Un'isola dentro a un lago formato da un cratere di un vulcano presente su di un'isola che si trova in un lago.
Non è uno scioglilingua, ma è quello che succede nell’isola di Luzon.
Luzon è una grande isola delle Filippine dove all’interno c’è il lago Taal. A sua volta, dentro il lago c’è la Volcano Island che è costituita da un vulcano di nome Taal ormai spento dal 1977.
Per questo motivo e a causa dell’acqua piovana, all’interno del cratere si è formato un lago, dove è presente un isolotto, la Vulcan Point Island.
Insomma ricapitolando siamo davanti a una matrioska considerata appunto come il Guinness world record per la prima grande "island-in-a-lake-on-an-island-in-a-lake-on-a-island” (un’isola dentro un lago su un’ isola in un lago dentro un’isola).
Il vulcano ha attraversato uno stato di quiete per diversi anni, ma dal 1991 ha dato diversi segni di risveglio: si sono verificati sciami di terremoti, nuove bocche fumaroliche, fratture del terreno, aumento della temperatura del lago Taal e del lago craterico.
Dominella Trunfio
Questa è l’incredibile storia di un bonsai che non solo ha quasi 400 anni ma che è riuscito anche a sopravvivere ad Hiroshima e, nonostante tutto, ad arrivare incolume fino ad oggi continuando a crescere rigoglioso.
Piantato nel 1625 e sopravvissuto ad Hiroshima, il piccolo albero ha oggi 391 anni di età ma non accenna a cedere e anzi continua a vivere sano e forte.
L'albero apparteneva alla famiglia Yamaki che nel 1945 risiedeva a circa due miglia di distanza dal punto in cui le forze americane sganciarono la bomba che uccise circa 140mila persone.
In maniera abbastanza sorprendente l'albero, oltre che la famiglia Yamaki, sono sopravvissuti all'esplosione relativamente incolumi.
Attualmente l’albero è ospitato nel US National Arboretum a Washington dove è arrivato nel 1976 in seguito alla donazione da parte di Masaru Yamaki.
Il personale dell’arboreto è ovviamente a conoscenza dell’incredibile storia di questo albero, sono stati i nipoti stessi di Yamaki nel 2001 a spiegare l’accaduto durante una visita alla struttura naturalistica.
In realtà la storia di questo bonsai non è un caso isolato, centinaia di alberi sono sopravvissuti all'esplosione di Hiroshima e, sebbene danneggiati e coi rami spezzati, riuscirono a tornare in seguito forti e sani.
Si tratta di alberi che si trovavano collocati ad un raggio di circa 2 chilometri dal punto dell'esplosione e che in seguito furono registrati ufficialmente come alberi colpiti dalla bomba atomica. Ognuno di essi venne denominato "Hibaku Jumoku", cioè "albero sopravvissuto", ed è identificato con una apposita targa.
E’ proprio vero che la natura a volte riserva sorprese straordinarie!
Francesca Biagioli