domenica 22 settembre 2013
Ecco come la televisione rende i nostri cervelli ‘disponibili’ alla manipolazione
Ma a cosa serve la televisione?
Se ponessimo questa domanda a Patrick Le Lay, spregiudicatissimo ex-direttore della televisione francese TF1, non avrebbe dubbi sulla risposta: “Si può parlare della televisione in molto modi. Ma dal punto di vista del business, siamo realisti, il mestiere di TF1 è fondamentalmente quello di aiutare la Coca-Cola, per esempio, a vendere il suo prodotto”.
Questa lapidaria affermazione del cinico ex-direttore, rilasciata qualche tempo fa in un’intervista concessa al quotidiano Le Monde, rende palese quello che è sotto gli occhi di tutti e cioè che l’attuale sistema della comunicazione commerciale (e non solo) è costruito per condizionare le scelte dell’individuo, perché per vendere il prodotto la pubblicità deve sedurre.
“Ebbene, perché un messaggio pubblicitario sia percepito, bisogna che il cervello del telespettatore sia disponibile”, continua soddisfatto Le Lay. “Le nostre trasmissioni hanno come vocazione quella di renderlo disponibile: cioè divertirlo e farlo rilassare per prepararlo ai messaggi pubblicitari.
Noi vendiamo alla Coca Cola il tempo disponibile del cervello umano”.
Praticamente, la televisione non vende spazi pubblicitari, ma cervelli disponibili, cioè, cervelli umani condizionati da palinsesti pensati e sviluppati per rendere la mente umana indifesa davanti agli spot televisivi.
“Niente di più difficile dell’ottenere questa disponibilità”, dice ancora Le Lay. “Ci sono continui cambiamenti. Bisogna continuamente trovare programmi che funzionino, seguire le mode, navigare tra i flutti delle tendenze, in un contesto in cui l’informazione va sempre più veloce, si moltiplica e si banalizza”.
Chiaramente la banalizzazione dei contenuti ha come ricaduta la banalizzazione delle persone; è forse grazie a questa filosofia cinica e commerciale che le frivolezza e la mediocrità sono diventate uno stile di vita così frequente ed addirittura apprezzato.
Basta prendere in considerazione alcuni programmi (molto seguiti ) per rendersi conto di quanto i modelli “banali” proposti da questi contenitori influenzano lo stile di vita e le scelte esistenziali soprattutto dei più giovani.
Cervelli disponibili
Così evidenzia Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, nel libro “Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi” edito da Giunti: “È il loro obiettivo.
Per questo i programmi sono fatti in funzione degli sponsor. Soprattutto i cosiddetti contenitori, che risultano sempre più stupidi per rendere più incisiva la pubblicità.
I soggetti più a rischio sono i più piccoli.
Sappiamo che nei bambini dopo circa venti minuti davanti alla tv, o ad analogo tipo di comunicazione per immagini, le onde cerebrali si modificano. Da beta diventano alfa, cioè simili a quelle degli stati ipnotici. Ma questo fenomeno si registra anche negli adulti”.
Quanta poca attenzione hanno quelle mamme che utilizzano la televisione come balie che intrattengono per ore ed ore i loro bimbi, modificando la mente di questi soggetti inermi, e generando in loro ogni sorta di desiderio indotto: sono le stesse mamme che poi non si spiegano come mai i loro figli desiderino continuamente giocattoli, merendine o acquisti di ogni tipo.
Niente è a caso quando si fa pubblicità in TV
Soprattutto sul modo di far passare gli spot in tv. Come nel caso di quelle pubblicità che vengono trasmesse una volta per intero e poi sono rilanciate a spezzoni. Lo fanno perché lo spettatore sia costretto a fare lo sforzo di completare lo spot nella sua mente. Un esercizio mnemonico, che fissa nelle menti il marchio e le sue atmosfere.
La dottoressa Ferraris è convinta che le atmosfere siano più importanti del prodotto.
“Prendiamo ad esempio le pubblicità dei detersivi. In fondo sono tutti uguali. Se vuoi vincere la concorrenza devi inventarti un logo, uno spot seduttivo e l’atmosfera giusta.
Sembra strano, ma è la stessa logica che, per paradosso, conduce le emittenti a fare in prima serata programmi che si assomigliano tutti”.
Nel senso che per sedurre i telespettatori tutti puntano su bisogni primari come cibo, paura e sesso?
“In questo modo si pensa di dare alle persone quello che cercano. La concorrenza tra le emittenti punta tutto su questo e la qualità della tv si abbassa progressivamente.
Anche i politici utilizzano la stessa tecnica. Con una sintassi elementare dicono quello che la gente si aspetta di sentir dire da loro”
.
Un ulteriore conferma dello stato delle cose si può scorgere nella sequenza delle notizie date dai telegiornali: sembra una scaletta studiata appositamente per disorientare emotivamente i telespettatori.
Ad una notizia di cronaca, dove vengono elencati i dettagli truculenti e sanguinolenti di un omicidio, si alterna la serena atmosfera delle vacanze estive.
Subito dopo, come se si volesse mettere in guardia a non goderne troppo, viene ricordata la drammatica crisi economica che sta attraversando il nostro paese.
Tuttavia, segue un bel servizio sulle star di Hollywood che si godono le loro piscine ultra-milionarie!
Nella comunicazione per immagini non conta la verità, contano le emozione, il sentimento.
E siccome tante persone associano i sentimenti e le emozioni che provano con la verità, la televisione sfrutta diabolicamente questo equivoco, anzi lo alimenta.
La nostra civiltà è fatta di persone che in certe condizioni si lasciano convincere facilmente.
Basta il colpo di teatro, la trovata che crea la giusta atmosfera.
I nostri politici lo sanno, così come lo sanno i conduttori televisivi più gettonati.
Anche il modo di porre le domande condiziona le risposte. I sondaggi in tv sono esempi classici di manomissione della verità. Poi nessuno controlla se le promesse sono state mantenute e se le “verità” sono accertate.
COME DIFENDERSI ?
L’unica strada percorribile è quella di favorire lo sviluppo dello spirito critico negli individui, soprattutto nei più giovani e nei bambini. Favorire l’attività mentale più che quella emotiva, cioè far sviluppare gli strumenti di consapevolezza che rendono libero l’individuo di poter scegliere ciò che gli interessa piuttosto che essere condizionato passivamente. In questo senso, è molto più accettabile l’uso di Internet (con tutte le cautele d’obbligo): la rete dà la possibilità di scegliere il contenuto e di interagire con esso, quindi l’utente ha un ruolo attivo rispetto al media; la televisione invece favorisce solo la passività: i contenuti televisivi non si scelgono, si subiscono!
Inoltre, bisognerebbe evitare di pranzare e cenare con la televisione accesa. Da sempre, nella cultura umana, il momento del pasto è dedicato alla comunicazione familiare profonda: la tavola è sempre stato il luogo della trasmissione dei valori alle nuove generazioni.
Da quando esiste la televisione questo antico rito è stato cancellato dalla voce della televisione.
Gli adulti non parlano più con i loro figli perché tutti ipnotizzati a guardare le immagini magiche del piccolo scatolo montato in sala da pranzo.
Ecco allora che la nuova maestra delle nuove generazione è diventata la televisione e pare chiaro, per quello che si è scritto, che la televisione è una cattiva maestra perché non ha a cuore il bene dei suoi discepoli, ma ha come unico obiettivo quello di venderti un prodotto. Solo il comportamento dell’utente può condizionare il comunicatore, perciò, fatti un regalo:
spegni la TV ed accendi il cervello!
Fonte : http://www.ilnavigatorecurioso.it/
Immagini reperite sul web
Amianto -ce n'è ancora molto in Italia e continua a seminare morte
L'asbesto (o amianto) è un insieme di minerali del gruppo degli inosilicati, appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. In natura è un materiale molto comune. La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti Paesi. Le polveri contenenti fibre d'amianto, respirate, possono causare gravi patologie, l'asbestosi per importanti esposizioni, tumori della pleura (ovvero il mesotelioma pleurico), e il carcinoma polmonare.
Gli amianti più cancerogeni sono gli anfiboli, fra essi il più temibile è la crocidolite.
Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa: teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle.
L'amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, navi (ad esempio le portaerei classe Clemenceau), treni; come materiale per da costruzione per l'edilizia sotto forma di composito fibro-cementizio (noto anche con il nome commerciale Eternit) utilizzato per fabbricare tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie, ed inoltre nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche, materiali d'attrito per i freni di veicoli, guarnizioni), ma anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni.
Inoltre, la polvere di amianto è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini.
Altro uso diffuso era come componente dei ripiani di fondo dei forni per la panificazione.
La prima nazione al mondo a usare cautele contro la natura cancerogena dell'amianto tramite condotti di ventilazione e canali di sfogo fu il Regno Unito nel 1930 a seguito di pionieristici studi medici che dimostrarono il rapporto diretto tra utilizzo di amianto e tumori
Nel 1943 la Germania fu la prima nazione a riconoscere il cancro al polmone e il mesotelioma come conseguenza dell'inalazione di asbesto e a prevedere un risarcimento per i lavoratori colpiti. Divieto d'uso in Italia La produzione e lavorazione dell'amianto è fuori legge in Italia dal 1992, ma non la vendita.
La legge n. 257 del 1992,oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all'estrazione e la lavorazione dell'asbesto, è stata la prima ad occuparsi anche dei lavoratori esposti all'amianto. All'art. 13 essa ha introdotto diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un'esposizione al minerale nocivo.
In particolare, tale beneficio è stato previsto: per i lavoratori di cave e miniere di amianto, a prescindere dalla durata dell'esposizione (comma 6);
per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata in riferimento al periodo di comprovata esposizione (comma 7);
per tutti i lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai 10 anni (comma 8).
In seguito alla normativa indicata, nel 1995 venne stabilita una procedura amministrativa che vedeva coinvolto l'INAIL per l'accertamento dei presupposti di legge per il riconoscimento dei predetti benefici previdenziali.
In particolare, l'INAIL procedeva all'accertamento dei rischi presso lo stabilimento del datore di lavoro tramite professionisti interni inquadrati nella CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione); sulla base degli accertamenti di esposizione e dei curricula professionali dei lavoratori, venivano quindi rilasciati agli stessi gli attestati dell'eventuale periodo di avvenuta esposizione all'amianto.
Tale procedura è stata sostanzialmente confermata con decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, adottato ai sensi dell'art. 47 della legge n. 326 del 2003, che ha anche ridotto la rivalutazione contributiva al 25%, e stabilito che il beneficio è utile solo ai fini della misura della pensione e non più, quindi, anche per la maturazione del diritto.
Prima degli anni ottanta, tuttavia, i curricula non erano archiviabili in formato digitale, e nel settore marittimo il cambio di bandiera di molte compagnie è stato causa di difficoltà nel recuperare gli attestati di servizio; inoltre, con la rottamazione delle navi finivano al macero anche gli archivi.
In assenza di un parere rilasciato dai professionisti INAIL, il singolo lavoratore può però incontrare serie difficoltà nel documentare in sede amministrativa la propria esposizione all'amianto, dovendo pertanto ricorrere spesso ad un accertamento giudiziale.
Tuttavia, per effetto delle modifiche introdotte dalla citata legge n. 326 del 2003, la domanda all'INAIL per il rilascio dell'attestato è stata sottoposta ad un termine di decadenza di 180 giorni decorrenti dall'entrata in vigore del citato decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, scaduto inutilmente il quale l'azione giudiziaria non è più proponibile.
La salute in Italia si commisura a soldi e se si riesce con una nuova legge a risparmiarli ben venga. A loro le morti premature delle persone interessano poco o niente anzi sono convenienti non pagano più le pensioni, tutto risparmio .
Amianto negli elicotteri delle forze armate,
Mario Mauro ammette: "Impossibile rimozione integrale".
“Non è realistica la prospettiva di una rimozione integrale [dagli elicotteri delle Forze armate] della presenza di amianto”.
Questa la grave conclusione a cui è arrivato il titolare della Difesa Mario Mauro nella sua risposta di stamattina all’interrogazione del deputato M5S Massimo Artini.
Risposta che, spiega il ministro, “verte sui contenuti di un articolo pubblicato sul sito dell’Huffington Post”.
L’amianto – sostiene Mauro alla fine del ragionamento – è del resto presente “ancora in grandi quantità anche nelle fabbriche, negli edifici privati e pubblici, e nell’ambiente”
Testo integrale qui: http://www.huffingtonpost.it/2013/09/20/amianto-elicotteri-forze-armate-mauro_n_3960630.html?utm_hp_ref=italy
Casale Monferrato
l'Eternit hanno distrutto la vita in una città bella e ricca... La gente non poteva immaginare... L'Eternit era un POSTO SICURO... Ci sono stati molti che si sono opposti alla sua chiusura perché non avevano capito... Il mesotelioma pleurico sta in "incubazione" vent'anni e più...poi esplode e ti uccide in un anno...o meno...
TRADATE
Ancora sei edifici pubblici con il tetto in amianto Il Comune ha censito gli stabili e li tiene sotto controllo. Intanto l'amministrazione ha presentato una richiesta di finanziamento al Ministero, da 240mila euro, per bonificare la scuola Rosmini delle Ceppine
E' allarme amianto nel Liceo Scientifico "E.Lussu" di Sant'Antioco in provincia di Cagliari
E l'elenco sarebbe ancora lungo.
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