Un ghiacciaio di sale, di 14 chilometri di diametro.
Siamo sui monti Zagros e in nessun'altra parte del mondo è possibile vedere lo stesso spettacolo: qui il clorurio di sodio ha formato cupole e appuntite stalagmiti, creando uno spettacolo surreale.
Siamo in Iran, sulla catena montuosa formata dalla collisione della placca euroasiatica con quella arabica.
Qui nell'antichità esisteva un passo chiamato Porta persiana.
Ma in pochi sanno che milioni di anni fa, gran parte di quest'area faceva parte del Golfo Persico.
Oggi i monti Zagros corrono parallelo alla costa iraniana e finiscono sullo stretto di Hormuz.
Ma il golfo dell'oceano Indiano che oggi bagna le coste di Oman, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Bahrain, Kuwait, Iraq e Iran un tempo era molto più grande di come lo conosciamo. Inondava, infatti, vaste aree della penisola arabica nel sud e dell'Iran a ovest. E questo ghiacciaio salino ne è la prova.
Man mano che l'acqua evaporava e si ritirava, lasciava dietro di sé enormi quantità di sale.
Sale che, con le piogge, si è accumulato nelle vallate, addensandosi strato dopo strato e creando, secolo dopo secolo, quest'incredibile spettacolo naturale.
A formare le «cupole» - ovvero i diapiri dalla tipica forma a cupola pianeggiante al centro e con i fianchi più o meno inclinati - è stato un fenomeno geologico in cui il sale si comporta come un fluido: il peso dei sedimenti spinge verso il basso sullo strato di sale, comportandone la risalita attraverso le rocce sovrastanti.
E quando il composto chimico elettricamente neutro trova un passaggio, apre una breccia e si diffonde orizzontalmente, creando un ghiacciaio salino.
Solo nella parte meridionale dei monti Zagros ci sono più di 130 cupole di sale, doline carsiche e decine di cave, inclusa la grotta di sale più lunga al mondo, di 6,4 chilometri nel monte Namakdan.
Fonte: lastampa.it