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giovedì 16 maggio 2013

Fata Morgana



Morgana notoriamente è il nome della strega antagonista di Re Artù nelle Cronache del Graal di redazione medievale.
Ma scientificamente è anche il nome di un fenomeno ottico assolutamente stupefacente. "Fata Morgana" è il nome esatto di questa specie di miraggio e si rifà alle apparizioni della strega che avvenivano a una certa altezza dal suolo, come spesso accade per i fantasmi.
Così, durante i fenomeni di Fata Morgana è possibile vedere spuntare dal nulla costruzioni incredibili, fantastiche.
Questo perché l'indice di rifrazione, diversamente dai miraggi normali, muta la forma delle immagini, storcendole e deformandole
Quindi si possono vedere strutture incredibili, torri inesistenti, pinnacoli, obelischi e piramidi in realtà inesistenti. La peculiarità è che Fata Morgana si può sperimentare anche su ghiacciai e posti freddi, come in Antartide; in Italia è visibile frequentemente sullo Stretto di Messina.

Test di lettura



Provate a decifrare il seguente testo scritto: è più facile di quanto si pensi!

Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisverià di Cadmbrgie, non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, ttute le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, è imnptortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcheré non lgege ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nle suo insmiee... vstio?
Sneodco te, csoa si funamo a Cmridgabe?

Lenti ottiche in Egitto



L'Egitto è una terra fantastica, piena di miti favolosi e leggende cariche di simbolismo.
Ma anche sotto il profilo tecnologico non aveva molto da invidiare al mondo attuale. Tra le capacità tecniche più impressionanti, c'era la molatura dei durissimi cristalli di quarzo impiegati nella rappresentazione degli occhi nelle statue.
Una statua lignea in buone condizioni mostra ancor oggi la prefetta levigatezza dei cristalli di Quarzo Ialino, che rendevano alla perfezione la trasparenza traslucida degli occhi umani.
Una simile capacità rendeva possibile la realizzazione di lenti da vista, di microscopi e telescopi e fu forse questo il segreto della grande conoscenza dell'Astronomia da parte degli abitanti della Terra dei Faraoni. Una tecnologia dimenticata dall'Occidente per oltre 2500 anni e che fu riscoperta solo durante il Rinascimento. La statua del Faraone Auibra Hor, trovata a Dashur e risalente circa al 1340 BCE, mostra sulla testa il corpo astrale Ka: gli occhi sono lenti molate di durissimo quarzo, un vero e proprio Oopart perché dalla Scienza ufficiale non vengono attribuite agli Egizi simili conoscenze tecniche (che invece, evidentemente, avevano).

SCOPERTA UNA NUOVA FORMA DI VITA

La NASA ha annunciato la scoperta che rivoluziona la nozione di vita come la conosciamo.

L'équipe dell'astrobiologa Felisa Wolfe ha trovato, in un lago salino della California, il Mono Lake, un microrganismo in grado di svilupparsi e riprodursi avvalendosi, come base, dell'arsenico al posto del fosforo.
La notizia riscrive le pagine della biologia, dal momento che il fosforo è uno degli elementi chimici che compone l'ossatura delle strutture genetiche indispensabili alla vita, cioè del DNA e dell'RNA.
Fino ad ora era il proprio il fosforo, combinato con carbonio, idrogeno, ossigeno, zolfo, a rappresentare uno degli elementi vitali per le cellule viventi, Il fosforo è un elemento fondamentale del composto richiesto dalla stragrande maggioranza delle reazioni metaboliche cellulari e dei fosfolipidi che compongono tutte le membrane cellulari.
L'arsenico, chimicamente molto simile al fosforo, è invece tossico per quasi tutte le forme di vita terrestri.
Il batterio scoperto,respira arsenico come fanno altri organismi estremofili, ma utilizza tale elemento per riprodursi.
Userebbe la sostanza velenosa per sintetizzare gli elementi costitutivi di nuove cellule.
I ricercatori lo hanno allevato in laboratorio eliminando progressivamente dal suo ambiente il fosforo fino a somministrargli esclusivamente arsenico.
Questo non ha impedito al batterio di crescere e riprodursi, anzi l'arsenico veniva incorporato tanto che nel DNA di quel microrganismo sono state trovate molecole di arsenico al posto del fosforo.
E' stato soprannominato il nuovo “ET” perché fino a poco tempo fa si pensava che l’uomo fosse l’unico essere vivente presente nell’universo e che tutti gli altri pianeti fossero privi di vita.
Ma è possibile la vita su un altro pianeta con altre condizioni diverse da quella dell’uomo?
Gli scienziati ipotizzano che sia possibile e che addirittura questo batterio si sarebbe evoluto sulla terra molto tempo fa e che sarebbe sopravvissuto.
Da adesso gli scienziati dovranno tener conto che ci potrebbero essere veramente nuove forme di vita e che in futuro si potranno fare nuove scoperte e si potrà riuscire ad espandere la definizione di vita. La risposta della dottoressa Wolfe è chiara:
"Sappiamo che alcuni microbi possono respirare arsenico, ma ciò che abbiamo trovato qui è del tutto nuovo: questo microrganismo utilizza l'arsenico per costruire parti di se stesso.
E se qualcosa sulla Terra può comportarsi in modo così sorprendente, cosa potrebbe succedere su altri pianeti?"
tratto da Edicolaweb

Le disfatte senza battaglie del popolo......pilotato a DOC a pensare che tanto non ce la farà mai



Ogni volta che qualcuno pronuncia la frase "tanto non serve a niente", oppure "tanto non cambierà niente", qualcun altro, fra coloro che hanno interesse a mantenere le cose come stanno, tira un sospiro di sollievo.
Nella savana il pavone gonfia le sue piume e si fa grosso grosso.
Da lontano il leone lo studia per un po', poi decide che è un avversario troppo forte per lui, e rinuncia ad attaccarlo.
Il pavone salva la pelle e tira un sospiro di sollievo.
Il leone si allontana rassegnato, e non saprà mai che in realtà aveva di fronte soltanto una gallina con le piume colorate.
E così va il mondo.
Da sempre, quando due nemici si apprestano a scontrarsi fra di loro, ciascuno valuta le proprie forze, e cerca di valutare quelle dell'avversario.
Poi decide se gli convenga attaccare oppure se ritirarsi in buon ordine.
Troppo spesso però questa decisione è influenzata da un'errata valutazione delle forze in gioco.
Questo errore può derivare sia dall'aver sottovalutato il proprio potenziale sia dall'aver sopravvalutato quello dell'avversario. Oppure da ambedue le cose.
Ma nei termini della battaglia questo non ha nessuna importanza.
Se lo scontro non avviene ... ... non conta più che fosse il più forte e chi fosse il meno forte, conta soltanto il fatto che uno dei due abbia rinunciato a misurarsi.
Nel gioco del poker chi vince non è sempre obbligato a mostrare le sue carte: se tu hai saputo bleffare, e tutti gli altri se ne sono andati, tu puoi portarti a casa l'intero piatto con in mano una coppia di 6, e nessuno lo saprà mai.
Provate ora di immaginare quante volte è successo, nella recente storia del nostro paese, che un cittadino abbia deciso di tornare a votare gli stessi politici che già lo hanno tradito in precedenza "perché tanto non cambia niente", e avrete la misura del sospiro di sollievo collettivo che ha tirato la classe politica italiana - e che continua a tirare - ogni volta che ci sono le elezioni nel nostro paese.
Forse non è un caso che la religione cattolica - che da 1700 anni è il migliore alleato del potere - abbia cercato in tutti i modi di inculcare nel nostro subconscio quel profondo senso di rassegnazione che ci porta ad accettare tutti i mali della vita senza nemmeno protestare. "Che vuoi farci, figliolo, era destino che andasse così - dice il nostro parroco alzando le braccia al cielo - Accettiamo la volontà divina, non ribelliamoci al disegno di Colui che ci ha creato." In realtà, "colui che ci ha creato" ci ha dotato di libero arbitrio, proprio per darci la possibilità di decidere da soli quando sia davvero il caso di rassegnarsi e quando no. Non ha detto "sarà il vostro parroco a deciderlo per voi, fidatevi di lui". Ma quelle braccia aperte con lo sguardo volto al cielo ormai ci seguono dappertutto, perché fanno parte del nostro DNA culturale. Quel tipo di atteggiamento ormai ha tracimato a tutti i livelli della nostra esistenza, dal sociale al personale, dal professionale al politico. Non è quindi difficile per noi cadere subito nella rassegnazione, non appena ci troviamo di fronte ad una gamma di candidati che in realtà ci obbliga ad individuare fra di loro chi sia meno criminale degli altri. "Tanto, non c'è niente da fare." "Tanto, se non li voto io li votano gli altri, quindi non cambia niente in ogni caso". Ah, se solo quel leone provasse ad avvicinarsi un pò di più al pavone, chissà che bella scoperta potrebbe fare!
Massimo Mazzucco

Pubblico la lettera aperta poichè la condivido in pieno

Non entro nel merito politico delle posizioni e dei partiti non m'interessa.
Ma guardo e ascolto. 
Trovo tra i due interlocutori una differenza abissale di comunicazione,  la Signora Kyenge legge un papiro, sicuramente stilato da altri in perfetto politichese.
Il Signor Molteni sciorina il suo discorso a braccio, usando la lingua italiana, capibile da tutto il popolo.
Al di la dell'argomento (non voglio entrare nel merito), affermo che visto che entrambi i ministri sono profumatamente pagati da noi, la decenza imporrebbe di esprimersi in modo chiaro e capibile da tutti L'uno lo ha fatto rispettandoci, l'altra assolutamente NO

Tratto da La Gazzetta di Lucca
Mercoledì, 15 maggio 2013, 04:37
Ci siamo imbattuti in questa lettera aperta al ministro Kyenge scritta da Augusto Grandi, un giornalista del Sole 24 Ore:
inutile aggiungere che la pubblichiamo volentieri e la condividiamo e sottoscriviamo:
Cara signora Kyenge, dal momento del suo giuramento come ministro della repubblica italiana lei ha dimostrato che non le piacciamo.
Legittimo, per carità, ma per coerenza uno non dovrebbe accettare di governare un popolo che non ama.
Perché, vede, da noi, in Italia, esistono delle regole di buona educazione.
Magari superate, ma che a noi piacciono ancora.
E una di queste regole prevede che, se si va a casa degli altri, si chieda permesso, si entri e ci si adegui alle regole della casa.
Certo, saranno atteggiamenti che Lei non condivide.
Per questo Lei è arrivata e ha cominciato a dettare regole nuove a chi la ospita.
Non mi piace cosa mangiate, come parlate, cosa dite, i vostri quadri appesi alle pareti, i colori dei muri, gli infissi.
Non Le piace nulla.
E, dunque, tra andarsene in un Paese che le piace di più e cambiare il nostro, Lei ha scelto la seconda opzione.
Vede, caro ministro, noi avremo tanti difetti, anzi tantissimi.
Ma siamo legati alla nostra civiltà, plurimillenaria.
Ha presente quei sassi, quei muri rotti che costellano i nostri paesaggi? Noi li chiamiamo reperti archeologici.
E ci siamo affezionati.
Come siamo affezionati alla nostra lingua, alla nostra cultura.
E non siamo contenti quando una persona che ospitiamo arriva e ci dice che noi dobbiamo cambiare.
Perché siamo noi che dobbiamo adattarci a chi arriva e non viceversa.
Curiosa idea.
Rispettabile ma curiosa.
Così come il suo intervento per chiarire che lei non è una persona di colore.
Brava. Abbiamo pensato che, finalmente, fosse arrivato un ministro che se ne fregava dei luoghi comuni del politicamente corretto. Macché.
Solo una breve illusione.
Perché subito dopo ha aggiunto che Lei non è di colore, ma nera. Ecco, vede caro ministro, ci rendiamo conto che la vicinanza con i politici italiani – quelli che considerano il congiuntivo come un nemico da abbattere e chiedono “te cosa fai domani?” – non agevoli la padronanza della lingua italiana.
Ma il nero, al di là dell’onanismo intellettuale se deve essere considerato un colore o un non-colore, nell’accezione comune è un colore.
E allora cosa vuol dire che Lei è nera ma non di colore?
Nera è una camicia, un’auto.
Ma Lei è una persona, non un oggetto.
E, in italiano, lei è negra.
E non c’è nessuna offesa, nessuna accezione negativa nel termine. Certo, è offensivo negli Stati Uniti d’America.
Ma a noi che ci frega? Non siamo in America.
Forse Lei è stata tratta in inganno dalla sua collega Bonino, convinta che la nostra capitale sia Washington e che, quindi, dobbiamo adeguarci alla lingua d’Oltreoceano e alle decisioni delle loro Corti.
Ma non è così. Se Lei avesse avuto voglia di informarsi sulla nostra cultura, avrebbe scoperto che una delle più belle canzoni antirazziste, interpretata da Fausto Leali, si intitola “Angeli negri”. Non neri, ma negri. “Anche se la Vergine è bianca, disegna un angioletto negro”..
Perché vede, signora, gli italiani sono tutt’altro che razzisti.
Troppo abituati ad essere invasi da spagnoli, francesi, austriaci e ad essere guidati da inglesi e americani per potersi permettere la xenofobia.
Ma il razzismo cresce, adesso, per i comportamenti dei paladini del politicamente corretto.
Cresce quando le case popolari vengono negate agli italiani poveri, figli e nipoti di chi ha pagato le tasse permettendo la costruzione di quelle stesse case, per assegnarle a stranieri appena arrivati e che nulla han fatto per questo Paese.
Cresce quando si tagliano i fondi per il trasporto pubblico a Torino e si regalano 5 milioni agli zingari (che non hanno fatto assolutamente nulla per averne diritto).
Cresce quando nelle scuole i bambini italiani devono rinunciare alla festa di Natale per non infastidire i bambini di altre religioni o quando devono rinunciare al prosciutto in mensa perché altri non vogliono mangiarlo.
Ecco, caro ministro, prima di lanciarsi in iniziative che andranno in senso contrario ad ogni integrazione ed interazione, provi a pensare a tutto questo.
E se proprio non Le piace come siamo fatti, può sempre scegliersi popoli migliori del nostro.

Regola di vita


Regola di vita : dimenticare il passato, non pensare al futuro, godere il presente.

Le meduse immortali



Ecco a voi le meduse immortali, all’anagrafe Turritopsis nutricula. Si tratta di minuscoli abitanti dei mari (le loro dimensioni non superano i 5mm di diametro) che, come hanno chiarito gli studiosi, potrebbero rivoluzionare il mondo scientifico. La loro capacità di controllare i propri geni ha dell’incredibile: in caso di pericolo o alla conclusione di un ciclo fertile tornano «indietro nel tempo» allo stadio «infantile» del loro sviluppo, e letteralmente ricominciano da zero la propria vita.
Lo zoologo Dmitrij Isonkin ha raccontato a «La Voce della Russia» la spettacolare scoperta delle capacità di queste meduse:
Nella scienza capita spesso che le scoperte più curiose avvengano per caso. Lo zoologo italiano Fernando Boero dell’Università del Salento ha compiuto una serie di scoperte con alcuni esemplari di medusa Turritopsis nutricula. Prima nessuno le aveva mai studiate visto il loro aspetto poco significativo e il fatto che non si erano distinte per qualcosa di particolare. Una volta Boero partendo per un viaggio di lavoro lasciò l’acquario con questi miseri abitanti senza sorveglianza.
Quando tornò l’acqua della vasca era evaporata e tutti i suoi abitanti erano morti. Ma proprio qui viene la parte più interessante. Boero decise di analizzare i resti delle meduse al microscopio. Pensate alla sorpresa quando scoprì che non erano morte, tutt’altro! Erano tornate allo stadio larvale dopo essersi liberate dei tentacoli. Vennero rimesse nella vasca con l’acqua e dopo qualche tempo avvenne qualcosa di unico: le larve «morte» si trasformarono in polipi e poi dai polipi si sono distaccate le nuove meduse. Fu così che ebbe inizio il nuovo importantissimo studio delle peculiarità del ciclo vitale e della rigenerazione di queste meduse.
Ora molti studiosi suppongono giustamente che le meduse-idrozoi Turritopsis nutricula siano gli unici organismi sulla Terra in grado di ringiovanire autonomamente. Possono ripetere questo ciclo un numero infinito di volte, il che le rende praticamente immortali. Ovviamente rimane la minaccia dei predatori naturali, ma a parte questo le Turritopsis nutricula sono immortali. In condizioni particolari sono in grado di violare l’equilibrio degli oceani, il che costituisce una seria minaccia.
Al momento tuttavia agli studiosi interessa capire come utilizzare questi minuscoli organismi per creare la «pillola dell’immortalità». La sfida è avvincente e ha coinvolto l’umanità per tutti gli ultimi secoli. Chissà se sono proprio queste piccole meduse a nascondere la pietra filosofale in grado di regalare alle future generazioni la tanto desiderata immortalità.

Le parole obsolete


Man mano che l'uomo è diventato sempre più civile,
di pari passo ha dimenticato le basi e i valori della civiltà da lui stesso creata
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