giovedì 13 settembre 2012
Poesia Alda Merisi
Quelle come me…. è come una goccia d’acqua nel deserto ciondolante.
Quelle come me sono capaci di grandi amori e grandi collere, grandi litigi e grandi pianti grandi perdoni.
Quelle come me non tradiscono mai.
Quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o scontato, non le amiche, non i figli, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno cercato, e difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l'anima, perché un'anima da sola, è come una goccia d’acqua nel deserto.
Alda Merini
Scritto sulla sabbia
Ciò che è bello , ciò che incanta, solo soffio, tremito sia; ciò che affascina e delizia grazia senza termine sia: nube, fiore, bolla aerea, fuoco fatuo, riso di bimbo, sguardo di donna allo specchio e altre cose varie e mirabili che, svelate, passano via nello spazio d’un istante, lieve brezza, soffio di vento: e noi, tristi, lo sappiamo. Ciò che dura, ciò che è eterno non è a noi ugualmente caro: dura gemma, freddo fuoco, grevi lampi d’aurei lingotti - e le stelle innumerabili, alte e ostili, non somigliano a noi erranti, non raggiungono gli abissi fondi delle anime. Forse l’intima bellezza (così degna che l’amiamo) E’ votata alla rovina: le sta prossima la morte; così, i toni della musica che, sbocciati, già si involano via scompaiono: sono un soffio, sono un flusso, sono una caccia, e in un triste muto alito se neanche per un palpito si trattengono, si domano; ogni nota, appena emessa, già sparisce e fugge via. Così il cuore a ciò che svola e via scorre, a ciò che vive, è fraterno e sottomesso, non a ciò che fermo sta. Presto annoia ciò che dura, pietra, firmamento e gemma; a un eterno andare spingono Noi – alito di anime, come bolle di sapone, sposi al tempo, che non durano, cui la stilla sulla rosa, cui il danzare d’un uccello o il morire d’una nuvola trasvolante, o il bagliore della neve, o arcobaleno, o farfalla già fuggita, o la gioia d’un sorriso che passando non ci sfiora già significa la festa – o sgomento. Si, amiamo chi ci è simile, e lo sappiamo: il vento scrive sulla sabbia.
di Hermann Hesse
La rosa simbolismo
ll simbolo della Rosa è, assieme a pochi altri, onnipresente nei tempi e quasi in tutto il globo. Gli eroi greci la usavano per ornare il loro elmo come Enea ed Ettore (peraltro eroi Troiani), oppure lo scudo come Achille. I roseti erano consacrati tanto ad Afrodite che ad Atena ed una leggenda mitologica dice che inizialmente in Grecia esistevano solo rose bianche finché la dea Afrodite, accorrendo in aiuto di Adone, mortalmente trafitto da un cinghiale, si punse con le spine, tingendo del rosso del proprio sangue le corolle del fiore ad essa consacrato. Già, le spine, il cosiddetto “rovescio della medaglia”. Secondo varie leggende medievali, l’Eden era pieno di rose senza spine, nate dopo il “peccato” di Eva. E San Bernardo di Chiaravalle era solito dire:” Eva, spina; Maria, rosa”.
Il dio Arpocrate, l’equivalente greco dell’egizio Horus, era il dio della segretezza e veniva raffigurato incoronato di roselline. Ciò fece sì che il simbolismo della rosa acquisisse anche il simbolo iniziatico della conservazione dei segreti.
Ecate, dea degli inferi, era talvolta rappresentata con la testa cinta da una ghirlanda di rose. Questo fiore era per i greci anche simbolo di rigenerazione e perciò era usanza deporre rose sulle tombe.
Nell’antica Roma la rosa celava il “profumo di eternità”, tanto che durante le “Rosalie”, cerimonie miranti ad onorare gli dei Mani celebrate tra maggio e luglio, i cittadini erano soliti offrire ai defunti ampie ghirlande di rose. Pure il famoso “asino di Apuleio” riacquistò forma umana mangiando una corona di rose vermiglie offertegli dal sacerdote di Iside.
Il Cristianesimo attinse copiosamente nel simbolismo della Rosa che divenne addirittura emblema del Graal, la mitica coppa che raccolse il sangue di Cristo sgorgante dalle sue ferite. Ma la rosa era anche simbolo di trasformazione: in due diverse leggende abbiamo la Rosa bianca che si trasforma in rossa con il sangue di Cristo e la Rosa rossa che si trasforma in bianca con le lacrime della Madonna. I cinque sepali del fiore ricordano proprio un calice, il calice in cui ogni anima che si incarna raccoglie il proprio destino futuro.
Fra gli alchimisti la Rosa bianca rappresentava l’ ”Albedo” (purificazione del sentire, ovvero del Mercurio) e quella rossa la “Rubedo” (purificazione del volere, ovvero lo zolfo), le due fasi dell’Opera di trasmutazione successiva alla “Nigredo” (la putrefazione di base).
Nell’esoterico Ordine Rosacrociano una corona di rose rosse con al centro una rosa è posta al centro della Croce, al posto del cuore: il dolore umano (Croce) abbinato all’Amore (Rosa).
Anche il rosone in vetri colorati che si vede in alcune cattedrali o il rosone in pietra posto sulla facciata delle chiese trae origine dal simbolismo della Rosa: attraverso il rosone, la luce (ossia la Verità) può entrare nel Sacro edificio. Nell’XI secolo alcuni monasteri regalavano ogni anno a Papa Leone IX una rosa d’oro, in segno di riconoscenza per ciò che la Chiesa faceva per loro. Inoltre in tutto il Medioevo il simbolo della Rosa era tra i più usati, assieme alla Croce, dagli ordini cavallereschi.
Leggenda la luna blu
Nella mitologia greca la Luna Blu era una festività dedicata alla Dea Artemide, tradizionalmente rappresentata come la vergine lunare che percorre boschi e foreste in compagnia delle sue ninfe fedeli, armata di arco e frecce. Largo spazio veniva dato agli aspetti di dea della fecondità e di dea guerriera, valenze che riportano a sfumature dei complessi significati metafisici della Luna Blu, di cui si parlerà nelle prossime righe. Il popolo romano la identificava con Diana e l’assimilava alle altre due dee lunari, Selene ed Ecate. Nella tradizione Avaloniana la Luna Blu era associata a Branwen (figlio di Llyr del secondo ramo dei Mabinogion), il quale fungeva da ponte spirituale fra due nazioni, l’Irlanda e l’Isola dei Potenti. Branwen inoltre rappresentava il centro del cerchio, il susseguirsi infinito dei cicli, il punto di partenza e il punto di ritorno, tutte tematiche familiari a questa lunazione. Negli ambienti neopagani questa luna è detta anche “Luna delle Streghe” o “Luna di Potere”, in quanto per il suo potenziale è considerata notte particolarmente indicata per la divinazione. Nella comunità scientifica invece è vissuta come un raro evento astronomico da osservare con attenzione e curiosità. Per tutti quanti gli altri, che spesso addirittura non fanno neppure caso a quale ciclo la luna stia attraversando nell’ambito di un comune calendario, la Luna Blu è solo un’altra luna piena
Omaggio a nostri amici
Questa leggenda tramandata dagli indiani, da me ritenuto popolo
saggio per eccellenza, è dedicata a tutti gli animali che popolano
la terra ed in special modo a quella parte di essi che in vita hanno
e sono stati amati dal genere umano.
Nel volerci credere però il mio pensiero và a quanti di essi
senza ritegno o rimorso alcuno hanno subito soprusi
e maltrattamenti dagli uomini, senza ricevere carezza
alcuna durante la loro terrena esistenza.
Possano essi in questa magica valle, rallegrarsi con un gesto
d’affetto che li ripaghi e faccia loro dimenticare le indegne torture
e la spregevole indifferenza di cui sono stati vittime.
Corso di formazione per uomini
TEMA DEL CORSO: diventare intelligente quanto una donna
(quindi essere perfetti)
OBIETTIVO PEDAGOCICO: corso di formazione che permette agli
uomini di sviluppare quella parte del cervello della quale ignorano
l’esistenza.
PROGRAMMA : 4 moduli di cui uno obbligatorio.
MODULO 1: CORSO DI BASE OBBLIGATORIO
1. imparare a vivere senza la mamma (2000 ore).
2. la mia donna NON è MIA MAMMA (350 ore)
3. capire che il calcio non è altro che uno sport (500 ore)
MODULO 2 : VITA A DUE
1. avere bambini senza diventare geloso (50 ore)
2. smettere di dire boiate quando la mia donna riceve i suoi amici
(500 ore)
3. vincere la sindrome del telecomando (550 ore)
4. non faccio pipì fuori dal water (100 ore, esercizi pratici con video)
5. riuscire a soddisfare la mia donna prima che cominci a far finta
(1500 ore)
6. come arrivare fino al cesto dei panni sporchi senza perdersi (500 ore)
7. come sopravvivere ad un raffreddore senza agonizzare (300 ore)
MODULO 3 : TEMPO LIBERO
1. stirare in due tappe (una camicia in meno di due ore: esercizi
pratici)
2. digerire senza ruttare mentre lavo i piatti (esercizi pratici)
MODULO 4 : CORSO DI CUCINA
Livello 1 (principianti : gli elettrodomestici:
ON = ACCESO - OFF = SPENTO
Livello 2 (avanzato)
La mia prima zuppa precotta senza bruciare la pentola.
Esercizi pratici: far bollire l’acqua prima di aggiungere gli spaghetti.
Sono inoltre previsti dei temi speciali di approfondimento; a causa della
complessità e difficoltà di comprensione dei temi i corsi avranno un
massimo di 8 iscritti:
TEMA 1 : il ferro da stiro; dalla lavatrice all’armadio: questo processo misterioso.
TEMA 2: tu e l’elettricità: vantaggi economici del contattare un tecnico
competente per le riparazione (anche le più basilari)
TEMA 3 : ultima scoperta scientifica : cucinare e buttare la spazzatura non
provocano ne’ impotenza ne’ tetraplegia (pratica in laboratorio)
TEMA 4: perché non è reato regalarle fiori anche se sei già sposato con lei
TEMA 5 : il rullo di carta igienica: “nasce la carta igienica nel portarullo?”
(esposizioni sul tema della generazione spontanea)
TEMA 6: come abbassare la tavoletta del bagno passo a passo
(teleconferenza con l’Università di Harward)
TEMA 7: perché non è necessario agitare le lenzuola dopo aver emesso
gas intestinali (esercizi di riflessione di coppia)
TEMA 8: gli uomini che guidano possono chiedere informazioni ai
passanti quando si perdono senza il rischio di sembrare impotenti
(testimonianze)
TEMA 9: la lavatrice: questa grande sconosciuta della casa
TEMA 10: è possibile fare pipì senza schizzare fuori dalla tazza? (pratica
di gruppo)
TEMA 11: differenze fondamentali tra il cesto della roba sporca e il suolo
(esercizi in laboratori di musicoterapica)
TEMA 12: l’uomo nel posto del passeggero: è geneticamente possibile non
parlare o agitarsi convulsamente mentre lei parcheggia?
TEMA 13: la tazza della colazione: levita da se’ fino al lavandino?
(esercizi diretti da Silvan)
TEMA 14: comunicazione extrasensoriale: esercizi mentali in modo che
quando gli si dice che qualcosa è nel cassetto dell’armadio non domandi
“in quale cassetto e di quale armadio?”.
I Nephilim
L'appellativo Nephilim (in ebraico הנּפלים), presente nell'Antico testamento (Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani, si riferisce ad un popolo creato dall'incrocio tra i "figli di Dio" (benei elohim, בני האלהים) e le "figlie degli uomini" (VediGenesi 6:1-8), o giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33). Un termine simile ma con un suono diverso viene utilizzato nel Libro di Ezechiele 32:27 e si riferisce ai guerrieri filistei morti.
La medusa immortale
La medusa immortale
Fino alla fine dei tempi: è l’unico essere vivente che può definirsi «immortale», nel vero senso della parola. La medusa Turritopsis nutricula è capace di invertire il proprio ciclo biologico e di sfuggire così alla tappa finale del processo di invecchiamento, ovvero alla morte. Ora, la creatura dei mari si sta moltiplicando ad un ritmo inarrestabile. «E’ in atto un’invasione silenziosa nei nostri oceani», avvertono i ricercatori. RITORNA GIOVANE - La scoperta di questo organismo, che potenzialmente può vivere in eterno, risale a qualche anno fa e fu fatta da un team di biologi dell’Università di Lecce. La piccola idromedusa dal nome scientifico Turritopsis nutricula misura un diametro di appena quattro-cinque millimetri. Una volta raggiunta la maturità sessuale e dopo essersi riprodotta, non muore, a differenza di tutti gli altri organismi similari, sostengono gli studiosi. Questa speciale medusa, invece, scende sul fondo e si ritrasforma nello stadio giovanile da cui era stata generata. Insomma, da polipo ridiventa nuovamente medusa, e viceversa. Un processo che in sostanza può definirsi «infinito». Per gli scienziati questo ringiovanimento è reso possibile, a livello cellulare, a causa di un fenomeno conosciuto come «transdifferenziamento». L’ovvia e inevitabile conseguenza è una proliferazione di questa creatura dei mari, affermano i biologi marini sull’inglese TELEGRAFT.«Stiamo rilevando un’invasione silenziosa in tutto il mondo», ha detto Maria Maglietta, dell’istituto di ricerca tropicale Smithsonian a Washington. Questi predatori del mare, originariamente presenti nelle acque calde dei Carabi, si stanno diffondendo velocemente in tutti gli oceani, aiutati anche da «passaggi» inconsapevolmente offerti dalle navi. Ciò dimostra che l’immortalità non è affatto una utopia o un miraggio. In natura esistono esseri, sia animali (come in questo caso) o vegetali che hanno questo “dono”. Un dono che aveva, probabilmente, l’uomo alle origini. Questo se dobbiamo dare atto ai testi biblici, i quali affermano (tra le altre cose) che la specie umana perse l’immortalità a causa del “peccato originale”, se dobbiamo dare credito alla metafora religiosa. Ma questo presuppone anche un’ altra strada, ancora più affasciante. E se per “bypassare” le enormi distanze cosmiche, eventuali civiltà extraterrestri utilizzano metodi similiari alla nostra medusa? Una ipotesi da non lasciar cadere del tutto.
Nessuno può giudicare
Nessuno può giudicare le tue scelte o i tuoi pensieri, perché nessuno ha mai provato le tue emozioni o i tuoi dolori
Moria di animali in tutto il mondo
Il progetto HAARP è un progetto militare, e la sua messa in funzione è combaciata con l'inizio delle irrorazioni clandestine di aerosol nella ionosfera, anche queste operazioni dette "sciechimiche" sappiamo con certezza essere "materie regolate da specifiche norme di leggi, di competenza del min. della difesa", quindi gestite anche'esse dai militari.
I Guanci popolo antico delle Canarie
La storia dell’arcipelago delle Canarie va di pari passo con la scomparsa del suo popolo autoctono: quello dei Guanci. Per quanto ne sappiamo i Guanci sono i primi abitanti delle Isole Canarie.
La loro origine è per lo più incerta, ma si pensa che fossero arrivati dal continente africano (per lo più dall’Egitto) e che quindi facessero parte di un ramo dei Berberi. Ancora oggi però non si hanno prove certe sulla derivazione berbera dei Guanci. Il primo a testimoniare la presenza di queste popolazioni nelle isole, fu Plinio il Vecchio, secondo cui i Cartaginesi, durante le loro esplorazioni dell’arcipelago, si erano imbattuti in questi abitanti e oltretutto in moltissimi resti di edifici imponenti.
Da qui si può addirittura ipotizzare la presenza di un’altra civiltà precedente ai Guanci, ma purtroppo anche questa volta, la mancanza di prove tangibili nel presente ha decretato la fine di questa fantasiosa ipotesi.
E’ chiaro a questo punto che a Fenici e Cartaginesi le isole non fossero affatto sconosciute e in successione vennero scoperte anche dai Romani. Ai Romani si deve dunque il nome Canarie (sebbene non abbia un’origine chiara): la parola sembra derivi dal latino Canis, cane, e che sia stata coniata da Plinio per la presenza di grossi canidi sul territorio isolano.
Dopo la caduta dell’impero romano l’arcipelago fu tagliato fuori da ogni contatto con l’Europa! Nel medioevo dunque non troviamo significative testimonianze della storia di queste isole.
La riscoperta delle Isole Canarie avvenne solamente intorno al XIII secolo grazie ai numerosi viaggi sulla costa nord-ovest dell’Africa.
Il primo contatto dei popoli autoctoni con gli europei avvenne precisamente nel 1336 in una spedizione di una nave portoghese sotto il comando del genovese Lanzarotto Malocello. Successivamente giunse sulle coste canarie anche Angiolino de Corbizi per conto del Re di Portogallo, Alfonso IV. Una spedizione dei catalani avvenne solo un anno più tardi. Gli esploratori prima portoghesi e poi spagnoli poterono contare su uno dei testi più importanti mai stesi riguardo all’arcipelago, ossia il De Canaria et insulis reliquis ultra hispaniam noviter repertis scritto da Giovanni Boccaccio.
In questa opera vengono descritti i Guanci e oltretutto viene analizzato anche il loro sistema di ragionamento e di comunicazione. Secondo questo testo, i Guanci parlavano lingue differenti in base alla loro isola d’appartenenza, conoscevano la navigazione ed avevano degli usi e costumi probabilmente dissimili da isola a isola! Quelli descritti da Boccaccio (abitanti dell’isola di Gran Canaria) erano privi di vestiti, ad eccezione dei capi che indossavano abiti di pelle caprina, avevano lunghi capelli biondi e sopravvivevano grazie all’allevamento e all’agricoltura. Con la conquista dei Castigliani attuata tra il 1464 e il 1496 i Guanci furono quasi totalmente sterminati. Già in precedenza, le isole avevano scatenato gli interessi di numerosi stati europei; nonostante l’arcipelago non fosse colmo di risorse preziose, già nel 1344 il papa Clemente VI eleggeva a Principe delle Isole Fortunate, il cugino del Re di Portogallo, don Luis de la Cerda, innescando così l’invidia dei Castigliani che circa 100 anni dopo si interessarono alla conquista delle isole Canarie.
Via Lattea
Archeologia stellare nella Via Lattea..
Molte delle più antiche stelle della Via Lattea sono residui di galassie più piccole andate distrutte in violente collisioni galattiche circa cinque miliardi di anni fa, lo afferma un articolo pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
I ricercatori dell'Institute for Computational Cosmology della Durham University, del Max Planck Institut per l'astrofisica e della Groningen University, nei Paesi Bassi, hanno utilizzato simulazioni al computer per ricostruire gli inizi della nostra galassia.
Ciò ha rivelato come le stelle più antiche, trovate nell'alone stellare di frammenti che circondano la Via Lattea, sono stati strappati da galassie più piccole per effetto della gravità generata da collisioni.
Com'è noto infatti l'uno per cento delle stelle della Via Lattea appartiene all'alone stellare, che è più grande della spirale della galassia. Proprio queste stelle sono antiche quasi quanto l'universo.
Le attuali teorie cosmologiche prevedono che l'universo primordiale fosse pieno di piccole galassie con vite brevi e violente. Queste galassie collidevano le une con le altre lasciando detriti che infine hanno costituito i mattoni elementari per la costruzione di galassie più grandi.
"In effetti, ci comportiamo come archeologi galattici, alla ricerca dei siti più probabili in cui le antiche galassie potrebbero essere state disseminate in tutta la Via Lattea”, ha commentato Andrew Cooper, coautore dello studio. “Le nostre simulazioni mostrano come differenti resti presenti nella nostra galassia, come le stelle antiche, sono correlate agli eventi nel passato distante”.
Le simulazioni sono state rese possibili dai supercomputer dell'Aquarius Project del Consorzio Virgo e sono partite dal Big Bang, intorno a 13 miliardi di anni fa, e hanno utilizzato le leggi della fisica per ricostruire l'evoluzione della materia oscura e delle stelle.
Musica Nativi americani
Dal suo album "Sogni Spirit". un bel brano composto da Thomas Walker.
Tavolette Rongo Rongo
Il rongorongo (o ko hau rongo rongo) è la scrittura antica dell'Isola di Pasqua (Rapanui). Si tratta di una scrittura con andamento bustrofedico e che, al momento, è stata solo parzialmente decifrata. L'Isola di Pasqua è l'unica nell'area del Sud Pacifico ad aver sviluppato nella propria storia una scrittura propria. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare non si tratta di una scrittura che utilizza geroglifici. Tuttavia non mancarono anche al riguardo della scrittura indigena forti controversie nel mondo scientifico, e così l'archeologo americano Kenneth P. Emory sostenne che le poche tavole scritte scoperte tra il 1722 e il 1868, non fossero altro che imitazioni fatte dalla popolazione indigena della scrittura usata dai primi scopritori dell'Isola di Pasqua. Come è facile presupporre, la scrittura rongorongo non fu mai decifrata completamente e per molti decenni rimase incompresa. Fu quindi solo grazie agli studi condotti dal tedesco Thomas Barthel e alla scoperta di una tavoletta che riportava un calendario lunare (oggi conservata nell'archivio dei SS Cuori a Grottaferrata nei pressi di Roma), la cosiddetta tavoletta Mamari, che si poté parzialmente decifrare alcuni simboli. Al momento (2009) in tutto il mondo esistono soltanto 26 tavolette, in buone condizioni ed autentiche al di là di ogni dubbio, scritte in rongorongo.
Tributo alla Terra
Il nostro pianeta:
- la bellezza dei suoi paesaggi.
- le migrazioni e le diversità degli animali.
- la meraviglia delle stagioni.
- lo splendore delle piante.
Ho cercato di concentrare tutto questo in un unico filmato con 3 momenti particolari dedicati principalmente a:
- I Paesaggi
- Gli Animali
- Le Piante.
Imparerai
Imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti.
Il Ghepardo, veloce come il vento
Il ghepardo (Acinonyx jubatus) presenta corpo snello e slanciato e lunghe zampe che lo differenziano dagli altri felini e lo configurano come corridore molto veloce.
Il capo, con una corta criniera sulla nuca, risulta piccolo rispetto al corpo per accorciamento del muso dalla tipica maschera.
Il colore di fondo del mantello è giallastro cosparso di piccole macchie nere e compatte.
Non è un corridore da lunga distanza, ma uno scattista con una notevole accelerazione: da 0 a 70 km/h in due secondi e da 0 a 100 km/h in poco più di tre secondi.
Il record cronometrato di velocità è di 120.5 km/h su un esemplare che aveva percorso 640 metri in 20 secondi.
Quasi esclusivamente diurno, il ghepardo caccia all'agguato, come gli altri felini, generalmente nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio.
Quando invece le prede sono in gruppo numeroso il ghepardo cambia tattica, si avvicina ad esse camminando in piena vista, mettendo in allarme così le vittime che, disorientate ed impaurite, rimangono immobili fino alla prima reazione di fuga, è a questo punto che il ghepardo scatta fulmineamente e in poche falcate raggiunge la vittima prescelta buttandola a terra con una zampata e immobilizzandola.
La lunga coda, in questa circostanza, serve in modo eccellente da timone necessario per seguire gli improvvisi cambiamenti di direzione della preda.
Il ghepardo è un animale generalmente solitario, soprattutto le femmine e seppure solo in parte, territoriale, marcando il territorio con graffi sui tronchi o segnali odorosi.
Dopo una gestazione di circa novanta giorni, la femmina partorisce solitamente quattro o cinque cuccioli, con una lunga criniera, che resteranno con la madre fino all'età di circa due anni: durante questo periodo, oltre a proteggerli e difenderli, la madre li aiuterà ad impadronirsi delle tecniche di caccia necessarie alla cattura delle prede.
La sua dieta comprende erbivori di piccola e media taglia, dagli impala ai facoceri, fino alle zebre.
Il ghepardo, inoltre, sorprende per la quantità e qualità dei suoni che riesce ad emettere: è infatti in grado di emettere un suono del tutto simile al miagolio e di fare le fusa.
Particolari i motivi per cui veniva cacciato in India dove veniva soprattutto catturato per essere addomesticato e aiutare l'uomo nelle battute di caccia. Nel Medioevo questa usanza venne introdotta anche in alcune corti europee dove però l'allevamento e il mantenimento in cattività di questi animali presentò molte difficoltà.
Il ghepardo è relativamente addomesticabile, e spesso i sovrani dei paesi mediorientali antichi li allevavano nelle proprie regge.
Diversi ghepardi, ad esempio, erano presenti alla corte dei sovrani di Persia. È infatti molto meno pericoloso del leopardo. Inoltre ancora oggi viene allevato e riprodotto con successo in cattività sia per essere reintrodotto sia per la caccia con il felino.
Snow on the Sahara
TRADUZIONE TESTO
Solo dimmi che mi vuoi ancora qui
Quando si allontanano là fuori
per quelle colline di polvere e dura venti che soffiano
in quel mare bianco secco solo
Perso nel deserto
si sono persi nel deserto
, ma di stare con voi in un anello di fuoco
dimenticherò i giorni passati
io proteggere il corpo e proteggerà la tua vita
da miraggi ai tuoi occhi
Perso nel deserto
Se la dispersione speranze come la polvere in tutta la traccia
Sarò la luna che brilla sul il percorso
Il sole può accecare i nostri occhi, pregherò i cieli lassù
per far cadere la neve sul Sahara
Se quello è l'unico posto dove è possibile lasciare i tuoi dubbi
ti sosterrò e sarò il tuo percorso
E se bruceremo , pregherò i cieli lassù per far cadere la neve sul Sahara
solo un desiderio e mi coprirà le spalle
con veli di seta e d'oro
quando le ombre vengono e si scuriscono il tuo cuore
lasciandoti con rimpianti così freddi
Perso nel deserto
Se la tua dispersione speranze come la polvere in tutta la traccia
Sarò la luna che brilla sul tuo cammino
Il sole potrebbe accecare i nostri occhi, pregherò i cieli lassù
per far cadere la neve sul Sahara
Se quello è l'unico posto dove si può lasciare i tuoi dubbi
Ti sosterrò e sarò il tuo percorso
E se bruceremo, pregherò i cieli lassù per far cadere la neve sul Sahara
HAARP
La High Frequency Active Auroral Research Program (conosciuta anche con l'acronimo di HAARP) è un'installazione civile e militare statunitense situata in Alaska (nei pressi di Gakona, a ovest del Parco Nazionale Wrangell-Santo Elias, in una base della United States Air Force.
Gli scopi dell'installazione sono la ricerca scientifica sugli strati alti dell'atmosfera e della ionosfera e la ricerca sulle comunicazioni radio per uso militare.
Ma sarà poi veramente così?
I.....(quelli chiamati) complottisti dicono ben altro
Il sole
Mai prima d'ora dallo spazio ci erano arrivate immagini così straordinarie della nostra stella. Tutto grazie a un nuovo telescopio spaziale della Nasa, il Solar Dynamics Observatory (Sdo). Ecco le prime stupefacenti immagini.
Spazio: Scoperta la più grande riserva di acqua nell'universo
Spazio: scoperta la più grande riserva di acqua nell'universo Si trova a 12 miliardi di anni luce dalla Terra la riserva d'acqua più grande e distante mai scoperta nell'universo. E' un concentrato di vapore acqueo che circonda un quasar, ossia un oggetto cosmico molto primitivo e simile a un stella, e che contiene una quantità di acqua pari a 140 milioni di miliardi come quella che si trova negli oceani della Terra.La scoperta, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters, si deve a un gruppo di astronomi del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e del California Institute of Technology (Caltech). "L'ambiente che circonda questo quasar è davvero unico per l'enorme quantità d'acqua che prodice", ha osservato Matt Bradford, del Jpl. "E' un'ulteriore dimostrazione - ha aggiunto - di come l'acqua pervada l'intero universo e di come sia stata presente anche nele fasi iniziali della sua formazione".Ad alimentare l'attività del quasar , indicato con la sigla APM 08279+5255, è un enorme buco nero dalla massa 20 miliardi di volte superiore a quella del Sole e che produce una quantità di energia pari a quella generata da miliardi di miliardi di stelle come il Sole. Che l'acqua potesse essere presente anche nelle prime fasi della storia dell'universo, i ricercatori lo sospettavano da tempo, ma soltanto adesso ne hanno la prova.Finora, per esempio, si sapeva che l'acqua è abbondante nella Via Lattea, dove però si trova per la maggior parte allo stato ghiacciato e in una quantità 4.000 volte inferiore a quella scoperta nel quasar. Secondo gli autori della scoperta, l'immensa quantità di vapore acqueo, che si estende per oltre cinque milioni di miliardi di chilometri intorno al quasar, è generata dai gas caldissimi prodotti dal quasar. Il gruppo di Bedford ha scoperto la riserva di acqua con il telescopio dell'osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii, mentre il gruppo del Caltech, guidato da Darius Lis, ha usato l'Interferometro di Plateau de Bue, sulle Alpi Francesi.
Le tavole del Michigan
Le tavole del Michigan rappresenterebbero la prova inconfutabile che il Continente Americano fu colonizzato ben prima della scoperta di Colombo: fatte d'argilla, ardesia o rame furono estratte a migliaia da tombe di, forse, "indiani" nei dintorni di Detroit, nel Michigan appunto, tra il 1874 ed il 1915…Tutte le tavole erano incise di motivi ebraici, cristiani e lingue non conosciute…gli studiosi le decretarono subito false, con il giusto disappunto degli scopritori…molti anni dopo la studiosa Henriette Mertz, nel tantativo di dimostrare definitivamente e scientificamente che si trattava di falsi, si convinse dell'autenticità delle tavole e le attribuì a profughi cristiani i quali, fuggiti dall'impero romano nel 312 d.C., trovarono rifugio sul continente americano. Ma dove sono finite ad oggi tutte queste tavole? Secondo numerosi ricercatori non ne dovrebbe esistere più traccia... Ma si sbagliano: molte tavole sono in possesso dei Mormoni dell'Utah, che le hanno ricevute in donazione dall'Università di Notre Dame; questa collezione è composta da quella precendemente in possesso di Savage (1045 pezzi) e quella di Soper (495 pezzi) per un totale di 1540 tavole. Si pensa che però i pezzi più belli e interessanti siano stati nascosti da qualche parte, in quanto Mertz nelle sue ricerche aveva catalogato 2700 pezzi. Oltre a quella custodita dai Mormoni ne esistono altre, disseminate fra il Michigan e il New Hampshire, anche se di dimensioni ridotte. Anche il fondatore dei Mormoni, Joseph Smith, raccontò di aver riportato alla luce altre tavole nel 1823. Secondo la sua storia fu un arcangelo a rivelargli la loro esistenza e gli diede il compito di tradurle, fu così che scrisse il sacro libro di Mormon. Solo che nelle tavole donate dall'Università di Notre Dame (la collezione Savage-Soper) non troviamo iscrizioni e simboli che fanno riferimento alla storia di Smith, troviamo invece iscrizioni e simboli biblici!. Su alcuni pezzi inoltre sarebbero stati notati dei segni lasciati molto probabilmente da un macchinario, per questo molti studiosi mostrano scettiscismo verso l'autenticità delle tavole. Indubbiamente la cosa gioca a favore della chiesa Mormone, in quanto se le tavole iniziassero a suscitare l'interesse di diversi scienziati, e qualcuno di questi riuscisse a decifrare le iscrizioni, e quindi a svelare l'origine delle tavole, sarebbe un brutto colpo per la chiesa Mormone: secondo alcuni studiosi infatti decifrare le tavole equivale a smontare alcune basi della chiesa Mormone. Su alcune di queste tavole inoltre vi è raffigurata la storia dell'arca di Noè, con diluvi e inondazioni, nonchè impatti di asteroidi. Quindi volendo prestare fede a queste raffigurazioni si può pensare che il diluvio universale, descritto nella bibbia, sia stato generato da un impatto di un meteorite con la terra: peccato che questa tesi è stata formulata per la prima volta a metà del 1900 e le tavole siano state trovate a fine 1800. Se le tavole sono false, allora bisogna fare i complimenti ai falsari che sono stati in grado di vedere 50 anni nel futuro.
Le Quattro Candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso che si poteva ascoltare la loro conversazione.
La Prima Candela diceva:
"IO SONO LA PACE
Ma gli uomini non riescono a mantenermi: penso proprio che non resti altro da fare che spegnermi!".
Così fu, e a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.
La Seconda Candela disse:
"IO SONO LA FEDE
Purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere niente di me, e per questo motivo non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di essa e la spense.
Triste Triste,
La Terza Candela a sua volta disse:
"IO SONO L' AMORE
Non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.
Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari."
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.
INASPETTATAMENTE.................
un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le TRE CANDELE SPENTE.
Impaurito per la semi oscurità disse:
"MA COSA FATE VOI DOVETE RIMANERE ACCESE, IO HO PAURA DEL BUIO!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.
Allora La Quarta Candela impietositasi disse:
"NON TEMERE,
NON PIANGERE:
POTREMO SEMPRE RIACCENDERE,
LE ALTRE CANDELE:
Io Sono LA SPERANZA".
Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo presela LA CANDELA DELLA SPERANZA, E RIACCESE TUTTE LE ALTRE.
CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA DENTRO IL NOSTRO CUORE..................
E CHE CIASCUNO DI NOI POSSA ESSERE LO STRUMENTO, COME QUEL BIMBO, CAPACE IN OGNI MOMENTO DI RIACCENDERE CON LA SUA SPERANZA:
LA FEDE, LA PACE E L' AMORE!!!.
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