lunedì 10 dicembre 2012
Non credo
Non credo al diritto dei più forti, al linguaggio delle armi, alla potenza dei potenti.
Voglio credere ai diritti dell'uomo, alla mano aperta, alla potenza dei non violenti.
Non credo alla razza o alla ricchezza, ai privilegi, all'ordine della forza e dell'ingiustizia: è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare a ciò che accade lontano da qui.
Voglio credere che il mondo intero è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.
Non credo di poter combattere altrove l'oppressione, se tollero l'ingiustizia qui.
Voglio credere che il diritto è uno, tanto qui che altrove, che non sono libero
finché un solo uomo è schiavo.
Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili e la pace irraggiungibile.
Voglio credere all'azione semplice, all'amore a mani nude, alla pace sulla terra.
Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno e che la morte sarà la fine.
Oso credere invece, sempre e nonostante tutto, all'uomo nuovo.
Magie con la pasta
Alcuni modi per decorare le torte
Per fare i cestini di pasta
stenderla molto sottile e infornare appena cotta sistemarla cosi
Oppure con il grana
(in una padellina antiaderente calda versate il parmigiano grattato fatelo stendere quando sarà sciolto e avrà i bordini dorati toglietelo e mettetelo così si otterranno tanti cestini oppure su un ciotola capovolta
Per dolce o salato dipende da quello che ci volete mettere
Panini per le feste Si può comprare la pasta di pane già fatta (spassare sulla superficie un rosso d'uovo prima d'infornare) e a piacere semi di finocchio o cumino o papavero
Per la pasta:
140g di farina 90g di burro
3-4 cucchiai di acqua ghiacciata 1 pizzico di sale Per la crema di formaggio:
70g di formaggio spalmabile 1 cucchiaino di zucchero 1 cucchiaio abbondante di marmellata a piacere o Nutella Procedimento:
In una ciotola impastate la farina con il burro freddo tagliato a pezzetti e un pizzico di sale fino ad ottenere delle grosse briciole, a questo punto aggiungete, uno alla volta, i cucchiai d’acqua ed impastate velocemente.
Quando l’impasto sarà liscio ed omogeneo avvolgetelo nella pellicola e riponetelo in frigo per almeno 1/2 ora.
Intanto preparate la crema di farcitura mischiando tutti gli ingredienti. Stendete la pasta in una sfoglia sottile e ricavatene delle formine a piacere (cuori, cerchi ecc…). Per ogni stecco andranno usate 2 formine, quindi disponete gli stecchini di legno sulla metà di esse, fissatelo aiutandovi con un pezzettino di pasta , farcire con il ripieno (attenzione a non esagerare altrimenti potrebbe venire di fuori) e chiuderle con la rispettiva formina. Sigillare i bordi con i rebbi di una forchetta, spennellare con un po’ di uovo battuto e/o zucchero semolato e informare a 190° fino a doratura.
Si possono fare anche salati
Per fare i cestini di pasta
stenderla molto sottile e infornare appena cotta sistemarla cosi
Oppure con il grana
(in una padellina antiaderente calda versate il parmigiano grattato fatelo stendere quando sarà sciolto e avrà i bordini dorati toglietelo e mettetelo così si otterranno tanti cestini oppure su un ciotola capovolta
Per dolce o salato dipende da quello che ci volete mettere
Panini per le feste Si può comprare la pasta di pane già fatta (spassare sulla superficie un rosso d'uovo prima d'infornare) e a piacere semi di finocchio o cumino o papavero
Per la pasta:
140g di farina 90g di burro
3-4 cucchiai di acqua ghiacciata 1 pizzico di sale Per la crema di formaggio:
70g di formaggio spalmabile 1 cucchiaino di zucchero 1 cucchiaio abbondante di marmellata a piacere o Nutella Procedimento:
In una ciotola impastate la farina con il burro freddo tagliato a pezzetti e un pizzico di sale fino ad ottenere delle grosse briciole, a questo punto aggiungete, uno alla volta, i cucchiai d’acqua ed impastate velocemente.
Quando l’impasto sarà liscio ed omogeneo avvolgetelo nella pellicola e riponetelo in frigo per almeno 1/2 ora.
Intanto preparate la crema di farcitura mischiando tutti gli ingredienti. Stendete la pasta in una sfoglia sottile e ricavatene delle formine a piacere (cuori, cerchi ecc…). Per ogni stecco andranno usate 2 formine, quindi disponete gli stecchini di legno sulla metà di esse, fissatelo aiutandovi con un pezzettino di pasta , farcire con il ripieno (attenzione a non esagerare altrimenti potrebbe venire di fuori) e chiuderle con la rispettiva formina. Sigillare i bordi con i rebbi di una forchetta, spennellare con un po’ di uovo battuto e/o zucchero semolato e informare a 190° fino a doratura.
Si possono fare anche salati
INCONCEPIBILE - MOSTRUOSO - FUORI DA OGNI LOGICA
.
Accade a Rende una frazione in provincia di Cosenza:
L'autista di uno Scuolabus, prima della partenza individua un Bambino di nome Francesco; "Senti dico a te" grida l'autista, "comincia a scendere che tra l'altro tuo padre non paga nemmeno il tesserino".
Francesco trema, il suo viso diventa rosso: "scusi signore, ma io devo tornare a casa, da qui è lontano e poi non conosco la strada" dice Francesco, "a casa mi aspetta la mia mamma, cosa le dico".
L'autista non ha voluto sentire ragione, ha scaricato il bambino a circa 2 chilometri dalla sua casa, in piena campagna.
Francesco ha solo 10 anni; la sua colpa?
Avere dei genitori che non percepiscono lo stipendio da circa 8 mesi...
Mi rivolgo al Sindaco di Rende: Signor Sindaco, il servizio Scuolabus costa mensilmente € 51,95 non voglio fare polemica, ma non posso nemmeno rimanere indifferente a tanta disumanità.
Signor Sindaco, in un Paese dove i suoi "colleghi politici" spendono i "NOSTRI SOLDI" in cene, party e feste costosissime a base di (ostriche e champagne), lei non avrebbe € 51,95 da poter versare in beneficenza alla famiglia di questo bambino?
Signor Sindaco, lei ha il dovere di tutelare tutti i bambini, assicurando solo ed esclusivamente il loro benessere; il comportamento dell'autista è deplorevole, ha letteralmente abbandonato un bambino di 10 anni in mezzo ad una strada. Signor Sindaco, ma si rende conto? È solo un bambino, lui non ha alcuna colpa…
Pensi se tutto ciò fosse accaduto suo figlio, lei come avrebbe reagito? Vergognatevi, TUTTI.
A cura di: Andrea Mavilla.
Di Polizia Postale web site fan
Accade a Rende una frazione in provincia di Cosenza:
L'autista di uno Scuolabus, prima della partenza individua un Bambino di nome Francesco; "Senti dico a te" grida l'autista, "comincia a scendere che tra l'altro tuo padre non paga nemmeno il tesserino".
Francesco trema, il suo viso diventa rosso: "scusi signore, ma io devo tornare a casa, da qui è lontano e poi non conosco la strada" dice Francesco, "a casa mi aspetta la mia mamma, cosa le dico".
L'autista non ha voluto sentire ragione, ha scaricato il bambino a circa 2 chilometri dalla sua casa, in piena campagna.
Francesco ha solo 10 anni; la sua colpa?
Avere dei genitori che non percepiscono lo stipendio da circa 8 mesi...
Mi rivolgo al Sindaco di Rende: Signor Sindaco, il servizio Scuolabus costa mensilmente € 51,95 non voglio fare polemica, ma non posso nemmeno rimanere indifferente a tanta disumanità.
Signor Sindaco, in un Paese dove i suoi "colleghi politici" spendono i "NOSTRI SOLDI" in cene, party e feste costosissime a base di (ostriche e champagne), lei non avrebbe € 51,95 da poter versare in beneficenza alla famiglia di questo bambino?
Signor Sindaco, lei ha il dovere di tutelare tutti i bambini, assicurando solo ed esclusivamente il loro benessere; il comportamento dell'autista è deplorevole, ha letteralmente abbandonato un bambino di 10 anni in mezzo ad una strada. Signor Sindaco, ma si rende conto? È solo un bambino, lui non ha alcuna colpa…
Pensi se tutto ciò fosse accaduto suo figlio, lei come avrebbe reagito? Vergognatevi, TUTTI.
A cura di: Andrea Mavilla.
Di Polizia Postale web site fan
Cani in trincea
Bel modo che abbiamo trovato per ringraziare il nostro migliore amico di tutto ciò che fa per noi: lo portiamo in guerra a combattere le nostre battaglie da quasi 3000 anni.
Il primo utilizzo dei cani nelle operazioni belliche risale al XVIII secolo a.C, quando comparvero per la prima volta al fianco dei guerrieri hyksos durante l'invasione dell'Egitto. Il loro compito era quello di sorvegliare gli accampamenti ma anche di combattere azzannando i nemici nel modo più doloroso possibile.
Oggi i cani vengono impiegati da quasi tutte le forze armate del mondo che si avvalgono del loro fiuto e del loro coraggio per i compiti più vari: in medio oriente sono attualmente utilizzati dagli artificieri per il rilevamento di esplosivi nascosti. Come Ikhar, il pastore protagonista di questa foto, in pattuglia su un blindato americano alle porte di Kandahar, in Afgahanistan.
Fonte: Focus
Meno male che dovevano essere tecnici super competenti!!!
Ecco l'effetto-Fornero: meno lavoro e più costoso.
Le associazioni imprenditoriali lombarde, piemontesi e venete denunciano gli effetti perversi della riforma: contratti flessibili troppo cari.
Meno flessibilità in entrata, poche modifiche a quella in uscita e stallo normativo sugli ammortizzatori sociali.
A circa cinque mesi dall’approvazione definitiva, gli effetti della riforma Fornero iniziano a farsi sentire.
E i timori di chi prevedeva un impatto negativo sul mondo del lavoro si stanno purtroppo rivelando fondati.
Se con la riforma, si legge in un rapporto congiunto di Assolombarda e Unione industriali di Torino, «si pensava di creare posti a tempo indeterminato per legge, inducendo le imprese a trasformare i contratti flessibili, questo scopo non può dirsi raggiunto».
Dal sondaggio effettuato dalle associazioni imprenditoriali è infatti emerso che gli effetti principali sono stati un aumento dei costi e lo spostamento verso altre forme contrattuali a tempo determinato.
In sostanza, le imprese stanno adeguando «la gestione della flessibilità tenendo conto delle nuove regole che sono percepite come restrittive, con un irrigidimento del mercato del lavoro».
A soffrire di più, ovviamente, sono le piccole aziende.
(Fonte: Libero) di: FRONTE NAZIONALE ANTICOMUNISTA
Le associazioni imprenditoriali lombarde, piemontesi e venete denunciano gli effetti perversi della riforma: contratti flessibili troppo cari.
Meno flessibilità in entrata, poche modifiche a quella in uscita e stallo normativo sugli ammortizzatori sociali.
A circa cinque mesi dall’approvazione definitiva, gli effetti della riforma Fornero iniziano a farsi sentire.
E i timori di chi prevedeva un impatto negativo sul mondo del lavoro si stanno purtroppo rivelando fondati.
Se con la riforma, si legge in un rapporto congiunto di Assolombarda e Unione industriali di Torino, «si pensava di creare posti a tempo indeterminato per legge, inducendo le imprese a trasformare i contratti flessibili, questo scopo non può dirsi raggiunto».
Dal sondaggio effettuato dalle associazioni imprenditoriali è infatti emerso che gli effetti principali sono stati un aumento dei costi e lo spostamento verso altre forme contrattuali a tempo determinato.
In sostanza, le imprese stanno adeguando «la gestione della flessibilità tenendo conto delle nuove regole che sono percepite come restrittive, con un irrigidimento del mercato del lavoro».
A soffrire di più, ovviamente, sono le piccole aziende.
(Fonte: Libero) di: FRONTE NAZIONALE ANTICOMUNISTA
L'amico lontano
Un amico lontano è a volte più vicino di qualcuno a portata di mano.
E' vero o no che la montagna ispira più reverenza e appare più chiara al viandante della valle che non all'abitante delle sue pendici ?
k. Gibran
Le lire salite in cielo
Si sa che a lira, quando venne sostituita dall'euro, morì e assunta al cielo si presentò a San Pietro per chiedere di entrare in paradiso.
S.Pietro disse: Piano, piano, perché con i soldi come con le donne bisogna stare attenti, passino quindi i vari tagli, iniziando dalle monete!
Si presentano quindi le monete da 50 e 100 e ottennero subito il lasciapassare .
Si presentarono anche le 1000 lire in moneta e quelle in banconote ed entrambe ottennero subito il lasciapassare.
Arrivarono poi le banconote da 5000 e 10000 lire e dopo che San Pietro ebbe scosso perplesso la testa lascio anche per esse il lascia passare. Giunse allora il momento dei biglietti da 50000, 100000 e 500000 lire.
San Pietro allora tuonò:
Voi no, non potete entrare in paradiso! "Ma perché?" Domandano in coro le banconote.
"Perché voi in chiesa non vi ho mai visto!!!"
S.Pietro disse: Piano, piano, perché con i soldi come con le donne bisogna stare attenti, passino quindi i vari tagli, iniziando dalle monete!
Si presentano quindi le monete da 50 e 100 e ottennero subito il lasciapassare .
Si presentarono anche le 1000 lire in moneta e quelle in banconote ed entrambe ottennero subito il lasciapassare.
Arrivarono poi le banconote da 5000 e 10000 lire e dopo che San Pietro ebbe scosso perplesso la testa lascio anche per esse il lascia passare. Giunse allora il momento dei biglietti da 50000, 100000 e 500000 lire.
San Pietro allora tuonò:
Voi no, non potete entrare in paradiso! "Ma perché?" Domandano in coro le banconote.
"Perché voi in chiesa non vi ho mai visto!!!"
Le olimpiadi
Durate per oltre mille anni, la storia dei giochi olimpici antichi comincia nel 776 a.C. e termina nel 393 d.C, con ben 292 edizioni disputate.
Dedicate agli Dei dell’Olimpo, si tenevano nella vecchia città di Olimpia.
Lo svolgimento dei giochi era collegato ai riti religiosi che si svolgevano per la celebrazione del culto di Zeus, ma sin da subito rivelarono una delle loro caratteristiche principali, ovvero quella di mostrare le qualità sportive dei giovani greci provenienti da ogni parte del paese incoraggiando le buone relazioni tra di essi.
Le competizioni sportive erano di varia natura; in particolare se ne distinguevano quattro: gli Olimpici, dedicati a Zeus/Giove , i Pitici o Delfici, dedicati ad Apollo, i Nemei, dedicati anche essi a Zeus, e gli Istmici dedicati a Poseidone Nettuno.
Giochi Olimpici e acquisirono rilevanza a tal punto che gli anni cominciarono a contarsi a partire dalle Olimpiadi (il 776 a.c. era chiamato il primo anno dei giochi olimpici e così via): inoltre durante gli anni delle competizioni venne istituita la cosiddetta “Tregua Sacra” con cui venivano sospese anche le guerre.
Le Olimpiadi Antiche terminarono per motivazioni puramente politico-religiose: la fine del dominio della Grecia, l'espandersi dell'impero romano ed infine l'avvento del Cristianesimo portarono alla fine dei giochi olimpici.
In particolare, nel 393 d.C., fu l'Imperatore Teodosio primo a vietare i giochi, considerandoli una festa pagana e quindi contraria alla morale cristiana.
Le Olimpiadi non erano solo un grande spettacolo sportivo, ma venivano altresì utilizzate per scandire il passaggio del tempo.
Una testimonianza, questa, che abbiamo a partire già dal V secolo a.C, periodo durante il quale, per la prima volta, si ebbe una lista dei campioni olimpionici redatta dal filosofo greco Ippia di Elide.
I giochi olimpionici iniziarono tuttavia ad essere un punto di riferimento temporale a tutti gli effetti quando il matematico e geografo Eratostene diffuse un calcolo per stabilire la data secondo determinati parametri.
Il calcolo degli anni veniva effettuato su ciclo quadriennale in base alle Olimpiadi.
Questo sistema si utilizzò soprattutto nell'età tardo-ellenistica e romana.
La "macchina olimpica" rimase ferma per oltre quindici secoli prima che, nel 1896, Pierre de Coubertin stilò un nuovo regolamento più in linea con l'epoca dando così avvio ai giochi olimpici moderni.
Dedicate agli Dei dell’Olimpo, si tenevano nella vecchia città di Olimpia.
Lo svolgimento dei giochi era collegato ai riti religiosi che si svolgevano per la celebrazione del culto di Zeus, ma sin da subito rivelarono una delle loro caratteristiche principali, ovvero quella di mostrare le qualità sportive dei giovani greci provenienti da ogni parte del paese incoraggiando le buone relazioni tra di essi.
Le competizioni sportive erano di varia natura; in particolare se ne distinguevano quattro: gli Olimpici, dedicati a Zeus/Giove , i Pitici o Delfici, dedicati ad Apollo, i Nemei, dedicati anche essi a Zeus, e gli Istmici dedicati a Poseidone Nettuno.
Giochi Olimpici e acquisirono rilevanza a tal punto che gli anni cominciarono a contarsi a partire dalle Olimpiadi (il 776 a.c. era chiamato il primo anno dei giochi olimpici e così via): inoltre durante gli anni delle competizioni venne istituita la cosiddetta “Tregua Sacra” con cui venivano sospese anche le guerre.
Le Olimpiadi Antiche terminarono per motivazioni puramente politico-religiose: la fine del dominio della Grecia, l'espandersi dell'impero romano ed infine l'avvento del Cristianesimo portarono alla fine dei giochi olimpici.
In particolare, nel 393 d.C., fu l'Imperatore Teodosio primo a vietare i giochi, considerandoli una festa pagana e quindi contraria alla morale cristiana.
Le Olimpiadi non erano solo un grande spettacolo sportivo, ma venivano altresì utilizzate per scandire il passaggio del tempo.
Una testimonianza, questa, che abbiamo a partire già dal V secolo a.C, periodo durante il quale, per la prima volta, si ebbe una lista dei campioni olimpionici redatta dal filosofo greco Ippia di Elide.
I giochi olimpionici iniziarono tuttavia ad essere un punto di riferimento temporale a tutti gli effetti quando il matematico e geografo Eratostene diffuse un calcolo per stabilire la data secondo determinati parametri.
Il calcolo degli anni veniva effettuato su ciclo quadriennale in base alle Olimpiadi.
Questo sistema si utilizzò soprattutto nell'età tardo-ellenistica e romana.
La "macchina olimpica" rimase ferma per oltre quindici secoli prima che, nel 1896, Pierre de Coubertin stilò un nuovo regolamento più in linea con l'epoca dando così avvio ai giochi olimpici moderni.
"EL PAN DE TONI"
Si narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Duca Ludovico, si teneva un gran pranzo di gala.
Per quell’occasione il capo della cucina ducale aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto.
Il dolce era però bruciato durante la cottura. Nella cucina si vivevano istanti di panico:
si temeva la collera del Duca, nel momento in cui avesse saputo dell’impossibilità di presentare ai commensali il dolce tanto atteso.
Per rimediare, uno sguattero della cucina, che si chiamava Toni, propose un dolce che aveva preparato per i suoi amici con gli avanzi di quello precedentemente bruciato.
Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di servire l’insolito pane dolce offerto dallo sguattero.
Il dolce inconsueto, che si presentava come una cupola racchiusa da una crosta bruna, quando fu presentato agli invitati del Duca, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba.
Un coro di lodi si levò da tutta la tavolata; nasceva un dolce nuovo:
Per quell’occasione il capo della cucina ducale aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto.
Il dolce era però bruciato durante la cottura. Nella cucina si vivevano istanti di panico:
si temeva la collera del Duca, nel momento in cui avesse saputo dell’impossibilità di presentare ai commensali il dolce tanto atteso.
Per rimediare, uno sguattero della cucina, che si chiamava Toni, propose un dolce che aveva preparato per i suoi amici con gli avanzi di quello precedentemente bruciato.
Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di servire l’insolito pane dolce offerto dallo sguattero.
Il dolce inconsueto, che si presentava come una cupola racchiusa da una crosta bruna, quando fu presentato agli invitati del Duca, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba.
Un coro di lodi si levò da tutta la tavolata; nasceva un dolce nuovo:
"El pan de Toni", il Panettone.
Un antipasto veloce per la vigilia di Natale
Se ancora non avete deciso cosa preparare come antipasto per la cena della Vigilia di Natale, il rotolo di salmone è la ricetta giusta. Bastano pochi minuti e pochi ingredienti per prepararla con facilità. Il salmone affumicato, spesso presente nei menu di Natale, sarà la farcitura di una gustosa tortilla insieme al formaggio tipo philadelphia. Se non trovate la tortilla potete anche comprare o preparare una grande piadina e componete il rotolo con salmone e formaggio, per poi metterlo in frigorifero per fare assestare il ripieno. Per servirlo tagliate delle fette e disponetele su un bel piatto natalizio da portata.
Ingredienti per il rotolo di salmone (dosi per 4 persone):
- 1 tortilla grande
- philadelphia da 80 g (o altro simile )
- 1 cucchiaio di capperi
- 4 fette di salmone affumicato
- Olio di oliva q.b.
- Prezzemolo
Preparazione:
1. Ungete la tortilla con un poco di olio e scaldatela in una padella antiaderente per pochi secondi da ambo i lati per poi disporla in un piatto.
1. Ungete la tortilla con un poco di olio e scaldatela in una padella antiaderente per pochi secondi da ambo i lati per poi disporla in un piatto.
2. Spalmatela con il formaggio e disponetevi sopra le fette di salmone. Cospargete con prezzemolo e capperi, e arrotolate la tortilla.
3. Fate rassodare in frigorifero per almeno mezz’ora, poi tagliatela a fette e disponetela su un piatto da portata.
Servite.
Galileo Galilei: vita di un genio
E’ il 1564 quando nasce, a Pisa, Galileo Galilei.
E’ un giovane colto e geniale che, dopo studi di medicina, filosofia e matematica si dedica con passione alle leggi della fisica. E lo fa come mai si era fatto prima, mettendo in discussione le certezze della scienza del tempo e scegliendo l’osservazione diretta dei fenomeni naturali e per studiare meglio la caduta libera dei corpi arriva a gettare delle sferette di peso diverso addirittura dalla Torre di Pisa.
Lo stupore dei suoi concittadini è grande così come quello degli scienziati: i dati che raccoglie contraddicono le teorie di Aristotele, teorie che nessuno, allora, metteva in discussione.
Per Galileo, allora insegnante di matematica prima all’Università di Pisa e poi a Padova, sono tempi di ricerche e sperimentazioni. Perfeziona strumenti sempre nuovi fino ad arrivare alla costruzione di quello che lui chiamava l’occhiale, e che poi si chiamerà , su consiglio di Federico Cesi, telescopio. E’ l’inizio di una vera e propria rivoluzione.
L’indiscussa teoria tolemaica che vedeva la Terra come il centro dell’universo stava per essere messa in crisi dalla visione del cosmo ipotizzata da Copernico, secondo il quale è la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa. E saranno proprio gli studi ostinati di Galileo ad aprire la strada al cambiamento.
Federico Cesi e i primi Lincei erano uniti dalla voglia di superare i dogmi della scienza di allora per cercare nella ricerca la risposta alle tante domande sul mondo. Cesi garantiva una protezione politica al progetto, ma la censura era sempre dietro l’angolo. Ed è per questo che i giovani Lincei arrivano ad attribuirsi dei nomi in codice, a scrivere anche in arabo ed a comunicare tra di loro con un linguaggio cifrato, la cui chiave di lettura verrà scoperta solo due secoli dopo.
Tra il 500 e il 600 non c’era una vera antitesi tra scienza e magia, piuttosto la scienza cercava di lasciarsi alle spalle una visione complessa e magica della realtà.
Un grande scienziato come Keplero credeva al potere delle stelle e, insieme, al trionfo della ragione matematica.
All’interno dell’Accademia hanno convissuto Giovanni Battista Della Porta, che scriveva anche di magia naturale, antiche superstizioni e cose favolose, e Galileo Galilei, il padre del pensiero scientifico moderno.
E’ dal confronto e dal contrasto che è nato un nuovo modo di guardare il mondo, la “nuova scienza” basata sulla ricerca sperimentale.
Il 12 aprile 1611 Galileo fu iscritto ufficialmente all’Accademia dei Lincei e da allora il suo nome sarà Galileo Galilei Linceo. Lui e Federico Cesi si scrivevano spesso, si raccontavano le reciproche scoperte e criticavano i pregiudizi della vecchia cultura.
Galileo era ormai uno scienziato famoso e i suoi studi continuavano tra nuove scoperte, come quella delle macchie solari, tentativi di plagio e discussioni con i suoi numerosi avversari.
Galileo sostenendo la teoria copernicana toglieva alla Terra, ma anche all’uomo la posizione di predominio nell’universo.
La centralità del Sole era in contraddizione con la creazione dell’universo narrata dalla Bibbia e quindi era considerata contro la fede.
Galileo ne era consapevole tanto da scrivere che, a suo giudizio, non erano le sacre scritture a sbagliare, ma piuttosto chi, a quel tempo, le interpretava. Tanta convinzione porta ad una sola conseguenza: una denuncia al S. Uffizio per eresia.
Sono tempi difficili per Galileo, che raggiungerà per una visita l’amico Federico Cesi, nel palazzo di famiglia ad Acquasparta. In Umbria Cesi si è dedicato agli studi di botanica con risultati importanti. Inoltre, superato ogni contrasto, la sua Accademia dei Lincei si era arricchita di nuovi iscritti e di studi sempre nuovi.
Ed è proprio Galileo a dare a Cesi l’“occhialino per vedere da vicino le cose minime” , quello che Cesi battezzerà microscopio, e che gli permetterà di studiare la struttura delle piante e l’anatomia degli insetti, con un grande studio sistematico sulle api, un’opera impensabile fino ad allora.
Nel 1630 Federico Cesi muore: aveva solo 45 anni. Per l’Accademia inizia un periodo di crisi, ma il processo per una riforma del sapere è ormai irreversibile. Galileo riprende la sua battaglia a favore della teoria copernicana e pubblica il “Dialogo sui massimi sistemi del mondo”. Se Cesi non fosse morto così giovane, forse la storia avrebbe preso tutta un’altra strada.
E’ il 1632. Ormai privo di protezioni, Galileo Galilei viene convocato a Roma dal S. Uffizio. Dopo un lungo processo, l’Inquisizione vieta il Dialogo e lo condanna all’abiura e al carcere a vita. Galileo, è costretto a rinnegare ciò in cui crede.
Vivrà confinato nelle sue residenze di Firenze e di Arcetri: continuerà a studiare ed a pubblicare opere fondamentali per il pensiero scientifico moderno, ma non fu mai più libero. Chissà come sarebbe cambiata la storia se Cesi non fosse morto così giovane, a soli 45 anni. Cosa sarebbe successo se avesse potuto continuare a difendere Galileo?
Nel 1757 la Congregazione del S. Uffizio riabiliterà la figura di Galileo e riconoscerà il valore delle sue teorie. E nel 1992 Papa Giovanni Paolo II ritirerà definitivamente la condanna della Chiesa, riconoscendone il grande valore storico e scientifico e chiedendo scusa per l’antica condanna.
E’ un giovane colto e geniale che, dopo studi di medicina, filosofia e matematica si dedica con passione alle leggi della fisica. E lo fa come mai si era fatto prima, mettendo in discussione le certezze della scienza del tempo e scegliendo l’osservazione diretta dei fenomeni naturali e per studiare meglio la caduta libera dei corpi arriva a gettare delle sferette di peso diverso addirittura dalla Torre di Pisa.
Lo stupore dei suoi concittadini è grande così come quello degli scienziati: i dati che raccoglie contraddicono le teorie di Aristotele, teorie che nessuno, allora, metteva in discussione.
Per Galileo, allora insegnante di matematica prima all’Università di Pisa e poi a Padova, sono tempi di ricerche e sperimentazioni. Perfeziona strumenti sempre nuovi fino ad arrivare alla costruzione di quello che lui chiamava l’occhiale, e che poi si chiamerà , su consiglio di Federico Cesi, telescopio. E’ l’inizio di una vera e propria rivoluzione.
L’indiscussa teoria tolemaica che vedeva la Terra come il centro dell’universo stava per essere messa in crisi dalla visione del cosmo ipotizzata da Copernico, secondo il quale è la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa. E saranno proprio gli studi ostinati di Galileo ad aprire la strada al cambiamento.
Federico Cesi e i primi Lincei erano uniti dalla voglia di superare i dogmi della scienza di allora per cercare nella ricerca la risposta alle tante domande sul mondo. Cesi garantiva una protezione politica al progetto, ma la censura era sempre dietro l’angolo. Ed è per questo che i giovani Lincei arrivano ad attribuirsi dei nomi in codice, a scrivere anche in arabo ed a comunicare tra di loro con un linguaggio cifrato, la cui chiave di lettura verrà scoperta solo due secoli dopo.
Tra il 500 e il 600 non c’era una vera antitesi tra scienza e magia, piuttosto la scienza cercava di lasciarsi alle spalle una visione complessa e magica della realtà.
Un grande scienziato come Keplero credeva al potere delle stelle e, insieme, al trionfo della ragione matematica.
All’interno dell’Accademia hanno convissuto Giovanni Battista Della Porta, che scriveva anche di magia naturale, antiche superstizioni e cose favolose, e Galileo Galilei, il padre del pensiero scientifico moderno.
E’ dal confronto e dal contrasto che è nato un nuovo modo di guardare il mondo, la “nuova scienza” basata sulla ricerca sperimentale.
Il 12 aprile 1611 Galileo fu iscritto ufficialmente all’Accademia dei Lincei e da allora il suo nome sarà Galileo Galilei Linceo. Lui e Federico Cesi si scrivevano spesso, si raccontavano le reciproche scoperte e criticavano i pregiudizi della vecchia cultura.
Galileo era ormai uno scienziato famoso e i suoi studi continuavano tra nuove scoperte, come quella delle macchie solari, tentativi di plagio e discussioni con i suoi numerosi avversari.
Galileo sostenendo la teoria copernicana toglieva alla Terra, ma anche all’uomo la posizione di predominio nell’universo.
La centralità del Sole era in contraddizione con la creazione dell’universo narrata dalla Bibbia e quindi era considerata contro la fede.
Galileo ne era consapevole tanto da scrivere che, a suo giudizio, non erano le sacre scritture a sbagliare, ma piuttosto chi, a quel tempo, le interpretava. Tanta convinzione porta ad una sola conseguenza: una denuncia al S. Uffizio per eresia.
Sono tempi difficili per Galileo, che raggiungerà per una visita l’amico Federico Cesi, nel palazzo di famiglia ad Acquasparta. In Umbria Cesi si è dedicato agli studi di botanica con risultati importanti. Inoltre, superato ogni contrasto, la sua Accademia dei Lincei si era arricchita di nuovi iscritti e di studi sempre nuovi.
Ed è proprio Galileo a dare a Cesi l’“occhialino per vedere da vicino le cose minime” , quello che Cesi battezzerà microscopio, e che gli permetterà di studiare la struttura delle piante e l’anatomia degli insetti, con un grande studio sistematico sulle api, un’opera impensabile fino ad allora.
Nel 1630 Federico Cesi muore: aveva solo 45 anni. Per l’Accademia inizia un periodo di crisi, ma il processo per una riforma del sapere è ormai irreversibile. Galileo riprende la sua battaglia a favore della teoria copernicana e pubblica il “Dialogo sui massimi sistemi del mondo”. Se Cesi non fosse morto così giovane, forse la storia avrebbe preso tutta un’altra strada.
E’ il 1632. Ormai privo di protezioni, Galileo Galilei viene convocato a Roma dal S. Uffizio. Dopo un lungo processo, l’Inquisizione vieta il Dialogo e lo condanna all’abiura e al carcere a vita. Galileo, è costretto a rinnegare ciò in cui crede.
Vivrà confinato nelle sue residenze di Firenze e di Arcetri: continuerà a studiare ed a pubblicare opere fondamentali per il pensiero scientifico moderno, ma non fu mai più libero. Chissà come sarebbe cambiata la storia se Cesi non fosse morto così giovane, a soli 45 anni. Cosa sarebbe successo se avesse potuto continuare a difendere Galileo?
Nel 1757 la Congregazione del S. Uffizio riabiliterà la figura di Galileo e riconoscerà il valore delle sue teorie. E nel 1992 Papa Giovanni Paolo II ritirerà definitivamente la condanna della Chiesa, riconoscendone il grande valore storico e scientifico e chiedendo scusa per l’antica condanna.
L'anima libera
L'anima libera e' rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere,quando gli sei vicino.
(Charles Bukowski)
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