Danza” di Matisse,
i capolavori di Canova, (nella foto il gruppo delle grazie)
tele di Rembrandt
la leggiadra “Signora in giardino” di Monet,
il fresco “Boulevard Montmartre” di Pissarro,
il pregiato “Fumatore” di Cezanne,
opere di Ricasso, Tiziano, El Greco, solo per citare alcuni artisti, considerati i più grandi tra i grandi.
L'erba di grano
L’erba di grano, conosciuta sin dai tempi dei Romani, poi caduta nel dimenticatoio, è stata riscoperta 50 anni fa dalla dottoressa americana Anne Wigmore.
Si ricava dall’erba tenera del frumento germogliato da 10-12 giorni ed è in grado di migliorare i processi digestivi e assimilativi,
di stimolare il metabolismo
e di favorire l’eliminazione delle tossine.
Erba di grano: proprietà
L’erba di grano è un alimento completo, ricco di proteine e di grandi quantità di enzimi, è una fonte preziosa di calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, sodio, zolfo, cobalto, e zinco, di Vitamina A, beta-carotene, B1, B2, B6, B12, PP, C, E, acido folico, acido pantotenico e bioflavonoidi.
Questa pianta vanta numerose proprietà, quali:
Dà maggiore resistenza alla fatica fisica e mentale
Drena il sistema linfatico da tossine e residui di farmaci
Distrugge i radicali liberi
Rinforza il sistema immunitario
Facilita la digestione
Regolarizza il ciclo mestruale
Riequilibra il tasso di vitamina B12 nei vegetariani
Supporta le diete (assunta 40 minuti prima del pranzo riduce l’appetito)
In Italia, le proprietà curative di questa piccola pianta, definita anche “medicina verde”, sono state confermate da Luciano Pecchiai, un punto di riferimento scientifico della medicina naturale.
Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Milano, è stato primario patologo dell’Ospedale pediatrico “Vittore Buzzi” di Milano e fondatore del Centro di Eubiotica Umana presso lo stesso ospedale. L’erba di grano è poco diffusa anche perché la coltivazione deve essere rigorosamente biologica, inoltre i metodi di estrazione a freddo sono particolarmente costosi.
Chi ha il pollice verde può coltivarla anche in casa, in semplici vassoi, usando terriccio e semi biologici.
Dopo una decina di giorni l’erba sarà già pronta da utilizzare.
Se non avete tempo o il giardinaggio non fa per voi, in commercio si trova il succo di erba di grano, venduto in polvere solubile da sciogliere nell’acqua.
Erba di grano: controindicazioni
Chiaramente non è indicata per chi è allergico o intollerante al frumento, in quanto potrebbe causare eruzioni cutanee, orticaria, difficoltà respiratorie e gonfiore della gola o della bocca.
Come coltivare l'erba di grano in casa
Innanzitutto dobbiamo procurarci dei chicchi di grano biologico (io ho usato il grano duro, ma va bene anche quello tenero), se nella vostra zona ci sono consorzi agrari che vendono sementi biologiche sfuse, questa è sicuramente la soluzione più conveniente; in alternativa potete comprare i semi di grano presso i negozi bio oppure online.
Se vi rivolgete ad un consorzio agrario dovete chiedere il grano "da semina", il grano decorticato o perlato che viene venduto a scopo alimentare non va bene perché non germoglia. Io ho preso qualche manciata di chicchi, ho speso 10 centesimi (10 centesimi!!!) e ho ottenuto 2 raccolti per un totale di 300g, l'equivalente di circa 6 porzioni quotidiane.
In realtà avrei potuto fare anche un terzo e forse un quarto raccolto perché l'erba ricresce velocemente dopo ogni taglio, ma ho preferito fermarmi al secondo perché non so se il valore nutritivo diminuisce dopo ogni taglio.
L'erba di grano cresce senza problemi anche in piccoli contenitori. Io ho usato le vaschette di plastica della frutta/verdura, l'importante è che siano profonde almeno 5 cm.
Praticate dei fori sul fondo con delle forbicine, riempitele di terriccio e disponete i semi preventivamente ammollati per 6 ore. I semi si possono disporre in modo molto fitto come si vede nella foto.
Quantità per 1 dose giornaliera 50 g di erba di grano 150 ml acqua o succo di frutta a vostra scelta
Mettete tutti gli ingredienti nel frullatore e avviate per 1 minuto. Prendete un colino, rivestitelo con un fazzoletto, ponetelo sopra un contenitore sufficientemente capiente e versateci il succo ottenuto. Quando tutto il liquido è filtrato, vedrete che nel fazzoletto è rimasta una poltiglia fibrosa.
Avvitate il fazzoletto e torcetelo per spremere il succo ancora trattenuto nelle fibre.
Il succo così ottenuto va bevuto a digiuno e consumato entro 30 minuti.
Si ricava dall’erba tenera del frumento germogliato da 10-12 giorni ed è in grado di migliorare i processi digestivi e assimilativi,
di stimolare il metabolismo
e di favorire l’eliminazione delle tossine.
Erba di grano: proprietà
L’erba di grano è un alimento completo, ricco di proteine e di grandi quantità di enzimi, è una fonte preziosa di calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, sodio, zolfo, cobalto, e zinco, di Vitamina A, beta-carotene, B1, B2, B6, B12, PP, C, E, acido folico, acido pantotenico e bioflavonoidi.
Questa pianta vanta numerose proprietà, quali:
Dà maggiore resistenza alla fatica fisica e mentale
Drena il sistema linfatico da tossine e residui di farmaci
Distrugge i radicali liberi
Rinforza il sistema immunitario
Facilita la digestione
Regolarizza il ciclo mestruale
Riequilibra il tasso di vitamina B12 nei vegetariani
Supporta le diete (assunta 40 minuti prima del pranzo riduce l’appetito)
In Italia, le proprietà curative di questa piccola pianta, definita anche “medicina verde”, sono state confermate da Luciano Pecchiai, un punto di riferimento scientifico della medicina naturale.
Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Milano, è stato primario patologo dell’Ospedale pediatrico “Vittore Buzzi” di Milano e fondatore del Centro di Eubiotica Umana presso lo stesso ospedale. L’erba di grano è poco diffusa anche perché la coltivazione deve essere rigorosamente biologica, inoltre i metodi di estrazione a freddo sono particolarmente costosi.
Chi ha il pollice verde può coltivarla anche in casa, in semplici vassoi, usando terriccio e semi biologici.
Dopo una decina di giorni l’erba sarà già pronta da utilizzare.
Se non avete tempo o il giardinaggio non fa per voi, in commercio si trova il succo di erba di grano, venduto in polvere solubile da sciogliere nell’acqua.
Erba di grano: controindicazioni
Chiaramente non è indicata per chi è allergico o intollerante al frumento, in quanto potrebbe causare eruzioni cutanee, orticaria, difficoltà respiratorie e gonfiore della gola o della bocca.
Come coltivare l'erba di grano in casa
Innanzitutto dobbiamo procurarci dei chicchi di grano biologico (io ho usato il grano duro, ma va bene anche quello tenero), se nella vostra zona ci sono consorzi agrari che vendono sementi biologiche sfuse, questa è sicuramente la soluzione più conveniente; in alternativa potete comprare i semi di grano presso i negozi bio oppure online.
Se vi rivolgete ad un consorzio agrario dovete chiedere il grano "da semina", il grano decorticato o perlato che viene venduto a scopo alimentare non va bene perché non germoglia. Io ho preso qualche manciata di chicchi, ho speso 10 centesimi (10 centesimi!!!) e ho ottenuto 2 raccolti per un totale di 300g, l'equivalente di circa 6 porzioni quotidiane.
In realtà avrei potuto fare anche un terzo e forse un quarto raccolto perché l'erba ricresce velocemente dopo ogni taglio, ma ho preferito fermarmi al secondo perché non so se il valore nutritivo diminuisce dopo ogni taglio.
L'erba di grano cresce senza problemi anche in piccoli contenitori. Io ho usato le vaschette di plastica della frutta/verdura, l'importante è che siano profonde almeno 5 cm.
Praticate dei fori sul fondo con delle forbicine, riempitele di terriccio e disponete i semi preventivamente ammollati per 6 ore. I semi si possono disporre in modo molto fitto come si vede nella foto.
Quantità per 1 dose giornaliera 50 g di erba di grano 150 ml acqua o succo di frutta a vostra scelta
Mettete tutti gli ingredienti nel frullatore e avviate per 1 minuto. Prendete un colino, rivestitelo con un fazzoletto, ponetelo sopra un contenitore sufficientemente capiente e versateci il succo ottenuto. Quando tutto il liquido è filtrato, vedrete che nel fazzoletto è rimasta una poltiglia fibrosa.
Avvitate il fazzoletto e torcetelo per spremere il succo ancora trattenuto nelle fibre.
Il succo così ottenuto va bevuto a digiuno e consumato entro 30 minuti.
Costarica: Jairo, 26 anni, ucciso perchè proteggeva le tartarughe marine
Jairo Mora Sandoval, è stato prima rapito, poi picchiato a sangue, fino alla morte per trauma cranico.
Nei suoi polmoni c'era sabbia. Che colpe aveva questo ragazzo? Difendeva con tutto se stesso le tartarughe marine ed i loro nidi dai chi continua a saccheggiarli per vendere le uova.
Al mercato centrale di San Josè, la capitale del Costrarica e in tutti i mercati delle cittàdine più piccole, è possibile comprare tranquillamente uova di tartaruga...perchè?
Sono forse un piatto prelibato?
No, ancora oggi nel 2013, con tutto il viagra e simili a disposizione, migliaia di idioti vogliono mangiare le uova di tartaruga perchè sono afrodisiache.
Il commercio in alcune zone è talmente fiorente che le uova vengono barattate con la droga, e i narcotrafficanti sono coinvolti in questo scempio.
Questo aveva denunciato Jairo alla televisione prima di essere ucciso. Altre due ragazze erano state rapite, e fortunatamente sono riuscite a fuggire dalla loro prigione prima che gli assassini tornassero dal luogo in cui avevano portato Jairo.
Cosa fanno i volontari? Si passa tutta la notte facendo ronde in spiaggia, a gruppi di due e o tre persone.
Si dorme tutti quanti lì, e ci si turna ogni 2 o tre ore. Si utilizzano torce a luce rossa, per non spaventare le tartarughe che vengono a nidificare a decine. Si contano, si controlla se hanno un microchip, grazie al quale è possibile conoscere i loro spostamenti e vedere come questi animali tornino ogni anno a deporre le uova nello stesso luogo.
Si tengono lontane le persone che vogliono rubare le uova. Dopo aver scavato per ore le tartarughe marine, depongono centinaia di uova, e questo è necessario per l'altissimo numero di piccoli che muoiono dopo la schiusa, mangiati da predatori di ogni tipo, dagli uccelli sulla spiaggia ai pesci in mare.
Mesi fa, i volontari avevano iniziato a spostare le uova dai nidi ad un'incubatrice, che è stata distrutta da uomini armati dopo che il numero di uova disponibili da rubare era troppo diminuito.
La raccolta delle uova di tartaruga è permessa unicamente a certe comunità rurali, come fonte di sussistenza, ma il business è smisurato, e chiunque abbia bisogno di denaro ne approfitta.
In risposta a quello che è successo, il progetto di protezione delle tartarughe è stato sospeso, la Presidente del Costarica, Laura Chinchilla, ha fatto un discorso in cui chiama le persone come Jairo estremisti ambientali, che vogliono fermare il progresso del paese trasformandolo in un museo di scienze naturali.
Il vicepresidente del Costarica, Alfio Piva, Direttore dell'Inbio (che dovrebbe lavorare per proteggere la biodiversità), dice alle tv di tutto il mondo che è stata colpa del ragazzo, che si è messo in pericolo entrando in contrasto con i narcotrafficanti..
Vergogna.
Il Costarica, vive di turismo, migliaia di dollari arrivano a questo paese per la tutela dell'ambiente e della fauna da tutto il mondo, e l'ecoturismo è una delle fonti di ricchezza principali.
E' solo una facciata?
Questo è quanto avviene in barba al fatto che queste creature che esistono dal tardo Triassico, circa 215 milioni di anni e che ora sono in via d'estinzione
L’uomo sta causando l'estinzione di numerose specie, mentre molte altre sono già estinte ad opera sua. Aiutateci a rendere la morte di Jairo un faro che porti alla tutela integrale delle tartarughe e delle loro uova.
Firmate qui le petizioni e inviate automaticamente una lettera alla Presidente del Costarica, chiedendo giustizia:
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