Stanotte (dalle 00.36 circa, ore italiane) c'è stato un evento storico per l'esplorazione spaziale. SpaceX ha lanciato un satellite a bordo di un razzo Falcon 9 il cui primo stadio aveva già volato una volta nello spazio per poi rientrare a terra atterrando verticalmente. Il primo stadio "di seconda mano" ha funzionato perfettamente ed è nuovamente atterrato in verticale a bordo della nave appoggio Of Course I Still Love You nell’Oceano Atlantico. È la prima volta che il primo stadio di un razzo orbitale vola due volte nello spazio e ritorna verticalmente. Un traguardo storico in generale, e soprattutto per SpaceX, una società che opera soltanto da 15 anni. Lo scopo di questo esperimento è arrivare a riutilizzare in modo efficiente e sostenibile i razzi spaziali (come facciamo con gli aerei, per intenderci, che non volano soltanto una volta) senza dover spendere troppi soldi tra un volo e l'altro, come accadeva per esempio con lo Space Shuttle. Per questo primo test è stato “ricondizionato” il Falcon 9 che volò nel aprile 2016, la prima missione che si concluse con un appontaggio e la seconda a terminare con un primo stadio intero e non distrutto (il primo rientro non distruttivo di un Falcon avvenne a dicembre 2015 sulla terraferma). Mentre gli occhi di tutto il mondo erano - giustamente - concentrati sul rientro del primo stadio, il secondo completava la sua missione mettendo in orbita il satellite geostazionario SES-10.
Il patron di SpaceX Elon Musk, è intervenuto - durante la diretta del lancio, subito dopo l'atterraggio - visibilmente emozionato: «è stato un evento rivoluzionario nella storia dei voli spaziali» ha detto, spiegando come buttar via il razzo dopo ogni singolo volo è inconcepibile: quanto costerebbe un biglietto aereo se non potessimo riutilizzare il velivolo alla fine del tragitto? Secondo Musk (e gli esperti), il riutilizzo del primo stadio è una tappa fondamentale nella riduzione dei costi per raggiungere lo spazio. Come spiega Paolo Attivissimo: «La prossima sfida, ora che il principio è stato dimostrato, è ridurre i tempi e i costi di riutilizzo e dimostrare non solo la fattibilità tecnica ma anche la convenienza economica».
In minuscole stalle in fila indiana, con uno spazio vitale che non gli permettere di muoversi, recitanti in solitaria e allontanati dalle loro madri. Ecco le immagini shock che documentano ciò che succede ai vitellini nella Dorset farm che produce latte per la catena inglese Marks & Spencer. Il blitz di Animal Equality al Grange Dairy in Winfrith Newburgh, nei pressi di Dorchester, Dorset mostra ancora una volta il modo crudele con cui vengono trattati gli animali. Questa volta, siamo in una fattoria o meglio in un allevamento intensivo di bovini.
La Dorset farm viola qualsiasi legge sul benessere animale e in primis quella che vieta l’alloggiamento in solitaria per i vitelli oltre le otto settimane di vita. Il caseificio fornisce la catena Marks & Spencer che nelle sue campagna pubblicitaria, si pone come leader nel rispetto degli animali. Qua però filmati e immagini non lasciano spazio a interpretazioni fantasiose.
I vitelli sono ammassati uno accanto all’altro, in dei recinti in cui non hanno la possibilità di muoversi, se non di fare un passo avanti e uno indietro. Con difficoltà entrano nelle gabbie di plastica e quando ci riescono, finiscono per ferirsi la schiena. Nel Regno Unito, la legge sul benessere degli animali riconosce l’importanza dell’esercizio fisico e dell’interazione sociale tra i vitelli. Per questo è possibile tenerli in isolamento solo fino alle otto settimane di vita.
Ma questi vitelli che si vedono nelle immagini di Animal Equality hanno sei mesi di vita e soffrono. Separare questi animali dalle madri è una pratica standard negli allevamenti di tutto il mondo, per consentire la produzione di latte su larga scala. Le mucche da latte trascorrono la loro vita in un ciclo costante di gravidanza, nascita e mungitura. Il latte che dovrebbe nutrire i cuccioli viene destinato all'industria lattiero-casearia. Il filmato mostra come disperatamente i vitellini cerchino il contatto l’uno con l’altro, attraverso le divisioni di metallo dei loro recinti individuali.
Animal Equality ha fatto controllare i numeri della marchiatura al Dorset Trading Standars e gli esperti hanno confermato che i vitelli hanno più di otto settimane di vita. Interpellata da AE la catena Marks & Spencer si è mostrata sorpresa nel vedere il trattamento dei vitelli, ma ad oggi non ha ancora interrotto il rifornimento
“E’ stato veramente straziante vedere questi vitellini in questi angusti recinti. Il loro posto sarebbe accanto alle madri. Chiediamo immediatamente che i rivenditori interrompano i legami con questo fornitore. Un nostro team è già a lavoro per prendere tutte le misure necessarie affinché vengano rispettati gli standard di benessere degli animali ”, dice Toni Shephard direttore Animal Equality. Un trattamento riservato non solo ai bovini, ma a tutti gli animali considerati solo e soltanto una fonte di guadagno.