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mercoledì 12 novembre 2014

Orvieto : il pozzo di San Patrizio


Che cosa c'entra San Patrizio con Orvieto? Poco o nulla, tant'è vero che questa formidabile opera idraulica fu, all'origine, denominata Pozzo della Rocca, in quanto prossima alla rocca Albornoz. 

Prese poi il nome di San Patrizio perché probabilmente usato, nella seconda metà del Settecento, come "Purgatorio di San Patrizio", in analogia alla cavità sotterranea in cui il noto santo irlandese si ritirava a pregare, e dove gli increduli che si fossero avventurati fino a raggiungere il fondo avrebbero ottenuto la remissione dei peccati e l'accesso al Paradiso.




L'opera, commissionata a Antonio da Sangallo il giovane nel 1527, fu voluta da papa Clemente VII, più o meno contemporaneamente alla risistemazione del Pozzo della Cava posto sull'altro versante della rupe, per assicurare acqua alla città in caso di assedio. 

Ultimata nel 1537 sotto Paolo III Farnese denota, per le dimensioni e l'accurato impianto progettuale, tutta l'ambizione di essere ricordata come ardua e grandiosa impresa.

 Si tratta di un'opera sapiente di ingegneria, preceduta da studi a carattere idrogeologico, che indussero sia all'individuazione del sito più adatto per arrivare alla falda argillosa delle sorgenti, sia a rivestire di mattoni, per una migliore tenuta, una parte delle pareti. Enormi le misure della perforazione cilindrica – 54 metri di profondità, 13 di diametro – e davvero singolare la trovata architettonica della doppia rampa elicoidale, che permetteva alle bestie da soma utilizzate per il trasporto dell'acqua di non ostacolarsi nel doppio senso di marcia lungo i 248 gradini; particolarmente suggestivi, poi, i 72 finestroni che lasciano filtrare e giocare con le tonalità della pietra la luce.


La parte esterna del pozzo si presenta, sullo sfondo delle colline che circondano la rupe, come una larga e bassa costruzione cilindrica decorata dai gigli farnesiani di Paolo III, con due aperture diametralmente opposte per chi scende e chi sale.

 Fonte del testo: inorvieto.it

Santuario di Las Lajas, Colombia


Il Santuario de Las Lajas è un luogo di culto e pellegrinaggio situato nel canyon formato del fiume Guaitara.
 Si trova nel comune di Ipiales, dipartimento di Nariño, nel sud della Colombia.


Il santuario è dedicato alla Vergine del Rosario, la cui immagine è stata dipinta da un autore sconosciuto su una lastra di pietra (detta lajas in spagnolo, da cui il nome), vicino ad un sentiero nel canyon del fiume. 
Questa immagine commosse a tal punto la comunità cristiana che il luogo fu trasformato in santuario e divenne un riferimento per tutto il territorio circostante, incluso il nord dell'Ecuador. 
 Cronisti del secolo XX già menzionano il carattere religioso e popolare del luogo, che è visitato attualmente da numerosi turisti e devoti. 
 La costruzione attuale (la quarta a partire dal XVIII secolo) è una chiesa di stile neogotico e fu costruita durante i primi decenni del XX secolo in sostituzione di una cappella risalente al secolo XIX.


La storia, o la leggenda, racconta che l'immagine fu scoperta da un'indigena chiamata María Mueces, con la sua bambina, quando si dirigevano verso casa e che, colte di sorpresa da una tempesta, cercarono rifugio ai bordi del sentiero, tra le cavità formate dalle pietre piatte e larghe che caratterizzano quella zona del canyon del fiume.
 Con sorpresa della madre, la bimba che fino a quel momento era considerata sordomuta, attira la sua attenzione con le parole: "La meticcia mi chiama...", indicando la pittura illuminata molto suggestivamente dai lampi stessi della tempesta.

Fonte: http://it.wikipedia.org/
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