Le uniche catacombe di Alessandria dove l'antico Egitto incontra lo stile greco-romano sono state salvate dalle inondazioni e aperte per la prima volta al pubblico.
Merito di un restauro da 5,7 milioni di dollari, circa 5 milioni di euro, che ha contribuito a proteggere il prezioso sito di duemila anni fa dalle acque reflue del bacino del Nilo.
Da centinaia di anni le catacombe di Kom el-Shuqafa, che risalgono al 215 dopo Cristo, durante il controllo dell'Impero Romano in Egitto, erano afflitte dalle inondazioni.
Sono state scoperte per caso all'inizio del Novecento ma non sono mai state ufficialmente aperte al pubblico.
Ora a rivelare la sua bellezza è stato il lungo intervento di ingegneria civile del Ministero delle Antichità egiziano sovvenzionato dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale.
Un progetto ambizioso, che si è rivelato più difficile di quello ipotizzato e avvitato a metà degli Anni 80, che ha richiesto 15 mesi di lavoro.
Le catacombe sono state scolpite nella roccia su tre livelli separati. Il piano più basso era quello maggiormente danneggiato.
Ma gli archeologi sono riusciti comunque a recuperare gli elaborati mosaici, le sculture e l'incredibile mix di stili architettonici egiziani e greco-romani ricoperti dalle alghe verdi.
Kom El-Shuqafa, è considerato uno degli esempi più importanti dell'architettura funeraria romana in Egitto.
Le catacombe furono inizialmente create una sola, grande, famiglia, per poi trasformarsi in un cimitero pubblico, dato che è qui che sono state trovate sepolte le vittime del massacro di Caracalla, i cittadini di Alessandria che vennero trucidati dall’imperatore romano nel 215 per vendicarsi dei loro motti satirici.
Fonte: lastampa.it
Un angolo di paradiso che non tutti conoscono, incastonato in uno dei litorali che nel mondo più ci invidiano, la Costiera Amalfitana. Villa Rufolo a Ravello, nella provincia di Salerno, a marzo spalancherà le sue porte per la prima volta gratuitamente ai residenti in Campania secondo un calendario suddiviso per provincia.
Il chiostro moresco, il "magico giardino incantato di Klingsor" (come lo descrisse Wagner), la sala dei Cavalieri, la cappella e i celeberrimi giardini del Belvedere: tutto potrà essere ammirato a titolo gratuito per il mese di marzo dai fortunati abitanti campani.
Per usufruire dell’ingresso omaggio basterà presentarsi alla biglietteria di Villa Rufolo esibendo un documento valido che attesti la residenza o la nascita nella provincia di turno.
“Il palagio con bello e gran cortile nel mezzo e con logge e sale e con giardini meravigliosi”, come descrive il Boccaccio Villa Rufolo, nel centro storico di Ravello, a metà strada tra Maiori e Amalfi.
Il suo impianto iniziale risale al XIII secolo quando fu costruita proprio dai Rufolo, una famiglia dal grande potere economico e politico, che ebbero la preziosa sapienza di fondere le tipologie architettoniche e decorative arabe e bizantine con i meravigliosi elementi della cultura locale, dando luogo a una dimora grandiosa e principesca.
Alle sfarzosità iniziali seguirono però secolo bui e di decadimento e solo nell’800 un Lord scozzese, Sir Francis Nevile Reid, decise di acquistare la dimora nonostante la sua inagibilità.
Il Lord fece restaurare l’edificio e risistemò le terrazze a giardino, realizzando quel capolavoro che fece esclamare a Wagner: “Il magico giardino di Klingsor è trovato”.
Da allora, Villa Rufolo è un vero e proprio gioiello di cui andare fieri e ad oggi sono assolutamente da visitare la torre di ingresso, con le statue che rappresentano le stagioni; il bellissimo chiostro, uno dei pochi rimasti in stile Moresco; la torre maggiore, da cui si gode di un’ottima vista; il belvedere, che offre un bellissimo panorama su tutta la Costiera, e la Cappella, che ospita durante l’anno mostre d’arte importanti.
Germana Carillo