giovedì 12 settembre 2013
Le corride non sono spettacoli ma mattanze ignobili!
Durante il Festival della Corrida tenutosi nel nord della Colombia, due uomini sono morti e quindici persone sono state ferite gravemente dai tori.
Mi dispiace?
Assolutamente no.
Quando si pronuncia la parola CORRIDA non bisogna pensare ad una colorata arena in festa, ad un'espressione artistica o folkloristica di stampo spagnolo e sudamericano.
Bisogna pensare e proiettare nella mente la lenta agonia di un povero toro sacrificato per compiacere centinaia di dementi paganti.
Tanto per capirci, il toro è un erbivoro alquanto pacifico, che trascorre le giornate pascolando.
Un bel giorno poi, verso il quarto anno di vita, si ritrova scaraventato nell’incubo più atroce: la corrida.
In una costosa arena, attorniato da sguardi che bramano sangue,
il povero toro viene trafitto dalle picche (che provocano dolore ed emorragie), da arpioni travestiti da bandierine colorate (che dilaniano i muscoli), dalla spada e dai coltelli (emorragie polmonari e soffocamenti) finchè ad un certo punto, agonizzante e dolorante, stramazza al suolo e il suo cuore smette di battere tra applausi, incitamenti e complimenti al torero e ai picadores aguzzini.
Spesso, prima di essere trascinato via, al toro vengono tagliate le orecchie e la coda (i trofei del torero) mentre magari non è ancora morto, è paralizzato ma ancora cosciente.
Come se non bastasse, nelle ore che precedono il suo ingresso nell’arena, il toro viene tenuto al buio, drogato, purgato, picchiato sui reni con sacchi di sabbia.
Le zampe vengono cosparse di trementina per impedirgli di star fermo, gli occhi spalmati di vaselina per annebbiargli la vista.
Nelle narici e nella gola viene infilata della canapa per rendere difficoltosa la respirazione, mentre nelle carni aghi vengono inseriti degli aghi che ovviamente gli procurano ulteriore dolore.
E poi qualcuno si dispiace per il torero incornato o morto dissanguato?
Proverei pietà se questi fossero uomini, ma quanto spiegato sopra non fa di questi individui, degli esseri umani ma delle" bestie"
Tutto questo per cosa?
Chi va alle corride si rende correo di questo scempio indegno di persone che si dichiarano civili !
Tribù che ancora sopravvivono nel mondo grazie al loro rifiuto della (civiltà) e dell'uomo bianco
Ai tempi delle prime esplorazioni europee, i popoli indigeni erano tradizionalmente tribù semi-nomadi che vivevano di caccia, pesca ed agricoltura.
Molte delle circa 2000 tribù che esistevano furono sterminate con gli insediamenti degli europei, mentre molte altre furono assimilate al popolo brasiliano.
La popolazione indigena è stata in gran parte uccisa dagli spagnoli ai tempi della colonizzazione delle Americhe, passando da una popolazione pre-colombiana stimata in milioni a circa 300.000 (1997), raggruppati in circa 200 tribù: probabilmente uno dei maggiori genocidi nella storia dell'umanità.
Alcuni antropologi hanno evidenziato come molti nativi americani discendano da popoli provenienti dal nord dell'Asia (Siberia) che hanno attraversato lo stretto di Bering in almeno tre ondate migratorie differenti.
In Brasile, in particolare, molte tribù native sono considerate discendenti della prima ondata che avrebbe attraversato la Beringia attorno al 9000 a.C., al termine dell'ultima era glaciale.
L'ipotesi siberiana è stata recentemente messa in discussione dal ritrovamento di alcuni resti umani nel sud America, considerati troppo vecchi per questa ipotesi (circa 20.000 anni). Altri recenti ritrovamenti (soprattutto lo scheletro di Luzia in Lagoa Santa) sono risultati morfologicamente distinti dal genotipo asiatico e molto più simili ai popoli africani e australiani.
Questi "aborigeni americani" sarebbero poi stati assorbiti dai gruppi provenienti dalla Siberia.
I nativi della Terra del Fuoco potrebbero essere gli ultimi discendenti di questi indigeni.
Questi gruppi avrebbero raggiunto le coste americane attraversando l'oceano su barche o attraversando le zone a nord lungo lo stretto di Bering molto prima delle ondate ipotizzate dalla maggioranza degli antropologi.
Questa teoria è confutata da molti esperti perché il viaggio attraverso i mari è considerato troppo difficoltoso per l'epoca.
Altre teorie propongono una migrazione attraverso l'Australia e la Tasmania, procedendo per le Isole Sub-Antartiche, quindi lungo le coste dell'Antartide fino all'estremità meridionale del Sud America durante l'Ultimo massimo glaciale.
Resti archeologici[modifica
Popolo Terena
Praticamente tutti i ritrovamenti archeologici in Brasile risalgono a periodi successivi alle ondate migratorie siberiane.
Gli indiani brasiliani, a differenza di quelli del Mesoamerica e delle Ande occidentali, non hanno lasciato tavole scritte o monumenti, ed il clima umido e torrido, tipico delle foreste amazzoniche, ha distrutto la quasi totalità delle tracce della loro cultura, inclusi lavorazioni in legno e ossa umane.
Tutto quello che si conosce sulle tribù prima del 1500 è quindi frutto di deduzioni logiche e di ricostruzioni basate su ritrovamenti archeologici, come lavorazioni primitive in pietra.
Una testimonianza forte dell'esistenza di gruppi tribali in epoca molto precedente all'arrivo degli europei è il ritrovamento in grosse quantità di scarti di crostacei e molluschi (sambaquís) lungo le coste dell'Atlantico, zone considerate abitate per almeno 5.000 anni; inoltre ci sono i ritrovamenti di depositi di terra preta in molti luoghi lungo il corso del Rio delle Amazzoni.
Recenti scavi su questi depositi hanno portato alla luce i resti di grandi insediamenti, comprendenti decine di migliaia di abitazioni, indicanti complesse strutture sociali ed economiche.
Con la seconda primavera sboccia la nuova donna ovvero la menopausa non è una malattia
La vita della donna è un
percorso lungo e scostante, segnato da grandi cambiamenti fisici e psicologici.
Fra questi periodi, quello più “problematico” è certamente la menopausa.
Purtroppo
la menopausa è anche un periodo della vita ormai diventato oggetto di
sfruttamento e speculazione. Talvolta farmaci che a un primo esame si
presentano come benefici, rivelano in seguito risvolti drammatici e
imprevedibili.
In senso
olistico la menopausa è un “viaggio” che ogni donna vive in maniera diversa;
avremo così la possibilità di trovare rimedi e mezzi personali per viverla con
serenità e, soprattutto, per affrontarla con la consapevolezza che non si è di
fronte al declino della femminilità, ma a una porta aperta verso un nuovo, entusiasmante
essere donna. Fare, saper fare ed essere, e' il monito mentale che deve
accompagnare i comportamenti e le emozioni dai 45 anni in poi. Riscoprire il
bisogno di autorealizzazione personale sacrificato per figli, famiglia, ecc.,
e' il percorso nuovo finalmente percorribile senza il rischio di dover ancora
produrre in senso ginecologico. Insomma, in menopausa e' tempo di fare i conti
con la vita interiore, e' tempo di assumere coraggiosamente le gestione di cio'
che c’e' e che vive dentro la nostra testa. Tutto dipende da come la donna
accetta e vive questo momento.
La
menopausa è una fase naturale della vita di una donna. Se è vero che con essa
ha termine la vita fertile (nel senso della possibilità di procreare), è
altrettanto vero che non cessa invece la fertilità del proprio esistere, delle
proprie azioni e delle proprie funzioni intellettuali.
Ma come può, la donna, se per
la società intera il climaterio è indice di decadenza vivere bene questo
importante momento della sua vita?, come può la donna viverlo armonicamente?
Una via di scampo c’è ma,
anziché essere in vendita in qualche negozio, è racchiusa in ognuna di noi.
Basterebbe infatti che la donna provasse ad ascoltarsi intimamente, ad
identificare le sue esigenze più intime e si potrebbe rendere conto che questo
momento corrisponde a quel preciso
momento della vita in cui termina l’esperienza materna e inizia una nuova fase
della vita, oggigiorno poco considerata. La donna, aiutata prima dal
menarca e poi dalla menopausa, ha più possibilità dell’uomo di essere in
sintonia con le stagioni della sua vita. Ma una società che ha come valori
prioritari successo, relazioni superficiali, conoscenza razionale e sviluppo
materiale non ha posto per ciò che insegna a trasformarsi intimamente, per ciò
che nutre l’animo umano anziché le tasche, per ciò che è invisibile e poco
dimostrabile come medaglia al mondo. Anche la menopausa, come molte altre
caratteristiche femminili, viene in qualche modo additata, non considerata,
fino ad essere ritenuta come qualcosa di negativo e invalidante, per essere, di
conseguenza, soffocata.
Non a caso, con il termine
climaterio il mondo scientifico identifica il periodo critico che la donna vive
prima e dopo la menopausa, precisamente quel periodo che va da 6 anni prima a 6
anni dopo. Questo approccio mentale è la conferma di quanto quest’evento
fisiologico sia divenuto un problema anziché una possibilità da sviluppare.
Ma siamo proprio sicuri che la
menopausa, come le rughe e quant’altro caratterizzi il divenire anziano, sia
uno dei segni involutivi che comunicano la perdita di qualcosa?
O invece corrisponde, nel
piccolo, ad un atteggiamento comune rivolto alla parte lunare della vita, alla
natura dell’emisfero destro, a ciò che, vivendo profondamente e
silenziosamente, sostiene l’evoluzione interiore. Tutto ciò corrisponde,
temporalmente, alla fase finale della vita, ossia a quel periodo in cui la
donna, dopo molte esperienze, è riuscita a comprendere il senso dell’esistenza
e a lasciare andare falsi miti, per riuscire a sperimentare la sua reale natura
interiore. La menopausa è un periodo della vita caratterizzato da una serie di
mutamenti importanti. Oggi però, ogni donna è in grado di mantenere il proprio
stato di benessere. Talvolta poi, grazie a una nuova consapevolezza, anche di
migliorarlo rispetto agli anni precedenti...
La
menopausa non è una malattia ma crea malessere, incertezza, insicurezza, ansia
e via dicendo. Il corpo nella menopausa è come un'orchestra in cui non tutti
gli strumenti sono accordati e la musica è interamente rovinata. I sintomi
della menopausa sono tutti segni di RESISTENZA al cambiamento in atto.
Ma cosa è chiamata ad
abbandonare la donna matura che, grazie alla menopausa, è spinta a lasciarsi
alle spalle il vecchio per acquisire il nuovo? Quali sono le argomentazioni già
apprese e quali sono le nuove lezioni da imparare?
Ogni donna, che sia stata madre o figlia, ha potuto verificare come la
donna adulta sia chiamata a sviluppare la capacità di lasciar andare, un
lasciar andare più intimo, connesso con il saper vivere la vita e con il saper
lasciar vivere in modo indipendente quanto è stato oggetto di cure
instancabili: i propri figli. La capacità di generare una nuova relazione, una
nuova forma di maternità, forse più interiore e più complicata da raggiungere,
nella quale ogni donna possa sperimentare di non essere proprietaria dei propri
figli e di non avere diritto ad un pagamento per l’amore donato costituiscono
le conquiste da effettuare in questa nuova fase della vita. in definitiva è
pronta per
nutrire la propria saggezza,
smettendo di fare da mamma a ciò che incontra.
Se la donna rifiuta di
lasciare andare carichi e impegni collegati alla sua natura materna in una fase
della vita in cui il corpo esprime il bisogno di tralasciare l’inutile
attraverso l’alleggerimento corporeo e la minore densità ossea, l’intera
struttura può mostrare sofferenze conseguenti a questo irrigidimento nel
modello precedente.
Il soma esprime chiaramente la
difficoltà della donna di abbandonarsi a questa nuova vita.
I chakra i "cervelli" energetici
Se i pianeti costituiscono i
centri di energia cosmica irradiati sulla
terra, all’interno del corpo umano vi sono i 7 chakra o ruote di vita o pianeti interiorizzati.
Essi sono situati lungo la
colonna vertebrale e il Qi nasce dal basso dal primo chakra , il chakra della
materialità, e si spinge verso l’alto fino al settimo, il chakra della
spiritualità, così in 7 tappe l’energia vitale si trasforma dalla terra fino al
cielo per tramite dell’uomo.
Anche in questo caso il 7 rappresenta la creazione, che conduce
all’unità.
Il 1° chakra, , è situato tra l’ano ed il perineo rivolto
verso il basso ed assorbe oltre all’energia vitale universale anche l’energia
tellurica o terrestre ed è infatti il chakra
della materialità, è associato ai nostri bisogni primari per la
sopravvivenza fisica sia individuale che collettiva. E’ associato alle ghiandole surrenali, ai reni, agli
ureteri, il colore è il rosso.
Il 2° chakra, , è situato due dita sotto l’ombelico e si
chiama anche centro hara, è il chakra
della vitalità, è associato alla funzione sessuale e riproduttiva. Come
ghiandole interessa le gonadi, il
colore associato è l’arancione.
Il 3° chakra, è il plesso solare, è chiamato anche centro
splenico e regge e governa il pancreas,
il fegato, la milza e l’ultima parte del
colon prima del retto, è il chakra della
emozionalità, attraverso questo
centro proviamo le nostre emozioni e sentimenti, il colore associato è il giallo.
Il 4° chakra, è il
centro del cuore, sopra la ghiandola timo
esiste questo plesso nervoso , è il chakra
dell’Amore, il colore associato è
il verde.
Il 5° chakra è il chakra della gola, sopra la tiroide, è il chakra della comunicazione e creatività, attraverso questo centro
avviene la nostra espressione verso gli altri e verso noi stessi, il colore
associato è il blu.
Il 6° chakra, è il
chakra del terzo occhio è il chakra
della chiaroveggenza. è correlato alle capacità mentali di pensare,
concentrarsi, visualizzare, percepire la realtà esterna, la ghiandola associata
è l’ ipofisi, il colore è l’indaco.
Il 7° chakra, è il
chakra della corona o dei 1000 petali, il chakra
della spiritualità, circa dove i neonati hanno la fontanella aperta, al
centro corrisponde la ghiandola epifisi,
una ghiandolina piccolissima calcificata per circa l’85/90% dove si dice e si
racconta abiti l’anima, è associato alla percezione del nostro cammino
spirituale, il colore è il viola.
Sono i 7 modi che ha semplicemente l’uomo per apparire sulla faccia
della terra.
La circolazione dell’energia nei
chakra principali, in quelli secondari e nei meridiani dell’agopuntura, spesso
si trova in difficoltà e la malattia deriva dal blocco del fluire del Qi; ecco
perché una qualsiasi tecnica di autoguarigione
e di guarigione naturale , in primis, va a lavorare sui chakra.
Molte sono le tecniche che lavorano sui Chakra : il Reiki, i fiori di Bach la cromoterapia , la cristalloterapia lo yoga ecc.....
Colori e umore
Dall’inizio dei tempi, fino ad ora, i colori hanno rivestito ruoli molto importanti. La Cromoterapia dunque non è come si potrebbe pensare un’invenzione moderna ma ha radici profonde nella storia della civiltà umana.
Già gli antichi Egizi, circa seimila anni fa utilizzavano diverse pratiche per impiegare il colore a scopo terapeutico, nei loro templi ad esempio, la luce del sole che entrava, veniva scomposta nei sette colori dell’iride in modo da consentire ad ogni suddito di immergersi nel colore che in quel momento era più indicato al suo stato di salute psico-fisico.
Al giorno d’oggi, i ritmi frenetici che dobbiamo sostenere, sono una fonte non indifferente di stress che sempre più spesso degenera in malattie mentali e fisiche. E dunque perché non ricorrere a dei rimedi naturali per riequilibrare la mente, il corpo e lo spirito? Riprendere l’uso del colore, a scopo terapeutico può essere un valido supporto per affrontare meglio le sfide della vita quotidiana. A conferma di ciò, uno studio di alcuni scienziati impegnati in un campo relativamente nuovo: la psicologia del colore. Tale studio, ha posto proprio in evidenza il colore e l’impatto che è in grado di esercitare sul nostro umore, sul nostro modo di pensare e addirittura sul nostro appetito! In sostanza, benessere psicofisico e colore sono strettamente connessi da un processo scientificamente dimostrato: la nostra pelle è in grado di filtrare i raggi solari e dunque è sensibile anche alle diverse radiazioni emesse dai vari colori; il nostro organismo perciò, percepisce queste radiazioni e le trasforma in energia chimica modificando le proprie funzioni.
Alcuni colori, hanno un effetto rilassante, altri energizzante, altri ancora stimolante e tale effetto, non influenza solo la nostra mente, ma anche il nostro corpo reagisce di conseguenza. Ecco spiegato il perché spesso ci sentiamo più in forma a contatto con un colore piuttosto che un altro.
E allora, dopo le vacanze appena trascorse, vediamo quali sono i colori di cui dovete circondarvi per calmare la mente e riprendere il ritmo senza stress.
Blu
E’ il colore associato al cielo, all’acqua e che si identifica con le cose positive. L’effetto che si ottiene, circondandosi di questo colore è di calma e di benessere.
Il Blu può avere un effetto sedativo, calma la mente e può effettivamente ridurre la pressione sanguigna e la temperatura corporea.
Negli ambienti di lavoro, il Blu facilita la concentrazione e consente di cogliere meglio i dettagli. Nell’affrontare un colloquio di lavoro, presentarsi vestiti di Blu trasmette affidabilità, maturità e fiducia. Negli ambienti domestici, il colore Blu è da prediligere nella stanza da bagno per moltiplicare gli effetti di un bagno rilassante e in cucina se si vuole ottenere un effetto calmante sul nostro appetito. Questo secondo gli scienziati sarebbe imputabile al fatto che il cibo blu, ad eccezione di pochi frutti, è del tutto raro e dunque immersi in un ambiente Blu, il nostro appetito potrebbe risentirne.
Viola
E’ uno dei colori più “artificiali” in quanto è raro ritrovarlo negli ambienti naturali. Proprio per questo motivo, malgrado il suo effetto calmante mentale, in tutte le sue tonalità, va usato a piccole dosi. Il Viola è un colore capace di ristabilire l’equilibrio ed il benessere mentale specie nelle persone affette da disturbi nervosi.
Ma c’è di più, i risultati di una ricerca condotta nel Regno Unito, su coppie di lunga data, ha evidenziato che questo colore è in grado di aumentare il desiderio e quindi l’attività sessuale.
Verde
E’ il colore della Natura per eccellenza. Si trova ovunque, nell’erba, nelle piante, negli alberi. La sensazione che trasmette è quella tipica che si prova quando ci si immerge nella Natura: calma, tranquillità, equilibrio. Fissare a lungo il colore Verde, non affatica gli occhi e regala un senso di pace.
Studi condotti in ambiti aziendali e scolastici, hanno evidenziato che i lavoratori a contatto con il colore Verde, sono più felici e produttivi; d’altro canto, l’inserimento di una pagina verde trasparente sopra a del materiale di lettura destinato a studenti, ne ha accelerato l’apprendimento.
Negli ambienti domestici, la scelta del Verde trova sempre di comune accordo entrambi i sessi.
Sottoporsi ad una seduta di Cromoterapia vale veramente la pena per ricominciare al meglio. Ma come si pratica la Cromoterapia? Non è una tecnica invasiva, si pratica proiettando fasci di luce sul corpo oppure fissando e visualizzando mentalmente i colori.
E’ possibile poi esercitare una forma di Cromoterapia “ecologica” semplicemente immergendosi e contemplando scenari naturali: prati, cielo, tramonti.
Da provare!
Bishop Rock : la più piccola isola al mondo con una costruzione
Bishop Rock è una piccola sporgenza rocciosa che si trova a 4 miglia a ovest di Isole di Scilly, in Cornovaglia, Regno Unito.
La roccia si erge da una profondità di 45 metri, con una punta a pelo d'acqua lunga 46 metri e larga 16 metri. Su questa stretta piattaforma si erge un faro, che rende Bishop Rock la più piccola isola al mondo con una costruzione, come riconosciuto dal Guinness dei primati.
Le rocce intorno alle isole Scilly hanno causato nel corso degli anni il naufragio di molte navi.
Quando Sir Cloudesley Shovel della flotta britannica vi naufragò nel 1707 insieme a 2.000 uomini, venne finalmente realizzato un sistema di illuminazione, che a quel tempo consisteva in un vecchio faro che risultò insufficiente. Si decise, allora, di costruire un faro nella parte più occidentale delle isole: la Bishop Rock, appunto. James Walker, ingegnere in capo della Trinity House, era contrario alla realizzazione dell'opera su una roccia di granito così piccola. Era convinto che la torre non avrebbe mai resistito alla tremenda forza dei mari e dei venti, che a Bishop Rock soffiano impetuosi. Quindi, nel 1847, si decise di erigere un faro con palo a vite.
Il primo compito fu quello di fissare le gambe in ghisa nel granito solido, rinforzato e fissato con ferro battuto.
Nel giro di due anni la struttura era completa e tutto ciò che serviva era un sistema di illuminazione. Ma prima che potesse essere completata la stagione successiva, una forte tempesta la spazzò via, la sera del 5 febbraio 1850.
James Walker, allora, si proiettò verso l'idea di una torre di granito. Fu un compito pericoloso, perché il mare era agitato e l'isola troppa piccola. Gli operai furono ospitati su un piccolo isolotto disabitato vicino e venivano trasportati da e verso il sito solo se il tempo lo permetteva.
Tutto il granito fu trasportato dalla terraferma al deposito dell'isola, dove fu plasmato e numerato prima di essere inviato alla roccia. Dopo sette anni di lavori la torre fu finalmente completata nel 1858.
All'epoca il faro di 49 metri doveva fare affidamento su lampade a paraffina e, prima ancora, solo sulle candele.
Oggi ci sono generatori e batterie e un eliporto, costruito nel 1976. Bishop Rock oggi funziona in maniera automatica dal 1991 e gli ultimi custodi hanno lasciato il faro nel dicembre 1992.
Fonte: http://www.trinityhouse.co.uk/
Fly Geyser: lo spettacolare geyser artificiale del Nevada
Fly Geyser, anche conosciuto come Fly Ranch Geyser, è probabilmente l'unico geyser presente sul nostro Pianeta nato a seguito di un intervento effettuato dalla mano dell'uomo per la realizzazione di un pozzo sotterraneo.
Nonostante l'intervento antropico, la natura ha potuto compiere il suo corso e portare alla creazione di un fenomeno davvero spettacolare.
Un geyser naturale si forma quando una sorgente sotterranea di acqua calda provoca delle eruzioni periodiche che formano colonne di acqua calda e vapore, che si dirigono vero l'alto e verso l'esterno. I geyser sono parte dei fenomeni di vulcanismo secondario e prendono vita in maniera del tutto naturale.
Che cosa differenzia Fly Geyser dagli altri geyser presenti sul nostro Pianeta?
Nel 1916, nella località di Washoe County, in Nevada, era stato realizzato un pozzo per la captazione d'acqua dagli acquiferi sotterranei.
Con il passare del tempo, negli anni Sessanta, l'energia geotermica sotterranea ha riscaldato l'acqua, che trovando una crepa nella struttura del vecchio pozzo ed essendo sottoposta a forte pressione geotermica, ha dato origine ad un getto spontaneo che di fatto ha portato alla creazione di un geyser vero e proprio. Da quel momento i getti d'acqua sono proseguiti fino ad oggi in maniera continuativa dando origine a un fenomeno analogo al geyser naturale. La pressione e il calore della crosta terrestre hanno spinto verso l'alto l'acqua sotterranea, che a causa dell'usura che ha colpito la struttura del pozzo ha potuto trovare una via d'uscita inaspettata. Fly Geyser si trova all'interno di una proprietà privata ed è dunque possibile visitarlo soltanto chiedendo il permesso ai proprietari del ranch in cui è situato. La proprietà pare sia circondata da un alto recinto. Risulterebbe dunque quasi impossibile poter ammirare Fly Geyser da lontano senza richiedere di accedere al ranch.
A rendere ancora più spettacolare l'inatteso fenomeno, è la formazione di stratificazioni di diversi colori nella struttura alla base di Fly Geyser. Ciò appare dovuto all'azione di una particolare alga in grado di determinare la comparsa di tonalità brillanti sulla sua superficie esterna.
La presenza di Fly Geyser ci aiuta ad immaginare l'aspetto primordiale del nostro Pianeta, quando batteri resistenti al calore e allo zolfo avevano fatto dell'acqua bollente sprigionata dai geyser il proprio habitat.
Ogni mattina quando ti svegli ti danno 86.400 dollari
“E’ molto semplice, è solo un gioco, ogni mattina quando ti svegli ti danno 86.400 dollari, con il solo vincolo di spenderli durante la giornata, il denaro non speso verrà ripreso quando vai a dormire; ma questo gioco, o questo dono del cielo, puo’ smettere da un momento all’altro, capisci? la domanda è:
che cosa faresti se ti facessero un dono così?”
Lui rispose sinceramente che avrebbe speso fino all’ultimo dollaro per viziare se stesso, o per fare regali alle persone che amava. Avrebbe fatto in modo di utilizzare ogni quarto di dollaro che la “banca magica” gli offriva, per portare felicità nella sua vita e in quella di coloro che lo circondavano, “anche di quelli che non conosco, perchè credo che non riuscirei a spendere 86.400 dollari al giorno solo per me e per i miei amici.
Ma dove vuoi arrivare?”, rispose lei
“Questa banca magica”“l’abbiamo tutti;
è il tempo!
E’ la cornucopia dei secondi che si sgranano!
Ogni mattina al risveglio, ci vengono accreditati 86.400 secondi di vita per la giornata e quando la sera ci addormentiamo non c’è riporto su un conto nuovo, il tempo che durante la giornata non è stato vissuto si perde,
ieri è passato.
Ogni mattina questa magia ricomincia, ancora una volta ci vengono accreditati 86.400 secondi di vita.
Pero’ giochiamo con una regola inevitabile: la banca puo’ bloccare il conto in ogni momento, senza preavviso.
La vita può fermarsi in qualsiasi momento.
Percio’ che cosa ne facciamo dei nostri 86.400 secondi quotidiani?Non sono piu’ importanti dei dollari?
Se solo fosse vero di Marc Levy
Buona giornata a tutti
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