giovedì 19 marzo 2015
Le caverne di smeraldo della Kamchatka
Kamchatcka, estremo nord orientale della Russia.
Con queste spettacolari immagini il fotografo Sergey Krasnoshchekov ci invita a scoprire alcune delle grotte di ghiaccio più suggestive al mondo.
I colori del soffitto ghiacciato variano dal verde smeraldo al rosso rubino, a seconda dei giochi di luce e della rifrazione dei raggi solari che filtrano dalla superficie.
Nonostante la penisola della Kamchatcka si trovi alla stessa latitudine della Gran Bretagna, da ottobre a maggio è interamente ricoperta da una spessa coltre di neve e ghiaccio.
Il clima è infatti determinato dai venti artici provenienti dalla Siberia, combinati alla fredda corrente marina Oya-Shio.
Le straordinarie forme che decorano i soffitti di queste caverne sono frutto dell'interazione tra l'erosione dell'acqua e il calore sviluppato dall'attività geotermica del sottosuolo.
Nella penisola sono infatti presenti oltre 160 vulcani, di cui 29 ancora attivi.
Fonte: focus.it
I templi di Pompei erano allineati con le stelle?
Una indagine dei templi delle rovine di Pompei ha mostrato come molti di questi edifici sacri siano stati costruiti in modo da essere allineati al sorgere di determinate stelle o con la posizione di Sole o Luna in giorni di particolare rilevanza, in maniera piuttosto inusuale per una città dell’Antica Roma.
Come se non bastasse la notizia di qualche giorno fa secondo la quale nella dieta degli abitanti di Pompei trovavano posto piatti esotici come la carne di fenicotteri e di giraffe, a mescolare ulteriormente le carte in tavola su quello che sappiamo e non sappiamo dell’antica città commerciale ci ha pensato una nuova indagine di 11 templi pompeiani che ha rivelato come almeno 9 di questi siano stati costruiti per essere allineati con il sorgere di determinate stelle o con la posizione di Sole o Luna in giorni di particolare rilevanza.
L’orientamento di questo tipo negli edifici religiosi è piuttosto inusuale nelle usanze romane, al pari ovviamente del consumo di cibi provenienti da così lontano.
La ricerca sui templi è stata condotta da Vance Tiede, dell’agenzia di ricerca Astro-Archaeology Surveys di Guilford, Connecticutis, e si è basata su modelli digitali di elevazione combinati con immagini satellitari, rilievi a terra e mappe delle passate posizioni delle stelle.
Tiede ha presentato il proprio lavoro la scorsa settimana in una riunione dell’American Astronomical Society a National Harbor, in Maryland. Che nell’Antica Roma venissero utilizzati degli allineamenti astronomici nella costruzione degli edifici di per sé non è una sorpresa.
Le conoscenze astronomiche e architettoniche dell’epoca trovavano spesso un punto di incontro nella costruzione di case e templi orientati in maniera tale da sfruttare i movimenti del Sole e delle stelle.
Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. – 15 a.C.), considerato il più famoso teorico dell’architettura d’epoca romana, scriveva nel suo De Architectura:
“Chi si professa archittetto deve intendere l’astronomia e i moti del cielo, e conoscere l’oriente, l’occidente, il mezzogiorno, il settentrione, e tutta la disposizione del cielo, l’equinozio, il solstizio e il corso delle stelle”.
Secondo uno studio di qualche anno fa a firma di Giulio Magli, professore ordinario al dipartimento di matematica del Politecnico di Milano, gli Antichi Romani costruirono intere città tenendo conto dell’orientamento astronomico.
La pianificazione urbanistica seguiva quindi forti aspetti simbolici legati all’astronomia anche nella cultura romana. Ma la disposizione dei templi di Pompei sembrerebbe andare contro i dettami e gli standard dell’epoca.
Era lo stesso Marco Vitruvio Pollione a dare le giuste indicazioni per la costruzione di edifici di culto. Sempre nelle pagine del suo De Architectura scriveva infatti:
“L’orientazione del tempio dedicato agli dei immortali deve essere studiata in modo che, salvo particolari impedimenti, la fronte dell’edificio e la statua che si trova all’interno della cella siano volte a ponente, così chi si dirigerà all’altare per fare offerte e compiere sacrifici …avrà ad un tempo di fronte l’oriente celeste e i simulacri degli dei”.
Eppure, al contrario di quanto prescritto da Vitruvio, nessuno dei templi presi in esame guarda l’ovest.
L’allineamento segue piuttosto il sorgere delle stelle associate ai miti delle divinità alle quali gli stessi templi erano consacrati. Come il Tempio di Giove, allineato alla prima apparizione della stella Sargas, o il Tempio Dorico che guarda alla prima comparsa della stella Rigel.
Il legame tra città romane e il simbolismo astronomico non è mai stato studiato in maniera sistematica, e diversi altri studi saranno necessari per capire quanto gli allineamenti trovati da Tiede siano casuali e quanto siano invece il risultato dell’influsso di altre culture (come quella greca o egizia) in una città vivace e in fermento come la Pompei di quei tempi.
Matteo De Giuli (INAF)
Svelato il vero volto di Anna Bolena
Perse la testa a causa del marito e sovrano Enrico VIII, in senso letterale. Fu infatti amante e seconda moglie del re inglese, ma la mancanza di eredi maschi spronò Enrico a scegliere un’altra donna, così la povera Anna venne abbandonata e poi giustiziata sul patibolo, mentre il re si risposò dopo soli 11 giorni (correva l’anno 1536)
Il suo matrimonio e la sua figura sono spesso al centro di numerosi dibattiti storici, soprattutto a causa della figura misteriosa e il fatto che il suo matrimonio con il sovrano d’Inghilterra portò allo scisma tra la chiesa anglicana e quella romana.
Enrico VIII non riuscì mai ad avere un erede maschio (l’unico morì in giovane età), nonostante i 6 matrimoni contratti in tutta la sua vita.
A succedere sul trono d’Inghilterra, ironia della sorte, una delle sovrani più importanti nella storia dell’isola: Elisabetta I.
Dopo aver fatto giustiziare Anna, Enrico cercò di far scomparire tutti i ritratti della ex-moglie; sembrava esserci riuscito visto che quelli in circolazione sono copie degli originali e l’unica immagine originale è quella presente su una moneta conservata al British Museum.
Secondo quanto scrive il quotidiano Repubblica però: “grazie al riconoscimento facciale computerizzato, un ritratto, fino ad ora considerato di Jane Seymour, terza moglie di Enrico VIII, raffigurerebbe invece la stessa Bolena”.
Fonte : amantidellastoria.wordpress.com
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