A chi ha seguito l’Habemus Papam non sarà sfuggito lo “strano” modo di parlare del cardinale protodiacono Jean-Louis Pierre Tauran che dalla finestra affacciata su Piazza San Pietro ha annunciato il nome di Jorge Mario Bergoglio come il nuovo vescovo di Roma.
Poco dopo su Facebook sono comparse due pagine che ironizzano pesantemente sul modo di parlare e sulle “movenze” del cardinale.
Il titolo, “Il Tossico Che Ha Annunciato Il Papa”.
La descrizione, “L’uomo che si è fatto la fumata bianca”.
Le pagine, al momento, hanno rispettivamente 46.000 e 10.000 like e registrano un trend in continua crescita.
Sarebbe tutto molto comico e divertente. Per la serie, fumati una bella canna e vai con lo sballo. Se non fosse che il cardinale Tauran è affetto dal morbo di Parkinson. Per chi non lo sapesse è una malattia degenerativa, altamente invalidante, che porta alla morte.
Agli imbecilli che hanno creato le pagine, sapete, non fa per niente ridere.
Agli imbecilli che hanno premuto like, sapete, anche questo, non fa per niente ridere.
Non è questione di essere bacchettoni o di “scandalizzarsi per così poco”.
E’ un’offesa feroce a tutti quei malati e a tutte le famiglie di coloro che sono devastati dal morbo.
E dico devastati.
Perché il Parkinson è come il cancro. Non lascia grandi speranze.
Scherzate con tutto quello che volete.
Ma abbiate un minimo, dico un minimo soltanto, di buonsenso.
Un minimo di sacrosanto rispetto. E soprattutto un briciolo di sensibilità e d’intelligenza.
Fatelo almeno per voi stessi.
Non voglio buttarla sullo scandalo. Siamo tutti adulti e vaccinati.
Personalmente la trovo una questione di cattivo gusto, di cafonaggine, ignoranza, che va del tutto al di là del credo o non-credo che ciascuno di noi si porta dentro.
Voglio invece porre la questione su altri termini. Sull’utilizzo sconsiderato dei social network.
Non basta esserci per godere automaticamente della facoltà inalienabile a esprimere senza freni tutto quello che passa per la testa.
In nome di chissà quale distorsione del sacrosanto diritto alla libertà di espressione.
Ci vuole anche un minimo di coscienza critica e una buona dose di saper vivere civile.
Altrimenti ci si riduce ad essere un anonimo e informe branco digitale che non ha né capo né coda.
Giusto per sentirsi esaltati quei cinque minuti, nascosti vigliaccamente dietro lo schermo di un computer.
Una volta sparando contro questo, una volta contro quell’altro. Tra una bestemmia e un’altra.
Perché alla fine dei giochi se vi lasciate trascinare da tutto questo non vi manca solo l’educazione.
Ma anche il cervello e un minimo di spina dorsale.
Finalmente una voce che si alza e si distingue dalle greggi del web! Sto predicando questo che tu scrivi, e molto bene, da tempo senza spesso essere capita o essere invece addirittura snobbata, quando sono proprio queste persone, per me ignobili, che vanno snobbate e recluse tra la spazzatura di Fb.La cosa che mi sconcerta di più è il numero! Possibile che l'Italia e gli Italiani, popolo famoso per la sensibilità, il cuore generoso, per la cultura e larghezza di orizzonti sia ridotto così? O è il social network che istiga alla superficialità e tira fuori la cattiveria?
RispondiEliminaBuona sera Grazia innanzitutto grazie di esserti iscritta sul nostro blog
RispondiEliminaNon so se la causa scatenante siano i network o altro sta di fatto che nascosti dietro un PC L'ignoranza,la superficialità la cattiveria di bassa lega escono alla grande Nel reale non hanno il coraggio di esprimere i veri sentimenti che albergano nei loro cuori aridi, nel virtuale si
La riprova di ciò è negli avvenimenti di ogni giorno che sono sotto gli occhi di tutti dagli omicidi per futili motivi, alla violenza gratuita, al disinteresse totale per il dolore che ci circonda. Le voci che ogni tanto si alzano restano molto spesso inascoltate o derise,(proprio come dici tu) Ma una cosa è certa le ragioni della morale della coscienza della solidarietà dell'umano sentire prima o poi avranno la meglio. Sta a noi non stancarci mai di far sentire la nostra voce senza paura o compromessi
Buona vita cara