Significa salvaguardare due obiettivi (bisogni, interessi, tornaconti) apparentemente inconciliabili.
Il modo di dire nasce da un famoso gioco di logica: un contadino deve trasportare sull’altra riva di un fiume una capra, un lupo e un cesto di cavoli.
Ha a disposizione una barchetta che può contenere, oltre a lui, solo una di queste cose per volta.
Può fare quanti viaggi desidera, ma deve risolvere un ulteriore problema: non può lasciare soli sulla riva la capra e i cavoli, e neppure il lupo e la capra, perché la capra mangerebbe i cavoli, e il lupo la capra.
Ecco la soluzione
Traghettare per prima la capra;
tornare indietro e traghettare i cavoli; riportare indietro la capra (per non lasciarla con i cavoli);
traghettare il lupo (che ora starà coi cavoli);
tornare indietro a prendere la capra.
Il gioco è stato inventato da Alcuino di York, teologo e pedagogo inglese, che nel 782 fu chiamato da Carlo Magno a dirigere la Schola Palatina di Aquisgrana (Germania), una delle prime scuole pubbliche al mondo, destinata ai giovani aristocratici.
C'era una volta nell'antico Giappone, Susanowo, il dio del vento, della pioggia e dell'uragano.
Un giorno Susanowo fu rinchiuso nel regno stregato per volere del serpente a otto teste, un terribile drago che tormentava i poveri abitanti dei villaggi giapponesi.
Lo spaventoso mostro, infatti, pretendeva ogni anno il sacrificio della più bella fanciulla del regno.
Un bel giorno Susanowo, deciso a liberare i villaggi del Giappone dalle persecuzioni del terrificante mostro, scese nel regno dei morti.
E in una fucina incantata forgiò una spada imprigionandovi un raggio di luce.
Con la magica spada ottenuta, il dio benefattore Susanowo si recò all'ingresso della grotta del mostro e attese pazientemente il suo arrivo.
Nel frattempo un lungo corteo composto da tutti gli abitanti del regno attraversava la valle accompagnando al sacrificio la dolce principessa "Campo di riso".
La bella fanciulla, infatti, era stata scelta dal drago quale vittima del suo capriccio crudele.
Con aria mesta ma dignitosa, la principessa si avviava al palazzo stregato, sapendo di offrire la sua giovane vita per la sola colpa di possedere una bellezza rara, destinata purtroppo a essere perduta per sempre per la volontà malefica di un mostro.
Alle prime luci del giorno il drago finalmente apparve dalle profondità della caverna e al suo ruggito ogni cosa tremò.
Ma Susanowo fu l'unico essere a non tremare: si lanciò invece sul serpente ingaggiando con lui una terribile lotta.
Il sole era ormai alto quando il dio del vento, dopo un estenuante combattimento, abbatté il drago.
Susanowo si avvicinò quindi alla meravigliosa principessa "Campo di riso" per chiederla in sposa.
Appoggiò sull'erba la spada affilata e insanguinata e, come per magia, i verdi steli si tinsero di rosso e apparve un grande arbusto dal lucido fogliame e dai bellissimi fiori bianchi chiazzati di porpora.
I fiori vennero chiamati "Tsubaki" che nella lingua giapponese significa appunto "rose del Giappone".
La loro caratteristica di non perdere i petali, ma di cadere interi dalla pianta, venne assunta a simbolo di sacrificio di ogni giovane vita umana, a ricordo delle dolci principesse vittime della crudeltà del terribile drago.
Le indagini sulle origini evolutive del collo della giraffa, hanno ampiamente dimostrato che le forze di selezione naturale hanno favorito gli esemplari in grado di foraggiarsi assumendo cibo ad altezze più elevate.
Milioni di anni fa, i progenitori delle attuali giraffe non avevano colli lunghi ma presentavano una certa variabilità.
A causa della forte concorrenza tra la giraffa e raccoglitori rivali (altri erbivori), gli esemplari con il collo più corto subirono una forte pressione negativa, vista la scarsità di cibo dovuta alla concorrenza con gli altri erbivori, mentre le giraffe con il collo un po' più lungo ebbero una più ampia gamma di scelta alimentare (sulla base dell'altezza) e quindi sono stati favoriti gli esemplari con il collo più lungo.
Tuttavia è stato osservato che se anche l'altezza complessiva della giraffa è di circa 6 metri, essa si nutre ancora di fogliame mediamente presente a 2 metri dal suolo.
Inoltre i concorrenti: kudu, impala, e raficero non si nutrono ad altezze superiori ai 2 metri, la giraffa preferisce alimentarsi all'altezza delle spalle, circa due metri.
Questo è peculiare in quanto il suo collo gli permetterebbe di alimentarsi ad altezze molto maggiori e non dover competere con kudu ed impala.
La lunghezza del collo nella giraffa però è favorita anche dalla selezione sessuale.
È noto che i maschi spesso lottano a colpi di collo con altri maschi al fine di assumere una posizione dominante, pertanto sia la selezione naturale che la selezione sessuale sembrano agire sulla giraffa al fine di favorire gli individui con il collo più lungo, nonostante le abitudini alimentari degli individui stessi apparentemente non spingano oltre una certa lunghezza, nella selezione per un allungamento del collo.
Vi è anche da osservare che il lungo collo rende complesso per le giraffe l'atto di abbeverarsi alle pozze, rendendole maggiormente esposte ad agguati da parte di predatori.