venerdì 8 febbraio 2013
Erone d'Alessandria
E' stato un matematico, ingegnere e inventore greco.
Le notizie sulla vita di Erone sono scarsissime: il secolo in cui visse è stato individuato datando al 13 Marzo del 62 d.C. un'eclissi di Luna da lui osservata. Fra i tanti progetti attribuiti ad Erone vi era un distributore di vino e di acqua il cui avvio era ottenuto con l’introduzione dall’alto di una moneta in una fessura dell’apparecchio.
Questo apparecchio veniva usato nei templi il fedele introduceva una moneta e ne usciva un poco d'acqua santa per le abluzioni
L’eolipila nota anche come “motore di Erone” e che è costituita da una sfera cava realizzata in rame e collegata con due tubicini ricurvi terminanti con due tratti rettilinei situati da parti opposte rispetto all’asse diametrale.
Questi tubicini sono uno il collegamento con la sfera e l’altro può servire a riempire d’acqua la sfera stessa.
Quest’ultima ruota intorno ad un asse diametrale orizzontale.
Il riscaldamento dell’acqua all’interno della sfera è L'animazione della "fontana di Erone", un congegno basato sulla compressione dell'aria e sull'incomprimibilità dell'acqua: l'acqua versata giunge nella bottiglia inferiore e costringe l'aria a salire nel recipiente 1. L'aria che entra costringe l'acqua, qui presente, a uscire zampillando dal tubetto 3.
Quello che consente la rotazione naturalmente opposta a quella dei getti che possono uscire dagli orifizi.
Uno dei congegni più famosi di Erone, serviva per aprire (e chiudere) automaticamente le porte di un tempio. L'aria nel serbatoio A, riscaldata dal fuoco sale di pressione e finisce nella sfera B.
L'acqua qui contenuta, spinta dall'aria, passa attraverso il sifone S e finisce nel secchio C. La discesa del secchio fa aprire le porte del tempio e carica il peso W.
Se il fuoco viene spento, la pressione nei recipenti A e B diminuisce. L'acqua ritorna indietro, svuotando il secchio C. Allora il peso W (in basso a sinistra), non più controbilanciato dal peso del secchio, cade e fa chiudere le porte.
Costruì anche un carro volante nel Serapeo di Alessandria usando il magnetismo.
Probabilmente nel soffitto del tempio vi era della magnetite.
In un determinato momento del giorno i raggi del sole penetravano da una finestra illuminando la statua del dio Serapide in quel momento il carro di ferro trainato da 4 cavalli e guidato dal dio Apollo si alzava nel tempio tra lo stupore generale dei fedeli
Le notizie sulla vita di Erone sono scarsissime: il secolo in cui visse è stato individuato datando al 13 Marzo del 62 d.C. un'eclissi di Luna da lui osservata. Fra i tanti progetti attribuiti ad Erone vi era un distributore di vino e di acqua il cui avvio era ottenuto con l’introduzione dall’alto di una moneta in una fessura dell’apparecchio.
Questo apparecchio veniva usato nei templi il fedele introduceva una moneta e ne usciva un poco d'acqua santa per le abluzioni
L’eolipila nota anche come “motore di Erone” e che è costituita da una sfera cava realizzata in rame e collegata con due tubicini ricurvi terminanti con due tratti rettilinei situati da parti opposte rispetto all’asse diametrale.
Questi tubicini sono uno il collegamento con la sfera e l’altro può servire a riempire d’acqua la sfera stessa.
Quest’ultima ruota intorno ad un asse diametrale orizzontale.
Il riscaldamento dell’acqua all’interno della sfera è L'animazione della "fontana di Erone", un congegno basato sulla compressione dell'aria e sull'incomprimibilità dell'acqua: l'acqua versata giunge nella bottiglia inferiore e costringe l'aria a salire nel recipiente 1. L'aria che entra costringe l'acqua, qui presente, a uscire zampillando dal tubetto 3.
Quello che consente la rotazione naturalmente opposta a quella dei getti che possono uscire dagli orifizi.
Uno dei congegni più famosi di Erone, serviva per aprire (e chiudere) automaticamente le porte di un tempio. L'aria nel serbatoio A, riscaldata dal fuoco sale di pressione e finisce nella sfera B.
L'acqua qui contenuta, spinta dall'aria, passa attraverso il sifone S e finisce nel secchio C. La discesa del secchio fa aprire le porte del tempio e carica il peso W.
Se il fuoco viene spento, la pressione nei recipenti A e B diminuisce. L'acqua ritorna indietro, svuotando il secchio C. Allora il peso W (in basso a sinistra), non più controbilanciato dal peso del secchio, cade e fa chiudere le porte.
Costruì anche un carro volante nel Serapeo di Alessandria usando il magnetismo.
Probabilmente nel soffitto del tempio vi era della magnetite.
In un determinato momento del giorno i raggi del sole penetravano da una finestra illuminando la statua del dio Serapide in quel momento il carro di ferro trainato da 4 cavalli e guidato dal dio Apollo si alzava nel tempio tra lo stupore generale dei fedeli
Una grande amicizia
Si chiamano Gebra e Fum e sono amici per la pelle, tanto da dividere spazi e giochi. Nulla di strano se la prima non fosse un tenero barbagianni femmina e il secondo un gatto dal manto nero. Un’amicizia davvero inconsueta per due animali soliti non possedere nulla in comune. Il loro incontro è avvenuto per caso quando entrambi possedevano pochi mesi d’età e forse la condizione speciale ha reso facile l’interazione.
Gebra, il cui nome deriva dal catalano Gebre e significa gelo, è un uccello solitario e indipendente. È stata educata a ricevere il cibo dalla mano dell’uomo, ma non è completamente addomesticata. Infatti rifugge la presenza dell’uomo, se non per necessità educative. Come tutti i rapaci addestrati anche Gebra è stata introdotta all’arte della falconeria. Una tecnica di caccia dalle origini antiche, utilizzata un tempo per il recupero di cibo ma ora impiegata come esibizione e dimostrazione. Questo tipo di educazione permette a Gebra di librasi nel cielo per molto tempo, attraversando spazi e luoghi differenti.
Al contempo il piccolo gatto Fum è molto più socievole e affettuoso, e propone le sue fusa a tutti i vicini nei paraggi della fattoria dove vivono. Solitamente profuma di timo, pianta contro la quale adora strusciarsi prima di lanciarsi nella caccia.
I due spesso vengono avvistati insieme, mentre Gebra vola in perlustrazione Fum la segue zampettando sotto la sua apertura alare.
Il video li riprende mentre giocano insieme e si fanno le fusa in modo amichevole. La piccola Gebra svolazza di ramo in ramo, mentre Fum la segue amorevolmente. Balzi veloci, piccole zampettate delicate, becchettate, miagolii e versi gutturali è ciò che crea la comunicazione tra i due. Una coppia inconsueta, ma come abbiamo visto più volte, non impossibile.
Gebra, il cui nome deriva dal catalano Gebre e significa gelo, è un uccello solitario e indipendente. È stata educata a ricevere il cibo dalla mano dell’uomo, ma non è completamente addomesticata. Infatti rifugge la presenza dell’uomo, se non per necessità educative. Come tutti i rapaci addestrati anche Gebra è stata introdotta all’arte della falconeria. Una tecnica di caccia dalle origini antiche, utilizzata un tempo per il recupero di cibo ma ora impiegata come esibizione e dimostrazione. Questo tipo di educazione permette a Gebra di librasi nel cielo per molto tempo, attraversando spazi e luoghi differenti.
Al contempo il piccolo gatto Fum è molto più socievole e affettuoso, e propone le sue fusa a tutti i vicini nei paraggi della fattoria dove vivono. Solitamente profuma di timo, pianta contro la quale adora strusciarsi prima di lanciarsi nella caccia.
I due spesso vengono avvistati insieme, mentre Gebra vola in perlustrazione Fum la segue zampettando sotto la sua apertura alare.
Il video li riprende mentre giocano insieme e si fanno le fusa in modo amichevole. La piccola Gebra svolazza di ramo in ramo, mentre Fum la segue amorevolmente. Balzi veloci, piccole zampettate delicate, becchettate, miagolii e versi gutturali è ciò che crea la comunicazione tra i due. Una coppia inconsueta, ma come abbiamo visto più volte, non impossibile.
Scoperte antiche piramidi nel nord del Sudan
Vincent Francigny e' direttore degli scavi della Missione Archeologica Francese a Sedeinga supportato dal team leader Claude Rilly. La loro squadra ha effettuato gli scavi tra il 2009 e il 2012, riportando alla luce una densa concentrazione di piramidi: ben 13 in circa 500 metri quadrati.Risalenti a circa 2.000,
anni fa al periodo del regno di Kush con apparenti influenze dall’architettura funeraria egizia. La costruzione di queste piramidi è andata avanti per secoli, racconta Francigny, ricercatore associato con il Museo Americano di Storia Naturale di New York, in un’intervista a LiveScience: ” Hanno costruito per centinaia di anni sempre di più e dopo hanno cominciato a riempire tutti gli spazi che erano ancora disponibili nella necropoli.”Tra le più grandi ci sono piramidi di circa 7 metri, tra le più
piccole solo 75 centimetri ( probabilmente per seppellire un bambino): la parte superiore decorata con una chiave di volta raffigurante o un uccello o un fiore di loto sulla cima di un globo solare, altre con una cupola interna. Le tombe accanto alle piramidi sono state in gran parte saccheggiate ma i ricercatori hanno ritrovato comunque manufatti insieme ai resti scheletrici. Il più interessante dei manufatti una tavola votiva che rappresenta la dea Iside e il dio Anubi e che reca un’iscrizione ,un commiato in lingua meroitica, dedicata ad una donna di nome “Aba-la”, che potrebbe essere un vezzeggiativo rivolto ad una nonna.
Fonte:mondotemporeale
Consiglio ai giovani italiani.....Attenzione alle apparenze
“Il primo voto non si scorda mai”
è l’iniziativa promossa da Rai Web Radio 8 dedicata ai giovani tra i 18 e i 22 anni che quest’anno voteranno per la prima volta.
Per l’occasione Web Raido 8 ha chiesto ai principali leader politici di realizzare un appello per invitare questi giovani al voto.
Ecco quello di Mario Monti.
Il testo del suo appello.
"Il 24 Febbraio si vota, per molti di voi sarà la prima volta.
La vostra scelta sarà determinante, solo voi potete dare un segnale forte contro la vecchia politica.
Un anno fa l’Italia rischiava di finire in serie B, per salvarla hanno chiamato non un politico ma me, che avevo sempre lavorato per voi e con voi giovani nelle aule universitarie.
Solo con il vostro sostegno potremmo dai ai giovani italiani ciò che loro chiedono:
il lavoro da conquistare col merito, non con una raccomandazione.
Non dovete credere a chi dice che non ce la farete e che siete una generazione senza futuro, il futuro è vostro, non perdete la fiducia.
Votate, e se la politica non vi piace fate una scelta civica:
Scelta Civica con Monti per l’Italia
-Punto 1
E' stato chiamato poichè Lo spread era alle stelle e l'Italia era stata declassata di due punti (tutti ormai sappiamo che questi giochini sono pilotati dalle agenzie di reting dai poteri forti,dalle banche di cui proprio lei fa parte integrante)
conseguenza è stato eliminato un governo benvoluto o meno ma comunque democraticamente eletto dal popolo (io questo lo chiamo Golpe)
-Punto 2
Un conto è insegnare le materie seduto in cattedra un conto è poi attuarle nel reale.
Tutti noi italiani abbiamo visto i risultati del suo salvataggio (migliaia di fabbriche chiuse,tassazione al massimo storico (chi lavora lo fa per più di sei mesi per lo stato) esodati,precarietà giovanile,disoccupati al' 10% suicidi ecc ecc
Le sue credenziali all'estero (di cui tanto si vanta) sono in pieno declino
Le testate estere l'attaccano palesemente
-Punto 3
Vero il lavoro va conquistato col merito questo dovrebbe però valere per tutti
strano però che non sia così
Lo chieda ai neolaureati che si vedono truffare il posto dai soliti raccomandati
Basta andare a cercare bene e troviamo nei posti chiave a stipendi astronomici figli di deputati di presidi d'ateneo di magistrati di capi d'industria
di presidenti bancari e la lista sarebbe lunga (un esempio proprio suo figlio e/o la figlia della signora fornero) come il solito dobbiamo stendere un velo pietoso??
La politica che oggi abbiamo non piace a nessuno e ne abbiamo ben donde
visto la corruzione che impera e il menefreghismo totale ai nostri bisogni più impellenti...lavoro, casa, giustizia,sanità.
Belle le sue parole ma noi vogliamo i fatti
I suoi precedenti non sono certo tranquillizzanti
Lo smeraldo nell'antichità
Le più antiche notizie sull'uso di smeraldi in gioielleria, datano all'antico Egitto. Sebbene alcune fonti sostengano che lo smeraldo fosse già noto ai tempi dei Faraoni della 12° dinastia (1900 a.C.), in realtà è noto con certezza che lo smeraldo era ampiamente diffuso in epoca tolemaica (300-30 a.C.), in epoca romana (30 a.C. - 400 d.C.) e presso i Bizantini (400 - 650 d.C.). Durante il regno della regina Cleopatra (primo secolo a.C.), ebbero grande sviluppo i traffici commerciali tra Roma e L'Egitto.
Pietre preziose, così come marmi ed altri materiali da costruzione, furono importati nei territori dell'impero romano a fini artigianali. Le miniere di smeraldi attive in quel periodo erano quelle di El Zabara ed El Sikait sulle rive del Mar Rosso nell'Alto Egitto. Esse furono intensamente coltivate per molti secoli fino al regno del Sultano Al-Kamel (~ 1200 D.C.). Nonostante la loro ampia diffusione, le gemme prodotte da queste miniere non erano di elevata qualità a causa delle loro ridotte dimensioni, della non accentuata colorazione verde e delle numerose inclusioni fluide e solide presenti al loro interno. Tuttavia si può ritenere con buona approssimazione, che la maggior parte degli smeraldi rinvenuti in area romana era di origine egiziana.
Sia i Romani che gli Egiziani attribuirono numerose proprietà divinatorie alle gemme verdi che venivano ritenute di buon auspicio per la fertilità. Lo scrittore greco Teofrasto, un discepolo di Aristotele (371-287 A.C.) ci ha tramandato notizie sull'uso di smeraldi in epoca greco-romana. Egli considerava i minerali soprattutto dal punto di vista della loro utilità. Nella sua opera "Peri Lithon" sono raccolte informazioni su giacimenti di oro, argento, piombo, rame, stagno, mercurio e sui minerali e rocce che li contengono. Sono interessanti ancora alcuni commenti, anche se frammentari e confusi, sull'origine dei minerali e sulle loro proprietà terapeutiche. Topazio, smeraldo ed acquamarina, rubino e granato erano richiesti sia per la loro bellezza che per i poteri magici loro attributi da influenze astrali. In particolare si riteneva che lo smeraldo, osservato intensamente, avesse la capacità di migliorare la vista. Lo scrittore romano Plinio il Vecchio confermò questa ipotesi, che potrebbe essere alla base degli occhiali oggi usati per correggere alcuni difetti visivi. Plinio (23 - 79 d.C.) è rimasto famoso fino ai nostri giorni come il primo enciclopedista della Storia. Le sue straordinarie conoscenze sono raccolte nei 37 volumi dell'opera "Naturalis Historia", una vasta raccolta (finita nel 77-78 d.C.) che partendo dalla "centralità" dell'uomo dà informazioni su tutto ciò che esiste in natura, sulla medicina e sulle arti. Nel libro dedicato ai minerali è presente un'ampia discussione sullo smeraldo e sulle diverse miniere attive ai suoi tempi che potrebbero essere state l'origine degli smeraldi rinvenuti in siti archeologici dell'Impero Romano. In termini di valutazione economica, Plinio pone lo smeraldo al terzo posto dopo i diamanti e le perle. Nonostante la bellezza e l'interesse per le gemme, Plinio critica la smodata passione della società romana per l'oro e le pietre preziose. Tra le altre annotazioni raccolte, lo scrittore romano segnala 12 varietà di smeraldi di cui egli aveva notizie. Esse corrispondono a 12 località nelle quali venivano coltivati smeraldi. Le più importanti miniere erano senz'altro quelle della Scizia, oggi corrispondenti ai depositi situati sui Monti Urali che dividono la Russia europea dalla Siberia. Altre citazioni comprendono la Batriana, odierno Afghanistan, l'Egitto, l'isola di Cipro, l'Etiopia, la Macedonia, la Persia, la Grecia, l'India ed il Pakistan.
Oggi sappiamo che Plinio includeva tra gli "smeraldi," anche altre pietre che in realtà non hanno nulla a che vedere con le famose gemme verdi. Tra di esse ricordiamo il turchese, un fosfato di rame, usato in gioielleria per le sue belle sfumature dal verde chiaro al celeste vivo, coltivato in alcune delle località menzionate quali Cipro, la Macedonia, la Grecia e la Persia.
Nonostante le inesattezze l'opera di Plinio resta di fondamentale importanza per coloro che vogliano orientarsi nelle attività minerarie del suo tempo. Una ricerca come quella che si sta impostando presso i Laboratori della Sezione di Roma dell'IGG-CNR sulla origine degli smeraldi archeologici ha trovato un gran numero di informazioni utili per la localizzazione delle miniere attive in epoca romana. Unica reale lacuna dell'opera di Plinio è la totale mancanza di informazioni sulla miniera di Habactal, situata in Austria vicino Salisburgo. La miniera più vicina a Roma non era nota allo scrittore romano così attento nelle sue citazioni!!! Del resto, secondo alcune fonti, si ritiene che questa miniera fosse già nota ai Celti, una popolazione indo-europea che si era insediata nella zona centro-occidentale dell'Europa nel 4° secolo a.C. Probabilmente si può pensare che i messi inviati da Plinio per raccogliere informazioni sulla miniera potrebbero non essere tornati in tempo per includere i loro dati nell'opera o, più verosimilmente, che la miniera non fosse attiva nel primo secolo d.C.
Napoli : Museo di Capodimonte
Il Museo di Capodimonte trae origine dalla straordinaria collezione dei Farnese, una delle famiglie più importanti del Rinascimento italiano. A questo deve la varietà delle sue raccolte che, dalla pittura e dalla scultura, si estende ai disegni, alle armi, alle arti decorative con una ricchezza di esemplari di grande raffinatezza, frutto sia del collezionismo farnesiano sia, in seguito, delle corti dei Borbone e dei Savoia. Ma, allo stesso tempo, Capodimonte è stata anche una reggia sontuosa, vissuta e abitata, con fortuna discontinua, dalle famiglie regnanti tra Settecento e i primi decenni del Novecento.
Nel 1738 Carlo di Borbone, da poco insediato sul trono di Napoli, decide di costruire, sotto la direzione dell’ingegnere militare Giovani Antonio Medrano, una nuova residenza di corte, nella zona collinare a nord della città, per sistemare il grande patrimonio artistico ereditato dalla madre Elisabetta Farnese.
I lavori di completamento dell’edificio si protrarranno per circa un secolo mentre la reggia, anche durante il decennio di dominazione francese (1806-1815) con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e, in seguito, con la restaurazione borbonica, è teatro privilegiato di eventi storici e civili.
Dopo l'Unità d’Italia, grazie al lavoro attento del direttore amministrativo di Casa Savoia, Annibale Sacco, la reggia continua ad arricchirsi di importanti acquisizioni di dipinti, oggetti d'arte e d'arredo provenienti dalle ex residenze borboniche e alcuni ambienti del 'piano nobile' sono destinati a galleria di pittori e scultori viventi, ampliata via via dalle acquisizioni sabaude.
Dopo gli anni terribili della guerra e in seguito a un intervento importante sulle strutture stesse del palazzo, nel maggio 1957, con il trasferimento delle raccolte d'arte medievale e moderna, esposte in precedenza nel Museo Nazionale insieme al vasto patrimonio archeologico, è aperto al pubblico il "Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte", una delle istituzioni museali d’avanguardia dell’intero Paese.
Un accrescimento importante delle raccolte è costituito dalla sezione dedicata al contemporaneo che ospita opere eseguite esplicitamente per gli spazi del museo da parte di alcuni fra gli artisti più significativi del panorama internazionale.
A partire dal settembre 1995, grazie al nuovo ordinamento espositivo delle collezioni -a seguito dei lavori condotti negli ultimi anni del secolo scorso, per la necessità di adeguare il museo alle esigenze moderne di conservazione e sicurezza- Capodimonte ha assunto l’attuale configurazione che, anche attraverso l‘allestimento, valorizza la storia stessa del museo.
Il castello di Marienburg
Marienburg – La fortezza dei Cavalieri Teutonici
Nel 1225, di fronte alla minaccia delle popolazioni prussiane pagane ai confini dei suoi possedimenti, il duca Konrad di Masovia chiese aiuto all’ordine dei Cavalieri Teutonici.
Fu così che i cavalieri, nati per difendere la Terra Santa, si stabilirono nell’Europa orientale.
La costruzione del castello di Marienburg (in polacco Malbork) iniziò nel 1272, per opera di Konrad von Thierberg.
Tra il 1276 e il 1280 fu eretto il Palazzo alto, che divenne la prima sede ufficiale dell’ordine.
Nel 1309, quando l’ordine venne ufficialmente trasferito da Venezia a Marienburg, fu ampliata l’area conventuale.
Fra il 1310 e il 1330 si colloca l’edificazione del Palazzo centrale, e fra il 1334 e il 1340, l’ampliamento e ristrutturazione del Palazzo alto.
Nell’ultimo decennio del XIV secolo si procedette alla costruzione dell’ultimo edificio, il palazzo del Gran Maestro.
Nel 1882 iniziò il restauro del complesso, gravemente danneggiato dagli assedi e dagli incendi subiti nel XV secolo.
Il castello nel 1997 è stato inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’Umanità.
Nel 1225, di fronte alla minaccia delle popolazioni prussiane pagane ai confini dei suoi possedimenti, il duca Konrad di Masovia chiese aiuto all’ordine dei Cavalieri Teutonici.
Fu così che i cavalieri, nati per difendere la Terra Santa, si stabilirono nell’Europa orientale.
La costruzione del castello di Marienburg (in polacco Malbork) iniziò nel 1272, per opera di Konrad von Thierberg.
Tra il 1276 e il 1280 fu eretto il Palazzo alto, che divenne la prima sede ufficiale dell’ordine.
Nel 1309, quando l’ordine venne ufficialmente trasferito da Venezia a Marienburg, fu ampliata l’area conventuale.
Fra il 1310 e il 1330 si colloca l’edificazione del Palazzo centrale, e fra il 1334 e il 1340, l’ampliamento e ristrutturazione del Palazzo alto.
Nell’ultimo decennio del XIV secolo si procedette alla costruzione dell’ultimo edificio, il palazzo del Gran Maestro.
Nel 1882 iniziò il restauro del complesso, gravemente danneggiato dagli assedi e dagli incendi subiti nel XV secolo.
Il castello nel 1997 è stato inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’Umanità.
Ricordiamoci dei loro partiti quando andremo a votare
CONCLUSIONE
-70 senatori PD
-17 senatori PDL
- 7 senatori altri gruppi
Questi sono i benemeriti che ci governano avendo come " 1° scopo il bene della nazione"
-70 senatori PD
-17 senatori PDL
- 7 senatori altri gruppi
Questi sono i benemeriti che ci governano avendo come " 1° scopo il bene della nazione"
Anche i più elementari diritti degli italiani
Sembra che chiamare le forze dell'ordine non risolverebbe il problema: non possono buttare giù la porta e prendere chi è dentro abusivamente. Queste sono le leggi italiane: a difesa e tutela dei criminali di qualsiasi tipo!
Queste cose succedono solo nella Repubblica delle banane
Link a questo video:
http://video.leggo.it/index.jsp?videoId=3648&idSezione=51
copia e incolla per vedere il video
ROMA - Dopo venti giorni passati a vivere sul pianerottolo, Maria Lorenzi è finalmente riuscita a rientrare in casa sua, occupata in sua assenza da una donna con il compagno e due bambini.
Dopo lunghe ore di trattative con il vicesindaco Sveva Belviso, l’assessore alle Politiche abitative Lucia Funari e la Polizia Locale di RomaCapitale del V Gruppo, gli occupanti hanno lasciato l'appartamento.
Se Maria è riuscita a riavere la sua vita è anche grazie a una denuncia del Messaggero.
«Non è stato necessario l’uso della forza - dice Belviso - la signora ha realmente bisogno di un aiuto, ha accettato la nostra assistenza ed è stata accolta in una casa famiglia».
La «nonna coraggio», così è stata ribattezzata nel suo quartiere, è tornata a casa tra le lacrime.
«Sono in casa mia finalmente».
LA DENUNCIA «Hanno occupato il mio appartamento, cambiato la serratura e non mi fanno più entrare», sono queste le parole di Maria Lorenzi, 66 anni, che da venti giorni vive nel pianerottolo del suo palazzo in zona Ponte Mammolo, a Roma, di fronte alla porta del suo appartamento.
La donna, come riporta Laura Bogliolo ne il messaggero.it, venti giorni fa era uscita da casa per andare a trovare a Ciampino la madre novantenne malata. Al suo ritorno aveva scoperto che qualcuno le aveva occupato la casa, la stessa in cui abitava dal 1985 e piena di ricordi.
«Resto qui, non me ne vado: rivoglio la mia vita» dice con forza la signora ribattezzata dal quartiere «nonna coraggio» che ha denunciato tutto alle forze dell’ordine.
I vicini si sono mostrati subito solidali, le offrono la possibilità di andare in bagno, il caffè, ma la donna non abbandona il suo letto e stringendo una borsa dell'acqua calda ha portato avanti la sua battaglia.
Link a questo video:
http://video.leggo.it/index.jsp?videoId=3648&idSezione=51
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ROMA - Dopo venti giorni passati a vivere sul pianerottolo, Maria Lorenzi è finalmente riuscita a rientrare in casa sua, occupata in sua assenza da una donna con il compagno e due bambini.
Dopo lunghe ore di trattative con il vicesindaco Sveva Belviso, l’assessore alle Politiche abitative Lucia Funari e la Polizia Locale di RomaCapitale del V Gruppo, gli occupanti hanno lasciato l'appartamento.
Se Maria è riuscita a riavere la sua vita è anche grazie a una denuncia del Messaggero.
«Non è stato necessario l’uso della forza - dice Belviso - la signora ha realmente bisogno di un aiuto, ha accettato la nostra assistenza ed è stata accolta in una casa famiglia».
La «nonna coraggio», così è stata ribattezzata nel suo quartiere, è tornata a casa tra le lacrime.
«Sono in casa mia finalmente».
LA DENUNCIA «Hanno occupato il mio appartamento, cambiato la serratura e non mi fanno più entrare», sono queste le parole di Maria Lorenzi, 66 anni, che da venti giorni vive nel pianerottolo del suo palazzo in zona Ponte Mammolo, a Roma, di fronte alla porta del suo appartamento.
La donna, come riporta Laura Bogliolo ne il messaggero.it, venti giorni fa era uscita da casa per andare a trovare a Ciampino la madre novantenne malata. Al suo ritorno aveva scoperto che qualcuno le aveva occupato la casa, la stessa in cui abitava dal 1985 e piena di ricordi.
«Resto qui, non me ne vado: rivoglio la mia vita» dice con forza la signora ribattezzata dal quartiere «nonna coraggio» che ha denunciato tutto alle forze dell’ordine.
I vicini si sono mostrati subito solidali, le offrono la possibilità di andare in bagno, il caffè, ma la donna non abbandona il suo letto e stringendo una borsa dell'acqua calda ha portato avanti la sua battaglia.
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