giovedì 11 aprile 2013
Lo sguardo degli animali
“Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l’intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l’uno dall’altro per potersi, al loro rincontrarsi, stupirsi l’uno dell’altra”
(Arthur Schopenhauer)
I sussurri della natura
“Tutta la natura sussurra i suoi segreti a noi attraverso i suoi suoni. I suoni che erano precedentemente incomprensibili alla nostra anima, ora si trasformano nella lingua espressiva della natura”
(Rudolf Steiner)
Il segreto del geco
L'abilità del geco di aderire alle superfici umide varia in funzione della loro composizione chimica. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy o f Sciences” firmato da Alyssa Y. Stark, del dipartimento di scienza dei polimeri dell'Università di Akron, in Ohio, che ha analizzato la capacità di adesione a quattro superfici umide e asciutte di sei diverse specie tropicali del piccolo rettile.
L'adesione è il fenomeno per cui due oggetti posti a contatto tendono a rimanere attaccati. La forza che attrae tra loro le due diverse superfici è in realtà la manifestazione macroscopica delle forze attrattive di Van der Walls che agiscono a livello microscopico tra le molecole.
La comprensione sempre più dettagliata di queste forze è fondamentale nel campo industriale per la fabbricazione delle colle, ma interessa anche biologi e zoologi. La straordinaria capacità del geco di rimanere aggrappato a superfici anche completamente lisce, come il vetro, ha stimolato da decenni la curiosità dei ricercatori che hanno studiato la meccanica di adesione delle sue zampe nei suoi dettagli nano- e microscopici, ma sempre in condizioni asciutte. Si sa dunque assai poco di come se la cavi questo rettile in condizioni umide, che sono quelle si trovano molto spesso in natura.
Nel corso della ricerca, l'apparato sperimentale progettato da Stark consentiva di muovere la superficie su cui si trovava il geco fino a quando l'animale non iniziava a scivolare. La misurazione del valore di soglia di questa sollecitazione forniva il valore della forza tangenziale che il geco è in grado di applicare alla superficie per rimanervi adeso.
Quando la stessa superficie veniva bagnata con l'acqua, l'effetto sulla forza adesiva cambiava, in funzione della “bagnabilità” della superficie stessa. Nel caso delle superfici idrofile, come il vetro, su cui le gocce di acqua tendono a perdere la loro forma e a distribuirsi su un'ampia superficie, il film sottile di acqua che rimaneva tra la superficie e il piede del geco diminuiva l'adesione.
Al contrario, su superfici idrofobe, e quindi a bassa bagnabilità, come quelle ricoperte da sostanze cerose delle piante tropicali, le aree di contatto con le dita del geco rimanevano asciutte, e l'adesione complessiva non veniva influenzata dalla presenza di acqua.
Secondo gli autori, i risultati hanno notevoli implicazioni per la progettazione di superfici che consentano di mantenere un alto grado di adesione reciproca anche quando sono bagnate.
IL FIUME SOTTERRANEO DI PUERTO PRINCESA, FILIPPINE
Il fiume sotterraneo di Puerto Princesa è situato all'interno del territorio dell'omonimo Parco Nazionale, posto a circa 50 km dalla città di Puerto Princesa, nella provincia di Palawan; è considerato il fiume sotterraneo più lungo al mondo.
Il fiume scorre al di sotto della catena montuosa di San Paolo e lungo il suo percorso attraversa grotte ricche di stalattiti e stalagmiti, per poi sfociare sul Mar Cinese Meridionale. Una parte del fiume è navigabile e offre al visitatore uno dei percorsi più affascinanti all'interno di uno spettacolare ambiente naturale: una volta entrati attraverso l'apertura della caverna, ci si immerge in un luogo ricco di cunicoli e gallerie dove cresce una folta vegetazione formata da varie specie di piante, abitata da diversi animali, tra cui prevalgono le scimmie. L'estuario del fiume è soggetto alle maree. Tra i vari condotti attraversabili in canoa, caratteristico è il passaggio all'interno dell' “Autostrada di Dio” (God's Highway), una galleria rettilinea lunga 400 metri, dalle cui pareti scendono grosse stalattiti. La vasta area protetta del parco è caratterizzata dalla compresenza di più ecosistemi diversi tra loro: le numerose specie vegetali e animali che vivono in questo territorio, si distribuiscono tra i vari ambienti naturali montani e marini. La regione ospita anche una delle più importanti foreste asiatiche. Tra le diverse possibilità di esplorare l'ambiente del parco, i visitatori possono sperimentare attività come il Bird-watching, il trekking o le escursioni.
Il parco rappresenta una delle aree naturali tra le più ricche al mondo ed è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Il fiume scorre al di sotto della catena montuosa di San Paolo e lungo il suo percorso attraversa grotte ricche di stalattiti e stalagmiti, per poi sfociare sul Mar Cinese Meridionale. Una parte del fiume è navigabile e offre al visitatore uno dei percorsi più affascinanti all'interno di uno spettacolare ambiente naturale: una volta entrati attraverso l'apertura della caverna, ci si immerge in un luogo ricco di cunicoli e gallerie dove cresce una folta vegetazione formata da varie specie di piante, abitata da diversi animali, tra cui prevalgono le scimmie. L'estuario del fiume è soggetto alle maree. Tra i vari condotti attraversabili in canoa, caratteristico è il passaggio all'interno dell' “Autostrada di Dio” (God's Highway), una galleria rettilinea lunga 400 metri, dalle cui pareti scendono grosse stalattiti. La vasta area protetta del parco è caratterizzata dalla compresenza di più ecosistemi diversi tra loro: le numerose specie vegetali e animali che vivono in questo territorio, si distribuiscono tra i vari ambienti naturali montani e marini. La regione ospita anche una delle più importanti foreste asiatiche. Tra le diverse possibilità di esplorare l'ambiente del parco, i visitatori possono sperimentare attività come il Bird-watching, il trekking o le escursioni.
Il parco rappresenta una delle aree naturali tra le più ricche al mondo ed è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
La modella di Leonardo forse seppellita sotto un convento
Parte ufficialmente, dal convento di Sant'Orsola a Firenze, la campagna di ricerca che, per la prima volta, mira a trovare la tomba, e possibilmente i resti, della modella che ispirò Leonardo da Vinci per la Gioconda, uno dei dipinti più famosi della storia dell'arte, oggi custodito al Louvre.
L'enigmatico sorriso della Monna Lisa e il mistero che per lungo tempo ha circondato la sua identità, hanno reso il dipinto uno dei più misteriosi e affascinanti del maestro fiorentino.
Il ritrovamento dei resti della Gioconda potrebbe mettere fine, una volta e per sempre, al dibattito su chi sia la donna rappresentata da Leonardo.
Anche se oggi si ritiene, a larga maggioranza, che si tratti di Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco Del Giocondo, per molti anni sull'identità della donna si sono fatte le più svariate ipotesi. Qualcuno vi ha voluto vedere Isabella d'Este, che più volte aveva chiesto a Leonardo di essere ritratta, altri l'hanno identificata con tale Gualanda, una delle amanti di Giuliano de' Medici e altri ancora vi hanno scorto un autoritratto di Leonardo in vesti femminili, allusione chiara alla sua omosessualità.
In realtà oggi pare che per svelare il mistero non si dovesse cercare molto lontano: Giorgio Vasari, autore nel XVI secolo di una biografia di grandi artisti e artista a sua volta, racconta infatti che Leonardo "Prese a fare per Francesco del Giocondo ritratto di Monna Lisa e penatovi per quattro anni lo lasciò incompleto".
E proprio da questa verità partirebbero ora gli scavi degli studiosi: la moglie del mercante fiorentino, alla morte del marito, si ritirò infatti nel convento di Sant'Orsola, dove morì, come attesterebbe un documento rinvenuto nella basilica di San Lorenzo nel 2007. Trovare i resti della Gioconda, e in particolare il teschio, permetterebbe oggi, grazie alle ricostruzioni tridimensionali, la comparazione con il dipinto e la potenziale fine di illazioni sull'identità della modella.
Ma fra gli studiosi e la scoperta della verità, sembra ci sia un ultimo, non trascurabile problema.
Se è molto probabile che Lisa Gherardini sia stata sepolta all'interno del convento dove aveva passato gli ultimi anni della sua vita, è però anche probabile che i suoi resti siano irrecuperabili: negli anni 80 il convento di Sant'Orsola fu sottoposto a pesanti lavori di ristrutturazione e la Monna Lisa potrebbe ora riposare in una delle discariche dove furono portati i materiali di risulta.
Skorpios, il jet set degli anni Sessanta
Skorpios, la leggendaria isola privata degli Onassis, infilata tra Lefkada e la Grecia continentale nel mar Ionio, dice addio alla storica famiglia del patriarca Aristotele, e finisce nelle mani di un anonimo miliardario russo. Finisce così l'epoca del jet set degli anni Sessanta, di cui l'armatore greco e sua moglie Jackie, già vedova Kennedy, furono i protagonisti. Top secret il prezzo, ma la proprietà è stimata circa 200 milioni di dollari.
Creata la foglia artificiale
Energie alternative:
creata la «foglia» artificiale.
«Riscalda da sola una casa» MILANO - Una foglia artificiale che riscalda un intero appartamento.
Alcuni studiosi l'hanno già definita «il Santo Graal della scienza» e affermano che grazie al suo ulteriore sviluppo ogni casa del futuro potrebbe riuscire a produrre autonomamente l'energia elettrica di cui ha bisogno.
Questa cella solare, sviluppata da un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (Mit) guidato dal professor Daniel Nocera e presentata al 241esimo meeting nazionale dell'American Chemical Society ad Anaheim, in California, è grande più o meno quanto una carta da gioco e riproduce il processo di fotosintesi clorofilliana delle piante trasformando la luce del sole e l'acqua in energia.
Ma con una sostanziale differenza: l'energia prodotta dalla foglia artificiale è 10 volte superiore a quella creata dalla fotosintesi naturale.
Turchia, Ziyarettepe. Misteriosa tavoletta in cuneiforme con una ingua sconosciuta
Il ritrovamento di una tavoletta rinvenuta presso gli scavi di Ziyarettepe è stato causa di grande fermento presso la comunità internazionale di storici e archeologi.
La tavoletta infatti, che risale all’Ottavo secolo, è incisa con quella che sembrerebbe a tutti gli effetti una lingua sconosciuta. Attualmente la tavoletta è ancora oggetto di studio.
Una tavoletta risalente all’VIII secolo a.C. iscritta con una lingua sconosciuta e ritrovata presso gli scavi di Ziyarettepe ha suscitato una grande emozione presso gli archeologi.
Secondo Nevin Soyukaya, direttore le Museo Diyarbakir che sta supervisionando gli scavi, la tavoletta è un reperto importantissimo per l’approfondimento della storia dell’uomo in queste regioni. Il dottor Timothy Matney, docente presso la Akron University negli Stati Uniti, ha affermato che l’insediamento di Ziyarettepe, costituito da 32 ettari di terra presso il fiume Tigri e risalente in un periodo che va dal terzo secolo al Settecento a.C., è uno dei più antichi in tutta la zona e costituiva un importante centro strategico per gli Assiri, in quanto costituiva un luogo di comando e di accoglienza per i militari assiri, con tanto di maestoso palazzo che fungeva da residenza per il governatore quando doveva risiedere per qualche tempo tra le montagne.
E la tavoletta in questione è stata ritrovata tra le rovine bruciate della stanza del trono del palazzo nel centro di comando assiro di Tuşhan. Possibilità della scoperta di una lingua finora sconosciuta Il traduttore della tavoletta, dottor John MacGinnis dell’Università di Cambridge, ha affermato che la tavoletta è stata incisa in una scrittura cuneiforme assira e rappresenta un ritrovamento molto significativo per storici e archeologi.
La traduzione della tavoletta ha richiesto parecchio tempo, e ha portato alla scoperta di un elenco di nomi di donna all’interno del testo: molto probabilmente si trattava di donne che avevano lavorato a Tuşhan.
Lo studioso ha anche affermato che la cosa più sorprendente di questa scoperta è che i nomi sulla tavoletta non sono nomi assiri; questo fatto è stato confermato coinvolgendo un grande numero di studiosi e comparando i nomi con tante altre antiche lingue mediorientali.
Nessuna delle lingue prese in considerazione, però, corrispondeva ai nomi individuati; non si tratta di persiano né di egizio, né di arabo, né di ebraico né di aramaico.
Secondo il professore, l’ipotesi più plausibile è che i nomi appartengano alla lingua Shubria, che è anche il nome di quella regione prima dell’arrivo degli Assiri.
Un’altra possibilità altrettanto plausibile potrebbe essere quella che le donne siano state trasferite in loco dai Monti Zagros, che si trovano vicino alla frontiera tra Iraq e Iran. McGinnis ha voluto sottolineare l’importanza del ritrovamento della tavoletta in quanto riporta tracce di una lingua nuova. Nella tavoletta sono incisi i nomi Bisunume, Ninuaya, Malinayasi, Sasimi, Pinda e Impane, e tutto quanto ritrovato finora fa pensare che il sito archeologico corrisponda al centro di stato chiamato ‘Tuşhan’ a Ziyarettepe. Storia della regione
Secondo quanto afferma il professor Kemalettin Köroğlu della Marmara University, più di tre milioni di persone sono state riallocate e trasferite dagli Assiri.
La lingua Shubria non è ancora molto conosciuta e non ne era mai stata ritrovata traccia per iscritto, ma è ormai certo che un gruppo di donne riallocate ha lavorato presso il palazzo assiro, il che costituiva una pratica standard presso i sovrani del regno.
La tavoletta infatti, che risale all’Ottavo secolo, è incisa con quella che sembrerebbe a tutti gli effetti una lingua sconosciuta. Attualmente la tavoletta è ancora oggetto di studio.
Una tavoletta risalente all’VIII secolo a.C. iscritta con una lingua sconosciuta e ritrovata presso gli scavi di Ziyarettepe ha suscitato una grande emozione presso gli archeologi.
Secondo Nevin Soyukaya, direttore le Museo Diyarbakir che sta supervisionando gli scavi, la tavoletta è un reperto importantissimo per l’approfondimento della storia dell’uomo in queste regioni. Il dottor Timothy Matney, docente presso la Akron University negli Stati Uniti, ha affermato che l’insediamento di Ziyarettepe, costituito da 32 ettari di terra presso il fiume Tigri e risalente in un periodo che va dal terzo secolo al Settecento a.C., è uno dei più antichi in tutta la zona e costituiva un importante centro strategico per gli Assiri, in quanto costituiva un luogo di comando e di accoglienza per i militari assiri, con tanto di maestoso palazzo che fungeva da residenza per il governatore quando doveva risiedere per qualche tempo tra le montagne.
E la tavoletta in questione è stata ritrovata tra le rovine bruciate della stanza del trono del palazzo nel centro di comando assiro di Tuşhan. Possibilità della scoperta di una lingua finora sconosciuta Il traduttore della tavoletta, dottor John MacGinnis dell’Università di Cambridge, ha affermato che la tavoletta è stata incisa in una scrittura cuneiforme assira e rappresenta un ritrovamento molto significativo per storici e archeologi.
La traduzione della tavoletta ha richiesto parecchio tempo, e ha portato alla scoperta di un elenco di nomi di donna all’interno del testo: molto probabilmente si trattava di donne che avevano lavorato a Tuşhan.
Lo studioso ha anche affermato che la cosa più sorprendente di questa scoperta è che i nomi sulla tavoletta non sono nomi assiri; questo fatto è stato confermato coinvolgendo un grande numero di studiosi e comparando i nomi con tante altre antiche lingue mediorientali.
Nessuna delle lingue prese in considerazione, però, corrispondeva ai nomi individuati; non si tratta di persiano né di egizio, né di arabo, né di ebraico né di aramaico.
Secondo il professore, l’ipotesi più plausibile è che i nomi appartengano alla lingua Shubria, che è anche il nome di quella regione prima dell’arrivo degli Assiri.
Un’altra possibilità altrettanto plausibile potrebbe essere quella che le donne siano state trasferite in loco dai Monti Zagros, che si trovano vicino alla frontiera tra Iraq e Iran. McGinnis ha voluto sottolineare l’importanza del ritrovamento della tavoletta in quanto riporta tracce di una lingua nuova. Nella tavoletta sono incisi i nomi Bisunume, Ninuaya, Malinayasi, Sasimi, Pinda e Impane, e tutto quanto ritrovato finora fa pensare che il sito archeologico corrisponda al centro di stato chiamato ‘Tuşhan’ a Ziyarettepe. Storia della regione
Secondo quanto afferma il professor Kemalettin Köroğlu della Marmara University, più di tre milioni di persone sono state riallocate e trasferite dagli Assiri.
La lingua Shubria non è ancora molto conosciuta e non ne era mai stata ritrovata traccia per iscritto, ma è ormai certo che un gruppo di donne riallocate ha lavorato presso il palazzo assiro, il che costituiva una pratica standard presso i sovrani del regno.
La meta
Accade spesso che ci si crea una meta, un punto d’arrivo, un obiettivo. Questo diventa la ragione della nostra esistenza. Non si fa altro che immaginare quel punto in fondo alla nostra strada. Lo si desidera, lotti per raggiungerlo e pensi che al mondo nulla ti darà la felicità che esso potrà darti.
Poi un giorno qualunque, “tac”, succede qualcosa, “tac” e la meta non è più visibile.
Ci soffri, ti strapperesti i capelli, te la prendi con il mondo, ma poi, in un giorno di indescrivibile tristezza, ti guardi intorno e noti quella strada che stavi percorrendo, da anni ormai, e ti accorgi di non averle mai dato attenzione. Quella strada è piena di tutto, tutto ciò che non hai vissuto perché accecato dalla tua meta, e di colpo essa diventa una moltitudine di variabili dettate dalle casualità della vita. Dentro te tutto questo non fa male, non fa paura, ma ti fa sentire libero.
Scoprirai poi che l’inatteso e l’impensabile ti riempirà di gioia perché sarà una sorprendente ventata di vita e capirai che è proprio quella la chiave della felicità.
Le ingiustizie sociali sempre per un tornaconto politico
Protesta dei rifugiati: vogliono piu’ soldi, aggrediti i poliziotti
«A me danno 30 euro al giorno – racconta Issa, giovane del Burkina Faso che, dopo essere scappato nel 2011 dalla Libia, vive a Sezze con moglie e figlio assieme a un’altra coppia di immigrati – altrove 35, a Latina ne danno addirittura 40. Eravamo qui per chiedere i dieci euro in più che ci erano stati promessi
Qui il razzismo non centra nulla
Si parla di equità
Un operaio italiano con famiglia prende circa 1.200.00 euro al mese e lavora 8 ore da questa cifra deve togliere tasse scuola spostamenti per il lavoro mutui ecc ecc
Gli immigrati prendono la stessa cifra non facendo nulla (o peggio) hanno scuole gratis spostamenti (li pagano?) tasse niente e molto spesso altre sovvenzioni pubbliche
I nostri pensionati che hanno lavorato una vita hanno pensioni da fame si sognano i 1.200.00euro
Ma dobbiamo guardare e tacere perchè se protesti sei razzista
Io invece protesto per questo stato di cose trovo vergognoso che lo Stato Italiano penalizzi i suoi cittadini per avvantaggiare gli stranieri non succede da nessuna parte solo qui perchè rappresenta il voto di scambio.
Non per nulla si vedono file infinite alle primarie e sono pure pagati per votare.
PS I nostri pensionati non protestano, non assaltano i poliziotti non spaccano non incendiano tutto.
Si siedono su una panchina e aspettano la morte sperando che arrivi presto
Qui il razzismo non centra nulla
Si parla di equità
Un operaio italiano con famiglia prende circa 1.200.00 euro al mese e lavora 8 ore da questa cifra deve togliere tasse scuola spostamenti per il lavoro mutui ecc ecc
Gli immigrati prendono la stessa cifra non facendo nulla (o peggio) hanno scuole gratis spostamenti (li pagano?) tasse niente e molto spesso altre sovvenzioni pubbliche
I nostri pensionati che hanno lavorato una vita hanno pensioni da fame si sognano i 1.200.00euro
Ma dobbiamo guardare e tacere perchè se protesti sei razzista
Io invece protesto per questo stato di cose trovo vergognoso che lo Stato Italiano penalizzi i suoi cittadini per avvantaggiare gli stranieri non succede da nessuna parte solo qui perchè rappresenta il voto di scambio.
Non per nulla si vedono file infinite alle primarie e sono pure pagati per votare.
PS I nostri pensionati non protestano, non assaltano i poliziotti non spaccano non incendiano tutto.
Si siedono su una panchina e aspettano la morte sperando che arrivi presto
Pablo Neruda
Nella notte entreremo
a rubare un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'è andato l'inverno
e il melo appare trasformato
d'improvviso in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie ruberanno le stelle.
E cautamente nella nostra casa
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera
(Pablo Neruda)
a rubare un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'è andato l'inverno
e il melo appare trasformato
d'improvviso in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie ruberanno le stelle.
E cautamente nella nostra casa
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera
(Pablo Neruda)
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