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giovedì 22 gennaio 2015

Royston Cave: la grotta piena di incisioni che confonde gli esperti


Royston Cave è una piccola grotta artificiale che si trova nell’Hertfordshire, Inghilterra.
 La cavità si trova sotto l’incrocio tra la Ermine Street e la Icknield Way ed ha una forma cilindrica, con un’altezza di circa 8 metri e un diametro di 5 metri. 
 Nessuno ha idea di chi abbia creato la grotta o di quale fosse il suo scopo. 
Nel corso degli anni sono state avanzate molte ipotesi, dall’utilizzo della cavità da parte dei Cavalieri Templari alla miniera di selce del neolitico, dall’utilizzo come prigione alla cella per i monaci anacoreti. 
 In realtà, nessuna di queste teorie si basa su prove convincenti e l’origine della Royston Cave rimane ad oggi un mistero. 

 La cavità è stata individuata per la prima volta nell’agosto del 1742, mentre un operaio era intento a scavare delle buche per installare un nuovo banco in un mercato.
 La grotta appena scoperta era piena di sporcizia e frammenti di roccia. 
 Una volta ripulita la camera, vennero alla luce numerose sculture e incisioni sulle pareti interne, alcune delle quali, secondo gli studiosi, sono antiche di 800 anni. 
Molte incisioni erano originariamente colorate, ma a causa del passare del tempo sono rimaste visibile solo poche tracce di colore. Inoltre, alcuni pensano che la grotta fosse un tempo suddivisa su due livelli da un pavimento di legno.


Come racconta Ancient Origins, si tratta per lo più di immagini di natura religiosa, come Santa Caterina, la Sacra Famiglia, la Crocifissione, il martirio di San Lorenzo e una figura con in mano una spada che potrebbe raffigurare San Giorgio o San Michele Arcangelo.
 Alcuni fori praticati sotto le sculture sembrano destinati a mantenere candele o lampade
.



Una delle principali teorie sull’origine di Royston è che la cavitàsia stata utilizzata dai Cavalieri Templari prima del loro scioglimento voluto da papa Clemente V nel 1312.
 Alcune figure incise in una sezione danneggiata della grotta sembrano raffigurare due cavalieri in sella ad un unico cavallo, forse i resti di un simbolo templare. 
 Un’altra teoria propone che la Royston Cave sia stata utilizzata come magazzino da parte dei monaci Agostiniani. Come suggerisce il loto nome, gli Agostiniani furono un ordine fondato da S. Agostino, vescovo di Ippona. 
 Gli Agostiniani arrivarono in Inghilterra durante il regno di EnricoI, nel 12° secolo.
 L’Hertfordshire era un centro importate del monachesimo inglese e il monastero agostiniano ha funzionato senza sosta per oltre 400 anni. Forse i monaci utilizzavano la cavità come una fresca cisterna per conservare i loro prodotti e come cappella per la preghiera personale. 
 Infine, alcuni studiosi ipotizzano che il cilindro scavato nella roccia possa essere stato usato come miniera di selce in epoca neolitica, a partire dal 3 mila a.C., una preziosa cava per ricavare materiale per realizzare asce e altri strumenti. Tuttavia, il gesso trovato nella cavità permette solo la creazione di piccoli noduli di selce, generalmente inadatti per produzione di asce. Questo dato fa sorgere alcuni dubbi sulla teoria.
 Dunque, ad oggi c’è ancora molto mistero sui creatori della grotta di Royston e sul suo reale scopo. 
È comunque possibile che un gruppo originario abbia creato la grotta e, dopo averla abbandonata, sia stata poi utilizzata da un altro gruppo.
 La Royston Cave è oggi aperta al pubblico. A tal fine, la grotta richiede una regolare manutenzione e restauri.


Recentemente, si è scoperto che le larve di alcuni insetti stanno seriamente danneggiando le pareti della struttura.
 Nell’agosto del 2014, l’intervento per prevenire tali danni è stato completato con successo. Invece di utilizzare gli insetticidi, gli operai hanno rimosso alcune zolle di terra, sottraendo così nutrimento alle larve.
 Ora la sfida è quella di evitare gli allagamenti e trovare un sistema per limitare le vibrazioni dovute al traffico veicolare in superficie, in modo da preservare la grotta in futuro.

 Fonte: ilnavigatorecurioso.it

La Terra ha una nuova isola


La Terra ha un'isola in più, "lunga circa due chilometri e larga uno, e si è già innalzata di circa 100 metri sul livello del mare" si legge nel comunicato ufficiale del Ministero delle risorse di Tonga (Polinesia), che negli ultimi giorni ha inviato una nave per osservare da vicino la nuova isola vulcanica.

 La sua nascita inizia quando il vulcano Nuku'alofa, a 65 chilometri a sud-ovest dell'isola principale di Tongatapu, si risveglia, il 20 dicembre 2014, dopo 5 anni di riposo totale.
 Con la ripresa dell'attività, il vulcano, che già in passato aveva creato nuove isole, inizia ad emettere lave in grandi quantità da due bocche principali: una sull'isola disabitata di Hunga Ha'apai, l'altra sottomarina, a circa 100 metri dall'isola stessa.
 L'eruzione dà vita a esplosioni ogni 5 minuti circa, durante le quali il materiale viene lanciato fino a 400 metri d'altezza, con le ceneri che raggiungono anche i 9000 metri (e ciò ha causato la deviazione delle rotte di numerosi voli).
 La potenza delle eruzioni è tale che il materiale ricade anche a 10 km di distanza.
 Molte piante nate sulle isole Hunga Tonga e Hunga Ha'apai sono morte a causa della enorme quantità di cenere caduta nell'arco di pochi giorni.


L'eruzione dalla bocca sottomarina è stata così intensa da dare vita alla nuova isola. 
Ora bisognerà vedere se continuerà a crescere e se riuscirà a sopravvivere alle onde oceaniche oppure se, com'è successo per altre isole del Pacifico, la sua esistenza sarà effimera - in questo caso nell'arco di qualche mese o anno verrà totalmente erosa. 
Molto dipenderà dall'andamento dell'eruzione in corso. Se continuerà, darà probabilmente all'isola la massa adeguata alla sua sopravvivenza.

 

Fonte: focus.it

La Basilica Cisterna di Istanbul


La più grande delle cisterne costruite in epoca romana nel sottosuolo della vecchia Costantinopoli, ma nonostante le sue imponenti dimensioni - una superficie di 9.800 m², dimensioni di 140 m x 70 m e la capacità di immagazzinare 100.000 tonnellate d’acqua e 336 colonne - cadde nell'oblio per secoli. 

 Dimenticata durante l'impero ottomano, fu riscoperta solo nella metà del 1500, quando fu individuata da P. Gyllius, un viaggiatore Olandese giunto in cittá alla ricerca di resti bizantini.
 Decisamente singolare, e casuale, il modo che portò alla sua riscoperta. Gyllius, durante una ricognizione nella zona di Santa Sophia, scoprì che gli abitanti si approvigionavano di acqua calando dei secchi in alcuni fori sul pavimento di alcune abitazioni... e insieme all'acqua a volte tiravano su anche dei pesci. Incuriosito volle approfondire, si calò nel sottosuolo ed esplorò con una fiaccola e una barchetta quella che si rivelò essere una straordinaria cisterna.
 Nel corso delle sue esplorazioni Gyllius prese le misurazioni dell'ambiente e delle colonne e pubblicò la sua scoperta in un libro. 

La descrizione che fece della cisterna fu tale da affascinare i viaggiatori dell'epoca e dei secoli seguenti. Per loro un viaggio a Istanbul non era completo senza una visita alla cisterna. 

 L'edificio fu restaurato più volte, l'ultimo e più importante restauro avvenne tra il 1985 e il 1987.
 In quell'occasione fu oggetto di una pulizia accurata, furono eliminate circa 50 mila tonnellate di fango, quindi, per consentirne l'apertura al pubblico, fu realizzata una passerella in legno.


Il fascino della cisterna è rimasto immutato e reso ancora più suggestivo dalla musica che accompagna i visitatori. 
Tra gli elementi che colpiscono di più ci sono due basi di colonne raffiguranti la testa di Medusa, provenienti non si sa da dove, ma sicuramente di fattura notevole.





Medusa, si sa, aveva uno sguardo che pietrificava le persone. Una potenza che veniva considerata in grado di proteggere le costruzioni e per questo motivo l'immagine della Gorgone venivano utilizzato spesso, sotto forma di pitture o sculture, come elemento decorativo.
 L'immagine di Medusa, forse anche per la particolarità che è rovesciata, continua ad ammaliare i visitatori che, come in passato, giungono ad Istanbul per vederla.

L'uomo di Tollund


Il 6 maggio 1950, lunedì, Viggo ed Emil Højgaard, del piccolo villaggio di Tollund, erano andati a tagliare della torba per la loro stufa alla torbiera di Bjældskor Dale, 12 km ad ovest di Silkeborg, Danimarca.
 Mentre lavoravano notarono in uno strato di torba un volto così fresco che supposero di aver scoperto la vittima di un recente omicidio e immediatamente denunciarono il fatto alla polizia di Silkeborg.
 Le forze di polizia erano molto perplesse e avevano molti dubbi sul cadavere, pertanto, nel tentativo di individuare il momento della morte, portarono il ritrovamento all'archeologo P.V. Glob.
 Glob stabilì che il corpo risaliva a circa 2000 anni prima e che l'uomo fu molto probabilmente ucciso e gettato nella palude come sacrificio a divinità legate alla fertilità.
 Gli organi interni sono conservati altrettanto bene come la sua pelle e questo fatto ha permesso agli scienziati di eseguire studi e ricerche molto accurate ed importanti.
 La Mummia di Tollund fu sepolta ad una distanza di 50 metri dalla terra ferma, il suo corpo fu disposto in posizione fetale e seppellito sotto circa 2 metri di torba.
 Indossava un cappuccio di pelle tenuto saldamente fermo da una cinghia annodata sotto il mento in più aveva la vita cinta da una piccola corda.
 Tranne questo, il corpo era nudo.
 Inoltre al collo della vittima vi era un cappio con il nodo scorsoio rivolto dietro le spalle.
 I suoi capelli furono tagliati così corti da essere quasi completamente nascosti dal cappuccio. Fu anche rasato, ma da una leggera ricrescita della barba si evince che ciò non avvenne il giorno della morte.



Sotto il corpo fu ritrovato un sottile strato di muschio.
 Gli scienziati sanno che il muschio comparve sulle torbiere danesi nei primi anni dell'età del ferro, pertanto il corpo fu deposto in situ pressappoco 2.000 anni fa.
 Successivamente, test eseguito sul carbonio 14 hanno indicato come data di sepoltura il 400 a.C.
L'acido presente nella torba, insieme alla mancanza di ossigeno sotto la superficie, hanno conservato i tessuti molli del corpo. Esami a raggi X hanno mostrato che la testa dell'uomo è integra e il suo cuore, polmoni e fegato sono ben conservati. 
Egli non era un uomo anziano, anche se doveva avere più di 20 anni in quanto i denti del giudizio erano già spuntati.
 Il Museo di Silkeborg stima la sua età a 40 anni e l'altezza a 161 centimetri.
 Fu probabilmente impiccato con la corda intorno al suo collo. Il cappio ha lasciato segni chiari sulla pelle sotto il mento e al lato del collo, ma non vi era alcun marchio nella parte posteriore del collo in cui il nodo è stato trovato.
 A causa della decomposizione dello scheletro non si può dire se il collo fu spezzato.

 Lo stomaco e l'intestino furono esaminati e furono anche prelevati campioni del suo contenuto.
 Gli scienziati hanno scoperto che l'ultimo pasto dell'uomo fu a base di verdure e sementi, sia coltivate che selvatiche: orzo, semi di lino, Camelina sativa, porridge di una ventina di granaglie, polygonum, e camomilla. 
L'orzo ingerito era largamente intaccato dal fungo ergot, il quale contiene una sostanza allucinogena, pertanto alcuni ricercatori sostengono che tale cibo fu deliberatamente somministrato all'uomo in modo da alterare il suo stato mentale.
 La segale cornuta era, probabilmente, la sostanza utilizzata per provocare visioni e rivelazioni agli iniziati durante i Misteri Eleusini. 

L'autore britannico John Grigsby sostiene che l'uomo ritrovato a Tollund potrebbe essere stato ucciso durante i riti della dea Nerthus, menzionati da Tacito nella sua opera La Germania, in cui le vittime venivano ritualmente annegate. 

Nel suo libro Beowulf e Grendel, Grigsby suggerisce che l'ingestione di segale cornuta fosse parte del culto di Nerthus e che la sottomissione di questa religione da parte dei danesi nel V e VI secolo si ritrovi nel racconto epico di Beowulf.
 Non vi erano tracce di carne nell'apparato digerente e dalla fase di digestione è evidente che l'uomo abbia vissuto per 12 o 24 ore dopo l'ultimo pasto.
 In altre parole, egli rimase digiuno il giorno prima della sua morte. Anche se simili zuppe di vegetali non erano insolite per le persone di quel tempo, due cose interessanti sono state notate: il pasto conteneva diversi tipi di semi selvatici e coltivati.
 Poiché questi semi non sono prontamente disponibili, è probabile che alcuni di essi siano stati raccolti deliberatamente per un'occasione speciale.
 Il pasto fu realizzato con semi disponibili solo nelle prossimità del luogo di ritrovamento.


Il corpo è visitabile al museo Silkeborg in Danimarca, anche se solo la testa è originale.
 Le tecniche di conservazione per materiale organico non erano sufficientemente avanzate nei primi anni cinquanta del secolo scorso per consentire la conservazione dell'intero corpo. Di conseguenza, si scelse di preservare solo la testa; il resto oggi visibile del corpo è una replica dell'originale.

 Fonte: Wikipedia
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