I Moken (conosciuti anche come Moklen o Mawken, oppure Chow Lair) potrebbero presto scomparire.
Vivono lungo le coste, fra il Myanmar e la Thailandia.
Gli ultimi insediamenti di questa popolazione nomade, che vive in stretto contatto con il mare, si trovano nell’isola di Lampy e in altri piccoli atolli vicini, nonché in alcune aree protette a parco.
Si sostengono attraverso il commerci e lo scambi di prodotti che il mare sa offrire.
Sono stati censiti circa 2000 - 3000 individui, dopo lo tsunami del 2004, che ha devastato parte della costa.
I Moken per numerose generazioni hanno solcato i mari del sud est asiatico, alla ricerca di pesce, crostacei e coralli.
Per gli antropologi questi popoli sono un enigma, non si sa con precisione da dove vengono e come si sono spostati nel corso dei secoli.
Erano soliti vagabondare per il mare, e rimanere qualche tempo sulla terraferma solo nel periodo dei monsoni.
Le classiche imbarcazioni costruite per solcare questi mari spesso turbolenti, sono costruite con legname prelevato dalla costa del continente o dalle isole.
Un tempo, era il vento la forza motrice che consentiva di navigare, ora è il motore, con un albero lungo tradizionale all’estremità, sul quale si trova l’elica.
Sulle imbarcazioni Thai il motore sostituisce in pieno l’utilizzo arcaico e avventuroso della vela.
La tecnologia dunque ha avuto il sopravvento anche su questi popoli.
La religione Moken è animista e tipicamente in ogni villaggio è presente la "casa dello spirito tutelare" chiamata Rumah Dato, o Balai Dato (corte dello spirito tutelare).
Queste costruzioni hanno al loro interno decorazioni simili a quelle della cultura Cinese e Thai che sono mostrate durante le feste degli spiriti oppure quando sono richieste da uno shamano.
Nella loro religione non vi è traccia di influenze Islamiche o Buddhiste.
Tipicamente le loro usanze sono del folklore e della religione Malay. I festival degli spititi si tengono il sesto e l'undicesimo mese dell'anno.
Le cerimonie risultano abbastanza complesse e ancora non è noto il significato di molti termini utilizzati durante le stesse cerimonie. Parte del festival prende il nome di Hari Pahadak (giorno della protezione), e si balla e si beve ad oltranza.
L’avvento del turismo ha stravolto gli stili di vita dei Moken, il nomadismo è stato abbandonato, sono cambiate le tecniche di pesca.
Ultimamente per far fronte alla richiesta del turismo, cercano nei fondali coralli e conchiglie, che ripulite, vengono offerte a commercianti di souvenir, oppure pescano crostacei che rivendono poi nei ristoranti locali.
Uno dei luoghi dove arrivano maggiormente i prodotti ricavati dal mare, è l’isola di Phuket in Thailandia.
Il problema, ora, si sta evidenziando nei fondali marini dove i Moken sono soliti cacciare, essendo abili apneisti, raccolgono anche ricci e oloturie, e stanno mettendo in pericolo a causa del prelievo insostenibile le popolazioni di questi echinoidermi.
Sconvolti dalla vita moderna, questi popoli sono anche decimati dalla malaria e dalle droghe (oppio ed eroina), che si procurano spesso barattando i loro prodotti con commercianti senza scrupoli. Come altri popoli tribali, hanno perso nel tempo la loro identità sociale e culturale.
Sono molte le popolazioni indigene del mondo in pericolo, traviate ed esiliate in piccoli fazzoletti di territorio, ma per quanto ancora potranno resistere all’attacco dell’era moderna?
Fonte: www.biologiamarina.eu/