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venerdì 15 maggio 2015

I giardini di Villa Taranto: uno dei giardini botanici più belli al mondo


A Verbania, tra Intra e Pallanza, si trovano i famosi giardini di Villa Taranto, conosciuti in tutto il mondo per la loro bellezza, per la ricchezza di specie floreali, per i meravigliosi giochi cromatici e per gli inebrianti profumi che regalano ai visitatori, dando vita a surreali scenografie floreali.

 Era il 1931 quando il capitano scozzese Neil Mc Eacharn decise di acquistare la proprietà dove oggi sorgono i giardini di Villa Taranto, affacciati sul Lago Maggiore.
 L’obiettivo, sin da allora, era quello di trasformarla in un esemplare giardino all’inglese, per ricordagli la terra natale.


Servirono 9 anni di lavoro perché questo parco potesse aprire. Oggi, a distanza di 75 anni, è più bello che mai, un’eccellenza italiana in fatto di botanica e bellezza. 
Tra statue, fontane, specchi d’acqua, terrazzi e cascate, i giardini di Villa Taranto vantano migliaia di specie di piante e fiori provenienti da ogni luogo, distribuite armoniosamente sopra un’area di circa 16 ettari, attraversata da 7 km di viali.
 In questo tempio sacro della natura, autentico Eden terrestre, ci si perde nel profumo di eucalipti, azalee, rododendri, magnolie, camelie, tulipani, eriche, ortensie, astri nani, numerose piante tropicali (es. Victoria cruziana) ed esemplari rari come la Dicksonia antartica e la Davidia involucrata.


Qui tutta la natura è distribuita in piccoli luoghi da visitare uno per uno, partendo dalla Fontana dei Putti, così chiamata per le sculture che l’adornano, contornata da fiori e dalle gigantesche foglie della Colocasia antiquorum; proseguendo per il Labirinto delle Dahlie, un lungo viale serpeggiante nel quale, da giugno ad ottobre, si possono ammirare oltre 300 varietà di dalie. 
Stupende le serre, che conservano la regina delle piante acquatiche, l’enorme ninfea equatoriale, sino all’angolo della Cornus Florida Rubra e Davidia Involucrata che offre uno spettacolo probabilmente unico in Europa
.







Fonte: meteoweb.eu

La città proibita e i cinque elementi


Se la tradizione occidentale, secondo gli insegnamenti di Aristotele ed Empedocle, enumera quattro elementi: Aria, Acqua, Terra e Fuoco, la teoria degli elementi cinese ne enumera cinque: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua. 

 In superficie le cose nel mondo possono apparire complesse e disordinate, senza nessuna relazione tra di loro. I cinesi però hanno sempre creduto che tutto sia in connessione e determinato da un ordine e da delle leggi. 
 Forse molti non sanno che questa teoria va di gran lunga oltre a questo. 
Infatti, con la teoria dei cinque elementi, gli antichi cinesi spiegavano ciascuna relazione tra Cielo, Terra e persone. 
Per esempio, i cinque elementi corrispondono alle direzioni, alle stagioni, agli organi sensoriali e agli organi interni dell’essere umano, alle emozioni, ai colori e ai gusti. 

 L’essenza della teoria è che tutto esiste nella mutua generazione e mutua inibizione.
 Da questo si possono comprendere le ragioni dietro cose come la crescita e la morte o il ciclo delle stagioni. 
Anche l’essere umano è parte integrante della natura e non avrebbe senso, per l’uomo, non tenere conto della natura circostante, giacché tutto il Creato segue un certo ordine. 

Nell’antica Cina si diceva che l’uomo non può tirarsi fuori dall’unità di cielo-terra-persone o dalle leggi naturali del mutuo sviluppo e restrizione. 
 Con il rispetto verso queste leggi, gli antichi cinesi progettavano le proprie costruzioni, soprattutto quelle di grandi dimensioni come il palazzo imperiale, secondo la teoria dei cinque elementi. 

L’elemento del legno corrisponde alla direzione di est, la stagione della primavera e il colore verde. È associato con la crescita e il risveglio, quindi rappresenta la crescita moderata o il sorgere del sole a est. 
Il colore verde rappresenta la vitalità e la crescita, quindi i palazzi nella parte est nella Città Proibita, quando fu costruita nella dinastia Ming, utilizzavano tegole di colore verde. Inoltre, essendo collegata alla primavera, il colore verde era appropriato per i vigorosi adolescenti in crescita.
 Questi risiedevano nel Palazzo dell’Est con le tegole di color verde.


Il fuoco corrisponde alla direzione del sud, la stagione estiva e il colore rosso. 
Viene associato a un elevato bagliore e alla prosperità, simile al sole in cielo a mezzogiorno. 
Il colore rosso è legato alla prosperità e connota giustizia e rettitudine. Quindi i muri e le colonne dei palazzi erano tinteggiati di rosso.


Il metallo è l’elemento che corrisponde alla direzione dell’ovest, la stagione autunnale e il colore bianco. 
È correlato con la freddezza, il termine e la scadenza, simile al sole che tramonta a ovest.

 L’elemento dell’acqua è associato con la direzione del nord, alla stagione dell’inverno e al colore nero. 
Rappresentata lo scorrere verso il basso, il clima freddo e gelido e le lunghe notti al nord. Infatti, la Porta Tianyimen del Giardino Imperiale, si trova a nord dell’asse centrale della Città Proibita. I suoi muri sono tinteggiati di nero per essere in armonia con la sua posizione geografica e l’elemento dell’acqua.


Un altro significato viene interpretato dalla Biblioteca Imperiale di Wenyuan Ge, che preserva numerose collezioni di libri di grande valore e che ha il tetto di colore nero.
 Il motivo è che il nero corrisponde all’acqua che a sua volta è associata all’inverno, stagione in cui c’è la conservazione e il deposito.
 L’elemento della terra ha un collegamento con la direzione centrale, la mezza stagione estiva e il colore giallo. Viene associata con la fertilità e il moderato grado di maturità. 
Il centro simboleggia il potere supremo che sorveglia tutte le direzioni, perciò il giallo era il colore riservato esclusivamente agli imperatori. Infatti i tetti dei palazzi dell’imperatore erano formati da tegole gialle e all’interno dei palazzi il giallo o l’oro erano sempre i colori predominanti.


Nell’antica Cina, gli unici colori usati nel palazzo reale erano il verde, il giallo e il rosso che corrispondono rispettivamente alla crescita, alla prosperità e alla fertilità.
 Le tegole di color giallo vennero rimpiazzate da quelle verdi durante il periodo Jiajing (1522-1566 d.C.) durante la dinastia Ming. 
Questo perché vollero mostrare come lo stato onorevole del regno imperiale si estendesse in tutte le direzioni, significando potere e prestigio.

 Fonte: http://epochtimes.it
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