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domenica 6 febbraio 2022

Roma: la “Fontana dei Libri” in via degli Staderari


 Situato fra il Pantheon e Piazza Navona il rione di Sant’Eustachio è l’VIII rione della città di Roma, e prende il nome dall’omonima Basilica.

 La divisione in rioni della capitale risale già al VI secolo a.C. sotto Servio Tullio, ma fu in età imperiale che venne profondamente modificata. 

Augusto aumentò le regiones da 4 a 14, oltre le antiche mura della Repubblica.

Dopo l’epoca Romana e durante il governo del Pontefice l’organizzazione amministrativa della città cambiò continuamente, passando a 12 rioni nel XII secolo circa per diventare poi definitivamente 22 nel 1921.

I rioni raccontano la storia della città eterna, e un piccolo simbolo della divisione rionale si trova in via degli Straderari (gli antichi fabbricanti di bilance a stadere, quelle con un piatto solo e un peso contrapposto), dove si può osservare la Fontana dei Libri. 

Ma perché questo nome?

Via degli Staderari un tempo si chiamava “dell’Università”, memoria dell’antico palazzo della Sapienza, sede dell’Università poi trasferitasi a Trastevere.

 L’originale via degli Staderari, parallela a questa, venne soppressa per l’allargamento di Palazzo Madama, e così via dell’Università venne rinominata con l’attuale odonimo.


La fontana venne realizzata nel 1927 su progetto dell’architetto Pietro Lombardi, parte di un ampio progetto del comune volto a realizzare dei simboli urbani che ricordassero gli antichi rioni e i mestieri scomparsi.

La Fontana dei Libri è caratterizzata da una nicchia ad arco, e al centro si osserva la testa di un cervo, simbolo del Rione di Sant’Eustachio, con l’acqua che viene fatta sgorgare da quattro punti sui quattro libri. Due ugelli fuoriescono dai libri superiori mentre altri due dai segnalibri nella parte centrale della scultura, simboli del sapere che fluisce senza sosta dalla grandezza dei libri. Al centro della fontana si legge la scritta:

S. EVSTACCHIO – R IV

Che naturalmente corrisponde al nome del rione e alla sua numerazione. Lo scalpellino che eseguì l’opera non doveva avere grande conoscenza della numerazione dei rioni, perché il Rione Sant’Eustachio non è il IV bensì l’VIII.

La fontana, parte di un ampio progetto realizzato interamente dall’architetto Pietro Lombardi, è una delle 9 fontane di quel periodo.

 Le altre sono la Fontana del Timone, quella della Pigna, la Fontana dei Monti, quella delle Palle di Cannone, quella della Botte, quella delle Tiare, delle Anfore e delle Arti, tutte situate in punti ragionati dei rioni romani.

Fonte: vanillamagazine.it

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