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martedì 18 ottobre 2016

L'Esercito di terracotta fu ispirato dagli antichi greci ?


Scultori specializzati provenienti dall'antica Grecia potrebbero aver ispirato la realizzazione delle più celebri statue cinesi di tutti i tempi. 

L'Esercito di Terracotta - un'armata di sculture in argilla che da oltre 2.000 anni sorveglia il Mausoleo di Qin Shi Huang, primo imperatore della Cina - sarebbe stato influenzato dai più esperti artigiani dell'antichità, che dal Mediterraneo potrebbero essersi spinti fino all'Oriente per insegnare le loro tecniche agli artisti locali. 
 Recenti rilievi archeologici, come la scoperta di antico DNA europeo nella provincia cinese dello Xinjian, sembrerebbero indicare che stretti contatti tra la Cina del Primo Imperatore (246-210 a.C.) e l'Occidente esistessero già molto prima dell'apertura "ufficiale" della Via della Seta, nel terzo secolo d.C., e ben 1500 anni prima delle esplorazioni di Marco Polo. 
 «Ora pensiamo che l'Esercito di Terracotta, gli acrobati e le sculture di bronzo trovate nel sito siano state ispirate dalle antiche sculture e dall'arte greca» dice Li Xiuzhen, archeologa dell'University College London che da tempo studia queste statue. Le scoperte saranno presentate in un documentario di BBC e National Geographic, The Greatest Tomb on Earth, trasmesso sulle reti inglesi il 16 ottobre 2016. 

 L'armata di terracotta fu scoperta per caso nel 1974 da un contadino in uno scavo di Xi’an, nella provincia cinese dello Shaanxi.
 L'uomo rimase terrorizzato nel notare una testa quasi umana nel bel mezzo del raccolto. 
Da allora sono stati riportati alla luce centinaia di guerrieri di varie dimensioni in base al "rango", nelle fosse adiacenti alla tomba di Qin Shi Huang.




Le statue, molte delle quali a grandezza naturale, sorvegliano l'imperatore defunto con carri, armi e cavalli.
 Si stima che i soldati possano essere circa 8.000, e le loro fattezze sono incredibilmente dettagliate, con tanto di barbe alla moda dell'epoca, capelli intrecciati e nodi decorativi sulle armature. 

 Da tempo gli archeologi si chiedevano come gli scultori cinesi avessero potuto riprodurli con tale precisione nel 246 a.C., quando iniziarono i lavori per il mausoleo, e quella della contaminazione greca potrebbe essere una teoria. 
Del resto contatti commerciali con l'antica Cina erano attivi anche nell'antica Roma. 
Ai tempi di Augusto (dal 27 a.C.) le sete cinesi erano ormai di moda nell'Urbe, tanto che Seneca definiva "immorali" coloro che le indossavano.

 Fonte: focus.it
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