La vita della donna è un
percorso lungo e scostante, segnato da grandi cambiamenti fisici e psicologici.
Fra questi periodi, quello più “problematico” è certamente la menopausa.
Purtroppo
la menopausa è anche un periodo della vita ormai diventato oggetto di
sfruttamento e speculazione. Talvolta farmaci che a un primo esame si
presentano come benefici, rivelano in seguito risvolti drammatici e
imprevedibili.
In senso
olistico la menopausa è un “viaggio” che ogni donna vive in maniera diversa;
avremo così la possibilità di trovare rimedi e mezzi personali per viverla con
serenità e, soprattutto, per affrontarla con la consapevolezza che non si è di
fronte al declino della femminilità, ma a una porta aperta verso un nuovo, entusiasmante
essere donna. Fare, saper fare ed essere, e' il monito mentale che deve
accompagnare i comportamenti e le emozioni dai 45 anni in poi. Riscoprire il
bisogno di autorealizzazione personale sacrificato per figli, famiglia, ecc.,
e' il percorso nuovo finalmente percorribile senza il rischio di dover ancora
produrre in senso ginecologico. Insomma, in menopausa e' tempo di fare i conti
con la vita interiore, e' tempo di assumere coraggiosamente le gestione di cio'
che c’e' e che vive dentro la nostra testa. Tutto dipende da come la donna
accetta e vive questo momento.
La
menopausa è una fase naturale della vita di una donna. Se è vero che con essa
ha termine la vita fertile (nel senso della possibilità di procreare), è
altrettanto vero che non cessa invece la fertilità del proprio esistere, delle
proprie azioni e delle proprie funzioni intellettuali.
Ma come può, la donna, se per
la società intera il climaterio è indice di decadenza vivere bene questo
importante momento della sua vita?, come può la donna viverlo armonicamente?
Una via di scampo c’è ma,
anziché essere in vendita in qualche negozio, è racchiusa in ognuna di noi.
Basterebbe infatti che la donna provasse ad ascoltarsi intimamente, ad
identificare le sue esigenze più intime e si potrebbe rendere conto che questo
momento corrisponde a quel preciso
momento della vita in cui termina l’esperienza materna e inizia una nuova fase
della vita, oggigiorno poco considerata. La donna, aiutata prima dal
menarca e poi dalla menopausa, ha più possibilità dell’uomo di essere in
sintonia con le stagioni della sua vita. Ma una società che ha come valori
prioritari successo, relazioni superficiali, conoscenza razionale e sviluppo
materiale non ha posto per ciò che insegna a trasformarsi intimamente, per ciò
che nutre l’animo umano anziché le tasche, per ciò che è invisibile e poco
dimostrabile come medaglia al mondo. Anche la menopausa, come molte altre
caratteristiche femminili, viene in qualche modo additata, non considerata,
fino ad essere ritenuta come qualcosa di negativo e invalidante, per essere, di
conseguenza, soffocata.
Non a caso, con il termine
climaterio il mondo scientifico identifica il periodo critico che la donna vive
prima e dopo la menopausa, precisamente quel periodo che va da 6 anni prima a 6
anni dopo. Questo approccio mentale è la conferma di quanto quest’evento
fisiologico sia divenuto un problema anziché una possibilità da sviluppare.
Ma siamo proprio sicuri che la
menopausa, come le rughe e quant’altro caratterizzi il divenire anziano, sia
uno dei segni involutivi che comunicano la perdita di qualcosa?
O invece corrisponde, nel
piccolo, ad un atteggiamento comune rivolto alla parte lunare della vita, alla
natura dell’emisfero destro, a ciò che, vivendo profondamente e
silenziosamente, sostiene l’evoluzione interiore. Tutto ciò corrisponde,
temporalmente, alla fase finale della vita, ossia a quel periodo in cui la
donna, dopo molte esperienze, è riuscita a comprendere il senso dell’esistenza
e a lasciare andare falsi miti, per riuscire a sperimentare la sua reale natura
interiore. La menopausa è un periodo della vita caratterizzato da una serie di
mutamenti importanti. Oggi però, ogni donna è in grado di mantenere il proprio
stato di benessere. Talvolta poi, grazie a una nuova consapevolezza, anche di
migliorarlo rispetto agli anni precedenti...
La
menopausa non è una malattia ma crea malessere, incertezza, insicurezza, ansia
e via dicendo. Il corpo nella menopausa è come un'orchestra in cui non tutti
gli strumenti sono accordati e la musica è interamente rovinata. I sintomi
della menopausa sono tutti segni di RESISTENZA al cambiamento in atto.
Ma cosa è chiamata ad
abbandonare la donna matura che, grazie alla menopausa, è spinta a lasciarsi
alle spalle il vecchio per acquisire il nuovo? Quali sono le argomentazioni già
apprese e quali sono le nuove lezioni da imparare?
Ogni donna, che sia stata madre o figlia, ha potuto verificare come la
donna adulta sia chiamata a sviluppare la capacità di lasciar andare, un
lasciar andare più intimo, connesso con il saper vivere la vita e con il saper
lasciar vivere in modo indipendente quanto è stato oggetto di cure
instancabili: i propri figli. La capacità di generare una nuova relazione, una
nuova forma di maternità, forse più interiore e più complicata da raggiungere,
nella quale ogni donna possa sperimentare di non essere proprietaria dei propri
figli e di non avere diritto ad un pagamento per l’amore donato costituiscono
le conquiste da effettuare in questa nuova fase della vita. in definitiva è
pronta per
nutrire la propria saggezza,
smettendo di fare da mamma a ciò che incontra.
Se la donna rifiuta di
lasciare andare carichi e impegni collegati alla sua natura materna in una fase
della vita in cui il corpo esprime il bisogno di tralasciare l’inutile
attraverso l’alleggerimento corporeo e la minore densità ossea, l’intera
struttura può mostrare sofferenze conseguenti a questo irrigidimento nel
modello precedente.
Il soma esprime chiaramente la
difficoltà della donna di abbandonarsi a questa nuova vita.
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