Conosciuto fin dai tempi degli Aztechi, lo Stramonio era utilizzato in molte culture come pianta necessaria per la divinazione.
Lo stregone, dopo aver ingerito foglie o semi triturati, cadeva in uno stato di trance durante il quale veniva posseduto dagli spiriti. Al risveglio, poteva annunciare a tutta la popolazione i messaggi che gli erano stati svelati durante il sonno allucinatorio.
Durante riti di iniziazione, lo stramonio era utilizzato come mezzo per ottenere visioni della vita futura dei ragazzi che passavano dalla giovinezza alla vita adulta.
In alcuni riti notturni africani, lo stramonio veniva fatto ingerire a ragazze filatrici di cotone, che riuscivano poi a essere sedate solo da un battitore di tamburo che le induceva a ballare una danza liberatoria.
Presso alcune popolazioni indiane, parti della piana venivano considerate fondamentali, mischiate ad altri ingredienti, per la preparazione di un potente afrodisiaco che veniva utilizzato per amplificare ed accelerare il piacere femminile.
Originario secondo alcune fonti del Messico, lo stramonio (Datura Stramoium, famiglia delle Solanacee, la stessa della Mandragola) è una pianta molto diffusa, più abbondante nelle regioni tropicali e rarissima in quelle artiche.
Introdotta probabilmente in europa nella seconda metà del XVI secolo, in Italia cresce spontaneamente in quasi tutte le regioni, lungo le strade di campagna o in zone incolte.
Lo stramonio è una pianta erbacea a ciclo annuale.
Il fusto glabro, alto anche fino ad un metro, è ramoso e biforcato, con grandi foglie lobate di color verde brillante.
Il frutto, capsula globosa simile a una noce per dimensione e forma ma ricoperta di spine, contiene al suo interno numerosi semi rugosi e reniformi che, verso ottobre, vengono liberati verso l'alto.
I fiori di forma tubolare, ermafroditi, sono presenti da giugno all'autunno nelle zone terminali dei rami e composti da 5 petali pieghettati e acumitati, di colore bianco con eventuali sfumature violastre.
Di aspetto avizzito durante il giorno, i petali mostrano la loro bellezza aprendosi nelle ore notturne ma rilasciano un penetrante odore sgradevole che attira le farfalle notturne.
Nonostante la pianta appartenga alla stessa famiglia di patata, pomodoro e melanzana, a causa degli alcaloidi contenuti (atropina, scopolamina e iosciamina), fiori, semi e foglie sono altamente tossici se ingeriti.
Spesso parti della pianta vengono essiccate e utilizzate sotto forma di tisana, fumate oppure ingerite per indurre stati allucinatori, ma la soglia tra questi e problemi molto più seri seri è piccola, a causa della varietà di concentrazione delle sostanze attive presenti nelle varie parti.
Gli effetti collaterali si manifestano dopo circa 30-45 minuti dall'ingestione, i più comuni sono: secchezza delle fauci, prurito della pelle, ipersensibilità verso la luce degli occhi e dilatazione, a volte estrema e di lunga durata, delle pupille.
Altre reazioni comuni, nella fase più critica dell'avvelenamento, sono: crisi di panico, capogiri e vertigini, eccitazione, delirio, comportamento aggressivo, difficoltà a urinare, ipotermia, follia, delirio, allucinazioni e, nei casi più gravi, depressione dei centri bulbari,ipotensione e coma.
La durata degli effetti ha tempi molto variabili a seconda della quantità di sostanza ingerita e variano da alcune ore a 5-10 giorni. Negli avvelenamenti più gravi, la morte solitamente sopraggiunge per paralisi dell'apparato respiratorio.
Fonte: www.latelanera.com