mercoledì 6 marzo 2013
Trombati sì, ma se ne vanno col sacco pieno!
Le elezioni politiche del 2013 hanno decretato il successo del Movimento 5 Stelle e il ritorno di Silvio Berlusconi. Non ci sono solo vincitori o sconfitti, ma anche dei “trombati” ossia coloro che non ce l’hanno fatta ad entrare in Parlamento. Tra le vittime illustri c’è Gianfranco Fini. Contenti? Mica tanto. In alcuni casi i trombati ci costano più degli eletti.
L’ex presidente della Camera percepirà una pensione di 6.200 euro netti al mese. Non solo. Fini riscuoterà anche 260 mila euro dall’assegno di reinserimento all’attività lavorativa. Meno soldi arriveranno ad Antonio Di Pietro. L’ex magistrato prenderà una pensione di 4.300 euro al mese e una liquidazione di 60 mila euro. Ci sono però anche quelli che hanno deciso non partecipare alle elezioni. Uno di questi è Beppe Pisanu. Il “pidiellino” percepirà una pensione di 6.500 euro e un assegno 175 mila euro. Sfortunato Italo Bocchino. L’esponente di FLI è troppo giovane per la pensione e deve accontentarsi solo dell’assegno di reinserimento di 150 mila euro.
I colori dell'universo - le nebulose
(© NASA, ESA and the Hubble Heritage Team )
Visibile anche a occhio nudo come una debole macchia luminosa posta subito sotto le tre stelle che formano la cintura di Orione, questa nebulosa che prende il nome dall'omonima costellazione è in realtà un vero scrigno di tesori astronomici.
Al suo interno, grazie alle dettagliatissime immagine realizzate da Hubble in oltre 10 anni di osservazioni, gli astronomi hanno infatti potuto scoprire grandi masse di gas, oltre 3000 stelle ancora in formazione e 150 dischi di polvere che si trasformeranno in nuovi pianeti.
La caratteristica luminosità di questa nebulosa è data dall'intensa radiazione ultravioletta emessa delle stelle più giovani, racchiuse in un ammasso chiamato trapezio che si trova nelle zone più interne del corpo celeste.
La più bella del reame La regina di bellezza - e la più fotografata - dello spazio è per molti astronomi e appassionati astrofili la nebulosa Trifida, catalogata come NGC 6514 e M20, visibile anche con un buon telescopio dalla Terra.
Questo ammasso di polveri si estende nella costellazione del Sagittario a diverse migliaia di anni-luce dalla Terra.
La nebulosa fu scoperta dall'astronomo francese Legentil de La Galaisière prima del 1750, ma l'accezione "Trifida" le fu assegnata dall'inglese John Herschel che rivelò la presenza di tre bande scure di polvere stellare.
Questa nebulosa è la più giovane conosciuta con i suoi 300.000 anni di età.
Il ciclo della vita... nelle stelle
A 410 anni luce di distanza dalla Terra si distingue l'ammasso stellare delle Pleiadi, 250 stelle almeno, immerse in una massa nebulosa più densa in prossimità degli astri più cospicui.
Quelli più luminose sono peraltro visibili senza l'ausilio di telescopi, ad occhio nudo nonostante l'inquinamento luminoso che rischiara il cielo delle grandi città.
A queste stelle la mitologia greca attribuiva grande importanza: il loro sorgere a maggio e tramontare a ottobre erano infatti considerati l'equivalente del ciclo della vegetazione e delle attività umane dalla primavera all'autunno. Foto: © Matthew T. Russell
Farfalla dorata
Vola a 2 mila anni luce da noi nella costellazione del Cigno questa farfalla dalle ali d'oro, meglio nota agli esperti come Sharpless 106 Nebula (S106).
La spettacolare figura celeste è originata dal materiale emesso da una stella massiva nata circa 100 mila anni fa e denominata IRS4.
Un grande disco di polveri scure e gas visibile in rosso scuro al centro della foto ridisegna la nebulosa dandole la forma di un'imponente clessidra, o di un lepidottero che batte le ali.
Il gas di S106 vicino alla stella si comporta come una nebulosa a emissione ed emette luce dopo essere stato ionizzato.
Le polveri lontane dall'astro riflettono invece la luce della stella centrale e si comportano come una nebulosa a riflessione.
Un ombrello, una balena e persino un gestaccio: guarda altre illusioni celesti Photo credit: Grantecan S. A., Instituto de Astrofísica de Canarias- Daniel López
La morte ti fa bella
Se pensate che lo spettacolo di una stella che muore sia drammatico vi sbagliate.
Guardate per esempio l’astro al centro di questa foto, catalogato come HD 148937.
Alla fine della sua vita ha prodotto la nebulosa a emissione NGC 6164-5, che ha anche la caratteristica di essere bipolare: il materiale espulso dalla stella, incanalato dal suo campo magnetico, ha assunto una forma simmetrica. Questa straordinaria nube di gas e polveri si estende in tutto il suo splendore per 4 anni luce.
Foto: © Osservatorio Gemini
Le nuove campane di Notre Dame
Nell’ambito delle celebrazioni dell’850esimo anniversario della cattedrale di Notre Dame, un nuovo insieme di campane è recentemente stato sistemato nelle torri dell’imponente costruzione gotica.
Nove campane luccicanti sono arrivate giovedì scorso davanti il sagrato di Notre Dame acclamate dalla felicità dei fedeli accorsi per l’evento e dallo sguardo estasiato dei curiosi che si trovavano a passare da quelle parti.
Dopo aver affrontato un lungo viaggio in camion durato circa otto ore, le campane sono arrivate a Parigi sfoggiando fieramente il proprio nome inciso sul metallo: Marie, Gabriel, Anne-Geneviève, Denis, Marcel, Etienne, Benoît Joseph, Maurice e Jean Marie.
Le campane sono state realizzate in una fonderia di Villedieu-les-Poêles (nella regione della Manica) per sostituire le antiche campane della cattedrale che datavano del 1856 ed emettevano un suono di cattiva qualità. Le nove realizzazioni sono state costruite per durare dai 200 ai 300 anni e sono state benedette solennemente da Monsignor Vingt-trois.
I parigini potranno ascoltare per la prima volta il suono delle nuove campane il prossimo 23 marzo, la vigilia della domenica delle palme.
Le Cattedrali di marmo
Alle pareti non ha affreschi o mosaici, ma motivi decorativi creati dall'azione erosiva dell'acqua. Eppure la grotta che vedete è stata soprannominata, per la perfezione delle sue lineee e colori, "Marble Cathedral", cattedrale di marmo. Questa serie di caverne scolpite nella roccia, secondo molti tra le più suggestive al mondo, si specchia sulle acque del Lago Carrera, in Patagonia. L'acqua deve il suo colore azzurro "piscina" al riflesso del cielo cileno e forse anche a un particolare fango che ha origine dai ghiacciai che alimentano il bacino lacustre.
La terra Dei tuareg gli uomini blu
Il Tassili n'Ajjer, che in berbero significa "Altopiano (Tassili) dei tuareg Kel Ajjer", è un massiccio montuoso del deserto del Sahara, situato nel sud est dell'Algeria presso il confine con la Libia (Ghat).
Si estende per circa 500 chilometri in direzione nord-ovest sud-est ed il suo punto più elevato è costituito dal monte Afao, alto 2.158 metri.
La città più vicina è Djanet, circa 10 chilometri a sud ovest del massiccio.
Gran parte della catena montuosa, compresi i cipressi e i siti archeologici, è protetta all'interno di un Parco nazionale, oltre che come Riserva della biosfera e sito inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Scorcio di El Ghousour, il “castello”.
La sabbia è, al tempo stesso, sia la causa, sia il risultato dell’erosione delle rocce.
Una vista aerea tomba pre islamica (parzialmente invasa da una duna) nell’Erg D’Amer, vicino a Iharane.
Nel deserto ci sono tracce umane risalenti a periodi storici diversi, ma è difficile datarle.
Una volta il Sahara era verde e bagnato dall’acqua.
I letti degli antichi fiumi, oggi asciutti (si riempiono in occasione delle sporadiche piogge), si chiamano “uadi”.
In questa foto, l'argilla screpolata e la sabbia rossa si mescolano nel letto asciutto dello uadi di Tin Merzouga, un anno dopo una rara pioggia torrenziale. Le piante continuano a fiorire durante il freddo inverno e sono cibo per piccoli mammiferi roditori come i topi delle piramidi.
Torri La catena montuosa del Tassili è composta in gran parte di arenaria. L'erosione dell'area ha fatto sì che si formassero circa 300 archi di roccia, oltre a numerose altre formazioni rocciose.
Organi di arenaria
Rocce scolpite dal vento, arte rupestre “cubista”, capolavori di idraulica antica… ecco le meraviglie del deserto del Tassili dell’Hoggar, un massiccio montuoso del Sahara, situato nel sud est dell'Algeria quasi al confine con la Libia.
Si estende per circa 500 chilometri formando un enorme altipiano.
Casa d’epoca Arte rupestre nella “Mouflon Cave”, una grotta nel Tadrat, al confine con la Libia.
Questa zona fu popolata dall’uomo a partire da circa 10 mila anni fa, quando il Sahara era più verde e umido e al posto del deserto vi era la savana
Si estende per circa 500 chilometri in direzione nord-ovest sud-est ed il suo punto più elevato è costituito dal monte Afao, alto 2.158 metri.
La città più vicina è Djanet, circa 10 chilometri a sud ovest del massiccio.
Gran parte della catena montuosa, compresi i cipressi e i siti archeologici, è protetta all'interno di un Parco nazionale, oltre che come Riserva della biosfera e sito inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Scorcio di El Ghousour, il “castello”.
La sabbia è, al tempo stesso, sia la causa, sia il risultato dell’erosione delle rocce.
Una vista aerea tomba pre islamica (parzialmente invasa da una duna) nell’Erg D’Amer, vicino a Iharane.
Nel deserto ci sono tracce umane risalenti a periodi storici diversi, ma è difficile datarle.
Una volta il Sahara era verde e bagnato dall’acqua.
I letti degli antichi fiumi, oggi asciutti (si riempiono in occasione delle sporadiche piogge), si chiamano “uadi”.
In questa foto, l'argilla screpolata e la sabbia rossa si mescolano nel letto asciutto dello uadi di Tin Merzouga, un anno dopo una rara pioggia torrenziale. Le piante continuano a fiorire durante il freddo inverno e sono cibo per piccoli mammiferi roditori come i topi delle piramidi.
Torri La catena montuosa del Tassili è composta in gran parte di arenaria. L'erosione dell'area ha fatto sì che si formassero circa 300 archi di roccia, oltre a numerose altre formazioni rocciose.
Organi di arenaria
Rocce scolpite dal vento, arte rupestre “cubista”, capolavori di idraulica antica… ecco le meraviglie del deserto del Tassili dell’Hoggar, un massiccio montuoso del Sahara, situato nel sud est dell'Algeria quasi al confine con la Libia.
Si estende per circa 500 chilometri formando un enorme altipiano.
Casa d’epoca Arte rupestre nella “Mouflon Cave”, una grotta nel Tadrat, al confine con la Libia.
Questa zona fu popolata dall’uomo a partire da circa 10 mila anni fa, quando il Sahara era più verde e umido e al posto del deserto vi era la savana
Hohenzollern – Un castello tra le nuvole
“Il panorama che si gode dal Burg Hohenzollern merita davvero il viaggio”, ebbe a dire l’imperatore Guglielmo II, quando visitò il castello. La vista spazia dalle Alpi Sveve, alla Foresta Nera fino alle Alpi Svizzere sullo sfondo. Burg Hohenzollern è uno dei pi importanti monumenti nazionali tedeschi del XIX secolo.
Non solo la vista dal castello è spettacolare, ma anche quella del castello. Situata a sud di Tubinga, svetta imponente, con le sue torri, torrette e guglie, sulla sommità del monte Zoller. Deve la sua forma attuale a Federico Guglielmo II, che lo fece erigere tra il 1850 e il 1867: un gesto provocatorio della monarchia contro le nuove spinte liberali che, diffondendosi in buona parte dell’Europa, auspicavano un modello di governo parlamentare.
Un primo insediamento sul monte Zoller fu costruito nel 1061. l’antica dinastia degli Hohenzollern prende nome proprio da questo toponimo, poiché nel Medioevo, ma già in epoche precedenti, era consuetudine che i nomi derivassero dalla denominazione del luogo abitato.
Nel 1423 il castello, nelle mani del barone di Zollern – un bandito pericoloso e sanguinario – fu distrutto dalle truppe della lega delle città sveve e re Sigismundo emise un decreto che ne proibiva la ricostruzione. Il divieto fu infranto appena 30 anni dopo dall’imperatore Federico III, che lo fece ricostruire e ampliare notevolmente.
Tra il 1617 e il 1633, fu trasformato in una fortezza, ma a partire dal 1771, dopo il ritiro delle truppe austriache, cadde in rovina, finche Federico Guglielmo IV non si occupò personalmente della sua ricostruzione, dando così nuovo fasto alle antiche mura che avevano visto sorgere l’importante casata.
La pianta dell’antico Burg Hohenzollern fu mantenuta e vennero incorporati alcuni edifici quali la Cappella di St. Michaele, la Torre del Vescovo e la Torre Imperiale. La verticalità degli elementi architettonici, che rende il complesso così ben visibile da lontano, si deve al progetto commissionato dal sovrano: un progetto che doveva essere la realizzazione di un sogno romantico, in linea con la tendenza del XIX secolo.
Il principe Luigi Ferdinando di Prussia (1907 – 1994) fece di Burg Hohenzollern il prezioso scrigno per i suoi pregiati pezzi d’arte. Proprietario di numerosi e rari cimeli che testimoniano la storia prussiana e che includono dipinti, pezzi d’arredamento, oggetti personali e persino l’uniforme di Federico il Grande, ha trovato nelle splendide sale del castello, con le loro colonne in marmo, i soffitti affrescati e a cassettoni e le pareti a boiserie, lo scenario ideale per questi tesori unici.
Tomba scavata in un monolite
Scavate nella roccia
La città di Mada'in Saleh (Arabia Saudita) nasconde un tesoro affascinante: più di cento tombe monumentali scavate nell'arenaria, ben conservate e risalenti al periodo d'oro di questa oasi, quando era tappa obbligata delle rotte commerciali, tra il 100 a.C. e il 100 d.C..
Funestata da antiche credenze che la consideravamo una città maledetta, è ora riscoperta dai turisti disposti a inoltrarsi nel deserto settentrionale saudita.
La tomba di Qasr al-Farid è particolarmente spettacolare: scavata in un singolo monolite solitario nel deserto, mantiene ancora le effigi e i simboli religiosi scolpiti 2.000 anni fa.
Moschea di fango -Mali
(© Image Source/Corbis) |
Altro che castelli di sabbia: in Mali, nella città di Djenné, si erge la Gran Moschea, l'edificio di fango più grande al mondo.
Insieme al mercato e alle 1800 case storiche, anch'essi interamente di fango, dal 1988 è stata iscritta dall'Unesco nel patrimonio dell'Umanità.
Questo splendido esempio di architettura sahariana risale al 1910, anche se il sito è dedicato al culto religioso sin dal Trecento.
L'utilizzo di mattoni fatti interamente di fango, scelta dettata dalla scarsità di pietre da costruzione, rende tuttavia l'edificio estremamente fragile e vulnerabile, in particolar modo nei confronti delle grandi piogge.
Per questo motivo, i lavori di restauro e fortificazione mediante l'aggiunta di fango sono presso che continui e avvengono utilizzando i tralicci di legno le cui estremità fuoriescono dalla struttura, realizzati proprio per permettere di riparare i buchi e le crepe causati dall'acqua.
Importante scoperta archeologica in Guatemala
Una delle più antiche tombe Maya conosciute è stata scoperta nel sito archeologico di Takalik Abaj, in Guatemala: secondo le prime analisi risalirebbe almeno al 400 avanti Cristo.
Come riporta il sito della Bbc, nella tomba è stato ritrovato un corredo di gioielli tra cui una collana con una figura umana dalla testa di avvoltoio, indicazione che il suo possessore sarebbe stato un uomo di alto rango; il sepolcro non conteneva invece alcun resto umano, probabilmente perché le ossa si sono disintegrate nel corso del tempo.
In una zona umida e boscosa si trova il parco archeologico Takalik Abaj, a 190 km di distanza da Città del Guatemala, un nome che in lingua quiche significa "Pietra eretta". In questa zona da decenni sono stati realizzati importanti ritrovamenti archeologici ma nessuno come quello della tomba del "Re falco" (come è stato battezzata dagli scopritori per il ricco corredo composta da monili di giada azzurra e da abiti di finissimo pregio). Secondo gli esperti si tratterebbe della più importante scoperta archeologica dell'America centrale. "Questa sepoltura sembra essere quella di uno dei primi governatori maya di Takalik Abaj data la ricchezza di giade e offerte. Si tratta di una delle rare tombe maya che dimostra una chiara evidenza di potere politico". Secondo gli esperti, i reperti rinvenuti nel sito del "Re falco" dimostrano che la località segna il passaggio dall'era olmeca a quella maya e che, forse, lo stesso "Re falco" contribuì in maniera determinate a quella decisiva transizione. E forse contribuiranno a chiarire un altro enigma storico. La civiltà a Takalik Abaj durò circa 1.700 anni e secondo gli archeologi gli abitanti abbandonarono la città nel 900 dopo Cristo ma nessuno è riuscito a spiegare perché e dove siano andati. Gli studiosi sperano che sia il "Re falco" ha fornire la risposta. Tra i gioielli che sono stati ritrovati ce ne sono anche alcuni che raffigurano un avvoltoio dalla testa umana, il che indica che il personaggio sepolto era in qualche modo associato con questi volatili. Gli scienziati lo hanno nel frattempo soprannominato “K’utz Chman”.
Come riporta il sito della Bbc, nella tomba è stato ritrovato un corredo di gioielli tra cui una collana con una figura umana dalla testa di avvoltoio, indicazione che il suo possessore sarebbe stato un uomo di alto rango; il sepolcro non conteneva invece alcun resto umano, probabilmente perché le ossa si sono disintegrate nel corso del tempo.
In una zona umida e boscosa si trova il parco archeologico Takalik Abaj, a 190 km di distanza da Città del Guatemala, un nome che in lingua quiche significa "Pietra eretta". In questa zona da decenni sono stati realizzati importanti ritrovamenti archeologici ma nessuno come quello della tomba del "Re falco" (come è stato battezzata dagli scopritori per il ricco corredo composta da monili di giada azzurra e da abiti di finissimo pregio). Secondo gli esperti si tratterebbe della più importante scoperta archeologica dell'America centrale. "Questa sepoltura sembra essere quella di uno dei primi governatori maya di Takalik Abaj data la ricchezza di giade e offerte. Si tratta di una delle rare tombe maya che dimostra una chiara evidenza di potere politico". Secondo gli esperti, i reperti rinvenuti nel sito del "Re falco" dimostrano che la località segna il passaggio dall'era olmeca a quella maya e che, forse, lo stesso "Re falco" contribuì in maniera determinate a quella decisiva transizione. E forse contribuiranno a chiarire un altro enigma storico. La civiltà a Takalik Abaj durò circa 1.700 anni e secondo gli archeologi gli abitanti abbandonarono la città nel 900 dopo Cristo ma nessuno è riuscito a spiegare perché e dove siano andati. Gli studiosi sperano che sia il "Re falco" ha fornire la risposta. Tra i gioielli che sono stati ritrovati ce ne sono anche alcuni che raffigurano un avvoltoio dalla testa umana, il che indica che il personaggio sepolto era in qualche modo associato con questi volatili. Gli scienziati lo hanno nel frattempo soprannominato “K’utz Chman”.
Discorso di Pericle agli Ateniesi
Il famoso discorso di Pericle agli ateniesi pronunciato nel 461 a C:
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Queste due parole vengono usate, abusate e molto spesso abbinate erroneamente
1- Populismo:
Atteggiamento o movimento politico tendente a esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari
usato in modo spregiativo, come atteggiamento demagogico
2-Demagogia:
Termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espiatorio".
La baia di Hanauma alle Hawaii
Vista così potrebbe trattarsi di una piccola baia nel Mediterraneo, magari in una delle tante isole della Grecia o della Turchia, ma è solo spostandosi in alto, in cielo in aereo,che si capisce la vera natura di questa baia. Ad Hanauma bay si nuota nel cratere di un vulcano
Siamo sull’isola di Oahu, la terza per estensione dell’arcipelago delle Hawaii, ma la più popolata, visto che qui si trova Honolulu, poco distante dalla baia, e per questo una delle destinazioni più popolari sull’isola.
Hanauma Bay, la Baia Baia (Hana nella lingua dei nativi sta per baia, come Bay in inglese), dopo aver subito gli attacchi degli americani, che a colpi di dinamite hanno fatto esplodere parte della barriera antistante, per far passare i cavi sottomarini, ora è protetta, sia come ambiente terrestre, sia come ambiente marino. Qui vivono oltre 400 specie di pesci, e qui non è raro imbattersi nelle tartarughe marine verdi. Siamo negli USA, e visto che le leggi le proteggono, come anche i pesci ed i coralli, nel caso le avvistate, astenetevi dal disturbarle o toccarle; vi potrebbero multare.
Hanauma Bay, la Baia Baia (Hana nella lingua dei nativi sta per baia, come Bay in inglese), dopo aver subito gli attacchi degli americani, che a colpi di dinamite hanno fatto esplodere parte della barriera antistante, per far passare i cavi sottomarini, ora è protetta, sia come ambiente terrestre, sia come ambiente marino. Qui vivono oltre 400 specie di pesci, e qui non è raro imbattersi nelle tartarughe marine verdi. Siamo negli USA, e visto che le leggi le proteggono, come anche i pesci ed i coralli, nel caso le avvistate, astenetevi dal disturbarle o toccarle; vi potrebbero multare.
Come si diventa bulli e quindi insicuri nella vita
Vostro figlio non è Superman e da grande vi odierà
DI ILARIA PUGLIA
Io odio le mamme e i papà, quelli che incontri a scuola e il loro figlio è sempre più bravo del tuo, perché gli insegnano la competizione fin dall’età di 4 anni, poi però va a finire che si ritrovano con un estraneo accanto e chiusi in un ospizio, ma a quel punto è troppo tardi.
Io odio le mamme e i papà che alle partite di calcetto del sabato mattina quasi esortano i loro campioni in erba a gambizzare gli avversari, che fanno un tifo da stadio, dimenticando l’età dei giocatori, che se il loro rampollo dal piede sinistro come quello del pibe de oro non mantiene alto il morale della truppa, allora gli urlano: “ma che fai, dormi? muovi il sedere e gioca come sai!”.
Ma magari quello si rompe pure un po’ le scatole di giocare a pallone e lo fa solo per far contento il papà.
Io odio le mamme e i papà che fanno fare ai figli ogni tipo di sport, il calcetto, il nuoto, il pattinaggio, l’equitazione, il basket e pure la pallavolo e poi il corso di chitarra, e il pianoforte, e la pittura creativa.
Io odio quei genitori che trattano i figli come cavie, come topini da laboratorio, per vincere le loro antiche insicurezze e trasformarli in campioni delle olimpiadi della vita.Sono gli stessi che quando il figlio ha 5 mesi pretendono di insegnargli il senso del ritmo con i corsi di musica in fasce, e che quando vanno ai colloqui con gli educatori del nido vogliono sapere che attitudine musicale ha il loro bambino. Che ha 1 anno.
Io odio le mamme e i papà che vanno a ritirare le pagelle di prima elementare e confrontano i voti.
Cioè non gli bastano i nove o gli otto, e nemmeno i dieci, devono sapere quanto hanno avuto gli altri bambini, per scoprire se il loro figlio è stato più bravo oppure no e, se il loro figlio non è stato bravo più degli altri, appena incontrano la mamma dello scarso le ricordano che ha un figlio scarso e soprattutto il nome del migliore, che non è il loro figlio. Ma che sfizio c’è?
Io odio le mamme e i papà che vestono i figli di bianco quando vanno in gita in campagna la domenica.
E che poi non gli permettono di sporcarsi, buttarsi a terra, toccare l’erba con le mani e giocare a pallone. Criminali.
Io odio le mamme e i papà che portano i pargoli di pochi giorni nei ristoranti, nei locali e nei bar affollati. Perché non si arrendono all’evidenza del cambiamento e pretendono di continuare la loro vecchia vita, perché non hanno pietà per quell’anima di dio che avrebbe solo bisogno di tranquillità. E se quell’anima di dio piange loro hanno pure paura di fare una brutta figura con gli amici.
Io odio le mamme e i papà che se ne fregano degli altri papà e delle altre mamme. Per cui se il bambino ha la varicella, va a scuola, se ha i pidocchi, va a scuola, se ha la tosse convulsa, va a scuola, se ha la sesta malattia, va a scuola, se ha la boccamanopiede, va a scuola. Perché loro devono lavorare e non possono permettersi di tenere i figli a casa, piuttosto scatenano l’epidemia. Poi capita che la refezione scolastica non c’è per due mesi e se ne escono che non hanno necessità del servizio perché ci sono “i nonni, le babysitter, le zie”. Ma andate a zappare la terra, per piacere.
Io odio le mamme e i papà che invitano alle feste tuo figlio e tu, che ne hai due, chiedi “Posso portare anche l’altro?” e loro rispondono “se proprio devi.. sai, ho tutto contato, anche le graffette”. “Tranquilli, vi porto io qualcosa da casa”, rispondo sempre io.
Io odio le mamme e i papà che devi andare alla festa del loro piccolo e chiedi: “Cosa vorresti per regalo? Un buono?”. E loro ti dicono di “sì, ecco, fammi un buono”. E scelgono il negozio più caro della città. Mah.
Io odio le mamme e i papà che non mettono negli zaini il necessario per far mangiare i loro figli in classe e così c’è sempre chi ci rimette al posto loro, e deve prestargli tovaglia, forchetta, tovagliolo per pulirsi la bocca e salviette imbevute. Gli insegnano a essere parassiti e poveri sin da piccoli, i cittadini del futuro.
Io odio le mamme e i papà che “la scuola e il bene dei nostri figli prima di tutto il resto”, però poi se c’è da comprare uno spillo per rendere migliore la scuola vanno fuggendo ai Caraibi e ritorno e il figlio lo vedi arrivare in classe da solo e non sa neanche dove sono mamma e papà.
Io odio le mamme e i papà che “ti ho detto che sei un ometto e che non devi piangere perché sono le femminucce che piangono”.
Io odio le mamme e i papà che se il figlio è uno scostumato, uno che già con i pantaloni corti comincia a mostrare l’idiozia del bullo, loro se la ridono e, gongolanti, affermano: “Mio figlio è uno buono”. No che non è buono tuo figlio, stai solo crescendo un piccolo bandito infelice.
Io odio quelle mamme e i papà che nutrono il bambino alla violenza , che se il loro figlio litiga con il compagno gli dicono che al compagno gli deve azzeccare un ceffone. E poi dicono che è colpa della tv e della scuola. Ma i primi panni sporchi sono in famiglia. E sono sporchi, appunto.
Io odio quelle mamme e quei papà che della vita del figlio non sanno mai nulla. Puoi mandare loro cento mail, fare duecento telefonate, ma loro ti chiederanno sempre: “Quand’è la gita a San Martino?”. “Cazzo”, dici tu, “è stata una settimana fa!”. “Ah, scusa – risponde la mamma – ma sai, io lavoro tanto.Hai ragione, perché io vegeto, invece
Il risultato quasi sempre è questo....complimenti!!!
DI ILARIA PUGLIA
Io odio le mamme e i papà, quelli che incontri a scuola e il loro figlio è sempre più bravo del tuo, perché gli insegnano la competizione fin dall’età di 4 anni, poi però va a finire che si ritrovano con un estraneo accanto e chiusi in un ospizio, ma a quel punto è troppo tardi.
Io odio le mamme e i papà che alle partite di calcetto del sabato mattina quasi esortano i loro campioni in erba a gambizzare gli avversari, che fanno un tifo da stadio, dimenticando l’età dei giocatori, che se il loro rampollo dal piede sinistro come quello del pibe de oro non mantiene alto il morale della truppa, allora gli urlano: “ma che fai, dormi? muovi il sedere e gioca come sai!”.
Ma magari quello si rompe pure un po’ le scatole di giocare a pallone e lo fa solo per far contento il papà.
Io odio le mamme e i papà che fanno fare ai figli ogni tipo di sport, il calcetto, il nuoto, il pattinaggio, l’equitazione, il basket e pure la pallavolo e poi il corso di chitarra, e il pianoforte, e la pittura creativa.
Io odio quei genitori che trattano i figli come cavie, come topini da laboratorio, per vincere le loro antiche insicurezze e trasformarli in campioni delle olimpiadi della vita.Sono gli stessi che quando il figlio ha 5 mesi pretendono di insegnargli il senso del ritmo con i corsi di musica in fasce, e che quando vanno ai colloqui con gli educatori del nido vogliono sapere che attitudine musicale ha il loro bambino. Che ha 1 anno.
Io odio le mamme e i papà che vanno a ritirare le pagelle di prima elementare e confrontano i voti.
Cioè non gli bastano i nove o gli otto, e nemmeno i dieci, devono sapere quanto hanno avuto gli altri bambini, per scoprire se il loro figlio è stato più bravo oppure no e, se il loro figlio non è stato bravo più degli altri, appena incontrano la mamma dello scarso le ricordano che ha un figlio scarso e soprattutto il nome del migliore, che non è il loro figlio. Ma che sfizio c’è?
Io odio le mamme e i papà che vestono i figli di bianco quando vanno in gita in campagna la domenica.
E che poi non gli permettono di sporcarsi, buttarsi a terra, toccare l’erba con le mani e giocare a pallone. Criminali.
Io odio le mamme e i papà che portano i pargoli di pochi giorni nei ristoranti, nei locali e nei bar affollati. Perché non si arrendono all’evidenza del cambiamento e pretendono di continuare la loro vecchia vita, perché non hanno pietà per quell’anima di dio che avrebbe solo bisogno di tranquillità. E se quell’anima di dio piange loro hanno pure paura di fare una brutta figura con gli amici.
Io odio le mamme e i papà che se ne fregano degli altri papà e delle altre mamme. Per cui se il bambino ha la varicella, va a scuola, se ha i pidocchi, va a scuola, se ha la tosse convulsa, va a scuola, se ha la sesta malattia, va a scuola, se ha la boccamanopiede, va a scuola. Perché loro devono lavorare e non possono permettersi di tenere i figli a casa, piuttosto scatenano l’epidemia. Poi capita che la refezione scolastica non c’è per due mesi e se ne escono che non hanno necessità del servizio perché ci sono “i nonni, le babysitter, le zie”. Ma andate a zappare la terra, per piacere.
Io odio le mamme e i papà che invitano alle feste tuo figlio e tu, che ne hai due, chiedi “Posso portare anche l’altro?” e loro rispondono “se proprio devi.. sai, ho tutto contato, anche le graffette”. “Tranquilli, vi porto io qualcosa da casa”, rispondo sempre io.
Io odio le mamme e i papà che devi andare alla festa del loro piccolo e chiedi: “Cosa vorresti per regalo? Un buono?”. E loro ti dicono di “sì, ecco, fammi un buono”. E scelgono il negozio più caro della città. Mah.
Io odio le mamme e i papà che non mettono negli zaini il necessario per far mangiare i loro figli in classe e così c’è sempre chi ci rimette al posto loro, e deve prestargli tovaglia, forchetta, tovagliolo per pulirsi la bocca e salviette imbevute. Gli insegnano a essere parassiti e poveri sin da piccoli, i cittadini del futuro.
Io odio le mamme e i papà che “la scuola e il bene dei nostri figli prima di tutto il resto”, però poi se c’è da comprare uno spillo per rendere migliore la scuola vanno fuggendo ai Caraibi e ritorno e il figlio lo vedi arrivare in classe da solo e non sa neanche dove sono mamma e papà.
Io odio le mamme e i papà che “ti ho detto che sei un ometto e che non devi piangere perché sono le femminucce che piangono”.
Io odio le mamme e i papà che se il figlio è uno scostumato, uno che già con i pantaloni corti comincia a mostrare l’idiozia del bullo, loro se la ridono e, gongolanti, affermano: “Mio figlio è uno buono”. No che non è buono tuo figlio, stai solo crescendo un piccolo bandito infelice.
Io odio quelle mamme e i papà che nutrono il bambino alla violenza , che se il loro figlio litiga con il compagno gli dicono che al compagno gli deve azzeccare un ceffone. E poi dicono che è colpa della tv e della scuola. Ma i primi panni sporchi sono in famiglia. E sono sporchi, appunto.
Io odio quelle mamme e quei papà che della vita del figlio non sanno mai nulla. Puoi mandare loro cento mail, fare duecento telefonate, ma loro ti chiederanno sempre: “Quand’è la gita a San Martino?”. “Cazzo”, dici tu, “è stata una settimana fa!”. “Ah, scusa – risponde la mamma – ma sai, io lavoro tanto.Hai ragione, perché io vegeto, invece
Il risultato quasi sempre è questo....complimenti!!!
Attenzione alle truffe sui telefonini ecc
Il Fatto Quotidiano spiega come funzionano le truffe dei giochini sui telefonini.
In un articolo a firma di Chiara Daino sul Fatto Quotidiano si spiega e racconta come funzionano le truffe dei cellulari che coinvolgono società di servizi che prendono dai 5 ai venti euro al mese per appioppare giochi, oroscopo, loghi, suonerie, programmi software, screensaver, file audio e video.
Si chiamano servizi premium.
Si traducono in addebiti forzati, cioè senza che nessuno ti abbia chiesto l’autorizzazione.
Il tranello è questo: mentre si naviga su internet con smartphone o tablet ci si imbatte all’improvviso in un banner pubblicitario, e se si prova a chiuderlo, scatta l’iscrizione automatica al sito reclamato.
Ogni mese arrivano circa 20 denunce all’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e centinaia alle associazioni in difesa dei consumatori.
Gli operatori telefonici coinvolti (secondo quanto riportato dall’Agcom) sono Vodafone, Telecom Italia, H3G e Wind.
I fornitori di contenuti chiamati in causa invece sono Neomobile, Zeng, Noatel, Tekka Lab, PartnerLive, Go Mobile, Buongiorno, David2 e Flycell.
Al momento l’Antitrust ha avviato tre procedimenti sanzionatori, di cui uno si è già concluso: quello contro Telecom Italia, che dovrà pagare una multa di 116 mila euro.
Gli altri due sono a carico di due fornitori di contenuti.
L’inganno in realtà è alla luce del sole.
I player truffaldini non si vestono sotto mentite spoglie.
Nè impazzano come virus.
E i gestori sono complici: il rapporto con i player infatti è regolato da un contratto finalizzato a stabilire il rispettivo guadagno.
Esiste addirittura un codice di autoregolamentazione (il Casp) sottoscritto nel 2009 dai principali operatori di telefonia,
Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G, cioè gli stessi sotto accusa.
E da alcuni content service provider, Buongiorno, David 2, Neomobile, Zero 9. In teoria dovrebbero tutelarli; in realtà, possono truffarli.
Info: giornalettismo
In un articolo a firma di Chiara Daino sul Fatto Quotidiano si spiega e racconta come funzionano le truffe dei cellulari che coinvolgono società di servizi che prendono dai 5 ai venti euro al mese per appioppare giochi, oroscopo, loghi, suonerie, programmi software, screensaver, file audio e video.
Si chiamano servizi premium.
Si traducono in addebiti forzati, cioè senza che nessuno ti abbia chiesto l’autorizzazione.
Il tranello è questo: mentre si naviga su internet con smartphone o tablet ci si imbatte all’improvviso in un banner pubblicitario, e se si prova a chiuderlo, scatta l’iscrizione automatica al sito reclamato.
Ogni mese arrivano circa 20 denunce all’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e centinaia alle associazioni in difesa dei consumatori.
Gli operatori telefonici coinvolti (secondo quanto riportato dall’Agcom) sono Vodafone, Telecom Italia, H3G e Wind.
I fornitori di contenuti chiamati in causa invece sono Neomobile, Zeng, Noatel, Tekka Lab, PartnerLive, Go Mobile, Buongiorno, David2 e Flycell.
Al momento l’Antitrust ha avviato tre procedimenti sanzionatori, di cui uno si è già concluso: quello contro Telecom Italia, che dovrà pagare una multa di 116 mila euro.
Gli altri due sono a carico di due fornitori di contenuti.
L’inganno in realtà è alla luce del sole.
I player truffaldini non si vestono sotto mentite spoglie.
Nè impazzano come virus.
E i gestori sono complici: il rapporto con i player infatti è regolato da un contratto finalizzato a stabilire il rispettivo guadagno.
Esiste addirittura un codice di autoregolamentazione (il Casp) sottoscritto nel 2009 dai principali operatori di telefonia,
Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G, cioè gli stessi sotto accusa.
E da alcuni content service provider, Buongiorno, David 2, Neomobile, Zero 9. In teoria dovrebbero tutelarli; in realtà, possono truffarli.
Info: giornalettismo
L'uomo si definisce specie dominante.....da dove gli viene questa convinzione?
C'è una lista infinita di personaggi celebri, da filosofi,uomini politici ad attori,cantanti vegetariani.
Chi è interessato può andare a vedere l'elenco in:http://www.ivu.org/italian/people/
Su 135 criminali, tra cui assassini e stupratori 118 hanno ammesso che quando erano bambini hanno bruciato, impiccato e accoltellato animali domestici.
Ogonyok (1979) (Soviet anti-crudeltà rivista)
L'insensibilità l'indifferenza e disprezzo che così tante persone mostrano verso gli animali è un male in primo luogo perché si traduce in un impoverimento incalcolabile dello spirito umano.
Ashley Montagu (1905 -)
La crudeltà ha maledetto la famiglia umana per innumerevoli secoli.
E 'quasi impossibile essere crudele con gli animali e la natura non esserlo con l'uomo.
Se i bambini sono autorizzati a essere crudeli con i loro animali domestici e altri animali, imparano facilmente a ottenere lo stesso piacere a infliggere sofferenza e a uccidere gli esseri umani.
Tali tendenze possono facilmente portare alla criminalità.
Fred A.McGrand (1895 -)
Abbiamo schiavizzato il resto della creazione animale,trasformando i nostri lontani cugini in pellicce,carne,pelli e piume.
Se gli animali fossero in grado di formulare una religione, senza ombra di dubbio,avrebbero raffigurano il diavolo in forma umana.
William Ralph Inge (1860 - 1954)
Chi è interessato può andare a vedere l'elenco in:http://www.ivu.org/italian/people/
Su 135 criminali, tra cui assassini e stupratori 118 hanno ammesso che quando erano bambini hanno bruciato, impiccato e accoltellato animali domestici.
Ogonyok (1979) (Soviet anti-crudeltà rivista)
L'insensibilità l'indifferenza e disprezzo che così tante persone mostrano verso gli animali è un male in primo luogo perché si traduce in un impoverimento incalcolabile dello spirito umano.
Ashley Montagu (1905 -)
La crudeltà ha maledetto la famiglia umana per innumerevoli secoli.
E 'quasi impossibile essere crudele con gli animali e la natura non esserlo con l'uomo.
Se i bambini sono autorizzati a essere crudeli con i loro animali domestici e altri animali, imparano facilmente a ottenere lo stesso piacere a infliggere sofferenza e a uccidere gli esseri umani.
Tali tendenze possono facilmente portare alla criminalità.
Fred A.McGrand (1895 -)
Abbiamo schiavizzato il resto della creazione animale,trasformando i nostri lontani cugini in pellicce,carne,pelli e piume.
Se gli animali fossero in grado di formulare una religione, senza ombra di dubbio,avrebbero raffigurano il diavolo in forma umana.
William Ralph Inge (1860 - 1954)
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