giovedì 20 ottobre 2016
Scoperte centinaia di scarpe nel forte romano di Vindolanda
Nel forte romano di Vindolanda, oggi in Inghilterra, sono state scoperte nel corso dell’estate oltre 400 scarpe per uomini, donne e bambini, portando il totale delle scarpe rinvenute in questo sito a oltre 7.000.
Gli archeologi hanno praticamente trovato tutti i tipi di calzature possibili. Plausibilmente alcune delle scarpe appena scoperte appartenevano a una singola persona.
Andrew Birley, CEO del Vindolanda Trust e direttore degli scavi, ha parlato di un «censimento incredibile e senza paralleli di una comunità in guerra.
La quantità di calzature è fantastica, vista la sua grande diversità persino per un sito come Vindolanda, che ha conservato più scarpe romane che in qualunque altro luogo dell’impero».
Le calzature sono state trovate in un fossato difensivo, insieme a reperti di ceramica e resti di cani e gatti.
Quasi 2.000 anni fa, l’esercito romano costruì uno dei più piccoli ma più difesi forti nel sito di Vindolanda, che oggi fa parte del sito UNESCO “Confini dell’Impero romano”.
La piccola guarnigione di alcune centinaia di soldati e delle loro famiglie era protetta da una serie di fossati e bastioni, mentre fuori dalle mura infuriava una guerra tra le tribù britanniche e le forze romane.
Finita la guerra (nel 212 d.C.), le truppe e i loro famigliari lasciarono il forte, e tutto quello che non poterono portare con sé, lo gettarono nei fossati.
Questi rifiuti furono presto sigillati quando vennero costruiti una nuova città e un nuovo forte, preservando le macerie in un ambiente senza ossigeno.
Nel 2016, gli archeologi hanno scavato il fossato e scoperto un’incredibile capsula del tempo: tra le macerie c’erano degli scheletri di cane e gatto, ceramiche, cuoio e 421 scarpe romane. «Abbiamo tutti i tipi di scarpe, dalle ciabatte alla moda per le donne, agli stivali da marcia, scarpe per bambini, sandali, calzature per la casa o fuori», ha detto Birley. «Le scarpe sono ben conservate e rappresentano l’intera popolazione del forte, il che è sbalorditivo».
Il tesoro di scarpe dà anche un’indicazione sullo stile e la qualità delle calzature nel 212 d.C.
Una in particolare ha fatto ricordare a molti le famose scarpe da calcio Predator dell’Adidas.
Sonya Galloway, Communication Manager del Vindolanda Trust ha osservato che «la popolarità di questa singola scarpa ha donato una grande visibilità all’intera collezione.
È un grande vantaggio che molti dei manufatti siano degli oggetti di tutti i giorni, cose che possiamo collegare al nostro modo di vivere. Il fatto che siano così ben preservati e abbiano quasi 2.000 anni è semplicemente straordinario».
«Questa scarpa romana era pensata per essere portata in casa, in modo da non portare dentro il fango», ha aggiunto Birley. «Offriva comfort e flessibilità, e la sua similitudine con le Predator dimostra che, sebbene i Romani non avessero il piacere di giocare a calcio, il buon design non ha tempo».
Il fossato fa parte del forte del III secolo d.C.
«Era un’epoca di conflitti, e le scarpe, che spaziavano da quelle per bambini e ragazzi e quelle per donne e uomini, mostrano che la guarnigione e le loro famiglie vivevano dentro il forte».
Le scarpe sono attualmente conservate nel sito in una struttura riadattata alla quantità dei ritrovamenti.
Barbara Birley, Trust’s Curator, ha dichiarato: «La quantità di calzature ha presentato alcune sfide al nostro laboratorio, ma con l’aiuto dei volontari abbiamo creato uno spazio specifico per la conservazione delle scarpe, e ora il processo è in corso.
Il Vindolanda Trust è impegnato negli scavi, nella conservazione e nell’esposizione dei suoi ritrovamenti, sebbene ogni scarpa costi tra le 80 e 100 sterline per la preservazione.
Trovarne così tante quest’anno ha comportato dei costi aggiuntivi significativi al laboratorio».
Alla luce di ciò, il Vindolanda Trust (organizzazione non a scopo di lucro e che non beneficia di alcun fondo esterno per gli scavi) ha lanciato una campagna per la raccolta fondi.
Fonte: ilfattostorico.com
Arrivano le Orionidi, le stelle cadenti d’autunno
Appuntamento le Orionidi, stelle cadenti d’autunno, che illumineranno la notte tra il 21 e il 22 ottobre.
Queste meteore, originate dai residui lasciati dalla cometa di Halley nei suoi precedenti passaggi vicino al Sole, offrono ogni anno in questo periodo lo stesso spettacolo delle Perseidi in estate, nella notte di San Lorenzo, ma quest’anno la loro apparizione sarà disturbata dalla luna.
Nonostante in ottobre il numero di ore notturne sia maggiore che nei mesi precedenti, quest’anno la Luna piena è arrivata a metà del mese e, anche dopo il plenilunio, la sua luce disturberà l’osservazione delle Orionidi perché per osservare bene il loro passaggio “è necessario avere un cielo buio”, spiega Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (UAI).
Tuttavia, non è detto che non si possa riuscire a vederle anche questa volta.
“Bisogna avere fortuna, pazienza, saper aspettare. Insomma ci vuole costanza” e soprattutto “attendere il culmine della notte, quando le costellazioni sono più alte nel cielo e la Terra incontra la parte più consistente del flusso di polveri lasciate dalle comete”.
Le Orionidi passeranno dalle ‘nostre parti’ tra il 16 e il 23 ottobre, il picco è previsto tra il 21 e 22 ottobre.
Per quasi tutto il mese sono previste altre due piogge di meteore: le delta Aurigidi, uno sciame di velocissime meteore ma di debole luminosità, e le Tauridi, provenienti dalla regione a Nord della Balena.
Fonte: www.ansa.it
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