mercoledì 20 marzo 2013
I parchi nazionali della Polonia
Se per caso un giorno, andando per funghi, vi perdete nei boschi, e dopo giorni di cammino vi trovate a tu per tu non con un porcino ma con un bisonte, non preoccupatevi: vuol dire che siete finiti in Polonia. Così se per caso, facendo jogging su una spiaggia, dopo aver macinato più chilometri di Forrest dump trovate dune alte come colline, non pensate di esservi perso nel Sahara: anche stavolta siete finiti in Polonia. Se poi in cielo scorgete in cielo una cicogna nera invece che bianca, se sulle dune vedete sbocciare un orchidea o se vi sorpassa un cavallo selvaggio al galoppo, non pensate di aver bevuto due birre di troppo: siete sempre in Polonia. E' uno strano paese quello che si estende oltre l'Ode: ha ( o ha avuto ) alcune fra le industrie più inquinanti d'Europa; ba basta allontanarsi dalle ciminiere per trovare una natura selvaggia, spettacolare. E Varia: sul baltico, Polonia vuol dire dune come nel Sahara, in Podlachia foreste come in Canada, in Masuria laghi come in Finlandia, sui Tatra pareti a picco come sulle Dolomiti.
A tutelare gli ambienti naturali più interessanti oggi ci sono 22 parchi nazionali, sei dei quali ( Babiogòski, Bieszczadzki, Tatrzanaski, Karkonoski, Bialowieski, Slowinski ) sono così preziosi che l'Unesco li considera "riserve della biosfera". I primi quattro sono parchi di montagna: il Babiogòrski e il Bieszczadzki, proteggono i monti Beschidi, una catena boscosa abitata da lupi, linci e orsi bruni; il Tatrzanski comprende l'imponente catena dei Tatra; il Karkonoski in fine tutela parte dei Sudeti, una straordinaria "banca biologica" del regno vegetale, dove ci sono fra l'altro 452 specie di muschi, 400 di licheni e 80 di funghi. Molto diversi sono gli ultimi due, i più famosi di tutti: lo Slowinski ( ovvero il "Parco delle Dune") è infatti un deserto in riva al mare; quanto al Bialowieski, è un immensa foresta di pianura, rimasta vergine dalla preistoria.
Se avete tempo per visitare un parco solo, scegliete il Bialowieski. La sua porta d'accesso è un villaggio forestale della Podlachia chiamato Bialowieza, cioè "Torre Bianca". In realtà, laggiù di torri non ce n'è mezza; ma in compenso bianco è tutto, per 5 mesi all'anno, quando la neve copre la distesa di alberi che dal villaggio raggiunge il confine con la Bielorussa e poi lo supera. Sui due lati della frontiera crescono gli stessi alberi e cade la stessa neve, perché la natura non segue i confini dell'uomo. Anche se molto ridotto rispetto ai suoi confini naturali, il Bialowieski rappresenta per l'Europa ciò che il Serengeti è per l'Africa e Yellowstone per l'America: cioè un posto dive un continente conserva la sua natura come era in origine, prima che l'uomo ne cambiasse gli equilibri. La regione fra Polonia e Bielorussa è infatti la fotografia di come era l'Europa diecimila anni fa: una sterminata distesa di conifere (abeti) e latifoglie (tigli, querce, faggi, frassini, olmi), con alberi di età e misure incredibili. Ben 964 piante del Parco sono così imponenti da meritare il titolo di monumenti nazionali; la lista comprende anche tigli di 400 anni. La fauna non è da meno. Camminando i silenzio nella foresta è facile vivere incontri emozionanti: nelle pozze si bagnano alci e cinghiali, nelle radure pascolano i cervi e caprioli, nei torrenti nuotano lontre e castori, nel folto cacciano linci e lupi.
Già questo basterebbe per far perdere la testa a qualunque naturalista; ma le chicche del parco sono altre due: il tarpan, un cavallino selvatico un tempo comune in tutto l'Est; e soprattutto lo zubr, cioè il bisonte europeo, animale simbolo della natura polacca, più grosso e più raro del suo omologo americano. Lo Slowinski è tutto un altro mondo rispetto al Bialowieski. I due parchi distano tra di loro 600 chilometri, cioè quanti ne corrono dalle pianure della Podlachia al Mar Baltico: lo Slowinski si stende infatti molto a nord, a ridosso del porto di Leba, dove ogni anno approdino battelli cariche di sogliole e gamberetti. Tutti lo chiamano "Il Parco delle Dune" o "Sahara Polacco", ma sono nomi impropri: infatti gli spettacolari monti di sabbia per cui lo Slowinski è famoso coprono solo il 5% dell'area protetta. La maggior parte del Parco "sahariano" è occupata da due laghi, il Lesbko e il Gardno, ex baie che una fila di dune ha staccato dal mare. Ma in fondo sono proprio quei laghi, luminosi e improbabili come miraggi, la vera ricchezza del Parco: infatti le loro acque, in posizione strategica sulla rotta delle migrazioni, danno asilo a una miriade di uccelli.
Strano Paese, la Polonia:è il minimo che si possa dire, per una terra dove le cicogne vivono nei boschi, i bisonti sono iscritti all'anagrafe e i deserti fanno da cornice al mare. E non è tutto, perché se guardate bene tra le dune del Parco Slowinski forse vi capiterà di vedere la cosa più strana di tutte: un'orchidea che fiorisce lassù, proprio in mezzo alla sabbia. Quel fiore un po' come il bisonte: un souvenir di tempi lontani, quando l'Europa non aveva bisogno di parchi perché tutte le pianure erano foreste e tutte le spiagge vivai. Ma davvero la Polonia è un Eden intatto? Piacerebbe poterlo dire ma non è così. Andate oltre l'apparenza: i parchi polacchi sono splendidi ma pieni di problemi. Anni fa le foreste erano minacciate dai fiumi di industrie troppo spartane, che causavano piogge acide. Invece oggi il pericolo nasce proprio da chi tenta di rendere l'economia un po' meno spartana. Di recente Varsavia ha ottenuto dalla Banca Mondiale 146 milioni di dollari per rimodernare l'industria forestale; vuol dire che forse in futuro i boscaioli di Bialowieza camperanno meglio, ma anche che appena fuori dai confini del Parco molti alberi cadranno e ritmi accelerati. Così gli ecologisti sono sul piede di guerra: chiedono che tutta la foresta diventi area protetta.
Giornata mondiale della felicità
Il mondo va alla scoperta della felicità:
la prima Giornata internazionale Il 20 marzo da quest’anno è la Giornata internazionale della felicità.
Lo ha deciso l’Assemblea dell’Onu su proposta del Bhutan, piccolo Stato che ha sostituito il Pil con un indicatore della Felicità interna lorda (Fil).
La felicità è uno stato d'animo (emozione) positiva di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.
di contro
L'etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, "felice", la cui radice "fe-" significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
Un modo materialistico d'interpretarla
Epicuro classifica i piaceri dividendoli in tre grandi categorie:
"Naturali e necessari", come: l'amicizia, la libertà, il riparo, il cibo, l'amore, il vestirsi, le cure ecc.
"Naturali ma non necessari" come: l'abbondanza, il lusso, case enormi oltre il necessario, cibi raffinati ed in abbondanza oltre il necessario.
"Non naturali e non necessari", come il successo, il potere, la gloria, la fama ecc.
La felicità non è un inseguimento dei sogni futuri, ma al contrario è il cercare di godere di quello che si possiede nel presente.
Spesso i cosiddetti "falsi idoli" (ovvero i soldi, il benessere corporale, la fama, il successo, il potere) sono considerati fonte di felicità, ma secondo talune teorie questo atteggiamento crea solamente più ansia che è in contrasto con lo stato della felicità.
Il raggiungimento di un falso idolo può provocare solo una gioia effimera, poiché più si conquista una cosa più ne cresce il desiderio.
A questo proposito è interessante vedere questo Video
Accontentarsi
La serenità di accettare le cose che non posso cambiare
Il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare
La saggezza di distinguere tra le une e le altre
la prima Giornata internazionale Il 20 marzo da quest’anno è la Giornata internazionale della felicità.
Lo ha deciso l’Assemblea dell’Onu su proposta del Bhutan, piccolo Stato che ha sostituito il Pil con un indicatore della Felicità interna lorda (Fil).
Sono felici perchè giocano con la preziosa acqua |
Loro vi sembrano davvero felici |
La felicità è uno stato d'animo (emozione) positiva di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.
di contro
L'etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, "felice", la cui radice "fe-" significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
Un modo materialistico d'interpretarla
Epicuro classifica i piaceri dividendoli in tre grandi categorie:
"Naturali e necessari", come: l'amicizia, la libertà, il riparo, il cibo, l'amore, il vestirsi, le cure ecc.
"Naturali ma non necessari" come: l'abbondanza, il lusso, case enormi oltre il necessario, cibi raffinati ed in abbondanza oltre il necessario.
"Non naturali e non necessari", come il successo, il potere, la gloria, la fama ecc.
La felicità non è un inseguimento dei sogni futuri, ma al contrario è il cercare di godere di quello che si possiede nel presente.
Spesso i cosiddetti "falsi idoli" (ovvero i soldi, il benessere corporale, la fama, il successo, il potere) sono considerati fonte di felicità, ma secondo talune teorie questo atteggiamento crea solamente più ansia che è in contrasto con lo stato della felicità.
Il raggiungimento di un falso idolo può provocare solo una gioia effimera, poiché più si conquista una cosa più ne cresce il desiderio.
A questo proposito è interessante vedere questo Video
Accontentarsi
La serenità di accettare le cose che non posso cambiare
Il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare
La saggezza di distinguere tra le une e le altre
Il ribes
Il ribes è
il frutto (bacca) di un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Sassifragaceae che raggiunge, di norma, i due metri di altezza e che vive spontaneo nei boschi con un alto tasso di umidità; il ribes cresce ed è diffuso in gran parte dell'Europa e del Nord America fino ad arrivare all'Asia ed in alcune parti del Nord Africa. Il periodo di raccolta del ribes rosso e di quello nero va da giugno a settembre, mentre per quello bianco la raccolta avviene nel periodo compreso tra agosto e settembre.
Il genere Ribes comprende molte specie, circa ottanta, ma quelle maggiormente diffuse dalle nostre parti sono tre: il ribes rosso ( Ribes Rubrum ), il ribes nero ( Ribes Nigrum ) ed il ribes bianco ( Ribes Grossularia ) anche detto "uva spina".
Il ribes rosso è il più diffuso e coltivato in Italia dove viene anche utilizzato per la produzione di sciroppi oltre che per il consumo diretto; il ribes nero invece è più diffuso nell'Europa centro settentrionale dove viene spesso impiegato per la produzione di liquori. Il ribes bianco, sebbene in tempi passati fosse molto popolare, è oggi molto difficile da reperire, soprattutto nei banchi della grande distribuzione.
Il ribes è composto per l'79% circa da acqua, fibre alimentari, carboidrati, proteine e zuccheri; calcio, ferro, potassio, sodio, rame, zinco e fosforo i minerali presenti.
Le vitamine presenti nel ribes sono la vitamina A, alcune del gruppo B, la C e la K. Presenti anche acidi organici come l'acido citrico, il tartarico ed il malico oltre ad una piccola quantità di olio essenziale.
Il ribes è un frutto con ottime proprietà antinfiammatorie, in particolare dell'apparato urinario; un cucchiaio di succo di ribes, assunto di primo mattino, si rivela invece utile per contrastare la fragilità dei vasi capillari.
Ha proprietà diuretiche e depurative dell'organismo e viene quindi utilizzato per la preparazione di tisane e composti antiallergici. Il suo succo, in particolare quello del ribes nero, ha proprietà astringenti e viene impiegato per contrastare i casi di diarrea.
L'abbondanza di vitamina C protegge l'organismo dalle malattie da raffreddamento apportando nello stesso tempo benefici al nostro sistema immunitario; nella tradizione popolare l'impiego del ribes viene indicato per la cura della gotta e dei dolori reumatici.
La buona presenza di vitamina A e C conferiscono al ribes proprietà antiossidanti (tipiche di tutti i frutti di bosco ) che si rivelano altresì utili nel contrastare l'effetto dei radicali liberi, oltre naturalmente ai benefici apportati alle cellule dell'organismo in termini di rallentamento del naturale processo di invecchiamento. Gli acidi del suo succo sono in grado di stimolare le secrezioni gastriche dell'apparato digerente rivelandosi così utile in caso di inappetenza; in ultimo, il ribes, può essere utilizzato in caso di emorroidi e per contrastare un po' tutti gli stati infiammatori. Il nome Ribes dovrebbe derivare dalla parola araba "ribas" che sta ad indicare un tipo di rabarbaro con lo stesso sapore; cresce spontaneo nel centro e nel nord Europa. Le gemme del ribes nero contengono olio essenziale e flavonoidi, sostanze molto utili in quanto ricche di proprietà antinfiammatorie. Negli ultimi tempi il ribes nero è balzato agli onori delle cronache in quanto recenti studi hanno dimostrato le sue proprietà antistaminiche: infatti, le sostanze in esso contenute sono in grado di bloccare in modo temporaneo quella reazione del sistema immunitario che da origine alle allergie. Per questi motivi il ribes nero viene ora consigliato in casi di allergie, asma, bronchiti, congiuntiviti e faringiti. Anche le foglie contengono sostanze con proprietà terapeutiche utili al nostro organismo e vengono quindi utilizzate per la preparazione di tisane e tinture madre con effetto diuretico e per la riduzione del tasso di colesterolo nel sangue.
il frutto (bacca) di un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Sassifragaceae che raggiunge, di norma, i due metri di altezza e che vive spontaneo nei boschi con un alto tasso di umidità; il ribes cresce ed è diffuso in gran parte dell'Europa e del Nord America fino ad arrivare all'Asia ed in alcune parti del Nord Africa. Il periodo di raccolta del ribes rosso e di quello nero va da giugno a settembre, mentre per quello bianco la raccolta avviene nel periodo compreso tra agosto e settembre.
Il genere Ribes comprende molte specie, circa ottanta, ma quelle maggiormente diffuse dalle nostre parti sono tre: il ribes rosso ( Ribes Rubrum ), il ribes nero ( Ribes Nigrum ) ed il ribes bianco ( Ribes Grossularia ) anche detto "uva spina".
Il ribes rosso è il più diffuso e coltivato in Italia dove viene anche utilizzato per la produzione di sciroppi oltre che per il consumo diretto; il ribes nero invece è più diffuso nell'Europa centro settentrionale dove viene spesso impiegato per la produzione di liquori. Il ribes bianco, sebbene in tempi passati fosse molto popolare, è oggi molto difficile da reperire, soprattutto nei banchi della grande distribuzione.
Il ribes è composto per l'79% circa da acqua, fibre alimentari, carboidrati, proteine e zuccheri; calcio, ferro, potassio, sodio, rame, zinco e fosforo i minerali presenti.
Le vitamine presenti nel ribes sono la vitamina A, alcune del gruppo B, la C e la K. Presenti anche acidi organici come l'acido citrico, il tartarico ed il malico oltre ad una piccola quantità di olio essenziale.
Il ribes è un frutto con ottime proprietà antinfiammatorie, in particolare dell'apparato urinario; un cucchiaio di succo di ribes, assunto di primo mattino, si rivela invece utile per contrastare la fragilità dei vasi capillari.
Ha proprietà diuretiche e depurative dell'organismo e viene quindi utilizzato per la preparazione di tisane e composti antiallergici. Il suo succo, in particolare quello del ribes nero, ha proprietà astringenti e viene impiegato per contrastare i casi di diarrea.
L'abbondanza di vitamina C protegge l'organismo dalle malattie da raffreddamento apportando nello stesso tempo benefici al nostro sistema immunitario; nella tradizione popolare l'impiego del ribes viene indicato per la cura della gotta e dei dolori reumatici.
La buona presenza di vitamina A e C conferiscono al ribes proprietà antiossidanti (tipiche di tutti i frutti di bosco ) che si rivelano altresì utili nel contrastare l'effetto dei radicali liberi, oltre naturalmente ai benefici apportati alle cellule dell'organismo in termini di rallentamento del naturale processo di invecchiamento. Gli acidi del suo succo sono in grado di stimolare le secrezioni gastriche dell'apparato digerente rivelandosi così utile in caso di inappetenza; in ultimo, il ribes, può essere utilizzato in caso di emorroidi e per contrastare un po' tutti gli stati infiammatori. Il nome Ribes dovrebbe derivare dalla parola araba "ribas" che sta ad indicare un tipo di rabarbaro con lo stesso sapore; cresce spontaneo nel centro e nel nord Europa. Le gemme del ribes nero contengono olio essenziale e flavonoidi, sostanze molto utili in quanto ricche di proprietà antinfiammatorie. Negli ultimi tempi il ribes nero è balzato agli onori delle cronache in quanto recenti studi hanno dimostrato le sue proprietà antistaminiche: infatti, le sostanze in esso contenute sono in grado di bloccare in modo temporaneo quella reazione del sistema immunitario che da origine alle allergie. Per questi motivi il ribes nero viene ora consigliato in casi di allergie, asma, bronchiti, congiuntiviti e faringiti. Anche le foglie contengono sostanze con proprietà terapeutiche utili al nostro organismo e vengono quindi utilizzate per la preparazione di tisane e tinture madre con effetto diuretico e per la riduzione del tasso di colesterolo nel sangue.
I misteri che non vogliono o non possono scoprire
Il fenomeno dei cerchi nel grano ha iniziato ad avere eco all’inizio degli anni ‘90, quando nei nostri schermi televisivi ci vennero proposte immagini spettacolari di bellissimi e misteriosi cerchi nel grano in Inghilterra.
Invero il fenomeno iniziò molto prima degli anni ‘90, c’è chi sostiene che i cerchi nel grano erano presenti già dagli anni ‘70 e chi ha azzardato l’ipotesi che vi erano tracce di essi dalla fine del ‘600.
I crop circles (nome inglese per definire i cerchi nel grano)sono aumentati gradualmente di numero e complessità.
(Infatti non vengono chiamati più cerchi nel grano ma pittogrammi)
Tra il 1999 e il 2002, periodo in cui aumentò l’intensità solare.
Questa coincidenza non è casuale in quanto la luce solare genera delle onde sonore tramite vibrazioni che noi non percepiamo.
I cerchi nel grano non sono situati solo in Inghilterra ma in tutto il mondo
In Italia, ad esempio nei pressi di Pordenone e a Cagliari. In quest’ultima città vi sono acque sotterranee e costruzioni legate al culto della Dea Madre.
La presenza dell’acqua è un elemento strettamente determinante in relazione al fenomeno dei crop circles.
Perché? Perché i cerchi nel grano non sono altro che messaggi provenienti dall’Universo.Nell’Universo tutto è suono e questi suoni si trasformano in cerchi nel grano grazie al potere dell’acqua:
l’acqua possiede poteri particolari e anche un certo tipo di memoria; inoltre reagisce differentemente di fronte ai suoni.
Possiamo ad esempio ricordare che la sillaba AUM rappresenta l’onda sonora che originò il mondo e che tuttora lo avvolge.
Il suono crea la realtà, lo stesso Pitagora asseriva che"la geometria sacra nasce dal suono" …e i cerchi nel grano rappresentano in larga parte la geometria sacra.
Nelle aree interessate al fenomeno dei crop circles sono stati registrati degli infrasuoni ed è stato osservato che prima, durante e dopo la formazione dei cerchi nel grano c’è un’energia talmente elevata da far verificare interferenze quali la cancellazione di SMS dai cellulari e lo spegnimento di telecamere.
Anche i chicchi all’interno dei pittogrammi presentano anomalie.
Studiate da Levengood:
non solo i chicchi restano intatti ma talvolta presentano sviluppo accelerato o ritardato, anomalie nell'allungamento degli steli o piccole cavità di espulsione.
Nonostante ciò vi è ancora chi si ostina a pensare che i cerchi nel grano siano opera di esseri umani.
Continuare ad alimentare questo assunto significa voler palesemente ignorare il fenomeno stesso, anche perché i pittogrammi creati dall’uomo sono facilmente riconoscibili.
Dobbiamo però anche riconoscere che i mass media hanno la tendenza a minimizzare il fenomeno proprio perché si tratta di un fenomeno che la scienza ufficiale non può spiegare: affrontarlo degnamente comporterebbe la rimessa in discussione di molte informazioni del nostro paradigma dominante.
Le persone meno scettiche sostengono che i crop circles siano stati creati dagli extraterrestri.
Ciò non è un errore anche perché molti individui hanno avvistato palle di luce e/o dischi volanti durante l’apparizione dei cerchi.
Tuttavia più che di extraterrestri sarebbe corretto parlare di intelligenze soprannaturali che tentano di comunicare con noi disegnando archetipi nella natura.
Ogni anno appaiono nel mondo circa 250 pittogrammi. Lo scorso anno ne sono apparsi 250 solo in Inghilterra, nazione maggiormente colpita da questo evento precipuamente nelle zone di Stonehenge, Silbury Hill e Avebury.
Come mai proprio in queste zone e non in altre?
La spiegazione risiede nel fatto che queste località sono molto particolari poiché sono dei centri di energia, basti pensare che Stonehenge è legata alla leggenda di Mago Merlino e che l’11 luglio 1992 fu trovato ad Ogbourne (nel Regno Unito) un crop circle che aveva una somiglianza sorprendente con il complesso di Avebury.
Stonehenge è chiamata anche "il ballo (o la danza) dei giganti" perché era grazie al ballo che Stonehenge si manteneva in vita, sia fisicamente che energicamente, vale a dire che a Stonehenge ci si ricaricava di energia con il ballo.
Altre fonti sostengono, per converso, che la denominazione
"la danza dei giganti" ha un’altra accezione, identificando con quest’espressione il complesso di pietre in cui si sarebbero trasformati alcuni giganti tramite un incantesimo di Mago Merlino durante un ballo.
Nel mondo esistono dei luoghi energetici e se essi vengono visitati consapevolmente ci si può ricaricare.
Stonehenge è proprio uno di questi luoghi.
Circa la sua costruzione sono state avanzate molteplici ipotesi.
Solitamente vi si attribuisce il significato di santuario del culto solare ma molto probabilmente lo scopo era quello di prevedere le eclissi solari e lunari.
Determinati studiosi hanno infatti alimentato la tesi che la direzione degli allineamenti sia stata fatta in base alla direzione del Sole all’alba e al tramonto nei solstizi e negli equinozi.
A questo proposito ogni pietra equivale ad un giorno, ad un mese, ad una stagione e ad un anno.
Se questa interpretazione fosse esatta ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio calendario astronomico, creato da veri scienziati che sono stati in grado di elaborare calcoli molto complessi.
Ma c’è dell’altro …: a Stonehenge vi è un monolite e si sostiene che se una persona si posiziona al centro di Stonehenge il 21 giugno osservando quel monolite alto circa quattro metri e mezzo si nota che la sommità di quella pietra coincide con l'orizzonte e in quel giorno il sole appare proprio sulla sommità della pietra. Sembra sia stato John Smith il primo, nel 1771, a constatare tale coincidenza.
Il mistero di Stonehenge è a tutt’oggi ancora aperto: il suo popolo è scomparso improvvisamente senza lasciar tracce e le pietre utilizzate sono molto particolari per quel tipo di area geografica.
Monoliti e cerchi nel grano si trovano in prossimità di allineamenti speciali, detti ‘linee legge’ o semplicemente ‘linee delle energie’.
Non a caso i monoliti contengono quarzo, che è un ottimo canalizzatore di energia.
Questi allineamenti funzionano da canalizzatori delle energie terrestri, tuttavia tali energie non sono misurabili con le nostre leggi fisiche ma esclusivamente con la psiche o il subconscio, oppure si possono intercettare con la verga da rabdomante o il pendolo.
Come affermò Ermete Trismegisto ne La tavola di smeraldo, “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una.”
Quest’affermazione somiglia molto al “come in cielo, così in terra” del Padre nostro della religione cattolica.
Nel 1974 il radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico, inviò nello spazio un messaggio in direzione della costellazione di Ercole.
Era uno schema di 73 righe in numeri primi e a livello molto schematico rappresentava un uomo, il carbonio (elemento più diffuso nella Terra) e il numero 4 miliardi, cioè la quantità della la popolazione umana terrena.
Tra le molteplici teorie sui cerchi nel grano ve ne è una che sostiene che sarebbe proprio
la Madre Terra a crearli per avvisarci che distruggendo l’ambiente stiamo andando incontro a catastrofiche conseguenze.
Questa teoria abbraccia quella di Colin Andrews il quale ha incontrato gli Hopi che gli hanno riferito che la Terra è in difficoltà e che i pittogrammi sono un modo per parlare alle nostre coscienze: ci basterà osservarli per recepire il messaggio Qualcuno ci osserva e sta cercando di aiutarci.
Ora non dobbiamo più pensare chi è che crea i cerchi nel grano. Non c’è più tempo. Ora dobbiamo solo recepire il messaggio
Gli ultimi 2 pittogrammi sono la risposta a quello che noi abbiamo inviato nello spazio E' apparso accanto al radiotelescopio SETI di Chilbolton, nei pressi di Andover, Hampshire, sul campo della Leckford, davanti all'antenna dell'osservatorio Sorvegliato da telecamere sofisticatissime 24 ore su 24
Firmiamo la petizione un piccolo gesto ma ricordiamo sempre che i granelli di sabbia fanno il deserto
lavorando con il vetro
prima e dopo : questo e' un esempio più complicato di come si realizza un pannello quadro in vetro
tecnica fusione con frammenti di vetro polvere di vetro e graniglie colorate
cottura in forno a 800/20 gradi circa
posizionamento in fornodopo cottura
prodotto finito
graffiti vetro arte
.......un ritaglio di vetro.....
creazione di una cornice per specchio
unione di frammenti di vetro e polvere vetrosa
disposizione su vetro piano "seguendo il bozzetto
ultimi ritocchi
prodotto finale dopo cottura in forno a 810 gradi circa
questo e' solo un esempio semplice di quello che si può realizzare con il vetro
graffiti vetro arte
Vivi i tuoi sogni !
Se ci fosse un momento per osare, per fare la differenza, per iniziare qualcosa che vale la pena fare, è adesso. Non per una grande causa, ma per qualcosa che accende il tuo cuore, per qualcosa che è d’autentica ispirazione, per un tuo sogno. Lo devi a te stesso, per rendere speciale ogni tuo giorno sulla terra. Divertiti. Scava in profondità e riemergi. Respira la vita. Vivi i tuoi sogni!
Stephen Littleword
Quando i bimbi crescono con gli animali
Ci sono genitori che alla nascita di un bambino buttano i loro animali in strada
Per un bimbo poter interagire con un animale è bellissimo istruttivo e sano (si sano creano gli anticorpi che li rendono più forti contro le malattie)
Insegnare ai bambini ad amare gli animali farà di loro un giorno uomini migliori che formeranno una società migliore
La violenza genera violenza
Insegnare ai bambini ad amare gli animali farà di loro un giorno uomini migliori che formeranno una società migliore
La violenza genera violenza
La decadenza morale sta annullando ogni sentimento umano
A chi ha seguito l’Habemus Papam non sarà sfuggito lo “strano” modo di parlare del cardinale protodiacono Jean-Louis Pierre Tauran che dalla finestra affacciata su Piazza San Pietro ha annunciato il nome di Jorge Mario Bergoglio come il nuovo vescovo di Roma.
Poco dopo su Facebook sono comparse due pagine che ironizzano pesantemente sul modo di parlare e sulle “movenze” del cardinale.
Il titolo, “Il Tossico Che Ha Annunciato Il Papa”.
La descrizione, “L’uomo che si è fatto la fumata bianca”.
Le pagine, al momento, hanno rispettivamente 46.000 e 10.000 like e registrano un trend in continua crescita.
Sarebbe tutto molto comico e divertente. Per la serie, fumati una bella canna e vai con lo sballo. Se non fosse che il cardinale Tauran è affetto dal morbo di Parkinson. Per chi non lo sapesse è una malattia degenerativa, altamente invalidante, che porta alla morte.
Agli imbecilli che hanno creato le pagine, sapete, non fa per niente ridere.
Agli imbecilli che hanno premuto like, sapete, anche questo, non fa per niente ridere.
Non è questione di essere bacchettoni o di “scandalizzarsi per così poco”.
E’ un’offesa feroce a tutti quei malati e a tutte le famiglie di coloro che sono devastati dal morbo.
E dico devastati.
Perché il Parkinson è come il cancro. Non lascia grandi speranze.
Scherzate con tutto quello che volete.
Ma abbiate un minimo, dico un minimo soltanto, di buonsenso.
Un minimo di sacrosanto rispetto. E soprattutto un briciolo di sensibilità e d’intelligenza.
Fatelo almeno per voi stessi. Non voglio buttarla sullo scandalo. Siamo tutti adulti e vaccinati.
Personalmente la trovo una questione di cattivo gusto, di cafonaggine, ignoranza, che va del tutto al di là del credo o non-credo che ciascuno di noi si porta dentro.
Voglio invece porre la questione su altri termini. Sull’utilizzo sconsiderato dei social network.
Non basta esserci per godere automaticamente della facoltà inalienabile a esprimere senza freni tutto quello che passa per la testa.
In nome di chissà quale distorsione del sacrosanto diritto alla libertà di espressione.
Ci vuole anche un minimo di coscienza critica e una buona dose di saper vivere civile.
Altrimenti ci si riduce ad essere un anonimo e informe branco digitale che non ha né capo né coda.
Giusto per sentirsi esaltati quei cinque minuti, nascosti vigliaccamente dietro lo schermo di un computer.
Una volta sparando contro questo, una volta contro quell’altro. Tra una bestemmia e un’altra.
Perché alla fine dei giochi se vi lasciate trascinare da tutto questo non vi manca solo l’educazione.
Ma anche il cervello e un minimo di spina dorsale.
Poco dopo su Facebook sono comparse due pagine che ironizzano pesantemente sul modo di parlare e sulle “movenze” del cardinale.
Il titolo, “Il Tossico Che Ha Annunciato Il Papa”.
La descrizione, “L’uomo che si è fatto la fumata bianca”.
Le pagine, al momento, hanno rispettivamente 46.000 e 10.000 like e registrano un trend in continua crescita.
Sarebbe tutto molto comico e divertente. Per la serie, fumati una bella canna e vai con lo sballo. Se non fosse che il cardinale Tauran è affetto dal morbo di Parkinson. Per chi non lo sapesse è una malattia degenerativa, altamente invalidante, che porta alla morte.
Agli imbecilli che hanno creato le pagine, sapete, non fa per niente ridere.
Agli imbecilli che hanno premuto like, sapete, anche questo, non fa per niente ridere.
Non è questione di essere bacchettoni o di “scandalizzarsi per così poco”.
E’ un’offesa feroce a tutti quei malati e a tutte le famiglie di coloro che sono devastati dal morbo.
E dico devastati.
Perché il Parkinson è come il cancro. Non lascia grandi speranze.
Scherzate con tutto quello che volete.
Ma abbiate un minimo, dico un minimo soltanto, di buonsenso.
Un minimo di sacrosanto rispetto. E soprattutto un briciolo di sensibilità e d’intelligenza.
Fatelo almeno per voi stessi. Non voglio buttarla sullo scandalo. Siamo tutti adulti e vaccinati.
Personalmente la trovo una questione di cattivo gusto, di cafonaggine, ignoranza, che va del tutto al di là del credo o non-credo che ciascuno di noi si porta dentro.
Voglio invece porre la questione su altri termini. Sull’utilizzo sconsiderato dei social network.
Non basta esserci per godere automaticamente della facoltà inalienabile a esprimere senza freni tutto quello che passa per la testa.
In nome di chissà quale distorsione del sacrosanto diritto alla libertà di espressione.
Ci vuole anche un minimo di coscienza critica e una buona dose di saper vivere civile.
Altrimenti ci si riduce ad essere un anonimo e informe branco digitale che non ha né capo né coda.
Giusto per sentirsi esaltati quei cinque minuti, nascosti vigliaccamente dietro lo schermo di un computer.
Una volta sparando contro questo, una volta contro quell’altro. Tra una bestemmia e un’altra.
Perché alla fine dei giochi se vi lasciate trascinare da tutto questo non vi manca solo l’educazione.
Ma anche il cervello e un minimo di spina dorsale.
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