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lunedì 22 febbraio 2021

Il più antico strumento a fiato del mondo è una conchiglia di 18.000 anni fa


 Non era solo una conchiglia, ma uno strumento a fiato, il più antico del mondo: quasi 90 anni dopo la sua scoperta, un grande guscio di lumaca, ritrovato nella Grotta di Marsoulas, nei Pirenei, è stato identificato come strumento musicale da un team multidisciplinare di CNRS, Muséum de Toulouse, Université Toulouse e Musée du quai Branly (Francia). Ha suonato infatti di nuovo dopo 18.000 anni.

La grotta Marsoulas, al confine tra Haute-Garonne e Ariège, è la prima grotta decorata scoperta nei Pirenei, il cui ritrovamento risale al 1897. Testimonia l’inizio nella regione del Magdeliano, l’ultima cultura del Paleolitico superiore europeo, alla fine dell’ultimo massimo glaciale.

Durante un inventario del materiale derivante dagli scavi archeologici, conservato in gran parte nel Muséum de Toulouse, gli scienziati hanno esaminato una grande conchiglia della specie Charonia lampas, mollusco gasteropode marino appartenente alla famiglia Charoniidae.

Il guscio era già noto per essere stato nel Neolitico parte di corredi ornamentali, come ciondolo di collane, ma nel 1931 questo in particolare non fu oggetto di attenzione. 
80 anni dopo, però, i ricercatori hanno ipotizzato potesse essere uno strumento musicale.
La punta del guscio infatti era spezzata, formando un’apertura di 3,5 cm di diametro, e, poiché questa parte è la più dura del guscio, la rottura non poteva essere accidentale. Inoltre, all’altra estremità, l’apertura della conchiglia mostrava anche tracce di ritocco. Tutto molto “umano” per essere casuale.
I paleontologi hanno dunque condotto una serie di approfondimenti: una tomografia ha rivelato un’ulteriore perforazione di una delle prime curve e la conchiglia è decorata con un pigmento rosso (ematite) caratteristico della grotta di Marsoulas, che denota il suo status di oggetto simbolico.

E non finisce qui.

Gli scienziati erano convinti fosse stata usata come strumento a fiato, per cui hanno chiesto ad un musicista esperto di corno di usarla analogamente. E, sì, il guscio ha prodotto tre suoni vicini alle note, Do, Do Diesis e Re.

Poiché l’apertura è irregolare e ricoperta da un rivestimento organico, i ricercatori presumono che vi fosse attaccata una punta, come nel caso di conchiglie più recenti delle collezioni del Musée du quai Branly. 

Le stampe 3D della conchiglia permetteranno probabilmente di verificare questa ipotesi, cercando di riprodurre altre note.

Come confermato dalla prima datazione al carbonio-14 della grotta, eseguita su un pezzo di carbone e un frammento di osso d’orso, la grotta ha 18.000 anni: questo fa della conchiglia di Marsoulas il più antico strumento a fiato di questo tipo.

 Prima, infatti, solo i flauti erano stati scoperti in Europa in contesti più antichi del Paleolitico superiore, e le conchiglie trovate fuori dall’Europa sono molto più recenti.

La scoperta non è solo un “pezzo in più” dell’antica cultura magdaleniana: la conchiglia rafforza infatti l’idea che tra i Pirenei e la costa atlantica ci fossero degli scambi commerciali/culturali, a più di 200 chilometri di distanza.



mercoledì 10 febbraio 2021

Scoperta in Egitto una Mummia con una Lingua d’Oro


 La mummia scoperta in questi giorni a Taposiris Magna, una città a circa 50 chilometri da Alessandria d’Egitto, è di quelle che lasciano senza fiato gli appassionati di egittologia di tutto il mondo, ma non è un unicum. Essa presenta una lingua d’oro che gli storici spiegano essere qualcosa di già visto, uno stratagemma che gli antichi imbalsamatori egiziani utilizzavano per garantire al morto di presentarsi di fronte ad Osiride con la certezza di avere i mezzi per esprimere i propri pensieri, e da qui una lingua d’oro. 

Durante gli scavi, condotti da un team di archeologi egiziani e provenienti dalla Repubblica Dominicana, sono state rinvenute in tutto 16 sepolture contenenti innumerevoli tesori, ma il ritrovamento più “curioso” è quello legato alla lingua d’oro.


Le tombe risalgono al periodo immediatamente successivo all’ultima esponente dei faraoni egizi, Cleopatra, e alla conquista dell’Egitto da parte dell’Impero Romano.

 Coeve al regno di Ottaviano, si trovano in una zona sacra caratterizzata da tombe scavate nella roccia, nella quale, durante alcuni scavi precedenti, erano state trovate delle monete d’oro con l’effigie della regina che perse la sua battaglia contro il celebre Augusto.


Ritratto rinvenuto in una delle tombe.

Taposiris Magna è una città relativamente recente per l’antico Egitto. Fondata dal faraone Tolomeo II Filadelfo tra il 280 e il 270 a.C., il nome significa “grande tomba di Osiride”, che Plutarco identifica con un tempio della città.

Fonte : vanillamagazine.it

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