venerdì 24 aprile 2015
Ecco a voi Kermit, la nuova rana di vetro
È appena stata scoperta, ma ha già uno stuolo di fan: la nuova specie di rana di vetro trovata in Costa Rica, battezzata Hyalinobatrachium dianae, è molto somigliante a Kermit, uno dei personaggi del Mappets Show creato da Jim Hanson, e ciò è bastato a mandare in tilt i social media.
A differenza del suo celebre corrispettivo animato però questo anfibio non canta, ma emette un lungo fischio simile a quello di un insetto, spiegano gli autori dello studio pubblicato su Zootaxa.
E forse è per questa ragione – oltre che per le dimensioni ridotte, circa 2,5 centimetri – che gli studiosi l’anno individuata solo adesso: l’ultima rana di vetro scoperta in Costa Rica risale infatti al 1973.
Le rane di vetro sono originarie delle foreste pluviali dell’America Centrale e Meridionale, dove vivono sulla volta arborea in prossimità di corsi d’acqua, in cui scendono quando devono riprodursi.
Il loro nome è dovuto al ventre trasparente, per mancanza di pigmentazione, che lascia intravedere gli organi interni; una caratteristica che la scienza non è ancora riuscita a spiegare.
La loro colorazione verde, d’altro canto, permette loro di mimetizzarsi fra la vegetazione durante il giorno.
Nonostante la somiglianza con il simpatico personaggio, la nuova rana potrebbe non essere altrettanto amichevole: i maschi delle rane di vetro sono molto territoriali, e aggrediscono ferocemente gli altri maschi che violano il loro spazio, spiega Andrew Crawford della University of Los Andes in Colombia, non coinvolto nel nuovo studio.
La nuova specie vive nelle foreste che ricoprono le montagne del Costa Rica orientale, fra i 400 e gli 800 metri di altezza.
Un ambiente ideale per l’animale, anche se purtroppo questa è l’altitudine in cui è più diffuso il fungo chitride Batrachochytrium dendrobatidis, che colpisce, spesso con conseguenze letali, la cute degli anfibi, e che a partire dagli anni Ottanta ha portato all’estinzione varie specie nel mondo.
Gli anfibi sono anche minacciati dalla perdita di habitat causata dalla deforestazione, aggiunge Crawford.
Il che rende la scoperta di una nuova rana ancora più speciale.
Ralph Martins
L'arcobaleno quadruplo: vero o falso?
Vero o falso?
È la domanda che si pongono tanti utenti in rete dopo avere visto la foto postata da Amanda Curtis, cittadina americana di Long Island (e Ceo di una società che si occupa di moda).
La donna ha pubblicato sul suo profilo Twitter l'immagine di un arcobaleno quadruplo immortalato a Glencove, vicino a New York. Una foto che, se fosse vera, avrebbe del (quasi) miracoloso.
Il fenomeno dell'arcobaleno è dato dalla rifrazione della luce all’interno di gocce d’acqua sospese nell’atmosfera.
Gli arcobaleni doppi sono abbastanza comuni. Si verificano quando la luce solare, che deve essere particolarmente chiara, provoca una doppia riflessione all'interno delle gocce d'acqua: allora possiamo ammirare un arcobaleno primario splendente e definito e un arco secondario meno luminoso e con i colori invertiti.
Si sono mai visti quattro arcobaleni nello stesso momento?
E per di più con delle intersezioni fra alcuni di essi?
Questo è il punto, che ha reso la foto subito virale, ripresa da moltissimi siti e al centro di discussioni sui social.
Abbiamo già visto come foto sugli arcobaleni possano scatenare le discussioni, ad esempio quella, falsa, di ottobre in cui un aereo sorvola un arcobaleno. O altre su generi strambi di arcobaleni: quello fatto di nuvole, quello fatto di stelle, quello di nebbia.
Persino i tripli arcobaleni sono stati visti. E in teoria sono possibili anche i quadrupli archi di colore, ma sono ancor a più difficili da osservare, anche perchè si trovano generalmente dallo stesso lato del sole.
Si possono verificare quando la luce, oltre che sulle gocce, si posa su una superficie acquea nei dintorni, come ad esempio un lago, uno stagno, una pozzanghera.
Allora nascono altri arcobaleni, che hanno angoli diversi dai primi due.
La foto, insomma, potrebbe esser vera, almeno in teoria. Anche se potrebbe essere stata un po' ritoccata per rendere più accesi i colori.
Fonte: focus.it
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