mercoledì 29 gennaio 2014
The Dark Hedges: il sentiero incantato dell'Irlanda del Nord
In Irlanda del Nord esiste un luogo magico, un sentiero affiancato da alberi che creano una vera e propria ambientazione Fantasy. Questa meraviglia della Natura si trova nei pressi di Bregagh Road, lungo una strada secondaria del villaggio di Armoy.
Nel corso degli ultimi tre secoli gli alberi che affiancano il sentiero si sono sviluppati fino ad intrecciare i propri rami in modo artistico. L'effetto è a dir poco spettacolare.
Gli alberi furono piantati attorno al 1750 dalla famiglia Stuart, con l'intenzione di creare uno scenario mozzafiato, per stupire i visitatori della propria tenuta.
Raggiunsero davvero il risultato desiderato, che i viaggiatori che raggiungono l'Irlanda del Nord possono ammirare tuttora.
Fino ad una quindicina di anni fa, soltanto gli abitanti del luogo conoscevano l'esistenza di The Dark Hedges.
Nel 1998 l'ufficio turistico irlandese iniziò ad utilizzare proprio questo luogo per promuovere il turismo nella nazione. Ecco che i viaggiatori hanno potuto così scoprire e visitare questa meraviglia.
Si tratta di una delle località più fotografate del mondo. In breve tempo è diventata una delle location preferite dagli sposi, per i servizi fotografici del matrimonio.
La popolarità di The Dark Hedges ha raggiunto anche il mondo del cinema.
Diverse scene di Game Of Thrones sono state girate proprio qui. Il noto fotografo Jim Zuckerman ha descritto il sentiero fantasy irlandese come uno dei luoghi più belli del mondo.
Gli alberi formano un tunnel davvero spettacolare, con effetti di luce differenti nelle varie ore del giorno.
Il luogo diventa davvero misterioso poche ore prima del sopraggiungere della notte.
La mattina e la sera sono i momenti migliori per visitare e fotografare The Dark Hedges, ma purtroppo vedono un affisso turistico molto elevato. Per questo motivo bisognerebbe raggiungere la località all'alba o poco prima che scenda la notte, per poter godere del paesaggio meraviglioso e dei suoni della natura.
Secondo le leggende locali, il sentiero sarebbe infestato dal fantasma della Grey Lady, una dama in grigio che di tanto in tanto attraverserebbe il sentiero con la massima leggerezza, fino a raggiungere l'ultimo albero.
Alcuni credono che si tratti del fantasma di una giovane donna morta nella tenuta in circostanze misteriose. Naturalmente non tutti credono alle leggende, ma nessuno può negare l'atmosfera soprannaturale che caratterizza il sentiero.
Marta Albè
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione
Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928) è un linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense.
Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.
1 – La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica.
“Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.
Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3 – La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90:
uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4 – La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente.
Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9 – Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente.
Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso.
Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.
[Fonte: Informare per resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Nonostante sia da alcuni criticato per le sue posizioni altermondiste vicine al movimento anti-globalizzazione, i maggiori organi d'informazione dimostrano grande considerazione e stima per lo studioso.
Il New York Times scrive: "Egli è anche un intellettuale fastidiosamente bipartito.
Da un lato vi è un ampio corpus rivoluzionario di eruditi studi linguistici altamente tecnici, in gran parte troppo difficili per chiunque non sia linguista professionista o filosofo; dall'altro, un corpus altrettanto considerevole di scritti politici, accessibili a qualsiasi persona alfabetizzata, spesso esasperatamente ingenui. Il "problema Chomsky" è quello di spiegare come questi due aspetti combacino".
The Nation: "Noam Chomsky è una fonte inesauribile di sapere". The Guardian: "Insieme a Marx, Shakespeare e la Bibbia, Chomsky è tra le dieci fonti più citate nella storia della cultura".
Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.
1 – La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica.
“Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.
Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3 – La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90:
uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4 – La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente.
Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9 – Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente.
Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso.
Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.
[Fonte: Informare per resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Nonostante sia da alcuni criticato per le sue posizioni altermondiste vicine al movimento anti-globalizzazione, i maggiori organi d'informazione dimostrano grande considerazione e stima per lo studioso.
Il New York Times scrive: "Egli è anche un intellettuale fastidiosamente bipartito.
Da un lato vi è un ampio corpus rivoluzionario di eruditi studi linguistici altamente tecnici, in gran parte troppo difficili per chiunque non sia linguista professionista o filosofo; dall'altro, un corpus altrettanto considerevole di scritti politici, accessibili a qualsiasi persona alfabetizzata, spesso esasperatamente ingenui. Il "problema Chomsky" è quello di spiegare come questi due aspetti combacino".
The Nation: "Noam Chomsky è una fonte inesauribile di sapere". The Guardian: "Insieme a Marx, Shakespeare e la Bibbia, Chomsky è tra le dieci fonti più citate nella storia della cultura".
Il mitologico monte Olimpo
Alto 2.917 metri s.l.m. e situato nella parte settentrionale, tra la Tessaglia e la Macedonia, vicino al Mare Egeo è il più alto massiccio di tutta la Grecia; dal 1938 è diventato Parco Nazionale la cui estensione è di circa 3.998 ettari, interamente ricoperto da una fitta vegetazione di montagna.
La vetta, il Mitikas, è perennemente circondata dalle nubi e per tale motivo era definita la dimora degli dei. Queste erano dette, gli olimpi e furono costruite da Efesto.
Zeus, il padre degli dei vi dimorava con Era la moglie, Poseidone suo fratello ed Estia sua sorella, Ares, Ermes, Efesto, Atena e i gemelli Apollo e Dioniso; Ade, abitava, al contrario, negli inferi e Demetra invece, vivrà nell’Ade accanto alla figlia Persefone per diversi mesi all’anno.
Il mito ci racconta che durante i banchetti, gli dei erano allietati dalle Muse e festeggiavano con nettare e ambrosia.
Per tornare nella realtà, all’Olimpo vi si può accedere con una camminata che richiede almeno due giorni, il paesaggio è estremamente suggestivo, soprattutto la gola di Enippeas riserva un panorama mozzafiato; a 2000 metri di altezza, c’è un rifugio dove si può pernottare, prima di raggiungere il Mitikas.
Nicolas Flamel Alchimista
Nicolas Flamel (Pontoise, 28 settembre 1330 – Parigi, 22 marzo 1418) fu uno scrivano, libraio e alchimista francese.
La reputazione di Flamel come alchimista nacque dopo la sua morte, legata alla leggenda della pietra filosofale.
Si suppone che Flamel sia stato il più completo fra gli alchimisti europei.
Le leggende narrano che riuscì a perseguire quelli che sono ritenuti gli obiettivi principali dell'alchimia: creò la pietra filosofale, in grado di trasformare il piombo in oro, e assieme a sua moglie Perenelle ottenne l'immortalità. La sua vita non è un mito: la sua casa a Parigi, costruita nel 1407, è ancora in piedi e si trova al numero 51 di rue de Montmorency (III arrondissement di Parigi), dove ora c'è un ristorante. Le sue imprese, tuttavia, sono materia da leggenda. Fin da giovanissimo Flamel lavorò come scrivano giurista a Parigi, e avviò un fiorente commercio di libri e manoscritti, e si suppone che Flamel abbia ricevuto da un vecchio Rabbino di nome Nazard un libro misterioso, scritto da un antico personaggio noto come Abramo L'Ebreo.
Il libro era pieno di parole cabalistiche in greco ed ebraico.
Flamel dedicò la sua vita al tentativo di comprendere il testo di questi segreti perduti.
Viaggiò per le università in Andalusia per consultare le massime autorità ebraiche e musulmane.
A Santiago de Compostela incontrò un misterioso maestro ebreo convertito, Leon che gli insegnò l'arte di comprendere il suo manoscritto.
Si crede che il 17 gennaio 1382 Flamel riuscì nella trasmutazione del piombo in argento e l'anno seguente riuscì a trasmutare il piombo in oro.
Dopo il suo ritorno dalla Spagna, Flamel fu in grado di diventare ricco: la conoscenza che ricavò durante i suoi viaggi lo resero un maestro dell'arte alchemica.
Flamel diventò un filantropo, donando ospedali e chiese grazie ai ricavi provenienti dal suo lavoro alchemico.
Flamel fece sì che degli arcani simboli alchemici venissero scolpiti sulla sua lapide, attualmente conservata al Museo Nazionale del Medioevo presso l'Hotel de Cluny di Parigi.
La sua tomba è vuota; alcuni dicono che fu saccheggiata da persone in cerca dei suoi segreti alchemici.
D'altra parte, se Flamel ha di fatto raggiunto il segreto dell'immortalità, la sua tomba vuota può avere altra spiegazione.
Ci sono teorie sostenute da vari intellettuali che affermano il fatto che Flamel era in vita fino a qualche anno fa.
Con il tempo si viene a sapere che è morto dopo aver distrutto la Pietra Filosofale (Pietra dell'Immortalità) da lui creata.
Il vanitoso pavone
Bellissimo uccello del genere Pavo, il Pavone è presente in natura in due differenti specie: il Pavone comune (Pavo cristatus) ed il Pavone specifero (Pavo muticus).
Il primo, sicuramente il più conosciuto e diffuso, presenta dimensioni piuttosto notevoli ed un dimorfismo sessuale molto marcato.
Ad essere dotato di una coda erettile (formata da penne che raggiungono anche i due metri di lunghezza) dal caratteristico e scenografico piumaggio blu elettrico-metallico con focature molto simili ad occhi è solo il maschio mentre la femmina ne è sprovvista ed è tendenzialmente bruna e bianca con riflessi verdi solo in prossimità del collo e del petto.
Alla specie comune appartengono anche le particolari razze con il mantello completamente bianco ed il cosiddetto Pavone dalle ali nere che, come suggerisce il nome, ha ali molto scure quasi tendenti al nero.
Il Pavone specifero differisce da quello comune principalmente per le dimensioni decisamente maggiori e per la forma del ciuffo occipitale.
Il Pavone comune è originario delle zone boschive dell’India e dell’Isola di Ceylon e fu importato in Europa in epoca romana soprattutto per la squisitezza delle sue carni.
La specie Muticus ha avuto origine nell’isola di Giava e di Sumatra. Ad oggi le diverse specie si adattano a vivere bene in qualsiasi ambiente.
Uccello molto territoriale e non proprio bonario con le altre specie animali, il Pavone vive in gruppi piuttosto numerosi composti da esemplari di entrambi i sessi.
Le abitudini sono principalmente diurne: durante le ore del giorno esso va a caccia di insetti e piccoli invertebrati di cui nutrirsi ed all’approssimarsi della notte sceglie un luogo riparato presso il quale appollaiarsi e riposare.
Il maschio di Pavone si accoppia generalmente con almeno 4 o 5 femmina ad ogni stagione riproduttiva. Quest’ultime depongono dalle 4 alle 9 uova che verranno incubate per poco meno di un mese. Al momento della nascita i pulcini mostrano già una discreta abilità nei movimenti e riescono a seguire la madre nella ricerca del cibo.
Testimonianza di un ucraino che vive nel paese
Io abito in Ucraina e vorrei informarvi che qui nessuno combatte per entrare in UE come dicono i vostri telegiornali, combattiamo per far crollare un governo di ladri (proprio come il vostro), le informazioni che stanno dando in Italia su questo caso sono tutte false!!
Sono già morte 5 persone più due corpi dei manifestanti sono state trovati fuori città, durante gli scontri sono spariti altri 30 manifestanti, senza contare tutti quelli che hanno perso la vista o gli arti, la polizia usa proiettili di calibro 12 e vi assicuro che non sono di gomma o plastica, ci sono due morti per mano dei cecchini, la polizia sveste i manifestanti catturati e li versano addosso l'acqua (temperatura -12 gradi), vorrei anche sottolineare che nessuno è pagato per questo e a combattere non sono gli anarchici, gli europeisti o cazzate simili ma il Popolo che combatte per la propria libertà!
Le proteste di piazza che vanno avanti da tre settimane in Ucraina contro la mancata firma del governo a un accordo di associazione con l’Unione Europea hanno fatto scoprire al grande pubblico, fra le altre cose, l’esistenza sul nostro continente di un progetto di integrazione politico-economica distinto e alternativo a quello della Ue: l’Unione doganale fra Russia, Bielorussia e Kazakistan, destinata ad allargarsi ad altri paesi e a trasformarsi entro il 2015 nell’Unione Economica Euroasiatica (Uee).
I manifestanti di Kiev accusano il presidente Yanukovich di avere sabotato all’ultimo momento l’accordo con Bruxelles per portare il paese nella Uee dominata dai russi.
A Washington Hillary Clinton e quasi tutti gli osservatori americani considerano l’Unione Euroasiatica una semplice riedizione dell’Unione Sovietica.
Ricordano che Putin nel 2005 affermò che la dissoluzione dell’Urss era stata «la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo». Yanukovich e il suo Partito delle Regioni negano di voler portare l’Ucraina dentro alla Uee, e continuano a proporre accordi tripartiti fra Ucraina, Russia e Ue.
I commentatori russi filogovernativi profetizzano lo smembramento del paese confinante se l’accordo di adesione alla Ue rivedrà la luce: la stessa minaccia che Putin formulò all’indirizzo di G. W. Bush nel 2008, qualora l’Ucraina fosse entrata nella Nato.
L’Unione Euroasiatica nasce da esigenze difensive: proteggere i confini (in alcuni casi il territorio stesso) della Russia dalla crescente influenza degli Stati Uniti, della Unione Europea, della Cina e dell’islam politico.
L’Unione doganale di Russia, Bielorussia e Kazakistan, pietra angolare della futura Unione Euroasiatica, è entrata in funzione il 1° gennaio 2010.
Rivolto ad Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldovia e Ucraina, il Partenariato orientale si proponeva di arrivare nel giro di pochi anni ad accordi di associazione nei quali la Ue offriva cooperazione, finanziamenti e libera circolazione delle persone in cambio di riforme democratiche e di una liberalizzazione commerciale che all’inizio avrebbe favorito i paesi occidentali, ma nel medio-lungo periodo anche i partner.
I mali del nostro secolo
La malattia di questo secolo?
La bassa autostima.
Dietro a grandi macchine potenti, dietro ai lustrini e ai tacchi vertiginosi, scorgo spesso un ego mozzafiato e una autostima piccola piccola, come la cruna di un ago.
Gli animali mi ricordano, che chi abbaia più forte, è il più piccolo, è chi ha più paura.
Ed oggi giri nelle strade del centro, trovi ricchezza tra gli abiti sgualciti e povertà dietro a grandi macchine griffate ed i lustrini.
Se sei grande dentro, non ti serve urlarlo fuori.
Puoi nasconderti quasi non visto tra le cose e le persone, compiere gesti eroici, grandi imprese.
Sì, non visto, in silenzio, dietro falso nome.
Come gli angeli e i benefattori.
Stephen Littleword
L'assessore nero che demolisce la Kyenge
Il nigeriano, leghista dal '93, contesta il ministro all'Integrazione:
"Il suo ministero è inutile e lo ius soli è una follia"
Leghista e «négher».
«Macché offesa, è la parola bergamasca per definire uno di colore, è un dialetto sacrosanto di un popolo, di cosa mi dovrei scandalizzare, non è vero che sono nero?» chiede ridendo Toni Iwobi, nigeriano di 58 anni, cittadino italiano da una trentina, leghista della prima ora dal '93.
Il segretario Salvini ha proposto che il ministro Kyenge («la Lega è razzista, democrazia in pericolo») si confronti in un faccia a faccia con Iwabi, assessore a Spirano (Bergamo), non eletto per un soffio alle ultime regionali in Lombardia con 2mila preferenze.
In effetti il «leghista-neghèr» («mi sono anche autodefinito la pecora nera della Lega» scherza) è lontano anni luce dalla retorica terzomondista.
Con una semplicità disarmante Iwobi ti spiega che «il ministero dell'Integrazione è una sciocchezza, non serve a niente se non a spendere soldi che si potrebbero usare per cose più serie, come il lavoro.
Dovevano diminuirli i ministeri, non crearne di inutili come quello della Kyenge. Non ho nulla contro la persona, ma sono contro la sua idea politica.
L'integrazione è un percorso individuale.
Se io vengo a casa tua sono io che mi devo integrare, mica sei tu che lo devi fare, lo capisce anche un bambino.
La cittadinanza è un diritto che si conquista con il lavoro, non è un regalo da fare a chiunque».
Il percorso individuale di integrazione Iwobi lo conosce bene, senza un ministero che l'abbia promosso al posto suo.
«Quando sono arrivato nel '77 di neri, specie da queste parti, ce n'erano pochissimi. È stata dura trovare spazio, rispettando il mondo che mi stava ospitando.
Ho fatto fatica». Il primo lavoro da stalliere in un maneggio, poi manovale in un cantiere.
«Ho fatto carriera, guadagnavo un po' di più e lavoravo molto di più.
Il manovale l'ho fatto per 11 anni».
Quindi una nuova opportunità: spazzino all'Amsa di Milano.
Nel frattempo sposa una bergamasca, diventa cittadino italiano e viene promosso tecnico informatico, settore in cui ha una laurea. Ora di tecnici informatici ne ha 13 sotto di sé, come dipendenti della sua azienda.
Da modesto manovale immigrato a imprenditore italiano.
Oltre che politico, da vent'anni consigliere comunale della Lega a Spirano, attualmente assessore ai Servizi sociali.
«Mi sono fatto da solo, col sudore della fronte.
L'integrazione è fatta di doveri, non solo di diritti.
Il ministro Kyenge parla di ius soli?
Una follia.
Intanto un bambino italiano con due genitori stranieri sarebbe già un problema secondo me.
Ma soprattutto ci sarebbe l'invasione di immigrate che verrebbero a partorire qui, solo per avere la cittadinanza automatica.
Sarebbe un caos incontrollabile.
E poi chi pagherebbe i servizi sociali per tutti questi nuovi concittadini, visto che non ci sono più soldi neppure per le famiglie italiane?
Chi li manterrebbe, chi garantirebbe un futuro qui a tutti questi nuovi italiani?
Qualcuno se l'è chiesto?».
Peggio ancora l'abolizione del reato di clandestinità:
«Penso sia una delle più grandi idiozie che abbia mai fatto il governo italiano.
Mi viene una profonda delusione.
Sfido qualunque italiano a recarsi nel mio Paese d'origine senza il passaporto: viene rispedito indietro subito, ma subito!
In un Paese del cosiddetto Terzo mondo!».
Ma poco democratica gli sembra anche l'Italia, «dove non si può nemmeno criticare un ministro della Repubblica italiana (la Kyenge, ndr) che subito si viene demonizzati.
Nessuno ce l'ha con la signora Kyenge, ma molti non sono d'accordo con le sue idee.
Non si può dire?
Allora questo non è un paese democratico».
Iwobi da anni ha un'associazione che aiuta gli immigrati.
«Prima cercavo di dare una mano agli immigrati qui a Bergamo. Ora la mia associazione Pax Mondo si occupa di formazione, collaboriamo con i governi africani.
Abbiamo formato nove medici, 36 infermieri e due clinici in loco, tutti dal Ghana e dalla Sierra Leone, per poi permettergli di lavorare nei loro Paesi.
E sono contenti.
È stato possibile grazie all'aiuto della Regione Lombardia e dell'assessorato di Daniele Belotti (assessore della Lega al territorio, ndr), secondo il modello aiutiamoli a casa loro.
Questo per chi dice la Lega è razzista senza informarsi».
Parola di leghista-nègher. Tony Iwoi
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