giovedì 4 aprile 2013
Vigoleno – Castello e borgo
Il castello di Vigoleno, arroccato su un poggio dominante la valle dello Stirone, in Emilia, è di origine notevolmente antica. È già documentato nel X secolo. La sua posizione di alto valore strategico ne ha fatto una delle fortificazioni più tormentate del territorio. Entrato nel XII secolo nell’ambito del comune di Piacenza, fu aspramente conteso tra parmensi e piacentini, e al tempo stesso tra le famiglie feudali legati ai due comuni, gli Scotti e Pallavicino, che se lo disputarono per quasi due secoli. Fu anche oggetto di accaniti scontri tra eserciti al soldo della Santa Sede e truppe viscontee, fino a essere completamente demolito nella seconda metà del Trecento per ordine di Gian Galeazzo Visconti. Gli Scotti, che ritornano in possesso del feudo all’incirca in quell’epoca, chiesero nel 1389 al duca di Milano il permesso di ricostruirlo: nacque così il complesso che oggi si vede. Quello ricostruito dagli Scotti è un insieme di alto valore sia architettonico sia paesaggistico-ambientale. Si compone di due parti tra loro integrate: il castello vero e proprio e il borgo che gli si addossa, o, per essere più esatti, che vi si compenetra. Infatti il castello si “innerva” letteralmente nel borgo, venendo a costituire con esso non la somma di due elementi fortificati, ma un unico complesso, tutto racchiuso da mura: una perfetta, quasi didascalica espressione di cosa doveva essere un borgo appenninico del tardo medioevo.
Nei paesi d’oltralpe, in Francia in particolare, ma anche in Spagna e in Germania, non è infrequente il caso del borgo “filiazione” del castello, con cui vive in simbiosi. In Italia tale situazione, tipicamente legata a una società feudale, è assai meno frequente. I centri abitati, anche piccoli, sono infatti quasi sempre un’alternativa al castello che, se vi si insedia, viene spesso sentito come “interferenza” del signore nella vita, tendenzialmente comunitaria e democratica, dell’abitato stesso. Vigoleno, con la sua completa fusione tra struttura del borgo e strutture castellane, è un’eccezione nel panorama fortificato della Penisola.
Il fattore ambientale è fondamentale per apprezzare il complesso di Vigoleno. Che, se non fosse tuttora inserito in un ambiente poco o nulla compromesso – situazione sempre più rara in Italia – non avrebbe il valore esemplare che invece presenta.
Si tratta in realtà di una situazione che riguarda pressoché tutta l’architettura fortificata, nata a suo tempo come elemento dominante del territorio intorno, e ora assai spesso umiliata e snaturata dalla radicale trasformazione subita dal paesaggio italiano nell’ultimo mezzo secolo.
Vigoleno è un insieme assai raro nel panorama dell’Italia settentrionale. Per caratteristiche architettoniche e impianto generale ha in tutta questa ampia zona un solo paragone: il complesso fortificato di Castellaro Lagusello, in provincia di Mantova. Nell’esempio emiliano, tuttavia, il nucleo difensivo (castello vero e proprio, rocca, rivellino) assume un’importanza e una caratterizzazione dominanti, che l’esempio lombardo non possiede e che ne fanno un unicum quanto mai notevole.
Il castello di Vigoleno, cioè l’insieme direttamente occupato dal feudatario e dalla sua famiglia – in senso allargato, comprendente anche servi, armigeri e tutto quanto utile per la vita del signore -, ha una forma curiosissima, scaglionata in varie parti del complesso.
Il nucleo castellano è articolato su un ampio palazzo baronale, riservato alla residenza signorile, e da una rocca con funzioni militari, caratterizzata da un alto mastio quadrato.
Palazzo baronale e rocca sono collegati da un poderoso terrapieno della inusitata larghezza di oltre 5 m, che dà all’insieme un curioso impianto “a bilanciere”, del tutto inedito.
L’ingresso al castello è protetto da un colossale rivellino dall’impostazione assolutamente inconsueta, allungata e terminante a semicerchio: quasi un secondo castello posto a protezione del primo.
Il borgo è protetto da un suo proprio giro di mura che si salda alle cortine del castello, dando origine a un unico insieme integrato, nel quale le varie fortificazioni si potenziano a vicenda. Addirittura palazzo baronale e terrapieno vengono quasi ad “adagiarsi” sulle mura meridionali, che vengono a farne parte integrante.
Nel borgo si segnala la pieve di San Giorgio, forse del XII secolo, a tre navate e tre absidi.
Tra le due guerre mondiali il castello della duchessa Maria di Grammont ospitò autori, poeti, scrittori, musicisti: il bel mondo di quegli anni.
Festival di colori
Nubi di polveri di pigmenti dai colori accesi ammantano i villaggi dell'India settentrionale segnando l'inizio della festa primaverile dell'Holi, che quest'anno è cominciata il 27 marzo.
La data coincide con il giorno successivo a quello della luna piena nel mese di Phalguna.
Quest'importante festa indù segna anche l'inizio della primavera.
Purple Rain Fotografia di Daniel Berehulak, Getty Images
Uomini e donne coperti di colore viola al tempio di Banke Bihari durante l'Holi di quest'anno.
Oggi questa festa è vista come un'occasione per superare le barriere sociali e generazionali: uomini e donne festeggiano assieme, ricchi e poveri si spruzzano di colori a vicenda, e i giovani inondano di pittura i più anziani.
Anche durante la caotica festa i fedeli trovano il tempo di pregare nel tempio di Banke Bihari, a Vrindavan
Quest'anno, per la prima volta nella storia di questa cittadina, alle celebrazioni hanno potuto partecipare anche vedove o donne abbandonate dal marito.
In precedenza, a queste donne veniva chiesto di stare a casa
in quanto considerate portatrici di malaugurio.
Femmine contro maschi Fotografia di Kevin Frayer, A
Un gruppo di uomini indù viene ricoperto di polvere rossa nel tempio di Radha nel villaggio di Nandgaon.
Gli uomini si riuniscono nel tempio in attesa di andare nel vicino villaggio di Barsana per la festa del Lathmar Holi.
Questi due villaggi, rispettivamente luoghi d'origine delle divinità Radha e Krishna, vantano una tradizione speciale: gli uomini vanno da Nandgaon a Barsana e prendono in giro le donne, che li picchiano con dei bastoni.
Gli uomini possono difendersi con degli scudi ma non possono ricambiare le botte.
Secondo la leggenda, anche Krishna sarebbe andato a Barsana per prendere in giro Radha, la quale si sarebbe vendicata con le sue amiche picchiando il giovane dio con un bastone.
Tratto da National Geographic Italia
La data coincide con il giorno successivo a quello della luna piena nel mese di Phalguna.
Quest'importante festa indù segna anche l'inizio della primavera.
Purple Rain Fotografia di Daniel Berehulak, Getty Images
Uomini e donne coperti di colore viola al tempio di Banke Bihari durante l'Holi di quest'anno.
Oggi questa festa è vista come un'occasione per superare le barriere sociali e generazionali: uomini e donne festeggiano assieme, ricchi e poveri si spruzzano di colori a vicenda, e i giovani inondano di pittura i più anziani.
Anche durante la caotica festa i fedeli trovano il tempo di pregare nel tempio di Banke Bihari, a Vrindavan
Quest'anno, per la prima volta nella storia di questa cittadina, alle celebrazioni hanno potuto partecipare anche vedove o donne abbandonate dal marito.
In precedenza, a queste donne veniva chiesto di stare a casa
in quanto considerate portatrici di malaugurio.
Femmine contro maschi Fotografia di Kevin Frayer, A
Un gruppo di uomini indù viene ricoperto di polvere rossa nel tempio di Radha nel villaggio di Nandgaon.
Gli uomini si riuniscono nel tempio in attesa di andare nel vicino villaggio di Barsana per la festa del Lathmar Holi.
Questi due villaggi, rispettivamente luoghi d'origine delle divinità Radha e Krishna, vantano una tradizione speciale: gli uomini vanno da Nandgaon a Barsana e prendono in giro le donne, che li picchiano con dei bastoni.
Gli uomini possono difendersi con degli scudi ma non possono ricambiare le botte.
Secondo la leggenda, anche Krishna sarebbe andato a Barsana per prendere in giro Radha, la quale si sarebbe vendicata con le sue amiche picchiando il giovane dio con un bastone.
Tratto da National Geographic Italia
Frida Kahlo
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Frida Kahlo
Frida Kahlo è diventata l'artista universale più ammirata del Messico.
Negli ultimi dieci anni, in particolare, è stata un grande ambasciatore di arte e cultura messicana. La complessità e la profondità della sua dimensione umana ed estetica hanno resa un simbolo universale. I suoi dipinti vengono venduti per milioni di dollari nelle aste, e il suo viso è un'icona internazionale. Ha dato forma a un mondo estetico e di tutti i giorni in opere che uniscono affetto e umorismo, tristezza e sarcasmo, l'intimo e il collettivo. In effetti, le sue creazioni rivelano un artista che merita di avere il suo posto speciale nel Novecento messicano. Nell'immaginario del mondo, Frida Kahlo è un susseguirsi di autoritratti e ritratti. Più importante della sua fama e delle leggende, c'è la sua fotogenia e - se possiamo coniare il termine - "ritratto-genico" di qualità. Frida è un mito, nel senso che lei rappresenta a una serie di diversi gruppi e individui determinati valori ed emozioni profonde, ed è la conseguenza visiva ed esistenziale di tutta una serie di stimoli. Anche se a questo punto è impossibile sapere che è venuto prima (il mito o la persona con lo stesso nome), una cosa è certa: nel fenomeno complesso che è Frida Kahlo, l'autoritratto è un elemento costante distintivo.
Salvador Dalì
Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di Púbol (Figueres, 11 maggio 1904 – Figueres, 23 gennaio 1989), è stato un pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer spagnolo. Dalí era un pittore tecnicamente abile e virtuosissimo disegnatore ma è celebre anche per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste.
Il suo peculiare tocco pittorico è stato attribuito all'influenza che ebbero su di lui i maestri del Rinascimento.
Realizzò una delle sue opere più famose, La persistenza della memoria, nel 1931.
Il talento artistico di Dalí trovò espressione in svariati ambiti, tra cui il cinema, la scultura e la fotografia, portandolo a collaborare con artisti di ogni settore.
Faceva risalire il suo "amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali" ad una auto-attribuita "discendenza araba", sostenendo che i suoi antenati discendevano dai Mori.
Dalí fu un uomo dotato di una grande immaginazione ma con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti per attirare l'attenzione su di sé.
Tale comportamento ha talvolta irritato coloro che hanno amato la sua arte tanto quanto ha infastidito i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l'attenzione del pubblico più delle sue opere.
Nel 1924 l'ancora sconosciuto Salvador Dalí realizza per la prima volta le illustrazioni per un libro.
Si tratta dell'edizione in catalano del poema Les bruixes de Llers del suo amico e compagno di studi Carles Fages de Climent.
Dalí si accosta anche al movimento dadaista, che continuerà ad influenzare il suo lavoro per tutta la sua vita.
Alla Residencia diventa intimo amico, tra gli altri, di Pepín Bello, di Luis Buñuel e del poeta Federico García Lorca.
L'amicizia con García Lorca presenta forti somiglianze con un autentico trasporto amoroso reciproco, ma in effetti Dalí respinse vigorosamente gli approcci erotici del poeta.
Nel 1982 Re Juan Carlos I di Spagna concede a Dalí il titolo di Marchese di Púbol, che più tardi il pittore ripagherà donando al Re un disegno (che sarà anche il suo ultimo) quando il Re gli farà visita sul letto di morte.
Nel 1984, in circostanze non del tutto chiare, scoppia un incendio nella sua camera da letto.
Forse si tratta di un altro tentativo di suicidio di Dalí o forse la causa è semplicemente una negligenza del personale.
Dalí viene salvato e ritorna a Figueres, dove un gruppo di suoi amici, protettori e colleghi artisti ritengono sia meglio per lui trascorrere i suoi ultimi anni nel suo Teatro-museo.
Alcune voci sostengono che Dalí sia stato forzato dai suoi tutori a firmare delle tele vuote che in seguito, anche dopo la sua morte, sono state usate per produrre dei falsi venduti come originali.
Il risultato è che i mercanti d'arte tendono a diffidare delle opere attribuite a Dalí e risalenti all'ultimo periodo.
Nel novembre 1988 Dalí viene ricoverato in ospedale per un attacco di cuore e il 5 dicembre riceve la visita di Re Juan Carlos che rivela di essere sempre stato un suo grande ammiratore
Il 23 gennaio 1989, mentre sta ascoltando il suo disco preferito, Tristano e Isotta di Wagner, muore per un altro attacco di cuore.
Ha 84 anni.
Viene sepolto all'interno del suo Teatro-Museo di Figueres, che si trova dall'altro lato della strada rispetto alla chiesa in cui è stato battezzato e dove si è svolto il suo funerale, e solo a tre isolati di distanza dalla casa in cui era nato
L'anatra mandarina
L’Aix galericulata, o Anatra mandarina, è un uccello originario di Cina, Russia e Giappone. Verso il XVIII secolo è stata introdotta in Europa a scopo ornamentale per via della bellezza della livrea.
Ad oggi i paesi di origine contano una popolazione di Anatra mandarina fortemente dimezzata, a causa della distruzione delle foreste e alla selvaggia esportazione. Ad oggi l’Anatra mandarina ha trovato nuove condizioni favorevoli per allargare il suo areale a Svizzera, Austria, Belgio, Germania e Gran Bretagna.
Ad oggi i paesi di origine contano una popolazione di Anatra mandarina fortemente dimezzata, a causa della distruzione delle foreste e alla selvaggia esportazione. Ad oggi l’Anatra mandarina ha trovato nuove condizioni favorevoli per allargare il suo areale a Svizzera, Austria, Belgio, Germania e Gran Bretagna.
Il piumaggio del maschio varia a seconda del periodo dell’anno. Durante il periodo estivo-autunnale, perso l’abito nuziale, le tonalità delle piume assomiglia molto a quello della femmina, con una livrea grigio bruna.
Nel periodo riproduttivo, invece, produce piume dalle tonalità vivaci nei toni dell’arancione. Il capo si riveste di piume rosse e verdi e una fascia bianca che scende lungo il collo. Il becco del maschio è rosso vivo e le zampe arancioni.
La femmina mantiene invece le stesse tonalità, con una linea bianca che circonda l’occhio e un’altra sotto alla gola. Le ali sono più scure, così come il becco e le zampe grigio scuro.
Nel periodo riproduttivo, invece, produce piume dalle tonalità vivaci nei toni dell’arancione. Il capo si riveste di piume rosse e verdi e una fascia bianca che scende lungo il collo. Il becco del maschio è rosso vivo e le zampe arancioni.
La femmina mantiene invece le stesse tonalità, con una linea bianca che circonda l’occhio e un’altra sotto alla gola. Le ali sono più scure, così come il becco e le zampe grigio scuro.
L’Anatra mandarino forma grandi stormi e vive socievolmente insieme ad altre specie di anatre.
In autunno si ciba di grano e riso, oltre alle ghiande. Durante la primavera, la sua alimentazione comprende vegetali e semi, oltre ad insetti, lumache, piccoli pesci e piccoli invertebrati.
In autunno si ciba di grano e riso, oltre alle ghiande. Durante la primavera, la sua alimentazione comprende vegetali e semi, oltre ad insetti, lumache, piccoli pesci e piccoli invertebrati.
Durante il periodo della riproduzione, la femmina sceglie il suo compagno. Una volta formatasi, la coppia di anatre rimane stabile per i futuri accoppiamenti.
In primavera, le femmine depongono le uova nel nido, solitamente nascosto fra le cavità degli alberi e le covano per circa 1 mese. Alla nascita i piccoli abbandonano il nido gettandosi al suolo e seguendo la madre.
In primavera, le femmine depongono le uova nel nido, solitamente nascosto fra le cavità degli alberi e le covano per circa 1 mese. Alla nascita i piccoli abbandonano il nido gettandosi al suolo e seguendo la madre.
Internet arriva...a cavallo
Se gli abitanti di Burke, una cittadina di montagna del Vermont (USA), possono finalmente collegarsi a Internet ad alta velocità, devono dire grazie a Fred, un cavallo da tiro belga di 14 anni che insieme al suo conduttore ha steso oltre 25 km di fibra ottica tra fitti boschi e picchi inaccessibili.
Il curioso progetto, durato più di anno e terminato da qualche mese, è stato realizzato da Fair Point, un Internet provider locale che nel 2011 ha raccolto la sfida lanciata dal Governatore dello Stato: cablare la cittadina montana nonostante le difficoltà logistiche, ma nel totale rispetto dei boschi e dell'ambiente circostante, prima risorsa economica della zona.
E così i dirigenti dell'azienda hanno ingaggiato Fred e Claude Deamarais, il suo compagno di lavoro umano. I due, quando si tratta di portare a termine lavori pesanti, formano una squadra inarrestabile.
Sette giorni la settimana per oltre un anno, riposando solo nei giorni di maltempo, Fred e Claude hanno affiancato tecnici e operai di Fair Point, trainando cavi e innalzando pali di legno.
A differenza dei mezzi meccanici, il cavallo riesce ad arrivare ovunque e non danneggia piante e sentieri.
I Trulli
I trulli (dal greco tardo τρούλος, cupola) sono antiche costruzioni in pietra a secco, coniche, di origini protostoriche tipiche ed esclusive della Puglia centro-meridionale.
Nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti archeologici di epoca preistorica, o fondazioni di capanne in pietra risalenti all'età del bronzo, non esistono trulli particolarmente antichi: questo sarebbe giustificato dal fatto secondo cui piuttosto che provvedere alla riparazione dello stesso in caso di dissesto, si preferiva abbatterlo e ricostruirlo per motivi economici, riutilizzandone il materiale.
I trulli più antichi di cui ci resti traccia oggigiorno sono stati costruiti nel XVI secolo a ridosso dell'altopiano pugliese della Murgia.
I Trulli di Alberobello sono stati dichiarati Patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO.
Si pensa che in origine i trulli fossero stati ideati in questo particolare tipo di modalità costruttiva per evadere il pagamento delle tasse sulle case.
Ci sono varie teorie in proposito.
Una di queste afferma che i Trulli venivano usati per comunicare mediante segnali di fumo l'arrivo di eventuali controlli; in quel caso venivano letteralmente scoperchiati, in attesa di essere ricostruiti una volta passato il pericolo.
Una diceria popolare vuole che nell'approssimarsi della venuta del padrone che chiedeva il pagamento del dazio per la residenza nel terreno, ai cozzari bastasse tirare via una sola pietra per far crollare tutta la costruzione, facendo apparire il tutto come un semplice cumulo di pietre.
Il materasso più antico del mondo
Il materasso più antico del mondo è stato costruito in Africa 77mila anni fa: si tratta di un materasso igienico, fabbricato sovrapponendo più strati di foglie e steli di piante capaci di allontanare gli insetti come le zanzare. Lo hanno scoperto alcuni archeologi in una caverna del Sud Africa.
Il ritrovamento del reperto è stato descritto minuziosamente su «Science», e ora potrebbe far slittare indietro di 50mila anni l'epoca in cui i primi uomini hanno cominciato a pensare alla propria «camera da letto», momento importante per segnare un passaggio significativo nel percorso dalla natura alla civiltà.
L'antico giaciglio è stato rinvenuto nella caverna di Sibudu, nella provincia sudafricana di KwaZulu-Natal, durante gli scavi condotti da un gruppo internazionale di archeologi coordinato da Lyn Wadley della Wits University a Johannesburg.
Piuttosto ben conservato, il giaciglio era prodotto con diversi strati di foglie e fusti di una pianta erbacea, il falasco, ricoperti poi da un sottile strato di foglie che, secondo le analisi dei botanici, appartengono a una pianta della specie Cryptocarya. Queste foglie contengono sostanze chimiche con proprietà insetticide, che sono state probabilmente sfruttate per tenere alla larga le zanzare. «Questo ci fa capire che i primi abitanti di Sibudu conoscevano bene le piante che circondavano il loro rifugio, ed erano consapevoli del loro uso medicinale», commenta Lyn Wadley.
«Il giaciglio non veniva usato solo per dormire - aggiunge - ma offriva una comoda superficie su cui passare il tempo e lavorare». Dalle analisi al microscopio è emerso che questi primi materassi venivano più volte aggiustati e rimessi a nuovo. Quelli prodotti a partire da 73mila anni fa, poi, venivano regolarmente bruciati dopo l'uso. «Questi abitanti erano soliti ardere i giacigli probabilmente per eliminare gli insetti nocivi», precisa Christopher Miller, geoarcheologo dell'università tedesca di Tubinga. «In questo modo si sarebbe preparato il sito per una nuova futura occupazione, e questo rappresenta un nuovo modo di usare il fuoco per la manutenzione di un luogo di insediamento», conclude Miller.
L'energia
Non esiste un "fuori" come non esiste un "dentro":
esiste l'Assoluto,
L'energia cosmica di cui è permeato il tutto
Tutto è vita perchè è energia
L'esperienza
Tutte le cose sono belle e lo diventano ancora di più quando non abbiamo la
paura di conoscerle e provarle.L'esperienza è la vita con le ali .
Kahlil Gibran
Bluewater, il nuovo paradiso artificiale di Dubai con la ruota panoramica più alta del mondo
Un investimento di 1.6 miliardi di dollari e la ruota panoramica più alta del mondo. E' l'ultimo paradiso artificiale, il cui piano è stato approvato mercoledì 13 febbraio dallo Sceicco di Dubai e Primo Ministro degli Emirati Arabi, Mohammad Bin Rashid Al Maktoum. L'isola si chiamerà Bluewaters e ci si aspetta che porti 3 milioni di visitatori all'anno.
Sull'isola ci sarà un souq 'tradizionale', circondato da un largo viale per passeggiare, rigorosamente puntellato di negozi lussuosi e ristoranti etnici, con cibi da tutto il mondo. I più claustrofobici non si devono preoccupare, sarà collegata alla costa di Jumeirah Beach Residence da una stazione metro, un ponte percorribile a piedi e, se non bastasse, una ferrovia.
Una delle sfide più antiche, quella verso il cielo, il vero centro di attrattiva sarà la ruota panoramica che viene annunciata come la più alta del mondo, ben 210 metri e costata da sola 1 miliardo di dhiram, circa 270 milioni di dollari. Attualmente il primato è dell'Asia, con il Singapor Flyer di 165 metri, seguito dal London Eye di 135 metri. Nel settembre 2012 però era stato rivelato il piano di costruire la ruota più alta del mondo a New York ma sembra che Dubai abbia pensato anche a questo e la Eye of Dubai, come si chiamerà il nuovo gigante, supererà di 20 metri la ruota di New York (qualora questa venisse costruita, come secondo i piani, di 190 metri).
Un'altra innovazione sarà un enorme schermo LED, montato sulla ruota, che proietterà informazioni e pubblicità tutto il giorno. Sotto la costruzione si estenderà una grande spazio chiamato letteralmente "entertainment piazza" che servirà anche per le conferenze e gli eventi. E non poteva mancare un hotel a cinque stelle che però non sarà l'unica opzione per soggiornare sull'isola nuova di zecca.
Ma cosa si vedrà dalla cabina più alta del mondo? Ad alcuni verrebbe da dire non molto, forse il deserto e il mare a perdita d'occhio. Ma il panorama di Dubai può già vantare un'altra isola artificiale che dall'alto regala di sicuro lo spettacolo migliore: le tre famose isole a forma di palma e inoltre la torre più alta del mondo, la Burj Khalifa, di 829 metri.
Insomma un altro primato - per alcuni magari di eccessi - per gli Emirati Arabi, un altro celebre esempio è l'Hotel Hydropolis, con le camere sott'acqua da cui si può ammirare il fondale marino. Chissà se riuscirà a diventare una delle più importanti attrazioni del mondo, come prospetta lo sceicco o se invece darà un altro colpo all'economia del paese, dopo gli effetti negativi della recessione economica nel 2008 e il crollo delle proprietà nel Golfo.
Gli ingegneri che hanno progettato della ruota, i sud coreani Hyundai Contracting and Starneth Engineering, sono gli stessi del London Eye del Regno Unito. I lavori cominceranno ad aprile 2013.
Huffington Post
L'importanza del rispetto
È importante avvicinare le persone con rispetto, con un tocco leggero come si accarezzasse un velluto morbido, avere un sorriso amichevole.
Deve essere stabilito un rapporto, una connessione.
É solo una questione di rispetto e di apertura mentale ad altre culture.
Oltre al senso di umanità assai scarso ci vorrebbe almeno la competenza e un minimo di conoscenza delle leggi
Scuola respinge bambina non vedente:
non c'e' posto.
Protesta Associazione ipovedenti:
'Per legge nessun istituto puo' rifiutare l'iscrizione di un alunno disabile'.
Torino, 3 aprile 2013 -
L'iscrizione di una bambina alla prima media è stata respinta perché non c'é posto, peccato che la bambina sia non vedente e che per legge "nessuna scuola può rifiutare, neppure per motivi tecnico-logistici, l'iscrizione di un alunno disabile".
Lo sottolinea l'Apri, Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti che ha raccolto la protesta dei genitori, abitanti in un piccolo paese della Valle Susa.
La risposta della scuola media di riferimento nella valle, a cui si sono rivolti i genitori della piccola, "é gravissima - dichiara Marco Bongi, presidente dell'Apri - la legge infatti parla molto chiaro in proposito: nessuna scuola può rifiutare, neppure per motivi tecnico-logistici, l'iscrizione di un alunno disabile, per quanto grave possa essere la sua situazione.
Il diritto alla frequenza è sancito dalla legge n. 104/1992, dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 215/ 1987 e dalla Circolare Ministeriale n. 262 del 1988
Non escludo che si possano ravvisare anche responsabilità di carattere penale".
La scuola, nella lettera ai genitori, spiega che la domanda "non può essere accolta perché il numero delle iscrizioni supera la capacità recettiva dell'aula".
"Siamo davvero stanchi - dice la mamma - di essere palleggiati da un plesso all'altro.
Mia figlia, già sfortunata per la sua malattia, avrebbe bisogno di tranquillità e stabilità.
Invece abbiamo trovato solo problemi e poca considerazione". (ANSA) Fonte http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/04/03/Scuola-respinge-bambina-vedente-e-posto_8493549.html --- www.sostenitori.info di:
Sostenitori Delle Forze Dell'ordine
Tre idee semplici
Occorrente
Stoffa due colori
Imbottitura per interni (quella per i cuscini si trova in sacchetti già pronta)
Panno lenci per rifiniture
Tempo e pazienza
Occorrente
Molletta legno
Carta
Colla vinilica
Pennarello
Si possono fare anche dei segnaposto o chiudi pacco
Qui interviene la fantasia di ognuno di voi
Occorrente
Un paralume
Colla vinilica
Vecchie diapositive
Supporto per lume
Ci sono quelli in ferro a tre piedi
Se non viene appoggiato su una lampada ma sul trepiedi all'interno, ricordare di fare un foro per il passaggio del filo
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