Concepita da Carlo Magno come cappella privata all’interno del suo Palazzo residenziale, è oggi parte integrante della Cattedrale e svetta alta sui tetti della città di Aquisgrana (Aachen), sul confine Occidentale della Germania, a pochi passi dal Belgio e dai Paesi Bassi.
Anticamente posto di seguito ad un porticato oggi scomparso, l’ingresso è preceduto dal Westwerk, ovvero un corpo di fabbrica tipicamente carolingio – spesso inquadrato entro due torri scalari (con scale al loro interno) – che delimita la loggia sporgente posta al primo piano dalla quale l’Imperatore Carlo Magno si mostrava al popolo acclamante.
All’interno, la struttura si sviluppa in verticale ed è suddivisa in quattro piani:
- il pian terreno presenta un deambulatorio anulare che gira tutt’attorno al corpo centrale, scandito da archi a tutto sesto e da basse volte a crociera, decorato con diversi marmi policromi;
- subito sopra si trova il matroneo, ovvero il piano riservato alle donne, con logge e trifore, dove, in corrispondenza del loggione esterno, è posto il trono di pietra dell’Imperatore Carlo Magno, cosicché potesse assistere alle funzioni religiose da una posizione privilegiata;
- salendo ancora un piano si trova un secondo deambulatorio più basso, scandito dal ritmo delle trifore e con volte decorate a mosaico;
- l’ultimo piano è quello su cui poggia la grande cupola riccamente decorata con un prezioso mosaico, un tempo raffigurante “Cristo in trono attorniato dagli angeli dell’Apocalisse“, oggi, purtroppo perduto.
- Quello attuale venne rifatto nel XIX secolo da una bottega veneziana, ma, fortunatamente, possiamo farci un’idea del soggetto originale grazie ad un disegno Seicentesco realizzato da Giovanni Ciampini (1633-1698) tratto dalla sua opera “Vetera Monimenta” del 1690.
- l’ultimo piano è quello su cui poggia la grande cupola riccamente decorata con un prezioso mosaico, un tempo raffigurante “Cristo in trono attorniato dagli angeli dell’Apocalisse“, oggi, purtroppo perduto.
- Quello attuale venne rifatto nel XIX secolo da una bottega veneziana, ma, fortunatamente, possiamo farci un’idea del soggetto originale grazie ad un disegno Seicentesco realizzato da Giovanni Ciampini (1633-1698) tratto dalla sua opera “Vetera Monimenta” del 1690.
- In corrispondenza della cupola, all’altezza del primo piano, si può ammirare l’originale lampadario bronzeo raffigurante la “Gerusalemme Celeste”, donato alcuni secoli dopo da Federico Barbarossa e da sua moglie. Nel 1165 lo stesso Imperatore svevo fece traslare le ossa di Carlo Magno, posizionandole in un sarcofago di marmo finemente decorato.
- Successivamente, nel 1215, suo nipote Federico II decise di far realizzare un prezioso scrigno in oro ed argento che contenesse le sacre spoglie, tutt’ora conservato nella Cattedrale di Aquisgrana.
Leggenda vuole che nell’anno 1000, a circa due secoli dalla morte di Carlo Magno, Ottone III volle scendere nelle cripte della Cattedrale per far visita alla tomba dell’Imperatore e raccontò che il suo corpo ergeva seduto su di un trono, ancora in perfetto stato di conservazione, come se Egli fosse ancora vivo, vestito con abiti regali, con il capo cinto dalla sua corona d’oro, lo scettro in mano ed i vangeli sul grembo.
“Entrammo dunque da Carlo. Egli non giaceva disteso come gli altri defunti, ma, quasi fosse vivo, stava seduto su un trono. Era incoronato con una corona d’oro; teneva uno scettro nelle mani coperte da guanti che le unghie, crescendo, avevano perforato. (…) una volta entrati nella tomba, sentimmo un profumo intensissimo. Lo adorammo, inginocchiandoci senza indugio. Subito l’imperatore Ottone lo rivestì di abiti bianchi, gli tagliò le unghie e restaurò tutto quello che s’era deteriorato intorno a lui. Invero, nessuna delle sue membra si era ancora disfatta putrefacendo: mancava soltanto un pezzettino della punta del naso, che subito Ottone fece rifare in oro. Estrasse un dente dalla bocca di Carlo, ricostruì il monumento e se ne andò.”, così come scrissero nel 1026 nelle Cronache di Novalesa.
Fonte: viaggiandonellabellezza