sabato 9 novembre 2013
Ci siamo giocati un altro primato
Soppiantati dai francesi, che sembrano essere i preferiti dalle star di Hollywood, gli italiani sarebbero superati ormai anche dagli inglesi.
C'erano una volta i latin lovers, rigorosamente mediterranei, ma soprattutto molto italiani: amanti per antonomasia, anche un po' "don Giovanni" nell'animo. Del resto, Mozart, scelse questo personaggio per una delle sue tre opere italiane. E che dire di Giacomo Casanova o di un altro amante per eccellenza (ma decisamente più monogamo) come il "veronese" Romeo. Ma l'elenco sarebbe lungo, da Rodolfo Valentino fino a Raoul Bova, nonostante i rumors recenti sulla sua presunta e smentita omosessualità . Sta di fatto che il mito del maschio italiano sembra ormai tramontato.
Parola di inglesi, che pare abbiano soppiantato il primato, tutto italico, dell'amante inteso come
Casanova, un uomo pronto a collezionare donne, a costo di tradirle, ma capace anche di corteggiarle fino a far perdere loro la testa.
Stando a quanto si legge su The local , infatti, i sudditi di Sua Maestà tradirebbero più degli italiani.
Come se non bastasse, gli uomini del Belpaese non sarebbero più capaci di corteggiare le donne e avrebbero dimenticato cosa significa offrire una cena o dare un appuntamento in un un hotel, secondo quanto raccontato dalla BBC. Insomma, una vera debacle per i maschi italiani, che però non sembra inorgoglire quelli inglesi, stando alle reazioni oltre Manica.
Sull'International Business Times si bolla la questione come un "rigurgito di vecchi cliché" che vedono gli italiani tutti Casanova, ma che in realtà altro non sarebbe se non un "innocuo esercizio dei lettori britannici". Sta di fatto che gli italiani embrano davvero perdere punti, se non gli inglesi, quantomeno con i cugini francesi. In questo caso le prove sono gli occhi di tutti: tra le star di Hollywood la maggior parte sembra aver scelto proprio un "transalpino" come compagno o marito.
Qualche esempio? Da Halle Berry, innamoratissima di Olivier Martinez (conosciuto sul set nel 2010, sposato lo scorso luglio in un castello francese e poi diventato padre del suo secondo figlio, dopo Nahla, avuta dal modello canadese Gabriele Aubry), a Natalie Portman, che sta facendo le valigie diretta a Parigi per stare vicina al suo ballerino Benjamin Millepied. Come dimenticare poi Scarlett Johansson, appena eletta la più sexy del pianeta , ma soprattutto pronta alle nozze con Romain Dauriac , dopo il divorzio da Ryan Reynolds.
Nell'elenco delle donne vip folgorate dal fascino francese c'è anche Jennifer Aniston che, dimentato ormai da tempo Brad Pitt, sembra aver raggiunto la felicità con l'attore transalpino Justin Theroux, tanto da aver accettato la sua proposta di matrimonio, che dovrebbe celebrarsi il prossimo anno.
C'erano una volta i latin lovers, rigorosamente mediterranei, ma soprattutto molto italiani: amanti per antonomasia, anche un po' "don Giovanni" nell'animo. Del resto, Mozart, scelse questo personaggio per una delle sue tre opere italiane. E che dire di Giacomo Casanova o di un altro amante per eccellenza (ma decisamente più monogamo) come il "veronese" Romeo. Ma l'elenco sarebbe lungo, da Rodolfo Valentino fino a Raoul Bova, nonostante i rumors recenti sulla sua presunta e smentita omosessualità . Sta di fatto che il mito del maschio italiano sembra ormai tramontato.
Parola di inglesi, che pare abbiano soppiantato il primato, tutto italico, dell'amante inteso come
Casanova, un uomo pronto a collezionare donne, a costo di tradirle, ma capace anche di corteggiarle fino a far perdere loro la testa.
Stando a quanto si legge su The local , infatti, i sudditi di Sua Maestà tradirebbero più degli italiani.
Come se non bastasse, gli uomini del Belpaese non sarebbero più capaci di corteggiare le donne e avrebbero dimenticato cosa significa offrire una cena o dare un appuntamento in un un hotel, secondo quanto raccontato dalla BBC. Insomma, una vera debacle per i maschi italiani, che però non sembra inorgoglire quelli inglesi, stando alle reazioni oltre Manica.
Sull'International Business Times si bolla la questione come un "rigurgito di vecchi cliché" che vedono gli italiani tutti Casanova, ma che in realtà altro non sarebbe se non un "innocuo esercizio dei lettori britannici". Sta di fatto che gli italiani embrano davvero perdere punti, se non gli inglesi, quantomeno con i cugini francesi. In questo caso le prove sono gli occhi di tutti: tra le star di Hollywood la maggior parte sembra aver scelto proprio un "transalpino" come compagno o marito.
Qualche esempio? Da Halle Berry, innamoratissima di Olivier Martinez (conosciuto sul set nel 2010, sposato lo scorso luglio in un castello francese e poi diventato padre del suo secondo figlio, dopo Nahla, avuta dal modello canadese Gabriele Aubry), a Natalie Portman, che sta facendo le valigie diretta a Parigi per stare vicina al suo ballerino Benjamin Millepied. Come dimenticare poi Scarlett Johansson, appena eletta la più sexy del pianeta , ma soprattutto pronta alle nozze con Romain Dauriac , dopo il divorzio da Ryan Reynolds.
Nell'elenco delle donne vip folgorate dal fascino francese c'è anche Jennifer Aniston che, dimentato ormai da tempo Brad Pitt, sembra aver raggiunto la felicità con l'attore transalpino Justin Theroux, tanto da aver accettato la sua proposta di matrimonio, che dovrebbe celebrarsi il prossimo anno.
Rabindranath Tagore
Il Quadrato del SATOR
Il Quadrato Magico del SATOR è la più famosa struttura palindroma che da secoli ha attratto gli studiosi a causa del suo innegabile fascino.
Si tratta, sostanzialmente, in una frase in lingua latina (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) che può essere letta in entrambi i sensi, come ve ne sono tante altre.
La sua singolare caratteristica, però, è che, essendo formata da cinque parole di cinque lettere ciascuna, è possibile iscrivere la stessa frase in un quadrato di 5 x 5 caselle all'interno del quale la frase può essere letta in quattro direzioni possibili: da sinistra verso destra, e viceversa, oppure dall'alto verso il basso, e viceversa. Inizialmente si credette che il Quadrato fosse un'invenzione medievale, perché tutti i ritrovamenti fino ad allora effettuati non erano databili prima del IX secolo. Ma nel 1868 uno scavo archeologico tra le rovine dell'antica città romana di Corinium (oggi Cirencester, nel Gloucestershire, in Inghilterra) rivelò la curiosa iscrizione sull'intonaco di una casa databile al III sec. d.C.
In tale frammento, oggi conservato al museo archeologico della stessa città, il Quadrato appare nella sua versione speculare, che inizia con la parola ROTAS
Si cominciò allora a diffondere la convinzione che esso rappresentava un modo adottato dai primi Cristiani, la cui fede religiosa era ancora contrastata e vietata dai Romani, per adorare la croce in forma dissimulata: le due parole TENET, infatti, disegnano al centro del quadrato un croce perfetta, centrata sull'unica lettera N.
L'ipotesi si rafforzò allorché Felix Grossner, pastore evangelista di Chemnitz, scoprì dopo numerose prove che le 25 lettere del quadrato potevano essere disposte in modo da formare le parole PATERNOSTER incrociate e poste tra le lettere A ed O, corrispondenti, in questa interpretazione, alle lettere Alfa ed Omega dell'alfabeto greco, il principio e la fine di tutte le cose:
A rinforzare ulteriormente la tesi cristiana contribuì un'ulteriore scoperta, avvenuta nella città siriana di Dura-Europos, sull'Eufrate, antica colonia romana (300-256 a.C.).
In essa furono ritrovato quattro esemplari del Quadrato Magico, tutti nella versione speculare, databili attorno al 200-220 dell'era Cristiana. Non mancarono, però, gli oppositori a questa tesi. La maggior parte delle critiche mosse a questa interpretazione nascevano dal fatto che essa, comunque, non spiegava nulla circa il significato letterale del quadrato .
Il problema principale era quello di spiegare la parola AREPO, inesistente nel vocabolario latino, e che molti critici si rifiutavano di accettare come nome proprio di persona (Arepo, -onis, Arepone).
Questo ostacolo venne presto superato: venne scoperto che nell'antica Gallia, al tempo della dominazione romana, una certa misura di superficie veniva chiamata semiiugerum, nella lingua latina, e arepennis, in quella celtica. In particolare quest'ultimo vocabolo derivava dal termine celtico àrepos, che significava "aratro".
Sembra plausibile, quindi, che questo termine venisse poi traslitterato nel latino arepus ad indicare appunto, il caro agricolo. Il significato letterale della frase, ora, assumeva un senso logico:
«Il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote».
Ogni ipotesi a tale riguardo, però, decadde nel 1925 quando gli scavi archeologici che interessarono i resti dell'antica città di Pompei, sepolta dalle ceneri dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., rivelarono sull'intonaco della casa di Quinto Paquio Proculo l'iscrizione (sebbene mutila) del quadrato magico.
Undici anni più tardi, nel 1936, ne fu rinvenuta un'altra, stavolta completa, sulla scanalatura di una colonna mediana nel portico occidentale della Grande Palestra.
Questo ritrovamento risulta a tutt'oggi il più antico che sia stato effettuato, e per questo il Quadrato del SATOR è stato anche chiamato «Latercolo Pompeiano».
Tale scoperta pose fine alla teoria cristiana; se, infatti, si poteva ancora ipotizzare la presenza di una primitiva colonia cristiana clandestina a Pompei in quegli anni, veniva a cadere il senso dell'interpretazione del Grossner. Infatti, la A e la O che rimanevano ai lati della croce non potevano che riferirsi al punto dell'Apocalisse in cui San Giovanni scrive:
«Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine, colui che è, che è stato e che sarà».
Ma la diffusione dell'Apocalisse nell'Italia centrale avvenne, secondo studi attendibili, verso gli anni 120-150 d.C., ed era quindi impossibile che tale concetto fosse presente già prima del 79 d.C.
Di fatto, la questione rimane ancora aperta.
Molti tra studiosi, ricercatori, enigmisti o semplici curiosi si arrovellano ancora oggi nel cercare di dare un'interpretazione nuova al quadrato. Di alcune di queste interpretazioni mi occuperò in una sezione apposita. Per concludere, invece, la storia del Quadrato, bisogna citare l'ultima scoperta, in ordine di tempo, avvenuta nel 1978 in Gran Bretagna, a Manchester. Un frammento di un'anfora portata alla luce durante alcuni scavi archeologici mostra, infatti, le cinque parole del quadrato magico disposte a partire dalla parola ROTAS (versione speculare del quadrato)
Il reperto è databile attorno al 185 d.C., ed una targhetta esplicativa nel museo in cui è esposto c'informa che si tratta della più antica attestazione della presenza cristiana in Gran Bretagna, nonostante la tesi di Grossner sia stata comunque confutata.
Fonte : .angolohermes.com
Amare troppo il proprio figlio è fuorviante per il bambino
La gestazione ha effetti diretti anche sul cervello e sugli altri organi del bambino, in quanto recenti ricerche hanno dimostrato che il feto è sensibile ad ogni modificazione umorale e ormonale della madre.
Un recente studio apparso su Developmental and Behavioral Pediatrics ha confermato che il livello di sviluppo del cuore fetale può essere influenzato negativamente quando la madre soffra di ansia cronica e situazioni stressanti che modificano i parametri cardiocircolatori, come la pressione sanguigna.
Quello che fare i figli sia un dato talmente acquisito, naturale da non aver bisogno di essere indagato è un equivoco culturale.
E l’equivoco non si ferma qui dato che nell’opinione comune si sottolinea la mancanza di cure come comportamento criticabile, mentre le eccessive attenzioni materne sono giudicate positive. Una stessa donna può vivere gravidanze diverse nel corso della sua vita, dal punto di vista del vissuto emotivo, che cambia a seconda del rapporto con la famiglia di origine, del rapporto col partner, del supporto sociale di cui gode, del lavoro, delle aspirazioni e ambizioni, delle relazioni con altri figli, aborti, ecc. ecc.
Non c’è dubbio che ogni gestazione porti con se aspettative elevatissime, sul figlio che sarà, sul fatto che stabilizzerà il rapporto di coppia o che al contrario arrivi in un momento inopportuno, che si sia pensato a rinunciarci, che il partner o la donna stessa non lo desideri, che sia frutto di una passione, di un amore consolidato o di una violenza.
Per ciascuna di queste situazioni c’è una madre diversa e un bambino assolutamente unico che in parte è figlio della situazione e della temperatura emotiva in cui viene al mondo.
La stessa madre non ama i diversi figli nello stesso modo e su ciascuno di essi investe in misura differente.
Molti studiosi dell’evoluzione ritengono che il piccolo dell’essere umano venga al mondo ancora immaturo e per tale ragione ha bisogno di lunghe cure materne prima di essere indipendente, cure che durano più a lungo di qualsiasi altro mammifero sulla terra.
Il ‘costo’ è quello di una estrema dipendenza dalla madre, che lo deve allattare e nutrire, con una dedizione che qualsiasi madre definirà molto faticosa.
Ma questo programma funziona grazie ad un processo chiamato ‘attaccamento’.
Come abbiamo detto, la madre che preoccupa è quella che mostra di non aver sviluppato un attaccamento nei confronti del bambino, quella che lo ignora, che non prova alcun legame, alcun sentimento, o al contrario, ha repulsione.
Non lo attacca al seno e in alcuni gravi casi nega di averlo partorito.
Al contrario, la madre che sta occhi negli occhi col neonato, lo allatta più volte al giorno e soddisfa ogni sua richiesta è, agli occhi del mondo, una buona madre che si dedica al bambino con abnegazione.
Come spesso accade però le cose non sono sempre ciò che sembrano e molto di questo rapporto è determinato dai sentimenti della madre.
La parola chiave per parlare di eccesso di attenzioni materne, quello che chiamerei “ipermaternage” e che gli anglosassoni definiscono “over-protection” è BISOGNO.
Infatti se un atteggiamento materno equilibrato mette al centro dell’attenzione i bisogni del neonato prima e del bambino poi, un rapporto diadico (termine della psicologia sociale) ) sbilanciato invece tiene conto dei bisogni della madre prima di tutto.
Sentite cosa dice la professoressa Marisa Malagoli Togliatti prof.ordinario di Psicodinamica dello Sviluppo e delle Relazioni Familiari e Psicoterapeuta familiare:
“Il neonato dalla nascita è in grado di costruire relazioni interpersonali.
La professoressa Elizabeth Fivaz dell’Università di Losanna ha dimostrato che i bambini già a tre mesi sono capaci di costruire interazioni significative che comprendono oltre la madre altre figure significative, come il padre o i nonni o chi si assume il ruolo di caregiver.
Esplorare il mondo attraverso le relazioni interpersonali è un processo evolutivo fondamentale per un corretto sviluppo.
Ci sono madri che manipolano il processo di attaccamento orientando l’attaccamento del bambino solo verso se stesse e impedendo di fatto che il neonato “esplori” altre possibili relazioni.
Si tratta, in genere, di donne che soffrono di insicurezza e ansia, che temono di essere giudicate ‘cattive’ o inadeguate, che hanno bisogno di rispondere ad un ruolo o di assumere quello di madre come compito unico, secondo uno stereotipo sociale
Ma può trattarsi anche di donne insicure della propria femminilità oppure che hanno problemi col partner e allora si legano al neonato in modo esclusivo”.
E’ noto che la gravidanza e la nascita di un bambino crea un certo “scompiglio” in una coppia, si rende necessaria una riorganizzazione dei ruoli e delle relazioni sia all’interno della coppia che della famiglia estesa.
Tale riorganizzazione è fisiologica e necessaria, ma in talune situazioni diventa problematica nel caso in cui il rapporto col figlio sia basato sulla soddisfazione di bisogni di dipendenza affettiva in modo in modo simbiotico.
In questi casi la madre sembra ‘usare’ il bambino per essere rassicurata, ribaltando i ruoli. “In genere” continua Malagoli “queste donne hanno avuto a loro volta, madri iperprotettive dalle quali hanno ‘ereditato’ un modello di comportamento.
Altra fattispecie è quella di donne che hanno avuto genitori non adeguati o abusanti in senso sia fisico che psicologico.
O ancora donne che non tollerano la solitudine, che inseguono un impossibile desiderio di essere “amate” o meglio di essere sempre al centro dell’attenzione”.
Il modello di comportamento è ‘totalizzante”, queste donne si ritengono le uniche in grado di capire il bambino, le uniche destinate al dialogo con lui, le uniche destinate a “salvarlo” dai pericoli del mondo.
Se “esagerano” a lungo in tali comportamenti possono inibire nel figlio la possibilità di esplorare il mondo ovvero i rapporti sociali. L’allattamento prolungato, oltre i canonici sei mesi sino a due, tre ma anche quattro anni è un ‘sintomo’ piuttosto comune di un atteggiamento ipermaterno.
Se anticamente era considerato un mezzo anticoncezionale e quindi il metodo aveva un suo razionale, dimostratosi poi privo di efficacia, oggi si riscontra spesso in soggetti con personalità anoressica che tentano di esercitare un controllo sul comportamento alimentare del bambino proprio come hanno fatto o farebbero con loro stesse.
In altri casi l’allattamento prolungato è una forma di autogratificazione, di narcisismo: l’allattamento è mediato da sostanze chimiche uguali a quelle dell’orgasmo e può dare sensazioni molto gratificanti affini al piacere sensuale, anche se molte donne non sono disposte ad ammetterlo.
Riprendiamo il discorso con la professoressa Malagoli: “Il bambino sottoposto a queste ‘attenzioni’ diventa spesso aggressivo, possessivo, ipercinetico oppure ‘evitante’ cerca di sfuggire a questo controllo che da rassicurante diventa opprimente e angoscioso.
Mette in atto insomma un tentativo non organizzato di sfuggire a queste attenzioni ma è destinato a scontrarsi con i propri sensi di colpa e le minacce di abbandono della madre.
Sono minacce talora sottili ma arrivano e raggiungono il segno: il messaggio che si veicola è la punizione negando l’amore, la madre minaccia di abbandonarlo, di andare via.
Il figlio è condannato ad una dipendenza che non prevede emancipazione né fisica né psichica.
La domanda è che uomo sarà in futuro?
Come si rapporterà socialmente?
Come è possibile riuscire anche solo a concepire cose simili?
Esperimenti di parabiosi, quegli esercizi contro natura con cui si cerca di creare artificialmente gemelli siamesi, unendo per via chirurgica due o più Animali ..
Operazioni che per il noto fenomeno del rigetto sono destinate al fallimento.. Lo specialista austriaco prof. H. Pfeiffer di Graz consiglia:
Nelle prime ore gli animali uniti chirurgicamente tendono ad aggredirsi a vicenda, infliggendosi ferite a volte mortali, ciò va evitato ricorrendo a un robusto filo di seta col quale si cuce la guancia di ogni animale insieme con i muscoli della sua zampa anteriore corrispondente e serrandolo tanto forte che i musi dei due animali non riescono né ad afferrarsi né a mordere.
Attraverso gli scritti degli stessi sperimentatori è facile capire qual è il martirio degli animali in loro mano.
Ora qualcuno più intelligente di me mi dice a che fine si fanno esperimenti simili?
Quale è lo scopo di queste atrocità? per la ricerca a favore dell'uomo?
Questi sadici perversi individui sarebbero loro da sottoporre a ricerche sperimentali per capire come funzionano i loro cervelli malati.
NATURALMENTE NON SI TROVANO IN INTERNET NE FOTO NE BIOGRAFIA DI QUESTO INDIVIDUO (cancellati)
Operazioni che per il noto fenomeno del rigetto sono destinate al fallimento.. Lo specialista austriaco prof. H. Pfeiffer di Graz consiglia:
Nelle prime ore gli animali uniti chirurgicamente tendono ad aggredirsi a vicenda, infliggendosi ferite a volte mortali, ciò va evitato ricorrendo a un robusto filo di seta col quale si cuce la guancia di ogni animale insieme con i muscoli della sua zampa anteriore corrispondente e serrandolo tanto forte che i musi dei due animali non riescono né ad afferrarsi né a mordere.
Attraverso gli scritti degli stessi sperimentatori è facile capire qual è il martirio degli animali in loro mano.
Ora qualcuno più intelligente di me mi dice a che fine si fanno esperimenti simili?
Quale è lo scopo di queste atrocità? per la ricerca a favore dell'uomo?
Questi sadici perversi individui sarebbero loro da sottoporre a ricerche sperimentali per capire come funzionano i loro cervelli malati.
NATURALMENTE NON SI TROVANO IN INTERNET NE FOTO NE BIOGRAFIA DI QUESTO INDIVIDUO (cancellati)
Geometria Sacra, Matematica e Musica
Alcuni recenti studi sulla Terra, hanno dimostrato come tutte le forme conosciute preesistenti sul pianeta, non quindi create dall'uomo, si possono condurre a variazioni di funzioni matematiche di base che ne rappresentano l'essenza, la struttura soggiacente.
Queste funzioni matematiche sono state chiamate 'frattali'.
Questo dimostra come tutto sia regolato ed espresso attraverso principi cosmici universali.
Prendere coscienza di questo, permette di capire che il microscopico sassolino, la foglia, il bruco, ogni manifestazione esprimono lo stesso principio cosmico che regola le costellazioni e gli universi.
Queste regole sono l'armonia celeste e la bellezza divina presente in noi come in tutto cio' che ci circonda sia nella dimensione terrestre che in altre dimensioni.
Le regole, i rapporti generali possono anche essere applicati ai suoni.
I suoni sono onde con determinate frequenze ed ampiezze: se si applicano le regole cosmiche, si ottiene l'armonia del suono.
Come e' noto, l'armonia e' un insieme di regole che permettono di generare e di accostare un suono ad un altro ottenendo delle composizioni sublimi.
'La Musica delle Sfere' o 'Musica Celeste' non e' altro che il suono cosmico che si manifesta nelle opere che seguono tali regole divine. In questo caso il suono diventa un portale che permette all'umanita' di accedere ad elevate dimensioni di coscienza.
Molti musicisti che hanno applicato le regole dell'armonia celeste, hanno composto opere che a sentirle, tuttora elevano le coscienze. Ognuno di noi, pur non avendo talento artistico o musicale, e' sensibile a livello energetico, alle vibrazioni.
E' risaputo che ci sono musiche che abbassano le vibrazioni e dipinti che generano pensieri negativi.
In questi casi non sono state applicate le regole di armonia e di proporzione cosmica
La nave di Oseberg
La nave di Oseberg è un esempio molto ben conservato di drakkar, una tipica imbarcazione vichinga, scoperta in un grande tumulo presso una fattoria di Tønsberg, nella contea di Vestfold, in Norvegia.
Nel tumulo venne scoperto anche un ricco corredo funerario e due scheletri umani di donna.
La data in cui la nave sarebbe stata trasportata all'interno del tumulo è successiva all'834, anche se alcune parti di essa risalgono agli inizi del IX secolo e la nave stessa è probabilmente più antica. Gli scavi vennero condotti dagli archeologi Gabriel Gustafson e Haakon Shetelig negli anni 1904 e 1905. La nave è famosa come uno dei più importanti reperti che siano giunti fino a noi dall'epoca vichinga; insieme ad alcuni degli oggetti trovati nello stesso luogo, è conservata al Museo delle navi vichinghe di Oslo.
La nave è costruita quasi interamente in legno di quercia, lunga circa 22 metri e larga 5, con un albero alto 9 o 10 metri. Con una vela di circa 90 metri quadrati essa poteva raggiungere i 10 nodi di velocità. Nell'imbarcazione sono presenti 15 coppie di buchi per i remi, un largo timone ed un'ancora in ferro. La prua e la poppa sono decorate con complesse incisioni nel caratteristico stile zoomorfico chiamato stile di Oseberg.
Benché destinata alla navigazione in mare, la nave è piuttosto fragile e si pensa quindi che sia stata utilizzata esclusivamente per spostamenti lungo la costa.
Nella tomba vennero trovati i resti di due donne: una di queste aveva un'età compresa fra i 60 ed i 70 anni e soffriva di artrite e di altre malattie, mentre l'altra aveva un'età compresa fra i 25 ed i 30 anni.
Non è chiaro se e quale di queste due figure fosse la più importante o se una delle due sia stata sacrificata per accompagnare l'altra nell'oltretomba, anche se l'opulenza degli oggetti trovati all'interno della tomba lasciano immaginare che ci si trovi di fronte ad una sepoltura destinata ad una persona di alto rango.
Una delle donne indossava un vestito di lana rossa ed un velo di lino bianco, mentre l'altra indossava un vestito di lana blu più semplice ed un velo anch'esso di lana.
Nessuna delle due indossava qualcosa fatto interamente di seta, benché alcune piccole strisce di seta fossero attaccate su di una tunica indossata sotto il vestito rosso.
Un'analisi dendrocronologica degli oggetti in legno trovati nella camera funeraria permettono di datare la tomba all'autunno dell'834.
Pur rimanendo sconosciuta l'identità delle due donne, è stato suggerito che una di esse possa essere la regina Åsa della dinastia Yngling, moglie di Gudrød il Cacciatore, madre di Halfdan il Nero e nonna di Harald, il primo re di Norvegia.
Gli studiosi comunque non concordano con questa teoria e alcuni ritengono che lo scheletro possa appartenere ad una sacerdotessa. Sulla nave, oltre ai due scheletri umani, furono ritrovati anche i resti di 14 cavalli, un bue e 3 cani.
Successivi esami sui resti umani hanno permesso di scoprire molte cose sullo stile di vita delle due donne.
La donna più giovane mostra una clavicola rotta, il che ha fatto inizialmente pensare ad un sacrificio umano, ma si è successivamente scoperto che l'osso presenta segni evidenti del fatto che la frattura venne curata per un certo periodo di tempo.
I denti della donna mostrano segni che lasciano intendere che ella facesse uso di uno stuzzicadenti in metallo, un lusso molto raro nel IX secolo.
Secondo altri esami la donna più anziana aveva un tumore che ne ha probabilmente causato la morte. Ella soffriva inoltre della sindrome di Morgagni, un disturbo ormonale che le dovrebbe aver conferito un aspetto mascolino, barba compresa.
Entrambe le donne avevano una dieta a base di carne, un altro lusso in un tempo in cui la maggioranza delle popolazioni vichinghe mangiavano pesce.
Gli studi non sono invece potuti essere condotti sul DNA dei resti, poiché ne è stato ritrovato troppo poco; è quindi risultato impossibile stabilire se gli scheletri appartenessero a due donne imparentate fra di loro, per esempio una regina e sua figlia o sua nipote.
La tomba venne violata durante l'antichità, cosa che spiega l'assenza di metalli preziosi.
Ciò nonostante, durante gli scavi dell'inizio del XX secolo sono stati portati alla luce un gran numero di manufatti ed oggetti della vita di tutti i giorni, tra cui 4 slitte finemente decorate ed un carro a quattro ruote riccamente intarsiato.
Fra gli oggetti della vita comune sono stati trovati vestiti di lana, tessuti di seta importata e piccoli arazzi.
Il sito di Oseberg è uno dei pochissimi in cui sono stati trovati esempi dell'arte tessile vichinga, oltre ad aver conservato l'unico carro a 4 ruote vichingo che sia giunto completo fino a noi.
La tomba risale al periodo in cui veniva usato il cosiddetto simbolo valknut ed è uno dei pochi siti di quest'epoca giunti fino a noi.
Fonte : .wikipedia
Immagini reperite sul web
Iscriviti a:
Post (Atom)